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mercoledì 22 febbraio 2017

AIFA Agenzia italiana del farmaco Francesco Pellegrino: "Epatite C, produrremo da soli il farmaco se il Solvadi non dovesse costare più di 4000 mila euro"

AIFA, la parola al dott. Francesco Pellegrino: "Epatite C, produrremo da soli il farmaco se il Solvadi non dovesse costare più di 4000 mila euro"


di Francesco Pellegrino 
per il Notiziario sul web


dott. Francesco Pellegrino

Il Direttore Generale Mario Melazzini in procinto dell’incontro per il rinnovo delle forniture dei farmaci sofosbuvir SOLVADI e ledispavir associato a sofosbuvir HARVONI per il trattamento eradicante dell’epatite C ha prospettato che se non ci fosse una rivalutazione del prezzo concordato (richiesta iniziale 40000 € con un prezzo medio finale di 14000 € nell’ultimo anno contrattato) presupponibile da parte dell’Aifa in massimo 4000 € sarebbe possibile pensare per la prima volta ad una scelta storica, la produzione italiana da parte dello stabilimento farmaceutico militare di firenze.

Questa scelta ci porterebbe a violare la copretura brevettuale con una scelta ben ponderata e possibile, la clausola di emergenza nazionale per salute pubblica.

Finalmente la Sanità Italiana ha l’opportunità di fare scelte aziendaliste pubbliche in linea con la sua organizzazione giurisdizionale.

Infatti sin dalla istituzione delle Aziende sanitarie pubbliche la Sanità risponderebbe a necessità di mercato con il grande obiettivo di garantire la migliore offerta di salute pubblica.

Sinora purtroppo questo è stato applicato in un sistema sanitario fortemente condizionato da interessi privati e lobbistici.

Il modello del sofosbuvir è ideale per estrinsecare un’ipotesi di innovazione.

Nel 2011 i lungimiranti Manager ed investitori della Gilead (azienda produttrice del sofosbuvir) hanno vinto la concorrenza di altre multinazionali nell’acquisto del brevetto del farmaco in oggetto per una cifra di 22 bilioni di dollari dalla Pharmasset Inc, acquisendo l’azienda che aveva ricercato e messo a punto un farmaco rivoluzionario ma soprattutto eradicante l’epatite C.

In questo scenario non si è riuscito ad inserire alcuna Agenzia sanitaria mondiale per il presupposto che il rischio farmaceutico di un farmaco è troppo elevato per poterlo sostenere da parte di enti pubblici o forse perchè in uno scenario di una moderna farmaceutica ancora nessuno pensa all’opportunità di stimolare il mercato consolidato delle multinazionali farmaceutiche creando un’alternativa pubblica dinamica.

Peccato che questo presupposto venga espresso dalle agenzie sanitarie che detengono la maggiore capacità economica di spesa mondiale.

La salute, che comunque va tutelata, acquisendo mezzi per poter soddisfare le legittime necessità costituzionali dei cittadini delle economie democratiche.

L’ipotesi affascinante sarebbe stato investire in una acquisizione di qualcosa di fruttuoso per la tutela della salute ma soprattutto di ritorno economico per vendita del prodotto stesso sul mercato mondiale, ad un prezzo ovviamente equo e giustamente speculativo al fine della sostenibilità di successive acquisizioni strategiche nazionali o comuniatrie, cosa che ci avrebbe comunque mostrato uno scenario di indipendenza e confronto dignitoso con aziende che alla fine più che ricercare innovazione la acquisiscono in piccoli laboratori innovativi.

Perchè non mutuare questo ruolo nuovo degli attuali fornitori di farmaci ?

Questa scelta, ovviamente densa di criticità finanziarie e non, esprimerebbe al contempo una opportunità di rilancio della ricerca in termini di posti di lavoro qualificato, di innovazione delle strutture di filiera della fornitura e tanto altro.

Quindi quei 21 bilioni investiti da parte di una agenzia nazionale o di una agenzia comuniatria avrebbero potuto rilanciare in attivo la Sanità, rompendo l’assioma che in Salute si spende solo e non ci si guadagna se non la Salute stessa. 

Dott. Francesco Pellegrino
Via G.A. Acquaviva, 39
81100 Caserta.
E_mail: frankpiglrim@gmail.com
Cell: 348.8910362

Napoli: "Legalità e coraggio" Noi Consumatori premia Ciro Scarciello

Napoli: "Legalità e coraggio" Noi Consumatori premia Ciro Scarciello



Napoli - L’associazione “Noi Consumatori” di Napoli ha assegnato il premio, denominato "Legalità coraggio", a Ciro Scarciello, commerciante della Duchesca che, circa un mese fa, dopo un agguato in cui rimasero feriti una bambina di dieci anni e tre extracomunitari senegalesi, sfogò tutta la sua rabbia davanti alle telecamere, soprattutto contro lo Stato, elencando i mali del quartiere mai risolti. L’appello di Ciro e l’intervista ad una nota televisione nazionale, che è diventata virale sui social network, lo ha messo in una posizione scomoda. Da allora, mentre i cittadini del posto lo evitano e non spendono più nella sua salumeria, perché ha osato parlare di cose di cui era meglio non parlare, molte altre persone, comprese autorità, continuano a fargli visita offrendogli la loro solidarietà.

Presso Burger Italy di via Cilea a Napoli, l’avvocato Angelo Pisani, presidente di "Noi Consumatori", ha premiato con una targa il signor Scarciello per il coraggio dimostrato; erano presenti l’ex procuratore capo della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore, l’avvocato Gerry Danesi, console onorario del Nicaragua, Nicola Russo, imprenditore del settore arredamenti, Pietro De Matteo, ideatore del progetto Burger Italy, e la coordinatrice del premio, nonché presidente dell’associazione “Donare Amore”, professoressa Pina Pascarella (tutti nella foto). 

Arrivano a Milano 4 ‘Rare Lives’ mostre per chi vive una vita rara

Arrivano a Milano 4 ‘Rare Lives’ mostre per chi vive una vita rara


di Martina Bossi



Rari ma tanti. In occasione della X Giornata delle Malattie Rare, Milano ospita in ben 4 luoghi la mostra fotografica ‘Rare Lives, il significato di vivere una vita rara’, a cura del fotoreporter Aldo Soligno e della Federazione Italiana Malattie Rare (UNIAMO FIMR Onlus), con il sostegno di Sanofi Genzyme, divisione dell’azienda farmaceutica Sanofi, specializzata nella ricerca e sviluppo di terapie innovative per le malattie rare. “Grazie al progetto Rare Lives, Vite Rare, nel corso degli ultimi tre anni ho avuto l’opportunità di incontrare più di 70 persone speciali - commenta Aldo Soligno - Parlando con loro spesso mi è capitato di vederli passare dalla più grande tristezza alla più grande gioia e viceversa nel giro di pochi minuti. Qui a Milano, ad esempio, ho incontrato Luigi, affetto dalla malattia di Gaucher. Oggi, grazie alla ricerca, esiste una terapia per la sua malattia che gli permette di condurre una vita quasi normale. Per questo si sforza di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità - e anche oltre - per vivere al meglio ogni momento, lavorare con passione, fare sport, viaggiare. Tutto quello che molti di noi fanno senza sforzo, ma che spesso rimandano per pigrizia. Luigi, per me è stata la dimostrazione di come, solo quando una cosa devi guadagnartela con grandi sacrifici, riesci davvero ad apprezzarla e a goderne pienamente”.

Rare Lives sarà a Milano da oggi al 2 marzo presso la Casa dei Diritti del Comune di Milano, in via Edmondo De Amicis 10, nell’ambito del 6° Forum delle Politiche Sociali. Alla inaugurazione presenti l’assessore Pierfrancesco Majorino, Politiche Sociali, Salute e Diritti, Aldo Soligno, l’autore del progetto, Tommasina Iorno, presidente Uniamo, Faustina Lalatta, direttore della Genetica Medica, Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano ed Enrico Piccinini, general manager Sanofi Genzyme Italia e Malta. Un diverso allestimento della mostra per la Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, sarà inaugurato il 27 febbraio alle 15.30, presso il Cortile D’Onore dell’Università Statale, e sarà visitabile fino al 3 marzo. In contemporanea, dal 25 febbraio al 4 marzo, anche l’Ospedale Niguarda ospiterà una selezione degli scatti di Aldo Soligno. Infine, nella Giornata delle Malattie Rare, il 28 febbraio, si aprirà la quarta esposizione milanese presso il Palazzo della Regione Lombardia (Blocco N3), che accompagnerà la cittadinanza sino al 10 marzo.

Rare Lives è un viaggio fotografico dal forte impatto emotivo, nato per raccontare la quotidianità, le speranze e le difficoltà di chi vive una ‘Vita rara’, ma soprattutto le gioie e le piccole e grandi conquiste quotidiane. Questa terza edizione del progetto ha coinvolto pazienti, familiari e operatori sanitari in cinque città italiane - Genova, Modena, Milano, Torino, Firenze, che ospitano in questi giorni, in contemporanea altrettante esposizioni - per un totale di 7.000 scatti realizzati, 20 patologie raccontate, 38 pazienti ritratti. “L'incontro con Aldo ci ha messo in discussione e interrogato su una questione spesso sottovalutata, sia come pazienti e caregivers, sia come Federazione: una malattia rara, una sindrome genetica, sono sempre e solo sinonimo di sofferenza e isolamento? O sono, pur con tutte le difficoltà che comportano, uno stimolo alla crescita, all'approfondimento, un veicolo che ci porta ad essere donne e uomini migliori, se riusciamo a non chiuderci nel nostro bozzolo? - si interroga Tommasina Iorno - Aldo ha scelto, insieme a noi, di rappresentare i momenti che spesso sono taciuti: la gioia, la soddisfazione per un traguardo raggiunto, lo sperimentare come si possa “andare oltre”, il vivere con serenità nonostante tutti gli ostacoli della vita quotidiana”.

Se è vero che per singola patologia rara il numero dei pazienti è esiguo, moltiplicato per le oltre 6.000 malattie rare ad oggi identificate, i numeri si fanno importanti. Nella maggior parte dei casi si tratta di patologie gravi e disabilitanti, con sintomi disomogenei, diagnosi spesso tardive, poche terapie efficaci disponibili. Per tutti questi fattori, le malattie rare hanno enormi ripercussioni sulla vita delle persone che ne soffrono e delle loro famiglie. “Le malattie rare sono patologie complesse, spesso multiorgano con un forte impatto sulla famiglia e sulla vita sociale. I membri della famiglia, rimangono la fonte primaria di sostegno, assistenza e solidarietà per i soggetti con malattia rara che molto spesso sono bambini - commenta Maria Domenica Cappellini - La Fondazione Ca’ Granda e lo Sportello Malattie Rare hanno partecipato attivamente alla realizzazione del progetto Rare Lives e siamo molto contenti di ospitare una delle manifestazioni. Credo che Aldo Soligno abbia saputo cogliere alla perfezione tutta la forza, la determinazione e la straordinarietà dei nostri pazienti, dei loro familiari e dei professionisti che li accompagnano quotidianamente nel percorso di assistenza e cura”. Rare Lives è reso possibile grazie al supporto di Sanofi Genzyme, la divisione Specialty Care di Sanofi, specializzata in terapie innovative per patologie rare e disabilitanti, nonché nella sclerosi multipla, in oncologia e, in un prossimo futuro, anche nell’immunologia.

“Sono orgoglioso della proficua collaborazione che abbiamo instaurato da diversi anni con Uniamo e che ha reso possibile, tra le altre iniziative, il reportage di Aldo Soligno. Un’occasione unica per sensibilizzare l’opinione pubblica e a dare ancora più voce ai “malati rari” - commenta Enrico Piccinini - Da oltre 35 anni Sanofi Genzyme pone al centro del proprio lavoro le persone con malattia rara, con l’obiettivo di contribuire all’avanzamento della ricerca scientifica: la speranza è di poter rispondere sempre di più ai bisogni di coloro per i quali oggi non è ancora disponibile una terapia efficace”.

#RareDiseaseDay e #RareLives sono gli hashtag ufficiali della Giornata delle malattie rare e della mostra fotografica, da usare sui social per inviare foto e lanciare il proprio messaggio per le malattie rare

L'Europa ordina: "Manovra entro aprile" Altre tasse: se non paghiamo ci rovinano

La Commissione europea, ultimatum all'Italia: "Manovra entro aprile"



Dall'Europa, arriva la minaccia finale: "Approvare in modo credibile al più tardi entro aprile misure addizionali strutturali pari ad almeno lo 0,2% del Pil per ridurre lo scarto esistente per rispettare complessivamente le regole preventive di bilancio nel 2017". Altrimenti, "il criterio del debito non può essere considerato rispettato". La Commissione europea, nel rapporto sul debito pubblico pubblicato oggi, arriva a queste conclusioni: manovra, subito. Oppure l'Italia la pagherà cara.

I burocrati di Bruxelles indicano che "il timing permette all’Italia di prendere le misure necessarie nel 2017 per assicurare un aggiustamento sufficiente verso l’obiettivo di medio termine, che è un fattore chiave per concludere che l’Italia rispetta il criterio del debito". Altrimenti, questo il messaggio, verrà valutata l'ipotesi di aprire una procedura per deficit eccessivo.

Ora, il passo successivo sarà l'invio del rapporto al comitato economico e finanziario a cui appartengono gli sherpa dell'Ecofin, i quali entro due settimane prepareranno un loro documento per valutare "il potenziale mancato rispetto del criterio del debito da parte dell'Italia". Bruxelles, da par suo, è ancor più esplicita nell'avvisare il governo Gentiloni: "Se l'Italia non adotterà le misure strutturali aggiuntive pari almeno allo 0,2% del Pil che il governo si è impegnato ad adottare al più tardi nell'aprile 2017", la Commissione dovrebbe considerare "non soddisfatto il criterio del debito stabilito dal trattato".

Il parere della Ue è durissimo: secondo le autorità continentali, infatti, l'immobilità dell'Italia mette a rischio anche gli altri Paesi: "L'alto livello di debito del governo e una dinamica protratta di debole produttività implicano rischi con rilevanza transfrontaliera in prospettiva, in un contesto di alti non-perfomrng loans e disoccupazione". Non siamo però gli unici, secondo quanto scritto nel rapporto, a presentare squilibri macroeconomici. Nel mirino anche Germania, Irlanda, Spagna, Olanda, Slovenia e Svezia. Nel dettaglio, su Berlino, pesa l’enorme surplus delle partite correnti.

Banchiere nei guai: condanna a 8 anni Confiscato un tesoro spudorato / Foto

Carige, Berneschi condannato a otto anni: confiscati beni per 26 milioni di euro



Otto anni, 2 mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici. È la condanna decisa dal Tribunale di Genova dopo meno di ’un’ora di camera di Consiglio per l’ex presidente della banca, Giovanni Berneschi. Il pm aveva chiesto sei anni per Berneschi. La truffa, per l’accusa, consisteva nel far acquistare dal ramo assicurativo della banca immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati, per reinvestire poi le plusvalenze all’estero. La presunta truffa avrebbe fruttato a Berneschi e agli altri indagati circa 22 milioni.

Per l’ex presidente di Carige, disposta anche l’applicazione della libertà vigilata nel processo sulla presunta maxi-truffa immobiliare all’istituto di credito. "Mancava mi sparassero", le prime parole di Berneschi uscendo dall’aula dove, pochi minuti prima, il presidente Merlo ha letto la sentenza che lo ha condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione, "mi aspettavo l’ergastolo" ha aggiunto con sarcasmo l’ex numero uno della banca. Pesanti le condanne anche per gli altri imputati. Per l’ex capo delle assicurazioni Ferdinando Menconi, Carige confermati i 7 anni chiesti dal pm Silvio Franz. Per il commercialista Afredo Averna, condanna a 1 anno e 2 mesi; per il faccendiere Sandro Maria Calloni condanna a 9 anni e 2 mesi; per l’immobiliarista Ernesto Cavallini, 8 anni e 6 mesi. Per Andrea Vallebuon, commercialista, 5 anni e 8 mesi. Per il commercialista Piermaurizio Priori, 1 anno e 1 mese. Per l’avvocato Ippolito Giorgi di Vastarino, un anno e 2 mesi.

Il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Genova, Sergio Merlo, ha disposto nei confronti dell’ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, la confisca di beni per 26 milioni e 800mila euro. Si legge nel dispositivo della sentenza emessa questa mattina nei confronti dell’ex numero uno dell’istituto di credito, condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione. Il Tribunale di Genova "ordina nei confronti di Giovanni Berneschi - è scritto nel documento, letto in aula - la confisca per l’equivalente di denaro, di beni mobili e immobili o altre utilità, per l’importo complessivo di 26milioni e 800 mila euro". Per Ferdinando Menconi, l’ex capo delle assicurazioni di Carige, la richiesta è di 26 milioni e 800mila euro mentre per l’immobiliarista Ernesto Cavallini ammonta a 30 milioni.

LA CASTA CHE PIPPA COCA Inchiesta-bomba: 16 arresti Chi finisce nei guai / Guarda

Cocaina, 16 arresti: le telefonate partivano da Corte dei Conti e Regione siciliana



Un'ampia operazione antidroga, condotta dalla Polizia di Stato, che ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare a Palermo. Ultimo atto di un'indagine iniziata nel 2012 e che ha consentito di scoprire due distinti gruppi criminali che si rifornivano di grossi quantitativi di cocaina che proveniva principalmente da Campania e Calabria. Polverina bianca spacciata nel contesto di una sorta di patto tra mafia e camorra e destinata ad insospettabili clienti vip.

Già, perché si è scoperto che alcune richieste di "rifornimento" sarebbero partite anche da un telefono intestato alla Corte dei Conti, la sede dei giudici contabili, mentre altre ancora da un apparecchio della Regione siciliana. Un'inchiesta che, dunque, potrebbe avere sviluppo molto pesanti.

Per quel che riguarda il lavoro delle forze dell'ordine, si è appreso che uno dei gruppi criminali coinvolti è costituito da mafiosi riconducibili al mandamento di "Porta Nuova": la prova del fatto che la Cosa Nostra palermitana, grazie al business della droga, sia oggi ancora in affari con la camorra napoletana.

In totale, nell'ambito di questa indagine, gli agenti hanno arrestato diversi corrieri della droga e un carico di oltre 70 chili di hashish, 7,5 chili di cocaina, 14 chili di marijuana, 1,5 chili di eroina e, circa, 100mila euro in contanti.

Il documento con cui inchioda Grillo: vendetta della "escort" Morani / Foto

Alessia Morani attacca il M5s: ecco l'emendamento pro Uber dei grillini



Quel "prima di entrare in Parlamento faceva la escort" non è andata proprio giù ad Alessia Morani, che ora si vendica contro il Movimento cinque stelle che l'aveva insultata sui social. Ed è sempre su Twitter che la deputata del Pd rende pan per focaccia ai grillini postando la prova che i pentastellati che ora scendono in piazza a fianco dei tassisti gridando allo scandalo, avevano firmato un emendamento pro Uber.

Emendamento che poi è stato ritirato e perfino disconosciuto un anno fa dopo le prime proteste dei tassisti. Allora il senatore del M5S Vito Crimi spiegò così la retromarcia a Repubblica: "Il testo non era farina del sacco autonoma, c'è stata un'interpretazione molto semplice, chiamiamola ingenua dei nostri colleghi in commissione di un parere dell'autorità dei trasporti". Crimi si riferiva a una delle proposte di modifica della normativa in materia firmate dall'authority presieduta da Andrea Camanzi il 21 maggio 2015, che è stata riprodotta fedelmente prima nell'emendamento di Sergio Boccadutri del Pd e poi in quello dei pentastellati Girotto e Castaldi. Insomma, "nella foga emendativa è venuto fuori questo emendamento, è bastato un confronto tra di noi per capire che portava a una deviazione, cioè all'ingresso di Uber nel mercato, e quindi ritirarlo".
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