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mercoledì 22 febbraio 2017

Omicidio di Sarah Scazzi, tutti in galera Sabrina e Cosima: ergastoli confermati

Omicidio Scazzi, confermato l'ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano



I giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato l'ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano accusate di aver ucciso nell'agosto del 2010 la quindicenne Sarah Scazzi. Il procuratore generale l'altro ieri aveva appunto chiesto la conferma della condanne. Confermate anche le condanne per Michele Misseri a otto anni, per suo fratello Carmine a cinque anni e undici mesi, per Vito Russo junior a un anno e quattro mesi e per Giuseppe Nigro a un anno e quattro mesi. Lo zio di Sarah Scazzi è stato condannato per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, suo fratello per soppressione di cadavere, gli ultimi due per favoreggiamento. 

Lo stupro, orrore di due immigrati: come riducono un ragazzo italiano

Brindisi, ragazzo aggredito e stuprato da due immigrati pakistani



Alla stazione ferroviaria di Brindisi, un giovane italiano è stato violentato mentre aspettava l’arrivo del treno dopo aver passato una serata con gli amici. I responsabili della violenza sono stati due immigrati pakistani: Rab Nawaz, ventinovenne con permesso di soggiorno, e Ali Imram, ventottenne con permesso di soggiorno scaduto e in attesa di rinnovo.

La vittima ha raccontato che uno dei due ragazzi ha cercato di avvicinarlo facendogli delle avances davanti alle quali è fuggito. Non è però servito perché i due pakistani l’hanno seguito fuori dalla stazione e trascinato in un vicolo per poi abusare di lui, senza che il giovane italiano potesse opporre nessuna resistenza. I due sono poi fuggiti su un’auto arrivata all'improvviso e che si aggirava con un lampeggiante acceso.

Come racconta Il Messaggero, a lanciare l’allarme è stato il giovane che ha chiamato la polizia e i primi ad intervenire sono stati gli agenti della sezione Volanti. Il ragazzo è stato soccorso e le indagini sono state poi condotte dalla questura di Brindisi e coordinate dal pm Milto Stefano De Nozza: dopo vari accertamenti e dopo aver visionato le immagini delle telecamere della zona, i due pakistani sono stati arrestati.

"PERCHÉ SI È AMMAZZATA" Il caso di Tiziana Cantone: Feltri scrive la parola "fine"

Vittorio Feltri: "Tiziana Cantone si è uccisa per la vergogna"


di Vittorio Feltri



I lettori ricorderanno la storia di Tiziana Cantone, la ragazza che morì suicida dopo la diffusione su Whatsapp di alcuni filmati che la ritraevano mentre faceva l’amore con un giovanotto. Ella, dopo che quelle scene non proprio castigate erano poi girate in rete, si risentì e cadde in depressione. Quando poi divennero virali e praticamente visibili al grande pubblico, Tiziana, sconvolta e forse vergognandosi di essere diventata oggetto di vasta pubblicità, si lasciò andare allo sconforto e decise di togliersi la vita. Seguirono non solo una indagine della Procura, tesa a scoprire chi fosse il responsabile della divulgazione di tali immagini, ma anche una polemica sull’uso di Whatsapp e di internet a fini scandalistici.

Personalmente anche in tivù, durante il programma “Porta a porta” condotto da Bruno Vespa, ebbi a dire che la signorina avesse sbagliato a inviare a quattro amici il documento fotografico dei suoi svaghi erotici, sottovalutando il fatto che poi, inevitabilmente, sarebbero stati gettati in pasto a migliaia di persone. Le mie dichiarazioni suscitarono un vespaio, neanche avessi bestemmiato in chiesa durante il Santus. E invece l’inchiesta della magistratura non mi ha dato torto, come si evince dalla circostanza che i quattro amici della giovane donna non saranno perseguiti, essendo stata chiesta l’archiviazione del procedimento nei loro confronti. Il che significa che Tiziana avesse inviato loro spontaneamente le immagini malandrine, sottovalutando l’impatto che esse avrebbero avuto sui navigatori abituali della rete.

Senza entrare nei dettagli delle relazioni avute dalla signorina col fidanzato o altri soggetti, c’è solo da aggiungere che tutta la vicenda si sarebbe sviluppata, sino alla tragica conclusione, con il consenso di tutti i partecipanti alla medesima. Nulla sarebbe avvenuto in modo truffaldino. Di sicuro Tiziana, allorché si trovò implicata in una sorta di scandalo nazionale, fu sconvolta; si trovò in una situazione di tale imbarazzo da non riuscire a superarla. Si sentì trascinata in una brutta storia che da privata si era brevemente trasformata in oscena esibizione di elasticità morale. Il che la spinse addirittura a uccidersi. In pratica il suicidio non è stato provocato da altri se non dalla fragilità della ragazza stessa, dalla sua incapacità a reggere le conseguenze della propria carnale debolezza.

Un decesso avvenuto per motivi tanto assurdi addolora, ma addolora ancora di più sapere che i cosiddetti social siano artefici e causa di tragedie evitabili solo non ricorrendo ad essi per essere protagonisti tra la gente comune.

Perché Berlusconi ha scelto Nunzia. Retroscena: nel vertice ad Arcore...

Silvio, i nomi per la campagna elettorale in tv: De Girolamo in prima linea



Il Pd si sfascia, il M5s arranca nella palude romana e Silvio Berlusconi torna a fiutare la vittoria. Certo, un requisito essenziale per conquistare Palazzo Chigi, con assoluta probabilità, sarà trovare un'intesa con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ma tant'è, per ora il Cavaliere guarda in casa e inizia, a modo suo, la campagna elettorale. Come? Pensando a chi impiegare in televisione quando si apriranno le danze, nomi snocciolati nel corso di una riunione che si è tenuta ad Arcore. Il leader di Forza Italia vuole lanciare volti freschi, giovani "azzurrini", come scrive Il Giornale, ma anche continuare a proporre chi ritiene più appropriato e convincente da un punto di vista mediatico.

Dunque, i nomi. Tra i promossi per la televisione ecco Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, e soprattutto Nunzia De Girolamo, su cui il Cav vuole puntare forte, soprattutto dopo il ritorno all'ovile al termine della parentesi alfaniana (una circostanza che, suppone, potrà fare gran presa sull'elettorato). E accanto alle signore, ecco nomi ad oggi non in primissima linea televisiva: il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, il senatore Andrea Mandelli, il deputato Mario Occhiuto e il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. Tra le nuove proposte, anche il giovane sindaco Andrea Romizi, in grado di imporsi in una roccaforte rossa come Perugia.

Ma il "casting" di Berlusconi si è spinto anche molto più a fondo, andando a "pescare" nomi che sono noti soprattutto agli addetti ai lavori. Per esempio Eleonora Mosco, apprezzatissima ad Arcore: 30enne, già vicesindaco di Padova nella giunta Bitonci, è stata la più votata alle comunali di tutto il centrodestra. Dunque Elena Donazzan, assessore a Istruzione e Lavoro nella Regione Veneto. Infine le nomine "milanesi": Pietro Tatarella, capogruppo a Palazzo Marino; il giovanissimo Marco Bestetti; il vicepresidente della giunta Maroni, Fabrizio Sala; per ultimo, Fabio Altitonante, consigliere regionale lombardo e coordinatore del partito a Milano. Tutti pronti per la tv.

Emiliano, lo scissionista Pd già pentito: "Resto e sfido Renzi per la segreteria"

Direzione Pd, c'è Michele Emiliano; ciao ciao ai ribelli, resta nel partito e si candida contro Matteo Renzi



La scissione Pd? Ufficiale: una farsa. Almeno per Michele Emiliano, che doveva essere una delle colonne del nuovo movimento di sinistra e che invece rimarrà saldamente nel partito, almeno fino al prossimo congresso. Il governatore della Puglia sabato, sul palco con Roberto Speranza ed Enrico Rossi, aveva arringato la folla dei ribelli al Teatro della Vittoria. Domenica, all'Assemblea Pd, aveva fatto parziale marcia indietro proponendosi come mediatore con Matteo Renzi per scongiurare la rottura definitiva. E oggi, 48 ore dopo, ecco la sorpresa: Emiliano partecipa alla direzione Pd che dovrà decidere le regole del congresso, a cui si candiderà segretario. Con Renzi sarà battaglia, dunque, ma dentro il Nazareno.

Nel corso del suo intervento in direzione, il governatore ha lanciato la sua sfida a Renzi, tutta interna al partito: "Mi candido alla segreteria del Pd perché questa è casa mia, è casa nostra. E nessuno può cacciarmi", ha affermato il "scissionista pentito". E ancora: "Enrico Rossi e Roberto Speranza sono persone per bene di grande spessore umano e politico che sono state offese senza ragione da toni arroganti, dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione".

Dunque il governatore rivendica che "Enrico, Roberto ed io abbiamo impedito al segretario di far precipitare il Paese verso elezioni anticipate". Dunque altri attacchi a Renzi: "Matteo ci ha irriso non partecipando a questa direzione". Dunque ha ribadito che "la voglia di andar via è stata tanta ma mi candido nonostante il tentativo di Renzi di vincere il congresso ad ogni costo e con ogni mezzo, ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante". "Mi candido - ha concluso Emiliano - perché chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso".

Guerriglia dei taxi, trovata l'intesa Occhio, chi è finito in manette / Foto

Protesta dei taxi, scontri a Roma: quattro arresti, c'è anche un leader politico




Guerriglia in centro a Roma per la protesta degli ambulanti contro la direttiva Bolkestein e dei tassisti: per il settimo giorno consecutivo è sciopero contro l'emendamento Lanzillotta al decreto Milleproroghe. Secondo i proprietari delle auto bianche, il decreto, de facto, deregolamenta il settore. L'incontro tra i rappresentanti dei tassisti e il ministro Graziano Delrio è iniziato poco dopo le 15 di ieri 21 febbraio, al ministero e si è concluso poco prima delle 21. 

Al termine di una giornata di proteste, si è trovata un'intesa in grado di far rientrare la protesta. Da un lato l'impegno del governo a regolare entro un mese il settore del noleggio con conducente, dall'altro quello delle 21 sigle sindacali di sospendere da subito la protesta e riprendere il servizio pubblico. L'annuncio finale è stato dato dal viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, al termine del tavolo con le associazioni di categoria. "E' stato firmato da tutte le sigle presenti al tavolo l'appello del governo a concludere immediatamente le proteste e a riprendere il servizio pubblico".

Dopo gli inciedenti di ieri pomeriggio, la Questura ha reso noto che sono stati effettuati i primi fermi: si tratta di due esponenti di Forza Nuova, già accusati in passato di atti di violenza. Tra loro uno dei leader, Giuliano Castellino. Una terza persona è stata fermata per atti di violenza: ha utilizzato un tirapugni, così come si è visto in alcune immagini circolate nel pomeriggio. Una quarta persona è stata fermata come responsabile del lancio di bombe carta avvenuto contro il ministero.

La protesta dura da ieri mattina, da quando centinaia di persone si sono radunate in piazza Montecitorio: in frantumi le finestre di alcuni palazzi all'angolo di via Aquino e anche una delle vetrate circolari del palazzo settecentesco Macchi di Cellere, nella piazza. In seguito a scoppi e tafferugli, i commercianti hanno abbassato le saracinesche dei negozi. Tensioni sono state registrate anche a Largo del Nazareno, la sede del Pd, dove tra gli altri è stato picchiato il regista della trasmissione televisiva Gazebo.

La giornata è stata segnata anche dalle dichiarazioni di Virginia Raggi, sindaco di Roma, che si è schierata con i tassisti: "Basta riforme calate dall'alto. Stop emendamento Lanzillotta. Noi al fianco dei tassisti". La prima cittadina, successivamente, ha condannato gli episodi di violenza. La Raggi, per la sua presa di posizione, è stata denunciata dal Codacons. Ma quella della sindaca è la posizione del M5s, ribadita anche da Beppe Grillo.

Ecco la vera ragione della scissione: quanti milioni (nostri) si intascano

Scissione Pd, il tesoro comunista che vale milioni di euro



Gli sventurati che hanno provato a capire quali siano i motivi che hanno portato alla spaccatura del Pd hanno rischiato l'esaurimento nervoso. Nessuno finora è riuscito in modo credibile nell'impresa, anche se sotto sotto qualche buon argomento sta emergendo. Per esempio il vil denaro che c'è in ballo. Si parla di milioni di euro. E anche, in un secondo caso, di centinaia di milioni di euro.

I più attenti ai numeri stanno già facendo i conti su quanto potrebbe entrare nelle casse del nuovo partito di Pier Luigi Bersani e compagni grazie a un nuovo gruppo parlamentare. I 23 deputati ogni anno potranno fruttare circa un milione e 300 mila euro, secondo il Corriere della sera, mentre i circa 15 senatori porteranno in cassa oltre un milione di euro. Il profilo rimarrà basso, quindi niente spese pazze per strutture e apparato: la sede resterà in via Barberini 11, dove c'è la fondazione Nens dell'ex ministro Visco.

Quasi tre milioni di euro all'anno sono un bel gruzzolo per i compagni in fuga, ma sono briciole in confronto a quanto aspettano di ereditare i figli di Togliatti da anni. Da quando infatti si sono sciolti i Democratici di sinistra, l'inossidabile Ugo Sposetti è rimasto a guardia del forziere comunista che ad oggi può vantare un patrimonio di 500 milioni di euro. Anni fa, ricorda il Mattino, Sposetti aveva sparso il tutto su cinquantasette fondazioni e cinque associazioni. A coordinare tutto c'è l'associazione Enrico Berlinguer.