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martedì 24 gennaio 2017

Boeri, apocalisse sulle pensioni "Cosa succederà e chi pagherà"

Inps, Tito Boeri: "Manovra farà aumentare debito pensionistico"



La legge di bilancio approvata per il 2017 «fa aumentare il debito implicito pensionistico, e ogni manovra che lo fa scarica oneri sulle generazioni future. Questa e una manovra che lo fa in modo non irrilevante». Lo ha affermato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, partecipando al convegno Tuttopensioni. Boeri ha sottolineato l’importanza di valutare gli effetti delle riforme su debito implicito pensionistico, ossia l’insieme degli impegni futuri presi dallo Stato nei confronti dei cittadini.

Nella manovra, ha aggiunto "aumenta la spesa pensionistica aumentando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi rispetto a chi ne fruirà in futuro», come ad esempio la concessione della quattordicesima anche a chi magari dispone già di redditi adeguati come i manager. «Un governo che sostiene che il debito implicito non è rilevante - insiste - ci sta dicendo che ci saranno nuove riforme previdenziali, magari un taglio delle pensioni».

Boeri ha richiamato la necessità di valutare gli effetti delle riforme pensionistiche su tempi più lunghi rispetto agli attuali. "Oggi si calcola l’impatto sulla spesa pensionistica per 10 anni - ha detto - ma sono valutazioni troppo corte, gli effetti della redistribuzione sui sistemi pensionistici si vedono nel lungo periodo su generazioni diverse. Cerchiamo di allungare l’orizzonte". Boeri ha citato l’esempio delle ultime riforme, e del calcolo della riduzione attuale della flessibilità in uscita, che avrebbe effetti diversi sul debito pensionistico a seconda delle diverse ipotesi, da un possibile aggravio dell’1,47% sul Pil del debito pensionistico, a una riduzione dello stesso fino al 5%. «È fondamentale che questa nozione sia presente - conclude - a livello europeo ci si muove in questa direzione, sarebbe interessante che anche noi lo facessimo».

Politici allo stadio senza pagare un euro: ecco la lista con tutti i nomi (e chi salva)

Politici allo stadio senza pagare un euro: ecco la lista dei nomi (e chi salva)



Non sono bastate le nuove regole più restrittive sulla concessione di biglietti gratis per le partite di Milan e Inter a scoraggiare i tifosi consiglieri comunali di Palazzo Marino. Da settembre l'ufficio di presidenza ha annullato il meccanismo automatico che forniva a tutti i membri del Consiglio almeno un tagliando di ingresso. Da allora gli affezionati di San Siro hanno dovuto richiedere i biglietti, facendone spuntare nomi e frequenza nei registri comunali.

Finora 42 su 48 consiglieri hanno chiesto almeno un tagliando a loro disposizione. Nella lista mancano l'intero gruppo del M5S, tre consiglieri del Pd, tra i quali Milly Moratti, il sindaco Beppe Sala. Stefano Parisi al momento ne avrebbe chiesti soltanto 4.

Sono tredici i frequentatori più assidui che dallo scorso settembre hanno ritirato 44 biglietti su 44 disponibili. Svettano in questa categoria l'onorevole di Forza Italia Maria Stella Gelmini, il forzista Gianluca Comazzi, oltre che i leghisti Laura Molteni e Alessandro Morelli. C'è anche il segretario federale Matteo Salvini sugli elenchi, anche se finora ha usufruito solo di 10 biglietti. Non mancano esponenti a sinistra, come Baisilio Rizzo di Sinistra Radicale. E poi i fedelissimi della lista civica di Sala, come Franco D'Alfonso, Marco Fumagalli e Enrico Marcora. Non è riuscita a totalizzare il massimo delle richieste possibili la capogruppo Elisabetta Strada, ferma 42 tagliandi per lei. Fa lo stesso Anita Pirovano, di Sinistra X Milano.

I numeri però non direbbero tutta la verità. Almeno stando alla difesa del consigliere di Forza Italia Gianluca Comazzi che sostiene al Corriere della sera di non andare mai allo stadio: "Chiedo tutti biglietti per poi regalarli a volontari e associazioni, per evitare che finiscano come spesso accade nel cestino".

Rigopiano, il documento-vergogna "Ecco dov'era costruito" / Guarda

L'Hotel, il documento: "Il resort costruito in un'area ad altissimo rischio"



L'hotel Rigopiano è stato costruito sopra "colate e accumuli di detriti preesistenti compresi da valanghe". Lo testimonia la mappa geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo sin dal 1991, ripresa e confermata nel 2017 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale. I documenti sono stati evidenziati dal Forum H2O Abruzzo e rilanciati dall'agenzia Ansa. 

Aperto nel 1972, l'albergo nei decenni precedenti era stato un rifugio spesso usato dalla gente della zona durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La struttura però è stata costruita in corrispondenza dello sbocco di un canalone che parte dalla cima della montagna. A valle nel corso del tempo si erano quindi accumulati detriti e massi, almeno fino all'ultima valanga che sarebbe avvenuta più di 70 anni fa. È stato in questo lungo periodo di staticità idrogeologica che ha visto la luce la prima struttura dell'albergo, ristrutturata poi nel 2007 con l'aggiunta della piscina e l'area benessere. Un intervento per il quale sono stati processati e assolti i titolari dell'epoca e gli amministratori locali, assolti "perché il fatto non sussiste".

Così il governo umilia i nostri eroi aumentano i salari solo a Palazzo Chigi

Statali, gli stipendi aumentano solo a Palazzo Chigi


di Sandro Iacometti



Negli ultimi cinque anni le cose per gli statali non sono andate benissimo. Il blocco degli stipendi scattato nel 2011 ha provocato non solo un congelamento, ma una live diminuzione dei redditi. La retribuzione media pro capite del totale della Pubblica amministrazione, secondo i dati recentemente diffusi dalla Ragioneria dello Stato, è infatti scesa dai 34.686 euro del 2010 a i 34.146 euro del 2015.

Allargando il periodo temporale del confronto, però, i risultati cambiano. E non di poco. Spostando l'asticella al 2005 si scopre che gli stipendi della Pa sono cresciuti nel complesso del 14,8%. Una percentuale di tutto rispetto, considerando che, senza blocco delle retribuzioni, gli stipendi del settore privato sono cresciuti di circa il 22%, che nel 2015 i livelli reddituali della Pa sono inferiori solo dello 0,7% rispetto alla media generale dell'economia e che le tabelle della Ragioneria comprendono alcuni trattamenti accessori, ma non l'insieme delle decine di indennità specifiche e particolari che alcuni comparti della Pa hanno mantenuto nel tempo. Come, ad esempio, quelle per servizi all'estero, di cui godono i dipendenti della Farnesina, le forze dell'ordine e i diplomatici, o «l'indennità De Maria», che viene corrisposta ai prof universitari che svolgono attività ospedaliera.

Ma non è tutto. All'interno di quel 14,8% di crescita ci sono differenze abissali tra i vari comparti. Gli assunti nella scuola, ad esempio, che sono pure la categoria peggio retribuita di tutta la Pa con uno stipendio medio pro capite di 28.343 euro lordi annui, hanno visto crescere il loro reddito dal 2005 solo dell'11,8%. Non è andata molto meglio ad altri statali pagati più profumatamente. I ministeriali sono arrivati a quota 36.436, con un incremento didel 14,2%. Le forze armate (39.764 euro) hanno registrato un +11,6% e i professori universitari, seppure con una paga media nel 2015 di 43.085, si sono addirittura fermati all'8% di aumento.

Ma c'è anche chi, nonostante il congelamento delle retribuzioni, in soli 5 anni è riuscito a fare meglio dei lavoratori del privato in 10 anni. È il caso, ad esempio, di chi ha scelto la carriera prefettizia, che nel 2015 ha messo in tasca 94.177 euro l' anno, con un incremento rispetto al 2005 del 22,3%.

Ancora più alto l'aumento salariale dei magistrati, che però, in nome dell'autonomia, sono riusciti ad aggirare il blocco della Pa. Il risultato è uno stipendio medio pro capite di 138.481 euro, con un icremento del 28,4%. In altre parole le toghe in 10 anni, facendo sempre lo stesso mestiere, sono riusciti a guadagnare 30mila euro di più. Si difendono pure i diplomatici, loro soggetti al congelamento, che con 93.183 hanno visto l' asticella alzarsi del 37%, con una paga aggiuntiva media pro capite di 25mila euro.

Ma i maghi incontrastati dell'aumento sono i dipendenti della Presidenza del Consiglio. Il personale di Palazzo Chigi nella finestra temporale utile di soli 5 anni è riuscita a far passare il proprio stipendio da 39.742 a 57.240 euro lordi all'anno. Si tratta di un incremento di oltre 17mila euro, che in termini percentuali corrisponde ad un rialzo del 45%.

L'Aran, parte datoriale per la Pa, ha provato a spiegare queste dinamiche dicendo che l'impennata complessiva dei redditi tra il 2005 e il 2010 è dovuta ad una serie di «addensamenti» di rinnovi contrattuali che erano stati bloccati negli anni precedenti. Il che può giustificare in parte il trend complessivo. Resta da capire perché i nuovi contratti abbiano aumentato lo stipendio dell' 11% ai maestri e del 45% ai collaboratori dei premier.

L'SOS DALL'HOTEL Il sindaco (imbarazzante): "Non ho letto l'email perché..."

L'email ignorata, il sindaco imbarazzante: "Vi spiego perché non l'ho letta..."



Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, non ci sta a passare per il caprio espiatorio dei soccorsi arrivati in ritardo all'hotel Rigopiano. Lacchetta è anche presidente della Provincia di Pescara, proprio l'ente a cui il personale dell'albergo ha scritto l'email via posta certificata alle 13.04 di mercoledì scorso, il giorno del disastro, con la richiesta di un intervento urgente per liberare la strada che avrebbe permesso la fuga degli ospiti già intenzionati a lasciare Rigopiano.

Quell'email però Lacchetta sostiene di non averla mai vista: "Non ho ricevuto nè bollettini sul rischio valanghe, nè email con richieste d'aiuto dall'hotel Rigopiano". Certo lascia quantomeno perplessi il motivo che il sindaco del piccolo comune abruzzese agita per il mancato recapito dell'allarme: "In Comune non avevamo energia elettrica da due giorni. Quindi la mail non è mai arrivata".

lunedì 23 gennaio 2017

Migranti. Forum sociosanitario cristiano: totale condivisione col Papa

Migranti. Forum sociosanitario cristiano Il Prof. Aldo Bova: "Accogliamo con condivisione l'invito di Papa Francesco"



Prof. Dott. Aldo Bova
Presidente Nazionale Forum Sociosanitario di ispirazione cristiana

“Accogliamo con condivisione ed emozione l’invito di Papa Francesco, nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, ad essere vicini ai tanti migranti minori non accompagnati, esposti a pericoli, che sono nostri fratelli. E’ un invito che va accolto con amore e con decisione, creando occasioni per parlarne in tutte le sedi possibili”. Ad affermarlo, in una nota, è Aldo Bova, presidente nazionale del Forum sociosanitario di ispirazione cristiana nonchè Primario emerito Ortopedia ospedale San Gennaro-Napoli, Responsabile Terapia del  dolore della  Clinica  Santa  Lucia  di San Giuseppe  Vesuviano.

“E’ importante - sostiene - diffondere e condividere in pieno la cultura dell’accoglienza, sapendo che su questa terra la comunità degli uomini è unica e tutti coloro che sono in condizione di fragilità e debolezza vanno aiutati. E’ questo un dovere etico e morale da parte di tutti gli uomini, soprattutto per chi crede all’insegnamento di Cristo, fondato su amore, carità e, quindi, solidarietà per i fratelli più piccoli”. Doveroso, inoltre, sottolinea Bova, “adoperarsi nel concreto, affinché tutti i migranti, maggiorenni e minorenni, vengano aiutati a inserirsi nella nostra società affinché vivano dignitosamente”.

“Le associazioni che compongono il Forum sociosanitario, in piena condivisione con Papa Francesco, si impegneranno con tutti i mezzi disponibili e in tutti gli ambiti in cui sono presenti, a incidere per la costruzione ed il rafforzamento della cultura dell’accoglienza e per le opere concrete per l’integrazione degli immigrati nella nostra società, sperando – conclude la nota – che tale spirito divenga presente in tutta Europa.

Debito record, Sos ignorato

Debito record, Sos ignorato


di Francesco Forte



Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato una statistica dei paesi del mondo con il più alto debito pubblico che mostra che l'Italia è al terzo posto, dopo gli Usa che hanno il record con 18 miliardi di dollari seguiti dal Giappone con 10,5 miliardi di dollari, mentre l'Italia ha un debito di 2,4 miliardi di dollari.

Questa statistica ha molta importanza per capire le quote del mercato mondiale del debito. Ma può ingannare se non viene tradotta in rapporto al Pil. Qui la graduatoria cambia perché al primo posto c'è il Giappone con un debito/Pil che supera il 200% , seguito dall'Italia con il 132% e dagli Usa con il 115%. Ma c'è un secondo indicatore importante che è il Pil per abitante e qui in dollari troviamo l'Italia al terzo posto dopo gli Usa e il Giappone. Il che significa che noi e il Giappone stiamo peggio degli Usa. Però ci sono altri due indicatori molto importanti che sono il tasso di risparmio e la solidità e potenza del sistema bancario e degli altri intermediari finanziari, come i Fondi di Investimento e le assicurazioni. Gli Usa hanno un tasso di risparmio che è il più basso dei tre a confronto, il Giappone ha un tasso di risparmio altissimo, l'Italia che aveva un tempo un tasso di risparmio molto alto, superiore al 20% ma inferiore a quello del Giappone, ha attualmente un tasso di risparmio sul 17%, molto minore del Giappone. Dal punto di vista bancario il Giappone è più potente di noi, anche se molto meno degli Usa e della Francia che occupa il terzo posto al mondo. Ecco così che il paese meno esposto per il debito pubblico sui mercati internazionali sono gli Usa, che controllano il mercato finanziario mondiale e hanno la moneta mondiale più diffusa, il dollaro. Secondo il Giappone, terza l'Italia: con una ovvia inversione della graduatoria.

L'Italia è fra i tre paesi quello che ha meno potere sul mercato finanziario mondiale, seguito dal Giappone e dagli Usa. Conclusione, noi siamo il paese del mondo avanzato con i maggiori problemi di debito pubblico, dal punto di vista della vulnerabilità finanziaria. Non risentiamo, perché la Bce ci difende, per difendere l'euro che è la seconda moneta mondiale dopo il dollaro. Ma ciò ci asservisce ai paesi più forti dell'euro zona, Germania con la Francia. Se fossimo al tempo di Berlusconi in cui il debito era il 118% del Pil staremmo al secondo posto insieme agli Usa nella graduatoria pro capite, con un tassi di risparmio molto alto. Dobbiamo dire: grazie Pd di averci fatti entrare nell'euro in condizioni di inferiorità e di averci scassato il debito/Pil dal 2012 in poi.