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domenica 8 gennaio 2017

Italia, dove sventolano bandiere Isis L'orrore a pochi km dalla tua casa

Albania, sventolano le bandiere dell'Isis a 100 km dalle nostre coste


di Gianluca Veneziani



E adesso chiamatela Albanislam. O, ancor peggio, Albanisis. Non è più solo la Bosnia l’estrema frontiera occidentale dello Stato Islamico o la sua sua roccaforte europea, ma lo sta diventando l’Albania. La terra da cui, oltre 25 anni fa, migliaia di albanesi si imbarcarono per fuggire la miseria dopo la fine del regime comunista e trovarono accoglienza in Puglia. E nella quale oggi un altro regime, altrettanto spietato, sta attecchendo, di matrice non più ideologico-politica, ma religiosa. Parliamo dell’islam radicale che, in quell’enclave musulmana nel cuore dei Balcani, ottiene sempre più proseliti, giungendo a minacciare l’Italia sua dirimpettaia, e rischia di diventare una polveriera per la Puglia. Che da quella dista un braccio di mare, gli 85 chilometri del Canale di Otranto, città dove nel 1480 si consumò una delle stragi più tremende compiute dall’islam, l’uccisione da parte degli ottomani di 800 persone, «colpevoli» solo di essere cristiane...

Il nastro si riavvolge e la storia si ripete, con tutti i suoi profili più inquietanti. Oggi il Sud-est dell’Albania è terra di nessuno, dove spadroneggiano il Califfo e la sua predicazione più violenta. In diversi villaggi, come Leshnica, Rremeni e Zagorcan, già sventola la bandiera dell’Isis. Proprio a Leshnica operava Almir Daci, uno degli imam albanesi più pericolosi, che ha reclutato centinaia di musulmani e poi è partito come combattente per la Siria, dove sarebbe morto lo scorso aprile. Ma, oltre a lui, altri dieci imam vengono da tempo «attenzionati» dai servizi albanesi come «fortemente pericolosi». Ci sono poi almeno mille foreign fighters di etnia albanese, il numero più alto d’Europa, di cui 900 proverrebbero dal Kossovo, 150 dall’Albania e una cinquantina dalla minoranza albanese di Macedonia. Oggi, dopo i contraccolpi militari subiti dall’Isis, molti di essi restano in patria a radicalizzarsi. E ciò rappresenta una minaccia ulteriore per il nostro Paese.

Il neo-estremismo jihadista albanese, infatti, rischia di diventare merce di esportazione, anziché per il Medioriente, proprio per la Puglia, che accoglie già una folta comunità albanese, distribuita nel barese ma anche in alcuni paesi del Salento. Era proprio dell’Albania Ervis Alinj, giunto in Puglia piccolissimo e poi tornato in patria dove ha deciso di andare a combattere e morire un paio di anni fa in Siria. E sono albanesi esponenti della malavita barese, molto attivi nel traffico di armi e stupefacenti. Il rischio, secondo gli inquirenti, è che si crei un incrocio tra criminalità organizzata e terrorismo islamico, tra «mafie» locali e jihadismo.

Il problema, infatti, è la maggiore facilità di accesso nel nostro continente grazie ai porti, dove i controlli continuano a essere meno rigidi rispetto agli aeroporti. Non è un caso che proprio dal porto di Bari era transitato Salah Abdeslam, uno degli autori della strage di Parigi. E sempre da Bari era passato nel 2009 Raphael Gendron, ingegnere belga, considerato vicino alle cellule jihadiste, fermato, processato e poi assolto, e infine morto in Siria da miliziano nel 2013. Andando a ritroso nella storia, Bari è stato anche il porto dal quale sarebbero transitati i militanti dell’Uck che, durante la guerra in Kosovo nel 1999, portavano armi per sostenere l’indipendenza kossovaro-musulmana.

Ecco perché è aumentata la sorveglianza in Puglia: oggi il porto di Bari, considerato possibile scalo per i combattenti in Medioriente o approdo per i foreign fighters di ritorno, ha un sistema all’avanguardia di registrazione dei passeggeri che consente di verificare alle forze dell’ordine, in tempo reale, l’identità di chi viaggia e le tappe dei suoi spostamenti. Naturalmente non basta, perché uno zoccolo duro di potenziali radicalisti si è già insediato nella comunità locale. Si pensi al tunisino Choukri Chafroud, complice dello stragista di Nizza Mohamed Bouhlel e per anni vissuto a Gravina di Puglia; o all’iracheno Muhamad Majid, arrestato a Bari nel 2015 in quanto presunto componente della cellula di Ansar al Islam.

A questo scenario ora si aggiungerebbe il nuovo radicalismo di origine albanese. Per rispondere alla minaccia, ci vorrebbe la determinazione di un Giorgio Castriota Scanderbeg, tuttora considerato eroe nazionale in Albania, il quale - alla metà del ’400 - riuscì, in nome della cristianità, a bloccare l’avanzata dei turchi verso l'Europa. Ora come allora infatti, in Albania, Tira’na brutta aria...

La passione nazista del capo dei vigili Il disastro: ecco come si mostra / Foto

Piacentini, il capo dei vigili su Facebook con la divisa della SS: un terremoto



Su Facebook con la divisa nazista delle «SS». Protagonista dello scatto Giorgio Piacentini, 55 anni, nonché capo dei vigili urbani di Biassono, comune della provincia Monza-Brianza. «Se ripristinassimo le Ss, risolveremmo tanti problemi», risponde a chi ha espresso dubbi sull’iniziativa. L’immagine da «SS» è stata postata venerdì sera. Poi, dopo 24 ore e le proteste, è stata rimossa. Ma non le polemiche. L’Anpi Brianza ha inviato un esposto al prefetto di Monza, il sindaco del piccolo comune, il leghista Luciano Casiraghi, si è detto indignato. «È inammissibile che un ufficiale pubblico della Repubblica italiana vesta abiti nazisti. Sono esterrefatto e sto valutando con la giunta se è il caso di rimuovere il comandante dall’incarico». Mentre lui, in diretto interessato, chiosa: «Non ho nessuna simpatia con il nazismo. Sono appassionato di storia e sono socio dei “The Green Liners”, l’associazione che rievoca soldati in divisa».

Ora parla l'ex capo dei servizi segreti: "Attentato in Italia, le mie informazioni"

Nicolò Pollari: "Terrorismo islamico, il rischio di attacchi non è remoto"



Dopo le parole del capo della polizia, Franco Gabrielli, che ha detto di ritenere probabile un attacco terroristico in Italia, parla Nicolò Pollari, il generale della Guardia di Finanza e direttore del Sismi. "Niente di nuovo sotto il sole. L'escalation terroristica di matrice islamica non dovrebbe sorprenderci, è la cronaca di una morte annunciata. Ma è anche vero che se finora l'Italia è stata utilizzata come una sorta di hub dai jihadisti, e quindi non colpita, l'intensificarsi di attività preventive e delle espulsioni potrebbe rendere possibile un fatto acuto sul nostro territorio". Così in un'intervista a Il Tempo, dove dunque Pollari spiega che, in effetti, un attentato terroristico nel Belpaese è molto più che un'ipotesi.

Virginia Raggi, la settimana del terrore Soffiata: "Cosa le accadrà tra poche ore"

Raggi, l'indiscrezione: a giorni l'avviso di garanzia per abuso d'ufficio?



Beppe Grillo ha detto chiaro e tondo che non può sostenerla all'infinito. E ora, l'orizzonte temporale della sindaca-disastro Virginia Raggi potrebbe essere ridotto. Anzi ridottissimo. Le voci sull'avviso di garanzia che potrebbero colpire la grillina si rincorrono da tempo. Ma il quotidiano La Stampa dà informazioni più precise: la settimana della verità potrebbe essere quella che inizia già domani, lunedì 9 gennaio. Ogni giorno infatti potrebbe essere quello giusto, quello in cui verrà notificata la notizia d'indagine alla Raggi. Nel caso, si tratterebbe di un avviso di garanzia per abuso di ufficio. Alla luce del nuovo codice etico M5s, va ricordato, la Raggi non sarebbe costretta a dimissioni immediate nonostante l'ipotetico avviso di garanzia.

Sondaggio: italiani bocciano (quasi) tutti Si salvano solo in tre. Chi finisce a picco

 Sondaggio: Ecco la fiducia degli italiani a chi va



Il Papa, le forze dell'ordine e, nonostante tutto, la scuola. Sono, secondo un sondaggio Demos presentato dal quotidiano La Repubblica, le uniche tre istituzioni del nostro Paese nei confronti delle quali la maggioranza degli italiani ha fiducia. Ossia, che riscuotono l'approvazione di più del 50% dei nostri connazionali. Tutto il resto è sotto quella soglia, in alcuni casi in un vero abisso rispetto a quel 50%.

Se si presentasse alle elezioni, papa Bergoglio le vincerebbe a mani basse, visto che l'82% degli italiani ha fiducia in lui. Rispetto al 2010 (quando c'era Ratzinger), la fiducia del Pontefice ha guadagnato 31 punti di gradimento. Poi ci sono le divise: il 71% degli italiani ha fiducia nelle forze dell'ordine. Sopra il 50% (54) anche la scuola. In entrambi i casi, rispetto al 2010 non è cambiato molto.

Appena sotto il 50% c'è il Presidente della Repubblica, la cui figura ha visto un crollo di ben 22 punti di gradimento rispetto al 2010, quando al Quirinale c'era giorgio Napolitano. Parrebbe tutto demerito di Mattarella, ma la verità è che tra il 2015 e il 2016 l'indice di gradimento del Capo dello Stato è rimasto stabile al 49%. Segno che i 22 punti percentuali li ha persi tutti Napolitano nel corso del suo terzo mandato.

Seguono la Chiesa (44%, -3% rispetto al 2010), il Comune (39%, -2% rispetto al 2010), la magistratura (38%, -12% rispetto al 2010), l'Unione europea (29%, -21% rispetto a sei anni prima) e giù a scendere fino alle banche (14%, -9% rispetto al 2010), il parlamento (11%, -3% rispetto al 2010) e sul fondo i partiti, nei quali ha fiducia solo il 6% degli italiani (che siano gli iscritti?), con un calo del 2% rispetto al 2010.

Il Napoli in rimonta aggancia la Roma al 95'. L'Empoli affossa il Palermo

Il Napoli in rimonta aggancia la Roma al 95'. L'Empoli affossa il Palermo



Riesce per un soffio l'aggancio in classifica del Napoli alla Roma. I partenopei, sotto di un gol con la Sampdoria al San Paolo al termine del primo tempo per un'autorete di Hysaj al 30', riescono a raddrizzare la partita e ad arraffare i tre punti solo nell'ultimo quarto d'ora grazie prima a Gabbiadini che al 32' insacca al volo da due passi un cross dal fondo di Callejon e poi a Tonelli che al 50' infila sotto la traversa dal dischetto del rigore un pallone servitogli dal fondo da Trinic. Napoli a quota 38 punti in classifica, Samp ferma a 23.

Nell'altro anticipo della 19esima giornata di Serie A, l'Empoli ha battuto per 1-0 il Palermo in una sfida-chiave per la salvezza grazie a una rete di Maccarone al 78'. I toscani agganciano il Sassuolo a quota 17 punti, Palermo bloccato a 10.

Sul paesino piovono 5 milioni di euro Ecco tutti i biglietti vincenti: dove sono

Sul paesino piovono 5 milioni di euro. Tutti i biglietti vincenti: dove sono



Il biglietto del primo premio della Lotteria Italia da 5 milioni di euro è stato venduto a Ranica, in provincia di Bergamo: Q 425840. Il secondo premio da 2,5 milioni, riferisce Agipronews, è andato al possessore del biglietto T 116627 venduto a Tarsia, in provincia di Cosenza, rendendo ancora una volta la Calabria protagonista dopo il 6 centrato a fine ottobre al Superenalotto a Vibo Valentia con la vincita del super jackpot da 163 milioni di euro e alla vigilia di Natale, invece, il bottino da 624 mila euro centrato con una cinquina al Lotto da un giocatore di Reggio Calabria. E infine sempre per la Befana e sempre a Cosenza è stato centrato anche un 5+1 nell’estrazione dell’Eurojackpot, per un bottino di 596 mila euro.

Il terzo premio della Lotteria Italia, è andato al biglietto R 053568, venduto a Milano: 1,5 milioni di euro. Il biglietto con serie e numero C 045521 venduto a Livorno vince un milione di euro. Il biglietto che vince 500mila euro è il tagliando N 337298, venduto a Milano. Non ci sono solo i tre premi di prima categoria a far ricca la Lombardia per l’edizione 2016 della Lotteria Italia: la lista dei fortunati, aggiunge Agipronews, si allunga grazie ad altri 6 biglietti vincenti da 50 mila euro ciascuno. In questa tipologia di premio, solo il Lazio, con 12 premi, riesce a fare meglio per questa edizione.

Ed è proprio il Lazio la regione con il maggior numero di premi di terza categoria centrati nell’edizione 2016 della Lotteria Italia: sono 33 i tagliandi che si aggiudicano 25mila euro ciascuno, a cui si aggiungono altri 12 biglietti da 50mila euro, per un totale di 45 ticket fortunati e un montepremi regionale da oltre 1,4 milioni di euro a fronte di circa 1,6 milioni di tagliandi venduti (-2,6%). La Lombardia, precisa Agipronews, si piazza subito dietro nella speciale classifica del maggior numero di tagliandi vincenti per la terza categoria, sono stati 28 a cui si aggiungono sei premi da 50 mila euro e soprattutto il primo premio centrato a Ranica (Bergamo) e la doppietta di Milano con i premi da 1,5 milioni e mezzo milione di euro. In pratica con 37 biglietti vincenti complessivi, in regione sono finiti premi per 8 milioni di euro a fronte di 1,4 milioni di tagliandi venduti (+0,1%).

Con «solo» tre premi complessivi la Calabria è però una delle regioni più vincenti dell’ultima edizione: al tagliando da 2,5 milioni di Tarsia (Cosenza) si aggiungono un premio da 50mila e uno da 25mila. Toscana ben piazzata grazie al milione di euro vinto a Livorno, a cui si aggiungono un premio da 50mila euro e ben 11 da 25mila, per un totale regionale da 1.325.000 euro. Buono il bilancio per il Veneto: 4 premi di seconda categoria e 15 di terza per un montepremi regionale da 575mila euro. In Emilia Romagna vincite per 500mila euro arrivate con 4 premi da 50mila euro e 12 da 25mila.

In Piemonte sono 5 i premi da 50mila euro, altrettanti da 25mila per un montepremi da 375mila euro, stesso importo totale in Sicilia grazie a un premio da 50mila euro e ben 13 da 25mila euro. Due le regioni rimaste totalmente a secco: il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige, mentre lo scorso anno lo zero in casella toccò a Molise, Sardegna e Val D’Aosta.