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venerdì 6 gennaio 2017

Incidente a Linate, aereo fuori pista Scalo chiuso per ore, caos nei cieli del Nord

Incidente a Linate, aereo fuori pista. Terrore in volo, chiuso per ore lo scalo 



Un aereo da turismo è finito fuori pista a Linate durante un atterraggio di emergenza senza carrello. L'aeroporto è rimasto chiuso al traffico per tre ore, fino alle 22 di ieri sera, e tutti i voli in arrivo sono stati dirottati su Malpensa. Fortunatamente, il Piper non ha preso fuoco. E i due passeggeri a bordo sono rimasti illesi e hanno pure rifiutato di essere portati al pronto soccorso. 

La ricerca scientifica che non dà scampo Abiti a 50 metri da lì? Cosa ti succede

Danni cerebrali più frequenti per chi abita a 50 metri da una strada trafficata



Abitare a pochi metri da una autostrada o da un'arteria urbana molto trafficata non solo provoca gravi danni al sistema respiratorio e ai polmoni, ma aumenta di molto il rischio di demenza precoce, a causa dei danni che particelle e sostanze inquinanti provocano alle cellule cerebrali. A dirlo è una ricerca epidemiologica canadese pubblicata sull'ultimo numero della rivista "Lancet", considerata la "bibbia" della comunità medico-scientifica mondiale. Secondo la ricerca, "chi vive nel raggio di 55 yards (50 metri) da strade altamente trafficate ha dal 7% al 12% di possibilità in più di sviluppare la demenza, rispetto a chi risiede a oltre 300 metri dalle auto in coda".

giovedì 5 gennaio 2017

Poggiomarino. Giuseppe Palmieri diventa il presidente dell’Intergruppo melanoma italiano

Giuseppe Palmieri diventa il presidente dell’Intergruppo melanoma italiano


di Alessandra Carati (O.N)



Dal 1 gennaio 2017 e per i prossimi tre anni, fino al 31 dicembre 2019, il poggiomarinese  Giuseppe Palmieri, dirigente di ricerca dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Sassari sarà il presidente dell’Intergruppo melanoma italiano (Imi). Da circa vent’anni, l’Imi rappresenta un reale gruppo multidisciplinare nazionale che riunisce tutte le competenze italiane impegnate nella diagnosi e cura del melanoma maligno (dalla ricerca di base alla dermatologia, dalla chirurgia al trattamento medico e combinato sia in adiuvante che nelle forme avanzate). Come si legge dal sito del CNR, questa rappresenta la neoplasia maligna con il più elevato aumento di incidenza negli ultimi decenni nella popolazione bianca occidentale, che colpisce soprattutto i giovani ed ha, pertanto, un elevato impatto sociale. L’elezione di un presidente Imi, che viene dal mondo della ricerca nell’ambito Cnr, va a sottolineare l’importanza della genetica e della diagnostica molecolare, campo di competenza di Giuseppe Palmieri, nello studio e gestione dei pazienti con melanoma. Palmieri presiederà un Consiglio Direttivo composto da: l’anatomopatologo Gerardo Botti, Istituto Nazionale Tumori di Napoli, i dermatologi Pietro Quaglino, Università di Torino e Ignazio Stanganelli, Istituto tumori Romagna di Meldola, il chirurgo Corrado Caracò, Istituto nazionale tumori di Napoli, gli oncologi medici Vanna Chiarion Sileni, Istituto oncologico Veneto di Padova, Anna Maria Di Giacomo, Azienda ospedaliero universitaria di Siena, Mario Mandalà, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Paola Queirolo, Azienda ospedaliero universitaria-IST San Martino di Genova.

Pino Daniele, due anni dopo la morte Figlia distrutta, frase straziante

Pino Daniele, due anni dopo è ancora dramma. La figlia Sara: "Un incubo"



Due anni fa moriva Pino Daniele, un grandissimo della musica italiana che ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua Napoli, nei fan ma soprattutto nel cuore dei suoi famigliari. La figlia Sara Daniele ha scelto Instagram, con una commovente foto che la ritrae bambina con suo papà, per ricordarlo. "Ancora spero di entrare in casa e sentire la chitarra suonare", scrive la ragazza. "Sono due anni ormai che l'unica cosa che cerco guardando il cielo sei tu", continua citando la canzone Sara non piangere che Daniele ha scritto per lei. "A me in realtà sembra un incubo da cui non riesco a risvegliarmi, ancora spero di entrare in casa e sentire la chitarra suonare, oppure aprire la porta e vedere te che sorridendo mi dici che era solo un brutto scherzo". Le ultime righe però sono di speranza: "Penso sia arrivato il momento di spegnere l'immaginazione e realizzare che non torni più. Proverò a cantare assieme agli altri, camminare per il lungomare che tanto adoravi, e vederti in giro per i vicoli. Sarai sempre per noi, l'ultima nota di una canzone che non doveva finire ma suonare in eterno. Ti amo infinitamente, Sara".

Lapo irriconoscibile dopo lo scandalo Choc: ecco com'è ridotto / Guarda

Lapo choc dopo lo scandalo col trans. Le prime foto, com'è ridotto



Solo, l'espressione triste, il viso coperto di lividi e cerotti, i capelli bianchi. Appare così Lapo Elkann nelle immagini pubblicate da Diva e Donna, le prime dopo lo scandalo del trans e del sequestro simulato a New York per ottenere denaro dalla famiglia: irriconoscibile. Il rampollo Agnelli è stato immortalato così, elegantissimo in doppio petto nonostante l'aria disperata, a Portofino.

Di lui non si era più saputo nulla dopo la brutta vicenda che lo ha visto protagonista a Manhattan, si diceva che fosse stato portato in un centro di riabilitazione, o di disintossicazione, negli Stati Uniti. Invece eccolo qui, in Italia. Per il funerale dell'amica Franca Sozzani, la direttrice di Vogue morta poco prima di Natale. Ha partecipato alla messa nella chiesa di San Giorgio. Ha distribuito i foglietti delle letture tenendo lo sguardo cupo, sempre solo e pensieroso. Il 25 gennaio ci sarà l'udienza in cui dovrà rispondere di falsa denuncia.

Stasi, clamoroso colpo di scena Nuovi documenti in Procura

Alberto Stasi, colpo di scena. Nuovi documenti in Procura



Appare dimagrito ma tutto sommato sereno Andrea Sempio mentre esce dalla villetta di famiglia (a un centinaio di metri da quella dei Poggi) sulla sua Suzuki con la madre. "Sto benissimo", dice al Giorno, "Se dovrò nominare un avvocato lo farò. Tutto si risolverà". Il ragazzo, 28 anni, è diverso da come sembrava nelle foto sul suo profilo Facebook, ora oscurato. La Procura lo ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. Atto dovuto dopo l'esposto firmato da Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara condannato definitivamente a 16 anni per il suo omicidio.

Nelle denuncia della mamma di Stasi c'è pure la relazione del biologo forense Pasquale Linarello che ha riscontrato la perfetta compatibilità del profilo del cromosoma Y trovato sulle unghie del quinto dito della mano destra e del primo dito della mano sinistra di Chiara con il profilo genetico del cromosoma Y estratto da un cucchiaino e da una bottiglietta d'acqua e che dovrebbe appartenere proprio a Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi. 

Ma c'è di più. I legali di Stasi, Enrico Giarda e Giada Bocellari, hanno depositato in Procura a Pavia alcuni atti processuali al procuratore aggiunto Mario Venditti, titolare dell'inchiesta. Ora la Procura di Brescia deciderà se accettare o respingere l'istanza della difesa. Se dovesse ammetterla si terrà quindi una nuova udienza con tutte le parti processuali dove si discuterà la richiesta di un nuovo processo per Stasi.

Il giallo di Garlasco sembra non avere fine. Ma Sempio ha un alibi di ferro. Viene ascoltato per la prima volta dai carabinieri 5 giorni dopo il delitto. Dice di essere stato a Vigevano, la mattina dell'omicidio, in una libreria. E qualche tempo dopo esibisce lo scontrino del parcheggio: alle 10 e 18 ha parcheggiato la sua Daewoo bianca in piazza Sant'Ambrogio. Nei giorni 7 e 8 agosto poco prima dell'uccisione di Chiara dal cellulare di Sempio partono due telefonate verso casa Poggi. La prima di 4, la seconda di 21 secondi. Perché chiamare a casa dei Poggi se Marco è partito? Lui si giustifica così: "Ho memorizzato i numeri del mio amico uno sopra l'altro. Due volte ho chiamato casa per sbaglio. Ed una delle due volte, mi ha risposto la sorella." 

Immigrati, il ministro vuol cacciarli Ma il Pd sbrocca, vuole l'invasione

Il ministro vuol cacciare gli immigrati. Il piano del Pd per far saltare tutto


di Tommaso Montesano



Come ai vecchi tempi dell'Unione: il centrosinistra di governo da una parte; i gruppi parlamentari dall'altra. La rivolta nel centro per migranti di Cona lacera il Pd. Di qua Marco Minniti, ministro dell'Interno, di là deputati e senatori, che per l'occasione trovano l' appoggio di Sinistra Italiana in una sorta di riedizione della vecchia alleanza prodiana. Il nodo è la stretta sull'immigrazione annunciata dal Viminale. Un cambio di rotta dettato dall' emergenza terrorismo e reso ancora più impellente, dal punto di vista del ministro, dai fatti veneti.

Minniti si sta muovendo in più direzioni. La prima: accelerare i rimpatri. Il ministro dell'Interno è da ieri in missione: prima la Tunisia, poi Malta. Obiettivo: rafforzare la cooperazione sul fronte del contrasto all'immigrazione clandestina. Allo studio c'è anche la possibile modifica del reato di clandestinità al fine di agevolare le espulsioni di chi non possiede i requisiti per essere accolto in Italia.

Il secondo pilastro prevede il ripristino dei Centri di identificazione ed espulsione, oggi ridotti a cinque (Torino, Roma, Bari, Trapani e Caltanissetta) per un totale di appena 720 posti, dove spostare gli irregolari. Il piano del Viminale prevede la costituzione di un Cie, pure utilizzando le caserme dismesse della Difesa, in ogni Regione (in Liguria, ad esempio, la scelta è tra Genova e Albenga). Un giro di vite in cui la circolare diretta alle questure emessa qualche giorno fa dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, per intensificare la caccia agli irregolari sparsi sul territorio nazionale (circa 100mila), costituisce un naturale prologo.

In Parlamento, però, il Pd, che poi è anche il partito di Minniti, non ci sta e si prepara alle barricate. Il ministro ha già ricevuto il preannuncio di un'interrogazione parlamentare - da parte della deputata Sara Moretto - sui fatti di Cona e una richiesta di audizione da parte di Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, a proposito della richiesta di ripristinare i Cie. L'interrogazione a Minniti per verificare se ci siano stati eventuali ritardi dei soccorsi nel centro di Cona nonché per accertare le dinamiche del decesso della 25enne ivoriana è stata sottoscritta da molti deputati veneti del Pd. Mentre Gelli è già da un paio di giorni che vuole vederci chiaro sul possibile ritorno dei Cie: Appena possibile ascolteremo il ministro. Vogliamo capire se predisporre i Cie, che lo stesso Gelli definisce ghetti di difficile gestione già noti per loro inadeguatezza, sia realmente la risposta giusta all' emergenza immigrazione. L'attacco più deciso a Minniti l'ha sferrato la prodiana Sandra Zampa, deputato nonché vicepresidente dell' assemblea nazionale del Pd. Il Cie era un posto disumano. Ha lottato in Parlamento per far chiudere il Centro di identificazione ed espulsione dei migranti di Bologna. Il clima è incandescente. La galassia a sinistra del Pd è già in azione. Stamattina una delegazione di Sinistra Italiana composta da Nicola Fratoianni e Giovanni Paglia sarà davanti ai cancelli della struttura di Cona per verificare direttamente la situazione e per confrontarsi con ospiti e operatori del centro e con le autorità locali. Strutture come quella di Cona, attacca Paglia, sono una bomba a orologeria.

Sul fronte opposto, alza la voce la Lega. Per il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona devono chiudere. Zaia ha ricordato che bisogna espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi. Da fatti come quello di lunedì, ha aggiunto, emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza. A oggi in Veneto sono arrivati 30mila immigrati, di cui 13mila ancora ospitati. Il resto sono spariti. Le parole più dure sono comunque quelle che arrivano da Matteo Salvini, che invoca espulsioni di massa.