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venerdì 30 dicembre 2016

Napoli, il consigliere regionale De Pascale interviene sulla situazione dell’EAV: “ora si può ripartire”

EAV, De Pascale: “ora si può ripartire”



di Antonio Parrella



Gen. Carmine De Pascale
Consigliere Regionale 

NAPOLI - Il consigliere regionale Carmine De Pascale, capogruppo di “De Luca Presidente”, interviene sulla situazione dell’Eav, l’azienda di trasporti campana, che serve quotidianamente centinaia di migliaia di utenti. “Finalmente - sottolinea l’onorevole De Pascale - la Regione Campania ha programmato di mettere a posto i conti della società di trasporti Eav. Ciò rappresenta davvero un importante atto politico e la volontà di risolverne la situazione debitoria, creando così i presupposti per il suo sviluppo”. Dunque il provvedimento approvato dalla Regione, e sostenuto con forza dallo stesso De Pascale, rappresenta un concreto atto di gestione amministrativa della macchina regionale. “E’ tempo di agire e di dare risposte alle esigenze dei cittadini ed alla salvaguardia dei posti di lavoro - chiosa De Pascale - e certamente con il risanamento del bilancio siamo in grado ora di chiedere credito alle banche, agli investitori istituzionali e di programmare investimenti in treni ed infrastrutture e soprattutto sul fronte della sicurezza per dipendenti ed utenti,  perché le infrastrutture sono la fotografia di una società civile che ancora non funziona. I cittadini campani - conclude De Pascale -  meritano un servizio di trasporti altamente competitivo e finalizzato ad una migliore qualità della vita sull’intero territorio”.

Fino a tre chilogrammi in più grazie alle abbuffate natalizie

Fino a 3 chilogrammi in più grazie alle abbuffate natalizie


di Matilde Scuderi



Che si mangi in casa o si scelgano i ristoranti, ciò che accomuna a Natale gli italiani sono gli eccessi a tavola. Tant'è che per gli esperti il rischio è che alla fine delle festività si possa pesare fino a 3 chili in più. Ad influire è soprattutto la cattiva abitudine di mangiucchiare durante l’intero arco della giornata (66%). Senza considerare che a Natale sembra che la maggior parte degli italiani trascuri ogni principio di sana alimentazione e corretta idratazione (42%). E dagli esperti arriva il decalogo per ‘limitare i danni’ e liberarsi dai chili accumulati durante le feste. È quanto emerge da uno studio di ‘In a Bottle’ (www.inabottle.it) condotto da attraverso metodologia Web Opinion Analysis (Woa) su circa 50 portali, forum e community di esperti nutrizionisti, dietologi e medici generici.

Per il 74% degli esperti quell’ago della bilancia che spessissimo dopo i festeggiamenti del Natale e del Capodanno si impenna indica un reale aumento di peso. In ogni caso, basandosi sulla loro esperienza, gli esperti stimano che durante le festività si ingrassi in media di 2 kg (24%), per arrivare ai 3-4 kg (32%). Ma non è difficile che dopo il periodo che va da inizio dicembre e metà gennaio si arrivi a pesare anche 5 kg in più (18%). Solo una minoranza, secondo il 22%, riesce a limitare i danni, arrivando a pesare 1 kg in più rispetto all’ultimo controllo peso pre-festivo. I colpevoli di questo levitare della bilancia? Una serie di errori e cattivi comportamenti a cui sembra che gli italiani proprio non sappiano rinunciare. La maggior parte (78%), ritiene che il vero danno sia dato proprio dalla continuità nell’assunzione di calorie in eccesso, ovvero dall’abitudine di ‘anticipare’ le abbuffate natalizie e di continuarle anche nei giorni che non rappresentano nessuna ricorrenza. E in cima alla lunga lista di errori c’è la cattiva abitudine di mangiare cibi molto calorici durante l’intero arco della giornata (66%), spiluccando in continuazione.

Moltissimi, poi, trascurano ogni regola di sana alimentazione e idratazione (42%). A questo si aggiunge un abuso nel consumo di bevande alcoliche (35%), che oltre a non essere ‘sano’, è ipercalorico. Allo stesso modo alla mancanza di ogni forma di abbinamento corretto tra i diversi cibi (23%), secondo gli esperti sono molto minori le occasioni per ‘bruciare’ le calorie che vengono immagazzinate, rispetto a quanto avviene di solito (45%). Quali sono i motivi per cui si eccede? Esistono un mix di cause, a partire dal fatto che il mangiare viene utilizzato per combattere la noia (55%), legata a una over dose di tempo libero a cui non si è più abituati. Ad aiutare, in senso negativo, anche le lunghe ore passate davanti al piccolo schermo (53%), si tratta di un mangiare distratto, che senza accorgersene sommerge l’organismo di calorie. Fattori a cui si aggiunge la voglia di lasciarsi andare dopo lo stress accumulato durante l’anno (38%), per molti, infatti, il mangiare diventa una valvola di sfogo. Non aiutano, poi, soprattutto per il controllo dell’assunzione dell’alcool e di stuzzichini, le visite ad amici e parenti (34%). Per il 59% sarebbe stato però sbagliato non lasciarsi un po’ andare. Solo il 12%, più radicale, è infatti convinto che con il moderno stile di vita non sarebbe necessario eccedere con le calorie e che anche a Natale bisognerebbe rinunciare a strappi eno-gastronomici.

Quali allora i trucchi per ritrovare il benessere psicofisico? Il 65% si dice assolutamente contrario a lanciarsi in una rigida dieta o rinunciare del tutto a festeggiare la ricorrenza. Importante, poi, per il post-festività evitare una ‘dieta da fame’, nella speranza di perdere in pochi giorni i chili di troppo accumulati. Si darebbe uno shock inutile all’organismo e si rischierebbe di perdere gli effetti positivi sul benessere psicologico associati alla trasgressione. Molto meglio tornare per gradi ad una corretta alimentazione e idratazione (38%) e reintrodurre nel proprio organismo tutti quegli elementi, come frutta, verdura e acqua che durante le abbuffate natalizie vengono un pò trascurati. Addirittura secondo il 26% dovrebbero essere applicate alcune ‘abitudini’ assunte durante le festività, ovvero fare almeno tre pasti al giorno, cosa di cui durante il periodo lavorativo spesso ci si dimentica.

Il decalogo ‘smalti-panettone’

1. Osserva una dieta varia e equilibrata: variare l’alimentazione è importante per non far mancare all’organismo i principali nutrienti

2. Non sottovalutare i rischi di un’alimentazione iper-calorica: un apporto di calorie superiore all’effettivo fabbisogno contribuisce all’aumento di peso, affaticando l’organismo.

3. Limita i dolci: se durante le feste si è esagerato, l’importante è limitarne il consumo nei giorni seguenti

4. Evita il consumo di bevande alcoliche: è consigliabile limitare o evitare di assumere alcolici, dal momento che l’apporto calorico ad essi associato non è affatto trascurabile

5. Pratica attività fisica: una corretta alimentazione accompagnata da una sana attività fisica è il metodo migliore per tornare in forma all’indomani delle feste natalizie

6. Mangia frutta e verdura: ricordare di assumere i giusti quantitativi di frutta e verdura, fondamentali per un corretto apporto di fibre, vitamine e sali minerali, è fondamentale specialmente quando si è osservata una dieta poco bilanciata

7. Scegli l’acqua: assumerla può aiutare a eliminare i liquidi in eccesso trattenuti dal nostro organismo e ad opporsi alla voglia di mangiare ancora grazie alla capacità di dilatare lo stomaco e favorire il senso di sazietà

8. Evita di assaggiare i cibi lontano dai pasti: limitarsi a mangiare durante i pasti principali, aiuta a tenere sotto controllo le quantità di cibo ingerite

9. Riduci i grassi: moderare la quantità di grassi e oli utilizzati per condire e preferire metodi di cottura leggeri e salutari, sono buone norme che è consigliabile osservare non solo per tornare in forma dopo le feste, ma anche durante tutto l’anno

10. Non saltare i pasti, il benessere psicofisico parte da un’alimentazione e da pasti regolari.

Istituto Clinico Città Studi primo per la cura dell’ictus in Lombardia

Istituto Clinico Città Studi primo per la cura dell’ictus in Lombardia


di Matilde Scuderi



L’istituto Clinico Città Studi (Iccs) conferma il suo primato per quanto concerne la cura dell’ictus ischemico secondo i dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas). Anche a livello nazionale l’Iccs è ai primi posti per questo tipo d’intervento. L’analisi condotta da Agenas valuta l’incidenza della mortalità a 30 giorni dalla comparsa di un ictus ischemico. All’Istituto Clinico città Studi il numero dei pazienti che rimane in vita è il più alto tra gli ospedali della nostra Regione. Le ragioni di questo successo si fondano, secondo il responsabile della Stroke Unit Carlo Sebastiano Tadeo “sul fatto che il 98% dei pazienti che giungono al pronto soccorso per ictus ischemico vengono presi in carico immediatamente da un neurologo sempre presente in pronto soccorso per questi casi e ricoverati immediatamente in Stroke Unit, un centro specializzato con un team multi-professionale per la cura dell’ictus. Inoltre, il 33% dei nostri pazienti viene sottoposto alla terapia di trombolisi sistemica. La media italiana per questo tipo d’intervento è del 5% e nella nostra Regione raggiungiamo il 10%”. La Stroke Unit diretta da Tadeo ha, inoltre, progressivamente velocizzato la procedura dedicata alla ricanalizzazione delle arterie (trombolisi) intervenendo, per la maggioranza dei pazienti, entro i 60 minuti dal loro accesso in pronto soccorso.

L’istituto Clinico Città Studi di Milano è una Struttura di Ricovero e Cura privata accreditata che offre 268 posti letto a pochi isolati dal centro di Milano. L’ospedale ha le caratteristiche del City Hospital non solo per motivi logistici ma soprattutto per l’offerta di servizi sanitari ai circa mille nostri concittadini che si rivolgono quotidianamente alla struttura. L’ospedale è accreditato dal 1999 dalla Regione Lombardia e svolge attività di diagnosi e cura per conto del Servizio Sanitario Nazionale. Il pronto soccorso è uno dei punti di forza dell’Iccs che lo hanno reso noto per l’efficienza del servizio e la disponibilità del personale medico e paramedico. Il Dipartimento d’Emergenza e Accettazione di primo livello dell’Istituto Clinico Città Studi presenta volumi di accoglienza molto vicini se non superiori a quelli di altre grandi strutture ospedaliere della città e dell’hinterland. Le tecnologie e le procedure quotidianamente adottate per le cure dei pazienti sono all'avanguardia e proiettate anche ad ottenere risultati nel campo della ricerca scientifica. 

Gira un porno tra casa e scuola materna: 46enne bresciana, finisce in tragedia

Brescia, gira un video porno in casa: per la 46enne finisce malissimo



Non riusciva a pagare bollette e cartelle di Equitalia, per questo ha girato un video porno amatoriale in casa. Per una 46enne di Brescia le conseguenze sono state drammatiche: il tribunale dei Minori le ha tolto i figli. A scatenare lo scandalo in Paese sarebbe stata anche la scena iniziale del video, in cui si vede una donna che esce da una scuola materna pubblica del posto, come sottolinea il Giornale di Brescia. "L'uso della casa coniugale per girare filmati pornografici - ha decretato la sentenza dei giudici - rappresenta un pregiudizio gravissimo alla dignità morale dei ragazzi". La difesa della donna è disperata: "Ho sbagliato, ma l'ho fatto perché avevo bisogno di soldi. Troppe spese da sostenere e il mio ex marito non contribuiva. Ho preso i soldi e pagato bollette e cartelle di Equitalia, è tutto documentato". Il legale della donna ha già annunciato la richiesta di revoca del provvedimento di allontanamento dei figli.

Schumacher, 3 anni esatti dalla disgrazia Che cosa riesce a fare Michael: e cosa no

Schumacher, tre anni esatti dalla disgrazia: cosa riesce a fare e cosa no



Oggi sono esattamente tre anni da quando Michael Schumacher è rimasto vittima di un grave incidente sugli sci, sulla neve di Meribel. Era il 29 dicembre 2013 e da allora sull'ex pilota della Ferrari e sette volte campione del mondo di F1 è calato un muro di silenzio e di privacy assoluta che la famiglia, la moglie Corinna e la portavoce del campione tedesco, Sabine Kehm, hanno sempre difeso strenuamente.

Michael "non può camminare" e non riesce nemmeno ad alzarsi in piedi con l'aiuto degli specialisti che lo seguono, sono le ultime notizie che hanno riguardato l'ex pilota di Formula 1, riportate nel settembre scorso da Felix Damn, avvocato dell'ex campione.

Una precisazione arrivata all'indomani dell'ennesima indiscrezione, rilanciata da una rivista tedesca, in cui si sosteneva che il 47enne ex pilota aveva ripreso a camminare. "Continua a lottare", è invece l'iniziativa lanciata dallo staff e dalla famiglia Schumacher. "The Keep Fight" - ha spiegato la Kehm - mira ad unire le persone che si ispirano alla carriera ed al carattere di Michael Schumacher, e per incoraggiarli a continuare a combattere e non mollare mai. L'obiettivo è inoltre quello di diffondere l'energia positiva che i sostenitori di Michael hanno espresso a lui e alla famiglia Schumacher in tanti anni, e cerca di incanalare questa energia positiva come una forza per il bene".

Curato nella villa di Gland, sul lago di Ginevra, Schumacher continua la sua lunga e delicata riabilitazione, aiutato e stimolato da uno staff di medici, infermieri e terapisti, tutti ovviamente legati al più assoluto riserbo sulle condizioni di salute che accompagnano l'ex pilota. Recentemente, la manager dell'ex-campione di F1 ha anche aperto un nuovo account twitter, "Michael Schumacher" che in poche ore aveva quasi raggiunto già 5.000 utenti. Un profilo ufficiale che segue quelli che l'ex ferrarista ha già su Facebook (quasi 1,5 milioni di follower) e Istagram (circa 133 mila) e che, nelle intenzioni della famiglia, punta solo a parlare della "leggenda" Michael Schumacher, senza ovviamente scendere nella vicenda privata che resta tabù per il pubblico. Il prossimo 3 gennaio Schumacher compirà 48 anni.

Il racconto choc dell'amante del prete: "Sesso in chiesa", dettagli hot

Sesso in chiesa, il racconto choc dell'amante del prete di Padova



Ha 51 anni, è una parrocchiana di Padova, sposata: è la terza donna che ha scatenato lo scandalo sessuale che ha portato all'allontanamento del parroco di San Lazzaro, don Andrea Contin. Una inchiesta a luci rosse su cui sta lavorando la Procura e che ha portato alla luce materiale scabroso: ore e ore di dvd con registrati incontri sessuali in canonica, rapporti violenti ed estremi con manette e altri attrezzi erotici. Era una delle amanti del prete e ha rotto la loro relazione quando il prelato le ha chiesto con sempre maggiore insistenza di avere rapporti sessuali con altri uomini in sua presenza. Che don Andrea fosse solito registrare gli incontri sessuali tra le "sue" donne e i partner occasionali pare essere un dato acquisito dagli inquirenti, che hanno accusato il parroco di favoreggiamento della prostituzione e violenza privata. Le carte trovate negli uffici della Curia testimonierebbero come esposti e segnalazioni fossero già pervenute al vaglio delle autorità ecclesiastiche.

Sentenza-choc della Cassazione Così ti possono licenziare. Sempre

La Cassazione: "Imprenditore può licenziare per rendere l'azienda più redditizia"



È legittimo il licenziamento di un lavoratore motivato dall’azienda con l’intento di realizzare "una organizzazione più conveniente per un incremento del profitto". Lo ha stabilito la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, presieduta da Vincenzo Di Cerbo, con la sentenza n. 245201 del 7 dicembre 2016, che ha annullato la decisione con cui il 29 maggio 2015 la Corte di Appello di Firenze aveva imposto a una società per azioni con sede a Roma di corrispondere un’indennità pari a 15 mensilità a un dipendente licenziato l’11 giugno 2013, ritenendo che non sussistesse un "giustificato motivo oggettivo" per la risoluzione del rapporto di lavoro.

I Supremi Giudici hanno accolto le tesi dei legali dell’impresa, che hanno richiamato l’articolo 41 della Costituzione per sostenere che "l’imprenditore è libero, pur nel rispetto della legge, di assumere quelle decisioni atte a rendere più funzionale ed efficiente la propria azienda, senza che il giudice possa entrare nel merito della decisione", e che, di conseguenza, sia "un limite gravemente vincolante" per l’autonomia dell’imprenditore quello di restringere la possibilità di "sopprimere una specifica funzione aziendale solo in caso di crisi economica finanziaria e di necessità di riduzione dei costi".

La Cassazione ha considerato fondate queste argomentazioni affermando che "il motivo oggettivo di licenziamento determinato da ragioni inerenti all’attività produttiva, nel cui ambito rientra anche l’ipotersi di riassetto organizzativo per la più economica gestione dell’impresa, è rimesso alla valutazione del datore di lavoro, senza che il giudice possa sindacare la scelta dei criteri di gestione dell’impresa".

Da ciò, secondo la Suprema Corte, consegue che perchè sia legittimo "è sufficiente che il licenziamento sia determinato da ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa, tra le quali non possono essere aprioristicamente o pregiudizialmente escluse quelle che attengono a una migliore efficienza gestionale o produttiva, ovvero anche quelle dirette a un aumento della redditività d’impresa".

Insomma, per licenziare un dipendente "non è quindi necessitato che si debba fronteggiare un andamento economico negativo o spese straordinarie". Pertanto, nel caso concreto, "non appare immeritevole di considerazione l’obiettivo aziendale di salvaguardare la competitività nel settore nel quale si svolge l’attività dell’impresa attraverso le modalità, e quindi la combinazione dei fattori della produzione, ritenute più opportune dal soggetto che ne assume la responsabilità anche in termini di rischio e di conseguenze patrimoniali pregiudizievoli".

Ciò perchè "in assenza di una specifica indicazione normativa, la tutela del lavoro garantita dalla Costituzione, non consente di riempire di contenuto l’articolo 3 della legge 604 del 1966 sino al punto di ritenere preventivamente imposto che, nel dilemma tra una migliore gestione aziendale e il recesso da un singolo rapporto di lavoro, l’imprenditore possa optare per la seconda soluzione solo a condizione che debba far fronte a sfavorevoli e non contingenti situazioni di crisi". L’imprenditore può quindi "stabilire la di menzione occupazione dell’azienda, evidentemente al fine di perseguire il profitto che è lo scopo lecito per il quale intraprende".