Visualizzazioni totali

giovedì 8 dicembre 2016

Bisogna far presto, è cambiato tutto: Berlusconi è candidabile, la svolta

Bisogna fare presto, è cambiato tutto: Berlusconi è candidabile, la svolta



L'esclusione di Silvio Berlusconi dal Senato con l'applicazione della legge Severino è stata per tanti la pietra tombale sulla sua carriera politica. Il Cav però ha dimostrato di saper rinascere per decine di volte e l'ultimo trionfo del No al referendum costituzionale è solo l'ultimo piccolo trofeo che l'ex premier può vantare nel suo già ricco palmares. L'ultima vittoria può rappresentare una nuova spinta al tribolato percorso di rientro di Berlusconi alla politica attiva, finora ostacolato dall'estenuante attesa di una sentenza da parte della Corte di Strasburgo sul suo caso.

La Corte europea dei diritti dell'uomo deve ancora dire la sua sull'incandidabilità di Berlusconi a ogni carica politica, dopo che su di lui è stata applicata la legge Severino in forma retroattiva. Per sollecitare i giudici europei, dalla sicilia è partita una petizione pubblicata su change.org voluta dal deputato di Forza Italia Basilio Catanoso che ha lanciato così l'appello: "Mobilitiamoci per un doveroso appello alla Corte dei diritti dell'Uomo di Strarburgo, affinché emetta in tempi brevi una sentenza che - nelle nostre migliori speranze - possa restituire al presidente Berlusconi la piena agibilità politica. Sentenza che sta aspettando da tre anni".

Se il pronunciamento della Corte si è fatto attendere così tanto, però, è anche per colpa dell'ultimo governo, chiamato a chiarire con una relazione i motivi della decisione applicata sul proprio ex senatore. Il governo aveva deciso di esprimersi dopo l'esito del referendum, ma ora che il voto è passato, non c'è più neanche un governo. Bisognerà aspettare il prossimo inquilino di Palazzo Chigi che, considerando i tempi della politica italiana, non darà soddisfazione a Strasburgo almeno per un altro paio di mesi.

Sant’Arpino, strepitoso successo al teatro Lendi per la VII edizione della grande kermesse di moda e spettacolo “Le Stelle della Moda”

Sant’Arpino, strepitoso successo al teatro Lendi per la VII edizione della grande kermesse di moda e spettacolo “Le Stelle della Moda”



di Antonio Parrella




SANT’ARPINO -  Grande successo per la VII edizione della  kermesse denominata “Le Stelle della Moda”, organizzata dall’eclettico Anthony Palmieri (direttore artistico e presentatore) in collaborazione con la Confcommercio di Frattamaggiore e svoltasi mercoledì scorso 7 dicembre, presso il cinema teatro Lendi. Un successo davvero strepitoso con la sala 4 del Lendi stracolma di persone in ogni ordine di posto. Tantissimi applausi hanno continuamente interrotto la performance di modelle e modelli professionisti del Palmieri Group, che hanno calcato il palcoscenico deliziando il folto pubblico indossando meravigliosi abiti, forniti tra gli altri da commercianti di Frattamaggiore e delle città limitrofe. Il clou con abiti da sposa dell’Atelier Vergara, poi il gran finale con la straordinaria sfilata di abiti d’epoca del ‘700. Insomma un mixage di storia, cultura e moda. Ma sul palco, tra proposte di abiti da sposa, abiti in pelle, occhiali e collane, si  sono avvicendanti anche bambini e bambine: modelli in erba preparati accuratamente da coiffeur e stilisti. “Il nostro intento - chiosa il patron Palmieri, decano della manifestazione e punto fermo di riferimento per  la moda campana - è stato quello di rilanciare ulteriormente i territori delle città di Frattamaggiore, Grumo Nevano e Frattaminore, valorizzando il terziario locale e di dare l’opportunità alle persone e alle famiglie di vivere un momento di svago, di aggregazione e di puro divertimento. Un plauso particolare, oltre al mio gruppo - aggiunge Palmieri - formato per l’occasione da 11 modelle e 5 modelli, e dallo staff organizzativo, va a tutti gli sponsor che ancora una volta hanno creduto in questa splendida kermesse di moda e spettacolo e al numerosissimo e meraviglioso pubblico che ha applaudito per tutta la serata le 20 uscite delle modelle sul palco e la bella sfilata di portamento degli allievi che frequentano il nostro corso per l’anno 2016/2017 presso l’istituto Don Bosco di Crispano. Il grande calore del pubblico, mai visto in tanti anni di carriera, mi ha davvero commosso”.   Le coreografie sono state curate dall’esperta Ylenia Palmieri. Ospiti della serata i Trampol woman show. Infine un esilarante fuori programma con la comicissima esibizione del 12enne artista Antonio Aversano, presente in sala, che chiamato sul palco da Palmieri  ha interpretato magistralmente un famoso monologo di Biagio Izzo. “Naturalmente - conclude Palmieri - l’appuntamento è per l’ottava edizione”.

“Futuro incerto per l'odontoiatria, serve un Piano sanitario nazionale”

“Futuro incerto per l'odontoiatria, serve un piano sanitario nazionale”


di Eugenia Sermonti


Prof. Pierluigi Delogu

«Il sospetto che qualcosa ancora sia stato limato nell'assistenza odontoiatrica con i nuovi livelli di assistenza e che le regioni e le forme di sanità integrativa difficilmente riescano a sopperire rimane. Speriamo che la commissione ad hoc recepisca le nostre osservazioni poste nell'audizione in Commissione Affari Sociali il 23 novembre, dove chiediamo un Piano sanitario per l'odontoiatria che renda accessibile la prevenzione a tutti i pazienti». E' il commento di Pierluigi Delogu presidente Associazione Italiana Odontoiatri dopo la lettura dell'allegato 4D quale uscito dall'intesa stato-regioni di settembre sui nuovi Lea. Al Congresso politico AIO a Roma al Ministero della Salute, Delogu ha presentato con il vicepresidente Fausto Fiorile una proposta operativa di formazione degli odontoiatri italiani in rete con le altre figure mediche del territorio su prevenzione ed urgenze. Delogu ricorda che secondo i Lea del 2001 la copertura ai cittadini italiani, a parte le urgenze, sia limitata a programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva nonché ad assistenza odontoiatrica e protesica a determinate categorie di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità.

«Con la revisione in atto, il Ssn in età evolutiva concede, previo pagamento del ticket per reddito che varia da regione a regione, la visita (comprese la radiografia endorale e l’eventuale rimozione di corpo estraneo) e prestazioni come estrazioni, chirurgia parodontale, chirurgia orale ricostruttiva, ablazione del tartaro. Individua poi soggetti in situazione di vulnerabilità sociale (svantaggio sociale od economico, reddito basso, condizioni di marginalità od esclusione sociale) e/o di vulnerabilità sanitaria (sostanzialmente malattie o stati che rendono indispensabili o necessarie le cure odontoiatriche). Nei nuovi Lea si confermerebbe l’attenzione ai pazienti in età evolutiva ma di fatto, la maggior parte della popolazione infantile non può usufruire delle prestazioni in quanto le strutture del Servizio Sanitario Nazionale deputate ad erogarle sono, e saranno nei prossimi anni, assolutamente insufficienti sia come diffusione nel territorio sia per la carenza di risorse umane impiegate. Stesso concetto per i soggetti in condizione di vulnerabilità sociale – bassi redditi ed indigenza».

«La nostra proposta - continua Delogu - è quella di organizzare un vero e proprio Piano Sanitario per l’Odontoiatria che metta al primo posto la prevenzione delle patologie odontoiatriche con una efficace azione che coinvolga veramente tutta la popolazione infantile, utilizzando quelle risorse che sono presenti capillarmente su tutto il territorio  che sono gli studi odontoiatrici privati. Al Governo e all'istituenda commissione sui Lea che dovrà pronunciarsi sull'erogazione delle prestazioni Ssn chiediamo certezze, sulla cui base potremo poi articolare la nostra proposta di prevenzione a tutti i cittadini con particolare riguardo alle fasce deboli». 

Sindrome dell’intestino irritabile, manca una vera risposta sanitaria

Sindrome dell’intestino irritabile, manca una vera risposta sanitaria


di Matilde Scuderi



Presentato a Roma IBSCOM, il Comitato Sindrome dell’Intestino Irritabile, un nuovo organismo che si prefigge di favorire la conoscenza, la diagnosi e l’accesso alle terapie per  una patologia ampiamente diffusa nelle sue diverse manifestazioni, alcune delle quali - anche se circoscritte - di estrema gravità e forte impatto sullo stato di salute e sulla qualità della vita. La senatrice Emanuela Baio, vicepresidente dello stesso comitato, ne ha illustrato le finalità di tutela e le modalità operative che prevedono il coinvolgimento di altre istituzioni, enti e associazioni interessati a perseguire i dieci obiettivi esposti nel ‘Manifesto dei Diritti della Persona con Sindrome dell’Intestino Irritabile’; un documento che pone al centro dell’attenzione la necessità di assicurare ai pazienti l’accesso a percorsi appropriati di diagnosi e cura - anche farmacologica -
a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

La costituzione del Comitato è stata una decisione che è progressivamente maturata nel tempo, in linea con l’obiettivo di offrire una risposta a un’istanza sanitaria sottostimata e spesso trascurata, che fa seguito anche ai risultati di un’indagine sulla patologia condotta dal Censis. Uno studio che ne ha confermato l’ampia rilevanza sociale, grazie a una serie di interviste condotte su pazienti, presso centri di gastroenterologia su tutto il territorio nazionale. Dolore addominale, meteorismo e gonfiore, accompagnati da stipsi e/o diarrea sono i principali sintomi che la caratterizzano, come ha dichiarato Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e salute del Censis; la diagnosi non di rado è tardiva perché inizialmente sottovalutata dagli stessi pazienti e perché i suoi sintomi sono spesso contrastati in modo inadeguato con un casuale, inefficace e a volte dannoso ‘fai da te’. In proposito, va detto che - sempre secondo l’indagine del Censis - l’intervento di contrasto a questo disturbo più tipico riguarda anzitutto la modifica del regime alimentare al quale si affianca la tendenza a combinare più rimedi: dai prodotti naturali ai farmaci da banco a quelli prescritti dal medico. Fortunatamente è meno frequente, ma comunque diffusa, la pratica di curarsi in base alle informazioni raccolte autonomamente sulla rete. Un quadro complesso se si pensa che solo il 5 per cento dei pazienti con IBS-C (la forma caratterizzata dalla costipazione) si rivolge in prima battuta al gastroenterologo: un fatto che attribuisce al medico di medicina generale un ruolo centrale nel favorire l’emersione della patologia e un suo più efficace contrasto. L’esordio della Sindrome dell’Intestino Irritabile è di solito antecedente ai 30 anni di età e colpisce prevalentemente tra i 20 e i 40 anni.

«È importante che il Servizio Sanitario Nazionale, nel fare le proprie valutazioni, oltre a tenere nella giusta considerazione le patologie più gravi e quindi degne della massima attenzione, dedichi adeguata attenzione anche a quelle problematiche sanitarie, come la Sindrome dell’Intestino Irritabile - ha dichiarato Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nel commentare l’indagine del Censis - patologie che possono apparire come minori ma che invece producono gravi ripercussioni sia dal punto di vista personale che da quello sociale». La sindrome IBS-C ha poi un impatto molto pesante sulla vita quotidiana ed è spesso causa di assenteismo dal lavoro, oltre a influenzare pesantemente la condizione psicologica del paziente. «Un sollievo importante rispetto a queste forme più severe potrebbe venire dall’innovazione, grazie alla quale oggi sono disponibili terapie con azione mirata che interferiscono contemporaneamente con i sintomi del dolore e della stipsi - ha dichiarato il professor Enrico Stefano Corazziari, dirigente medico UOC di Gastroenterologia presso il Dipartimento di medicina interna e specialità mediche dell’Università La Sapienza di Roma. Sarebbe importante che queste terapie, almeno per i pazienti più gravi, fossero dispensate dal Servizio Sanitario Nazionale, magari su esclusiva prescrizione dello specialista»

Alla gente piace mangiare la m... Papa fuori controllo: l'ultima teoria

Papa Francesco: "La gente tende alla coprofagia"





Negli annali si fatica a trovare un precedente in cui il Papa abbia parlato di escrementi umani. Tra i primati di Mario Bergoglio da Pontefice c'è anche quello di aver tirato in ballo la coprofilia quando, in un'intervista al settimanale belga Tertio, ha detto che i media "possono essere tentati di calunnia, e quindi essere usati per calunniare, per sporcare la gente, questo soprattutto nel mondo della politica. Possono essere usati come mezzi di diffamazione". Secondo il Papa, i media "devono essere molto limpidi, molto trasparenti, e non cadere, senza offesa, per favore, nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità". Ma Bergoglio si spinge oltre e aggiunge che il vero problema è sui gusti del lettore medio: "Siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia - ha aggiunto il Papa - si può fare molto danno". 

"Nella calunnia - ha ricordato - si dice una bugia sulla persona; nella diffamazione si mostra una cartella, come diciamo in Argentina: Se hace un carpetazo, e si scopre qualcosa che è vero, ma che è già passato, e per il quale forse si è già pagato con il carcere, con una multa o con quel che sia. Non c’è diritto a questo». Secondo Francesco, "questo è peccato e fa male. E una cosa che può fare molto danno nei mezzi di informazione è la disinformazione: cioè, di fronte a qualsiasi situazione dire solo una parte della verità e non l’altra".

Per il Papa: "questo è disinformare. Perché tu, all'ascoltatore o al telespettatore dai solo la metà della verità, e quindi non può farsi un giudizio serio". "La disinformazione - ha osservato nell'intervista - è probabilmente il danno più grande che può fare un mezzo, perchè orienta l’opinione in una direzione, tralasciando l’altra parte della verità". Se non cadono in queste "tentazioni", allora i media, ha concluso il Papa, "sono costruttori di opinione e possono costruire, e fare bene immenso, immenso".

Mai!": Salvini brutale, poi la minaccia Tutti in piazza, sarà "marcia su Renzi"

Salvini, no al governissimo: "Un milione in piazza, niente scherzi"



Un milione di persone in piazza per dire no al governissimo. Matteo Salvini risponde in diretta, su Facebook, alla proposta di Matteo Renzi in direzione Pd: "Un governo di responsabilità nazionale con tutti i partiti a sostenerlo". Il leader della Lega Nord ribadisce il concetto: voto subito. E le sue parole non lasciano spazio alla mediazione, sono un altro "No" brutale al quasi ex premier. "La Lega non accetterà mai", scrive Salvini, che di fronte alla perdita di tempo "con la scusa della legge elettorale" annuncia la raccolta di "1 milione di firme in tutte le piazze italiane!".

MATTARELLA FREGA RENZI "Le accetta con riserva": dimissioni e piano segreto

Mattarella accetta con riserva le dimissioni di Renzi: il piano del Colle



Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accettato con riserva le dimissioni di Matteo Renzi, chiedendo al premier di restare in carica per l'ordinaria amministrazione. Normale prassi, se non fosse la durata del faccia a faccia. 

Renzi è salito al Colle già lunedì, due volte, spiegando al Capo dello Stato la sua scelta dopo la sconfitta al referendum. Per tutta risposta Mattarella gli ha chiesto di rinviare le dimissioni a dopo l'approvazione della legge di stabilità. Avvenuta questa, mercoledì dopo pranzo, Renzi risale poco dopo le 19 al Colle, ultimata la relazione in direzione Pd. L'incontro è durato una quarantina di minuti, agitando cronisti e analisti. Perché così tanto tempo? La sensazione è che, al di là del comunicato ufficiale dello staff di Mattarella, ci sia stato un altro sondaggio sulla posizione del Pd, di cui Renzi è segretario. Il premier uscente l'ha detto chiaro e tondo: o si vota subito oppure si designa un governissimo, che resti in carica qualche mese, il tempo di ridisegnare la legge elettorale, per poi tornare alle urne presumibilmente in primavera. Opzione, questa, che non è la favorita dell'ex sindaco di Firenze che vorrebbe sfidare sorte e buonsenso e tornare alle urne già a febbraio.

Idea che non piace per nulla a Mattarella, che da giovedì alle 18 inizierà il giro di consultazioni con la presidente della Camera Laura Boldrini e quello del Senato Pietro Grasso. E proprio Grasso, insieme a Padoan, sarebbe il favorito per Palazzo Chigi. Il terrore di Renzi è che, chiunque lo sostituirà (renziano o non renziano), sarà difficile da far "schiodare" prima del 2018, fine naturale della legislatura e obiettivo ultimo del Quirinale. Da qui la sua accelerazione. Da qui la frenata del presidente.