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giovedì 1 dicembre 2016

Giallo in Rai, confronto di Renzi a rischio Con chi deve confrontarsi (ma non vuole)

Giallo in Rai, a rischio il faccia a faccia di Renzi: non vuole confrontarsi con Toti



C'è una voce che gira in Rai e riguarda lo speciale del Tg1 che andrà in onda venerdì 2 dicembre su Rai1. Il premier Matteo Renzi, riporta il Tempo, avrebbe dovuto scontrarsi con un esponente di Forza Italia. Ma stando ai rumors l'organizzazione del confronto è in stand by. Forza Italia infatti avrebbe scelto per il faccia a faccia Giovanni Toti, che ha già tenuto testa alla madrina della riforma, Maria Elena Boschi.

È a questo punto che il meccanismo si è inceppato. Dall'entourage del premier sarebbe partita una richiesta: che al posto di Toti ci fosse Renato Schifani. In effetti l’ex presidente del Senato è il capo della campagna per il no di Forza Italia. Ma di fatto un confronto con Renzi esporrebbe Schifani a diversi rischi: in parte per la differenza di età (carta che il premier si gioca sempre con la "vecchia guardia") un po’ perché il senatore siciliano ha votato favorevolmente alla riforma in tutti i passaggi parlamentari...

Banche, siamo a rischio stalking Come ci possono perseguitare

Banche, siamo a rischio stalking. Come ci possono perseguitare



La vigilanza europea invita le banche italiane a "inseguire" telefonicamente le famiglie e le imprese debitrici per velocizzare il recupero delle rate scadute di mutui e prestiti. Riporta il Giornale che questo inquietante suggerimento è contenuto a pagina 21 della bozza di un corposo documento Draft guidance to banks on non-performing loans che la Banca centrale europea ha già sottoposto agli istituti del Vecchio continente e che potrebbe diventare "una vera e propria guida" già entro fine anno.

Ci sarebbero nella relazione tre gradi di allarme con rischio "basso", "medio" e "alto". Nel primo caso con cui si intendono i prestiti scaduti scoperti da oltre 90 giorni e pari almeno al 5% del totale inizialmente erogato la banca dovrà contattare famiglie e imprese debitrici a intervalli di 5-7 giorni. Che passano a 2-3 giorni in caso di rischio medio, ovvero per le cosiddette "inadempienze probabili". Infine, per quelle ad alto rischio (ovvero i finanziamenti finiti in sofferenza e quindi inesigibili) ci sono le "telefonate giornaliere". 

E non è tutto. La Bce parla  anche delle fasce orarie in cui "importunare" i clienti: dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino alle 9 di sera, il sabato fino alle 5 del pomeriggio e la domenica dalle dieci del mattino alle 4 del pomeriggio. Una sorta di stalking telefonico vero e proprio. Senza poi considerare il fatto che dal 2018 finirebbero nel "rischio basso" anche tutti gli sconfinamenti da 1 a 90 giorni, e nel "rischio medio" quelle oltre questo lasso di tempo.

Quel mistero in una fotografia Cav-Renzi, gira una strana voce

Quella fotografia con Renzi. Il mistero del Cav, gira una voce


di Salvatore Dama



Uno va, l’altro arriva. Mai che finiscano per incontrarsi, nonostante stiano girando gli stessi studi televisivi da una settimana. Tanto che c'è chi inizia a sospettare che Matteo Renzi stia sistematicamente evitando di trovarsi faccia a faccia con Silvio Berlusconi. Il rischio che ci scappi una foto o un video dal dietro le quinte è alto. E, secondo i guru della comunicazione renziana, non gioverebbe alla campagna del presidente del Consiglio. Per cui meglio girare alla larga dal Cavaliere.

Domenica erano entrambi invitati a Mediaset, ospiti di Barbara D'Urso. L'intervista a Berlusconi cominciava alle 14, per un totale di 25 minuti .Renzi era atteso al trucco alle due e venti. Ma ha fatto ritardo. Ed è entrato da un ingresso diverso rispetto a quello utilizzato da Berlusconi che, finita la diretta, si è intrattenuto a chiacchierare con Fedele Confalonieri e altri dirigenti del Biscione. Per qualche minuto i due, Silvio e Matteo, sono stati nella stesso palazzo, ma seguendo percorsi differenti. Tutto studiato, pare. Perché,finita la sua diretta, anche Renzi si è trattenuto a chiacchierare senza problemi. Tanto il Cav aveva già ripreso la strada per Arcore. Un saluto a Confalonieri e ai manager di Mediaset («Voi votate per il sì vero?»), ancora due parole in privato con Barbara D’Urso, qualche battuta con Gigi D’Alessio e un incoraggiamento a Marco Baldini, suo concittadino («Dai, non mollare!»).

Silvio no, non lo vuole vedere. Stesso copione ieri sera a Porta a Porta. Dove il presidente di Forza Italia e il capo del governo sono stati invitati a partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa, ma in blocchi rigidamente separati. Così hanno “perso” una nuova occasione per vedersi. Anche a telecamere spente. D’altronde dove non arrivano le cineprese, possono gli smartphone. E il premier si è molto infastidito per il fuori onda finito su internet in cui discuteva con Giorgia Meloni nel salottino vip di Via Teulada, dopo la fine della registrazione dell’ultima puntata di Porta a Porta a cui hanno partecipato entrambi. Berlusconi? La scorsa settimana aveva espresso l’intenzione di voler sfidare Renzi in un confronto televisivo. Poi la cosa è sfumata. Allora ha preso a parlare con lui indirettamente. «Se perde il referendum e si dimette», ha scherzato il Cavaliere l’altra sera a diMartedì, «assumo il premier a Mediaset: come annunciatore è bravissimo». Renzi invece preferisce non entrare in conflitto con il suo predecessore. Per vincere la consultazione di domenica punta ai voti del centrodestra. E il modo più sbagliato per parlare a quell'elettorato è deridere o insultare il suo storico leader.

Caivano (Na): Situazione igienico-sanitario al limite del collasso

Caivano (Na): Differenziata ai minimi storici


di Gaetano Daniele










Situazione igienico-sanitario al limite del collasso. Raccolta Differenziata che stenta a decollare, ma qualche consigliere comunale di maggioranza, decanta che all'interno di alcuni plessi scolastici sono stati accesi i riscaldamenti (in pieno inverno) come se non spettasse di diritto. Allora Grazie. 

E' "insostenibile" la situazione sul fronte dei rifiuti a Caivano, ultimo Paese in provincia di Napoli Nord, guidato dal sindaco forzista, Simone Monopoli. A dirlo sono i cittadini. La raccolta differenziata "ormai" è ferma ai gradi della Russia di Putin. Utopia solo a sentir parlare di rifiuti e di programmi. 

Basti pensare che è stato affidato l'arduo lavoro di ripulire il Paese ad una ditta, la Buttol, più volte sanzionata dallo stesso Sindaco, Simone Monopoli. Un controsenso? No. Un dato di fatto. Poi lamentano che i cittadini prendono le distanze dalla politica. Monopoli, non contento, invece di estromettere la Buttol, la fa partecipare ad una Gara Europea da oltre 25 milioni di euro. Il risultato? La spazzatura non viene nuovamente raccolta.

Insomma, la situazione è ormai insostenibile dal punto di vista igienico sanitario, i residenti lamentano un'aria irrespirabile e malsana, con topi che banchettano sopra i cumuli della spazzatura che da giorni macerano al sole, al vento e all'acqua. Un cocktail disgustoso. Le strade del paese sono piene di cataste di immondizia che sfiorano o superano il metro di altezza a volte lunghe decine e decine di metri.

Le cataste di rifiuti sulla strada hanno causato qualche disagio con le auto che potevano passare una alla volta dalla strettoia creatasi. Due giovani a bordo di uno scooter sono anche malauguratamente scivolati, per scansare un sacchetto della spazzatura caduto da una pila creatasi involontariamente, restando per fortuna incolumi. 

Regione Lazio e Fondazione Pfizer Insieme per la salute degli studenti

Regione Lazio e Fondazione Pfizer Insieme per la salute degli studenti


di Eugenia Sermonti



Gli stili di vita degli studenti delle scuole secondarie di primo grado al centro del progetto realizzato per la promozione della salute e del benessere degli studenti di 23 Istituti comprensivi. 

Un considerevole numero di studenti, l’83,9% di quelli che hanno partecipato al progetto realizzato dalla Regione Lazio e dalla Fondazione Pfizer per la promozione della salute e del benessere degli studenti di 23 Istituti comprensivi, afferma di sentirsi in buone o eccellenti condizioni di salute. Rispetto alla propria alimentazione, riferisce di fare regolarmente colazione nei giorni di scuola, principio fondamentale di una corretta alimentazione, il 62,3% di essi, mentre il 20% la salta. Il 40% degli studenti mangia tutti i giorni frutta e verdura ed il 25% al massimo una volta a settimana. L’80% degli studenti riferisce di cenare tutti i giorni insieme ai genitori e solo il 22,5% riferisce di fare colazione con loro tutti i giorni. Poco meno del 40% degli studenti svolge attività motoria 3-4 giorni a settimana e il 16% pratica ogni giorno i 60 minuti di attività motoria raccomandata. Uno studente su 4 dichiara una sedentarietà superiore alle 4 ore al giorno, senza considerare le ore trascorse seduti a scuola. Una considerevole quota (40%) utilizza quotidianamente per più di due ore PC, tablet o smartphone per fare i compiti e per ‘chattare’; il 15,4% supera le 4 ore al giorno. Riferiscono di comunicare soprattutto attraverso Whatsapp e WeChat (il 76,3% li usa tutti i giorni) e non usare mai l’e-mail. La grande maggioranza (78%) dedica almeno un’ora al giorno ai video, fruiti attraverso TV, DVD, YouTube.

Questo un primo quadro dello stile di vita dei ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, ottenuto mediante il rilevamento realizzato a conclusione delle attività previste dal progetto ‘Sano chi sa’, promosso nel corso dell’anno scolastico 2015-16 da Regione Lazio attraverso 'Area Promozione e Prevenzione della Salute - Direzione Salute e Politiche Sociali' in collaborazione con la Fondazione Pfizer. Il progetto è parte del programma di 'Promozione della salute e del benessere nelle scuole' del 'Piano Regionale della Prevenzione 2014-18', ed ha promosso tra gli studenti delle scuole secondarie di primo grado una sana e corretta alimentazione, l’attività motoria e un utilizzo più critico verso i mass media, mentre nelle classi terze della scuola primaria è stata svolta un’azione specifica per incrementare il consumo di porzioni di frutta e verdura. Il progetto è stato realizzato in 23 Istituti Comprensivi nei quali, oltre alle specifiche attività realizzate in classe dai docenti adeguatamente formati da esperti delle ASL, si è svolto anche un incontro in plenaria con tutti gli alunni, tenuto da personale regionale e delle ASL ed hanno partecipato tre giovani atleti laziali, tra i quali Sonia Malavisi, campionessa italiana in carica nel salto con l’asta all’aperto.

Tutti i materiali didattici realizzati sono stati collocati e sono disponibili sulla piattaforma web: www.sanochisa.it. A conclusione del progetto, per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado è stato organizzato un concorso creativo per l’ideazione di un elaborato sui temi dei corretti e sani stili di vita. È risultato vincitore del concorso ‘Uno stile Sano: immaginalo e promuovilo’ l’Istituto Comprensivo Zagarolo che ha ideato e realizzato un video. Nei giorni scorsi ‘Sano chi sa’ ha ricevuto il Premio Innovazione salute - S@lute 2016, Ambito educazione alla salute e al well being destinato alle eccellenze progettuali della sanità italiana. L’articolazione del progetto, l’importanza dei temi trattati in ambito sanitario, il coinvolgimento dei professionisti e degli studenti, ed i riscontri finora ottenuti, consentono di proseguire con il lavoro di 'Promozione della Salute e Sani stili di Vita in ambito scolastico'. 

Meno figli in Italia: ma la colpa è di papà che trascura la salute

Meno figli in Italia: ma la colpa è di papà che trascura la salute


di Matilde Scuderi


Prof. Ermanno Greco

Quindici coppie su cento sono infertili e nella metà dei casi dipende dall’uomo. Mentre però la donna ha fin da piccola l’abitudine dei controlli periodi dal ginecologo, nell’uomo l’unico momento di screening era un tempo il servizio militare. Oggi si assiste così da una parte a una sottovalutazione delle condizioni di salute e dall’altra a un aumento di fattori e abitudini di vita che minano la salute riproduttiva del maschio e di riflesso della coppia. Non a caso gli ultimi dati ISTAT parlano di appena 485.780 bambini nati nel 2015 (quasi 17 mila in meno rispetto al 2014) con una media di 1.35 figli scesi dall’1.46 del 2010. A 18 anni già il 25-30% degli uomini presenta patologie che potranno condizionare la possibilità di avere figli da adulto. Le cause più conosciute della diminuzione della capacità riproduttiva maschile sono la riduzione del numero (sotto a 15milioni) e della motilità (meno del 40%) degli spermatozoi, secondo le ultime indicazioni dell’OMS. «Tra i motivi di più recente scoperta c’è l’alterazione della morfologia della testa degli spermatozoi, che rende molto difficile la fecondazione naturale, poiché non riescono a penetrare all’interno degli ovociti», spiega il professor Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione, European Hospital di Roma, e presidente del Convegno sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che si tiene a Roma il prossimo 16 dicembre.

«La soluzione in questo caso consiste nel micro iniettare lo spermatozoo direttamente dentro l’ovulo femminile, tramite metodica ICSI. Un’altra causa di infertilità è la mancata integrità del DNA contenuto nella testa degli spermatozoi. Si è visto infatti che in moltissimi casi di infertilità maschile o di insuccesso di programmi di PMA, in cui embrioni di ottima qualità non erano stati in grado di impiantarsi all’interno dell’utero, gli spermatozoi presentavano una frammentazione, ossia una vera e propria spaccatura della doppia elica del DNA». Questa alterazione del DNA è dovuta ad un aumento dei radicali liberi presenti nel liquido seminale, legata a diverse patologie come il varicocele, ovvero la dilatazione delle vene del testicolo, con reflusso di sangue e aumento della temperatura, nociva per una normale formazione degli spermatozoi. E poi il criptorchidismo, che rappresenta la mancata discesa alla nascita di uno o di entrambi i testicoli nel sacco scrotale. Da non sottovalutare anche le infiammazione della prostata, che fanno aumentare la concentrazione di globuli bianchi all’interno del liquido,e anche gli errati stili di vita come il fumo e l’alcol e le droghe, spesso prese insieme, l’obesità e il consumo di anabolizzanti, che si diffonde sempre di più anche tra i minorenni. «Un altro fattore non trascurabile è l’età paterna - prosegue il professor Greco - oggi sempre più importante, in quanto la coppia decide il proprio programma riproduttivo in età avanzata. Questo ulteriore fattore risulta estremamente importante, poiché l’ovocita presenta una vera e propria capacità riparativa nei confronti del danno degli spermatozoi, che però diminuisce con l’aumentare dell’età materna. Quest’ultima infatti comporta un aumento significativo delle anomalie cromosomiche che sia naturalmente sia in vitro danno luogo ad embrioni che generalmente o non s’impiantano o abortiscono».

La scienza però è arrivata in soccorso anche di queste coppie e se ne parlerà al convegno di Roma in maniera approfondita, dove sono in programma anche sessioni di incontro con esperti del mondo delle istituzioni, dei media, del diritto e specialisti delle diverse branche (dall’oncologia alla nutrizione). Infatti con la cosiddetta diagnosi genetica preimpianto è oggi possibile distinguere gli embrioni sani da quelli malati e quindi trasferire nell’utero materno solo quelli sani con percentuali di impianto che si aggirano intorno al 60/70%, anche trasferendo un singolo embrione. «L’azoospermia, ossia l’assenza totale di spermatozoi - conclude il professor Greco - rappresenta sicuramente la forma più grave di alterazione riproduttiva maschile ma oggi una buona parte di questi pazienti può ancora avere un figlio proprio. Si è infatti potuto constatare che circa il 70% di essi hanno ancora spermatozoi vitali nei testicoli, che si possono estrarre con procedura microchirurgica (TESE, MICROTESE) ed iniettare in vitro direttamente all’interno degli ovociti. Particolare attenzione deve essere riposta a tale tipologia di pazienti,poiché alcuni di loro possono essere affetti da patologie genetiche, che potrebbero compromettere la salute del nascituro, se non si procedesse ad un programma di diagnosi genetica sull’embrione».La terapia con sostanze antiossidante è oggi quella maggiormente impiegata per migliorare le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi e quindi per migliorare sia la fecondazione naturale che quella in vitro. Va effettuata per almeno 60/70 giorni e ha lo scopo di ridurre la concentrazioni di radicali liberi nel liquido seminale.

Becchi, dietro questa riforma c'è il golpe di Napolitano

Becchi, dietro questa riforma c'è il golpe di Napolitano


di Paolo Becchi



La revisione della Costituzione ha un obiettivo politico ben preciso: è il tentativo di portare a compimento in modo legale quel colpo di Stato architettato nell'estate del 2011 dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il sostegno della Banca centrale europea (BCE). Non bisogna infatti dimenticare che la mente della riforma in corso non è certo Renzi, che è un mero esecutore, ma Napolitano, che sino alla sua peraltro meramente formale uscita di scena è stato il vero Capo del Governo, rispetto al quale prima Monti, poi Letta e infine Renzi sono stati solo dei docili strumenti.

La riforma costituzionale e la legge elettorale, il cosiddetto Italicum, sono strettamente legate, e hanno un unico obiettivo: realizzare ciò che Napolitano si è prefissato già dal 2011, vale a dire l'instaurazione di un regime postdemocratico, in cui il potere sarà affidato a un Primo ministro dotato, all'interno, di poteri pressoché assoluti e, all'esterno, completamente sottoposto ai diktat dell'Unione europea e della finanza globale.

Al posto di un governo democratico si vuole dunque un governo oligarchico che sappia applicare con rapidità le direttive di Bruxelles, come JP Morgan, nel documento che di seguito citiamo, invitava a fare: le costituzioni del dopoguerra come la nostra avevano una connotazione troppo pericolosamente socialdemocratica, per questo devono essere cambiate. Ricordate? Era stata proprio la società finanziaria americana, nel 2013, a dare le indicazioni fondamentali all' Italia: le costituzioni mostrano una forte influenza socialista, aveva scritto, «che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato con la sconfitta del fascismo». E ancora: «I sistemi politici nelle periferie mostrano parecchie delle seguenti caratteristiche: esecutivi deboli; Stato centrale debole nei rapporti con le regioni; protezione costituzionale dei diritti dei lavoratori; sistemi di consensi basati sul clientelismo; e contemplano il diritto alla protesta contro i cambiamenti allo status quo politico. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia). \ Quando la crisi è iniziata era diffusa l' idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica. \ Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell' area europea».

Noi, periferia, dobbiamo cambiare la Costituzione per favorire le politiche di JP Morgan e dei centri di potere finanziario mondiali. Tutto ciò è riconosciuto esplicitamente dallo stesso Governo italiano. Basta riprendere la relazione illustrativa al disegno di legge di revisione costituzionale presentato dal Governo al Senato l'8 aprile 2014, ove si motiva la necessità della riforma con: «Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l' esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea e alle relative stringenti regole di bilancio», parole del Presidente del Consiglio.

La legge di revisione costituzionale rende ora ancora più "domestica" l'Unione europea. Adegua il linguaggio dell' art. 117, comma 1, al nuovo ordine giuridico europeo, discorrendo di ordinamento dell'Unione europea. Ma soprattutto tesse nuove, fitte, relazioni tra lo Stato e l'Unione europea. Attribuisce alla legge bicamerale, approvata cioè da entrambe le Camere, la competenza ad approvare la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Ue. Attribuisce al Senato, che non sarà più eletto direttamente, il concorso all' esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea. Diventa chiaro che così saremo totalmente sottomessi all'Unione europea. Uno Stato sempre meno sovrano, con un governo sempre meno rappresentativo. Questo è, in effetti, l' obiettivo che si intende raggiungere.