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venerdì 4 novembre 2016

Rita Levi Montalcini, guerra per l'eredità: famiglia distrutta, la polizia in casa

Montalcini, una famiglia in guerra: lotta sanguinosa per l'eredità



Spesso quando un personaggio famoso muore si scatenano lotte famigliari per l'eredità. E' successo anche a Rita Levi Montalcini. In  Corso Re Umberto 10, nel centro di Torino, nel palazzo che ospita la sede della onlus in memoria della scienziata premio, c’è anche l’appartamento della nipote, Piera. Ma Piera ha ricevuto la visita dell'ufficiale giudiziario e deve sloggiare perché sfrattata dal fratello, Emanuele.

Una lite in famiglia, clausole testamentarie ambigue, un’eredità contesa. La disputa ora è finita in tribunale, ci informa Carlotta Rocci su La Repubblica. Tecnicamente, è la società Fedora srl. che amministra le attività commerciali del palazzo a sfrattare Piera per morosità. In pratica, è proprio il fratello Emanuele a disporre lo sfratto, perché “se andiamo a vedere chi detiene le azioni scopriamo che in realtà il nome di Emanuele compare”, dichiara l'avvocato di Piera.

Piera e Emanuele Levi Montalcini sono i figli del fratello della scienziata italiana. Quando sua moglie è deceduta, ha lasciato nel testamento a Emanuele le quote della società di cui era l’unica beneficiaria economica. Con una clausola precisa: l’appartamento al secondo piano andava affidato in comodato d’uso a Piera insieme a una somma di denaro.

E allora perché lo sfratto, perché Piera ha aspettato di ritrovarsi in fretta e furia a riempire scatoloni e lasciar di corsa casa sua? Perché l’intestatario dell’appartamento risulta essere la figlia di Piera, Claudia Geromel Levi Montalcini. E da Zefora srl. fanno sapere che nel testamento di clausole con il nome di Claudia non ve ne è traccia. Un giudice risolverà la controversia.

Marcianise (Ce): Natale al Castello Appello ai commercianti

Marcianise (Ce): Natale al Castello Appello ai commercianti




L'Appello del Presidente dell'Associazione nonchè consigliere comunale, Antonio Golino:

Caro commerciante, esercente di Marcianise, questa non è la solita richiesta di contributo per un evento, di solito fine a se stesso, ma è la richiesta di collaborazione per rilanciare la nostra città e portarla nella collocazione, che merita di avere tra le città della Campania e quelle italiane.

Troppo spesso il commercio a Marcianise si piange addosso, lamentando la concorrenza e lo strapotere  dei grandi gruppi e delle multinazionali, che organizzandosi con grandi capitali in centri commerciali hanno vita facile ad attrarre clienti.

Non abbiamo le forze per combatterli sul loro terreno, ma se vogliamo, abbiamo l’inventiva, la cultura e la storia dalla nostra, che sfruttate nel giusto modo e convogliate nella fucina di ideee della nostra Associazione avranno potere attrattivo per il nostro territorio. 

Se vogliamo, che il marcianisano resti in città dobbiamo offrirgli la possibilità, di RESTARE, in città, questo è possibile solo offrendo quello che altri non possono offrire, la realtà della tradizione, al posto degli sterili modelli offerti dai centri commerciali.

Questo risultato si potrà ottenere rispolverando i luoghi, anche insoliti di Marcianise, guardandoli sotto un angolatura diversa e donargli la giusta collocazione nel nostro contesto. L’obiettivo è creare un modello, che si possa applicare a tutte le realtà della nostra città e di volta in volta attrarre anche dal resto della regione i potenziali clienti.

Non siamo pazzi, ma siamo avanti, siamo 4.0, e il futuro ci darà ragione La nostra Associazione non è nuova ad eventi di grande respiro, e oggi in collaborazione con il Comune e con chi vorrà aderire, ha deciso di rianimare uno degli angoli della nostra Marcianise, probabilmente più bistrattato e abbandonato, IL CASTELLO DI LORIANO, domani secondo il modello che ci siamo prefissi ci occuperemo di  altre  soluzioni e altri luoghi da rivalutare. 

Per realizzare queste idee abbiamo bisogno di te, ma in primis abbiamo bisogno, che tu creda in te stesso e nella nostra città. Non vogliamo che Marcianise diventi un DESERTO commerciale e  per non far morire le tante realtà commerciali che ancora sopravvivono si deve lottare, "adesso" è il momento per attivarsi sia fisicamente che economicamente, abbiamo bisogno di te e del tuo piccolo/grande contributo, per realizzare: "Il natale al castello".

Il Castello di LORIANO dal  16 al 26 dicembre diverrà il fulcro del Natale a Marcianise. Tra le mura dell’antico maniero, prenderanno vita un villaggio di Babbo natale, il percorso incantato, il teatro della Torre. 

L’interno del castello, verrà popolato, da Elfi e personaggi natalizi, i bimbi potranno spedire la loro letterina con posta privilegiata direttamente a Babbo Natale, che nel periodo di apertura dell’evento accoglierà grandi e piccini nella Baita del Natale. 

Un gioco di luci adornerà le antiche mura e le torri, mentre spettacoli vari, ogni giorno allieteranno i visitatori  secondo il ricco programma allegato. Un trenino farà porterà i visitatori in giro per la città, mostrando a tutti la nostra vera identità, la Marcianise che tutti vorremmo.  

Concludiamo ricordandoti, che questo non è un aiuto ad un Associazione, ma un investimento sul futuro della tua attività, che potrà attrarre solo facendo rete con altre attività e con il territorio, ti ringraziamo a nome della città per quanto vorrai contribuire.

Caivano (Na): Video Esclusiva / Angelino e Sirico: "Ricorsi al Presidente della Repubblica"

Caivano (Na): Video Esclusiva / Angelino e Sirico: Si ritorni subito alle urne Dissesto Finanziario? Siamo ricorsi al Presidente della Repubblica 



di Gaetano Daniele


Da sx l'Assessore ai Lavori Pubblici, Luigi Sirico
con il Neo Sgretario del PD, Antonio Angelino

Solo i cittadini decideranno le sorti del proprio Paese, Caivano. Dopo il Sindaco Simone Monopoli, l'assessore ai lavori pubblici di Afragola nonchè consigliere comunale nelle fila del Pd, Luigi Sirico, è l'unico politico più influente del Paese. Ci accoglie nella sua tenuta, stile rustico, a Caivano, in provincia di Napoli. E' una delle zone più colpite dal problema rifiuti, la cosiddetta Terra dei Fuochi, e non solo. Difatti, il Sindaco di Forza Italia, Simone Monopoli, dopo le numerose promesse avanzate in campagna elettorale, dal reddito di cittadinanza ai Droni, tanto per citarne alcune, inconsapevole, politicamente parlando, ha dichiarato il Dissesto Finanziario. Ma proviamo a sentire la denuncia in esclusiva del Neo Segretario del Pd, Antonio Angelino, che davanti ai lettori del blog il Notiziario, si impegna per istituire un fondo per le fasce più deboli, e appunto l'impegno del leader del Pd, l'assessore ai lavori pubblici di Afragola, Luigi Sirico. 


Parisi, disastro totale: quanto ha perso da quando è arrivato in politica

Stefano Parisi all'attacco: "La mia azienda punita perchè faccio politica"



«Io sono stato in Confindustria e ho una mia azienda», la Chili tv, piattaforma italiana di video on demand. «E da quando sono entrato in politica sto pagando anche dei prezzi ingiusti». Lo dice Stefano Parisi, intervistato nel videoforum di Repubblica.it. Durante la campagna elettorale per le Comunali a Milano, gli avversari avevano accusato Parisi di aver ricevuto un trattamento di favore dalla Regione Lombardia per un bando che finanziava aziende localizzate nel territorio. In realtà, ha spiegato recentemente l'amministratore delegato Giorgio Tacchia, Chili tv non ha ricevuto né il favore, né i soldi.

«Sono stati dati a 38 aziende, l'unica che non li ha ricevuti è la nostra», ha spiegato ad Affaritaliani.it. La giustificazione? Ufficialmente nessuna. La Regione non ha motivato. Ma è noto che i leghisti non amino il leader di "Energie per l'Italia". Il presidente della Regione Roberto Maroni, a Parisi, preferisce il suo rivale azzurro Giovanni Toti. Con lui e con Luca Zaia ha stretto un patto di collaborazione avviando un coordinamento amministrativo tra Liguria, Lombardia e Veneto. I tre governatori condividono anche una visione del centrodestra più classica, che non ha bisogno di uno che, da fuori, spieghi come si fa a vincere. Loro sono stati eletti con un centrodestra in formazione completa.

Stare uniti, dicono, è la sola garanzia di successo. Senza cercare jolly nella società civile. Quanto a Matteo Salvini, fin dall' inizio ha guardato con perplessità all' ascesa di Parisi, fortemente voluta da Silvio Berlusconi. Ed è difficile pensare che il leader leghista possa consigliare ai suoi assessori di favorire la creatura imprenditoriale parisiana. Che, però, ha raccolto importanti investitori stranieri e non può permettere di vedersi penalizzata per la scelta politica del suo fondatore. Fare causa alla Regione? «Ci sono gli estremi», ha detto Tacchia. «Il tema vero è che non vorrei ci fosse dietro una speculazione politica. Noi abbiamo bisogno che tutti quelli che lavorano con noi siano concentrati e tranquilli, e che non girino voci che possono farci male anche con le major a Los Angeles».

L'ex direttore di Confindustria ci tiene comunque a precisare che il suo caso è diverso da quello berlusconiano: Mediaset «ha pagato un danno» per la discesa in campo di Silvio, «perché loro facevano i tg, io non faccio quello, non ho nessun conflitto d' interesse, anzi il contrario». Le aziende, chiosa, «devono essere filo-governative, è giusto che lo siano».

Nel frattempo il manager prosegue il suo tour politico "Megawatt, Energie per l' Italia" lungo la Penisola. Oggi sarà ad Arezzo, sabato a Perugia. «Prima di parlare di toto-leader, il centrodestra va ricostruito. Il leader deve essere una persona moderata, con esperienza, che raccoglie la fiducia degli elettori. Oltre a lui, serve gente brava intorno». Parisi è in ballo, si candida: «Sì certo», assicura, «ho visto il consenso in giro per l' Italia, la gente vuole il cambiamento e tanti vorrebbero tornare a votare un centrodestra credibile».

Dopo il referendum, assicura, non c'è un Renzi-bis, né lo spazio per una collaborazione di governo allargata a Forza Italia: comunque vada, «vincano i Sì o i No, non si arriverà alla fine di questa legislatura». Le riforme vanno fatte sì, ma dando vita a «una Costituente che lavori si pochi e precisi indirizzi scelti dagli elettori». Secondo Parisi, il bipolarismo tornerà a essere tale quando i poli tradizionali sapranno offrire delle scelte valide ai rispettive elettorati: «Quando c' è un' alternativa vera di centrodestra e centrosinistra, i Cinque Stelle non arrivano al 10 per cento». Bisogna evitare che l' Italia finisca nelle loro mani, «sarebbe un grave rischio per l' economia e la società». Avere i grillini a Palazzo Chigi, un bel guaio. «Io credo veramente in un rischio se le forze antisistema dovessero arrivare a governare. Stanno dimostrando cosa sono a Roma e in tutti i Comuni in cui governano hanno dei problemi. Non hanno una cultura di governo e aumenterebbero la spesa pubblica in modo drammatico».

Renzi, quella verità inconfessabile "Sì" o "No", ecco i veri numeri

London School: vittoria netta del No al referendum



Vittoria netta del No al referendum costituzionale: 92,3%. E' il risultato che prevedono due politologi dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze in uno studio pubblicato sul sito Europpblog, della London School of Economics. Sondaggi alla mano, gli studiosi mostrano che il Sì, partito vincitore dopo l'approvazione della riforma di circa un terzo della Costituzione, sia piano piano precipitato.

I politologi James Dennison e Jonas Bergan Draege, riporta Repubblica, hanno raccolto i sondaggi sul voto di dicembre pubblicati negli ultimi due anni e mezzo: "Se si guarda soltanto ai sondaggi di ottobre e si ignorano gli indecisi, c'è una probabilità del 92,3% che il no sia in vantaggio", spiega Dennison. I due precisano però che il loro lavoro è soggetto ad ampi margini di incertezza, primo fra tutti la percentuale di indecisi. 

Non solo. Dennison e Draege credono che Matteo Renzi sia ancora in grado di recuperare lo svantaggio se riuscirà a concentrare la comunicazione sui contenuti della riforma e non sul suo futuro politico. "La personalizzazione del voto dell' inizio della campagna è stata un grave errore" dice Draege: "Il fronte del Sì sta provando a superare questa strategia e questo potrebbe aiutarli".

giovedì 3 novembre 2016

Il marchio di moda che non vedrete più Debiti per decine di milioni / Guarda

Stefanel affoga nei debiti: il marchio rischia di sparire per sempre


di Nino Sunseri



Le speranze di Bepi Stefanel per il momento sono andate deluse. Il cavaliere bianco su cui molto aveva sperato per salvare il gruppo di famiglia non c'è o comunque non si è ancora palesato. Così all'imprenditore veneto non è rimasto che chiedere l' ammissione al concordato preventivo «in bianco» o «con riserva». È la procedura introdotta da Corrado Passera quando era ministro dello Sviluppo economico e che riflette il "Chapter 11" molto utilizzato negli Usa per risolvere le crisi aziendali. Consente di proseguire la produzione congelando i debiti. Nell' attesa, naturalmente, di trovare un accordo con le banche.

Piazza Affari, ovviamente non ha apprezzato l'annuncio del concordato preventivo tanto che il titolo ha perso circa il 40%. Meno di una settimana fa le azioni Stefanel erano balzate su voci di un passo indietro da parte della famiglia. L' indiscrezione, ripresa da Libero era stata smentita lasciando intendere la volontà di Giuseppe di restare al suo posto.

Fonti vicine al gruppo avevano fatto trapelare l'esistenza di trattative piuttosto avanzate per l'ingresso di un cavaliere bianco. Se il negoziato fosse andato a posto Giuseppe Stefanel avrebbe tenuto una quota (probabilmente vicina al 30%) lasciando ai nuovi soci spazio attraverso un aumento di capitale. La trattativa, se c' è, non si è ancora conclusa e purtroppo non chiaro se si concluderà mai.

Non si può dire che la famiglia Stefanel non abbia fatto di tutto per salvare l'azienda fondata da Carlo negli anni '50 con l' etichetta "Maglificio Piave". In sei anni ha fatto due aumenti di capitale e tre ristrutturazioni del debito. Sforzi, però, che non sono serviti a uscire dai guai. Nel frattempo sono state effettuate vendite importanti come quello di Nuance.

Complessivamente i debiti sono scesi da 160 a 85 milioni ma non è bastato. Non a caso la società di revisione non ha certificato la semestrale non essendoci i presupposti per la continuità aziendale. Non solo la perdita netta consolidata a giugno è stata di 13,3 milioni, ma soprattutto non c' è più capitale dato che il patrimonio consolidato è ora negativo per 11,5 milioni. Di fronte a queste cifre le banche hanno puntato i piedi. La pazienza è molta, ma non infinita.

Le ristrutturazioni del debito alla Stefanel sono cominciate nel 2008 e al quarto giro la giostra si è fermata. I creditori hanno apprezzato gli sforzi ma ora basta. Hanno atteso l'arrivo del cavaliere bianco che, nonostante le promesse, non si è visto. Non è nemmeno detto che arrivi tanto presto. L'azienda ha una perdita strutturale che solo in questi ultimi mesi sembra sanata. Troppo breve il successo per trovare il compratore. Nel frattempo un altro pezzo pregiato del Nord-est si è avvitato nella crisi.

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Giovedì 24 Novembre, ore 12.00, Sala Metafora, il nostro prossimo evento, reso necessario dal delicato ed attuale tema affrontato: "REFERENDUM COSTITUZIONALE, Quali Prospettive?" L'evento, organizzato a pochi giorni dall'appuntamento elettorale di dicembre, vuole fare chiarezza su quelli che sono gli aspetti più rilevati della riforma, in modo imparziale, neutrale ed obiettivo. L'esercizio del Voto è un diritto ed un dovere civico e, pertanto, va esercitato con coscienza e consapevolezza .