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lunedì 17 ottobre 2016

Gay compra una pagina sul giornale per scrivere al Papa: "Caro Francesco..."

Gay compra una pagina su un quotidiano per scrivere al Papa



Una pagina su un quotidiano nazionale, per scrivere non una, ma tre lettere a papa Francesco. L'ha scritta un anonimo imprenditore veneto, attivo nel campo della ristorazione e dell'alberghiero e tra i leader di Confcommercio nella regione. Nelle lettere l'uomo, 58 anni, racconta la sua vicenda di omosessuale che ha sempre tenuto nascosta la sua natura, arrivando a odiare se stesso, fino al punto di scrivere un libro e raccontare tutto, facendo "coming out" (ma sul giornale non scrive la sua identità). Oltre a pubblicizzare il suo libro, l'uomo richiama la Chiesa a una maggiore apertura nei confronti degli omosessuali, perchè, scrive, tante forme di omofobia, di violenza, di chiusura, possano venire meno. Una lettera che, poco ma sicuro, l'atteggiamento anticonformista di Papa Bergoglio ha reso in qualche modo plausibile. Ma ve la sareste immaginata, anche solo pochi anni fa, quando in Vaticano c'erano Ratzinger o anche Giovanni Paolo II?

Bomba: "La manovra non passa" Renzi suicida, governo silurato

Manovra, l'ira di Bruxelles su Renzi: "Traditi sul deficit, Italia rischia l'infrazione"



Una manovra di mance elettorali che costerà carissima all'Italia. La scelta di Matteo Renzi e del suo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan di far salire il bilancio a 27 miliardi con un deficit al 2,3% ha provocato la reazione furiosa dell'Unione europea. Tradotto: la mossa a sorpresa di Palazzo Chigi rischia di far scattare la temutissima procedura di infrazione a Bruxelles.

È un retroscena di Repubblica a rivelare lo sbigottimento dei funzionari europei. "Se Renzi non abbassa il deficit entro 15 giorni la manovra verrà respinta e l'Italia finirà subito in procedura per debito e deficit", filtra dalla Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. La scommessa del premier è quella di riuscire a trattare sui decimi di punto con gli euro-burocrati, convinto che a cose fatte nessuno oserà dire no all'Italia. Ma stavolta, giurano, ha sbagliato i conti, in tutti i sensi.

Pià volte negli ultimi mesi i vertici dell'Ue hanno avvertito Renzi: basta flessibilità, già concessa nel biennio 2015-16 sotto forma di 19 miliardi, con la promessa di risanare i conti e portare il rapporto deficit-Pil dal 2,4% attuale all'1,4 per cento. Ma senza tagli strutturali, una vera ripresa, incentivi allo sviluppo sostanziosi e una reale spending review, l'obiettivo è impossibile. Renzi ha messo sul piatto le "spese straordinarie" dovute a migranti e sisma, un pacchetto da 1,6 miliardi come quantificato dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. "L'accordo raggiunto tra Juncker, Schulz, Moscovici e Renzi era al 2,2%. Una concessione già generosamente oltre le regole nonostante l'impegno preso per iscritto da Padoan a maggio e possibile solo grazie all'impegno di Juncker e Schulz, visto che Moscovici non sarebbe andato oltre il 2,1%. Ma ora è troppo, non ci sono margini", fanno sapere secondo Repubblica da Bruxelles. Una vera e propria bomba sul futuro del governo. La Commissione sarebbe pronta anche a togliere la flessibilità concessa per il 2015-2016 e senza quei 19 miliardi già utilizzati, l'Itali andrebbe verso un disastro finanziario.

Fo, la Rai e la telecronaca-vergogna: cos'hanno detto al Tg1 (delirio rosso)

I funerali di Dario Fo un caso politico: "75 minuti di delirio rosso sulla Rai"



Un funerale laico per Dario Fo davanti al Duomo di Milano, con  la Chiesa non  propriamente contenta. E in diretta tv sulla Rai, "75 minuti di delirio rosso" tra lacrime e pugni chiusi, pagati ovviamente da noi. L'evento di sabato mattina ha lasciato strascichi polemici, un po' per il tenore della cerimonia con il figlio Jacopo protagonista e, sul sagrato, una sfilata di politici (dalla sinistra ai 5 Stelle) e un po' per i palinsesti stravolti da viale Mazzini, tra Raiuno, RaiScuola, GR1 e Rainews. Come ricorda il Giornale, sul web non sono mancate le critiche: "Perché devo pagare il canone Rai per guardare i funerali di Dario Fo?", "Continua il delirio anticlericale di Dario Fo sulla Rai, mai tanto soddisfatto del mancato pagamento canone", con la telecronaca dell'inviata del Tg1 fin troppo entusiasta secondo molti. "Un grande, un genio, qualcuno che ha dato qualcosa a ognuno di noi. Oggi è un lutto ma mai così allegro, festoso, proprio come voleva lui", è uno dei passaggi finiti sotto accusa. E ancora: "Tantissime le sollecitazioni da Petrini, amici da sessant'anni insieme militanti comunisti contro tutte le povertà. Una vita passata in una militanza civile che non si può separare dal suo fare arte". Un finale in crescendo: "È un funerale paradossale, perché si sentono parole, ideali e valori che non si sentivano da tantissimo tempo, e tutto accade sul sagrato del Duomo, un paradosso totale che avrebbe divertito tantissimo Dario. Solo lui poteva far sventolare bandiere rosse e far cantare Bella ciao sul sagrato del Duomo. Vedremo adesso cosa farà Milano, perché il sindaco Sala ha ammesso che la città ha ricevuto da Fo più di quello che gli ha dato". E pazienza se molti a casa, nonostante il premio Nobel, non condividessero molte delle cose fatte e dette dal premio Nobel per la letteratura.

"Qui salta tutto". Appendino furiosa La sindaca vuole la prima testa / Foto

Chiara Appendino, prima grana: salta la mostra su Manet



Scoppia la prima grana per la sindaca di Torino Chiara Appendino, che fino qui, rispetto alla collega grillina Virginia Raggi, aveva fatto un figurone. E' quella della mostra di Manet, prevista alla Gam di Torino nell'autunno 2017. Terza di un ciclo dedicato ai maestri dell'impressionismo avviato dall'amministrazione Fassino. Quella precedente, su Renoir, era risultata con 300mila visitatori, la più frequentata d'Italia.

Ebbene, pare che la mostra, organizzata da Skira col museo d'Orsay di Parigi, non si farà. "Non abbiamo avuto contatti con la nuova giunta. Alle condizioni attuali quella mostra non si può più fare - spiega a "Repubblica" l’amministratore delegato di Skira, Massimo Vitta Zelman. - Non è facile produrre mostre a Torino, noi abbiamo potuto farle grazie all’impegno personale di Fassino, che ci supportava anche attraverso sponsor. Nessuna preclusione a proseguire in futuro la collaborazione su altri progetti, se la città ha ancora in testa le mostre".

A Palazzo di Città cadono dalle nuvole e la Appendino ora vuole le dimissioni di Patrizia Asproni, presidente di Torino Musei e addetta ai contatti con Skira. "Se fossimo stati interpellati - attacca - avremmo potuto dare il nostro sostegno a una mostra che avrebbe completato la serie sulla pittura impressionista". Ma la Asproni non ci sta: «Sono stupita della reazione di Appendino, non comprendo a quale mancata informazione da parte mia faccia riferimento. Ho personalmente chiesto di incontrare la sindaca immediatamente dopo la sua elezione e mi è stato concesso il primo appuntamento il 24 ottobre". Pare che la grana sia solo agli inizi...

IL MENU' DELLA PAURA Veleni e tossine: i 15 killer che portiamo in tavola

I quindici cibi stranieri che fanno male alla salute



La denuncia arriva da Coldiretti e riguarda una molteplicità di cibi che arrivano regolarmente sulle nostre tavole, ma hanno tutti una cosa in comune: arrivano dall'estero. Sia da Paesi cosiddetti del Terzo Mondo, sia da Paesi avanzati, ma dove le norme sono più lasche di quelle in vigore in Italia.

Come nel caso degli Stati Uniti, da dove arriva la gran parte dei pistacchi che importiamo, anche per fare i gelati: in questo caso, il "killer silenzioso" sono le aflatossine (micotossine prodotte da specie fungine appartenenti alla classe degli Ascomiceti, oppure da altre muffe, sono altamente tossiche e sono ritenute essere tra le sostanze più cancerogene esistenti), presente nei frutti secchi oltre i limiti considerati nocivi per la salute.

Ma il pericolo pubblico numero uno, per la quantità che ne viene importata in Italia, è la frutta secca turca (nocciole e mandorle sopratutto), che insieme alle arachidi cinesi hanno contenuti elevatissime di aflatossine. Al terzo posto nella classifica dei cibi stranieri da evitare ci sono le spezie dall'India (peperoncino) che contengono pesticidi oltre i limiti. Al quarto posto il pesce proveniente dalla Spagna (tonno e pesce spada sopratutto) dove sono stati riscontrati metalli pesanti in eccesso. Con la frutta secca dall'India(sopratutto semi di sesamo) si rischia la contaminazione da salmonella. Anche i pistacchi dall'Iran contengono elevate concentrazioni di aflatossine. Olive e Fragole dall'Egitto hanno pesticidi oltre i limiti. Metalli pesanti oltre i limiti ci sono nel pesce importato dal Vietnam. Pesticidi di troppo in paprika e peperoncino dall'India. Contaminazioni microbiologiche si sono riscontrate nei formaggi provenienti dalla Francia. Sostanze non autorizzate nel novel food dagli Stati Uniti. Contaminazioni microbiologiche nel pollame proveniente dalla Polonia. Broccoli e funghi dalla Cina, infine, contengono pesticidi oltre i limiti.

"I tempi più pericolosi per il mondo" L'esperto: nei primi 3 mesi del 2017...

Il politologo Usa: "Se vince la Clinton saranno i tempi più pericolosi dalla fine dell'Urss"



"se dovesse vincere le elezioni Hillary Clinton, i primi tre mesi del nuovo anno saranno i più pericolosi per il mondo da quando venticinque anni fa è crollata l'Unione Sovietica". A dirlo, in una intervista al Corriere della Sera, è il politologo americano Ian Bremmer. Secondo Bremmer, con la Clinton presidente "si aprirebbe una fase di grandi rischi e pericoli e i rapporti tra i due Paesi potrebbero scendere ai minimi". Questo perchè con Donald Trump alla casa Bianca sarebbe più facile trovare un accordo sui temi caldi dell'agenda internazionale: il magnate ha infatti già lasciato intendere di voler lasciare mano libera alla Russia in Ucraina e in Siria e di voler ridimensionare la Nato. Hillary, invece, sarebbe più interventista, persino più di Obama, secondo Bremmer: "Avrà più motivazioni, anche personali, per rispondere in modo deciso a eventuali incursioni degli hacker o a un eventuale escalation della presenza russa nelle zone calde del pianeta".

domenica 16 ottobre 2016

Caivano (Na): Antonio Angelino è il nuovo segretario politico del PD

Caivano (Na): Cambio al vertice Antonio Angelino è il nuovo segretario politico del PD


di Angela Bechis


Nella foto Antonio Angelino
Consigliere comunale e Segretario PD

Antonio Angelino, è il nuvovo Segretario del PD. Una citazione di Aldo Moro che auspica il rinnovamento e una mozione unitaria. Così il Partito Democratico di Caivano riparte da Antonio Angelino, giovane consigliere comunale d’opposizione in carica, eletto nuovo segretario della sezione, in occasione del Congresso cittadino di domenica 16 ottobre, alla presenza di cittadini e militanti, del segretario provinciale del Pd di Napoli, Venanzio Carpentieri, ed una folta rappresentanza del gruppo Pd in Consiglio Regionale e del gruppo Pd alla Camera dei Deputati.

E proprio la necessità di rinnovamento diventa il leit motiv della mozione presentata, durante la quale il neosegretario ha ribadito la necessità di dare nuova vita ai circoli locali, mettere in campo una rinnovata classe dirigente accanto a quella già esistente; elaborare un piano di sviluppo per la città, recuperando un rapporto con la cittadinanza che le restituisca la centralità che merita. Il passato ritorna nelle parole di Angelino ma, come spiega, “solo per utilizzare quel che di buono è stato fatto come punto di partenza, per poi proiettarci subito in una nuova dimensione, che passa attraverso la trasformazione e la riqualificazione, oltre che la valorizzazione e caratterizzazione del territorio”.

Rispetto all’amministrazione del indaco Monopoli, la linea del partito continuerà nella sua opposizione dura e cruda, promette Angelino: “Nel rispetto del mandato elettorale dei cittadini, controlleremo gli atti e porremmo tutte le azioni in essere per mostrarci un’alternativa valida al governo della città nelle prossime elezioni.”

“Il nostro territorio ha una vocazione industriale e agricola - ha continuato il neosegretario - questi potrebbero essere i punti di forza per una prima caratterizzazione territoriale che restituisca un’identità al nostro Comune, mentre l’azione politica locale vertirà sui punti cruciali, che ormai conosciamo bene: recupero di un dato civile di raccolta differenziata e di una gestione economico-finanziaria sana dell’Ente che ora è in dissesto.”