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giovedì 15 settembre 2016

Ventimiglia, umiliazione per i poliziotti: costretti a vivere con gli immigrati così

Ventimiglia, umiliazione per i poliziotti. Costretti a vivere con gli immigrati così



Bagni rotti, sporchi, sale d'attesa trasformate in dormitori. Ecco come sono costretti a lavorare i 55 poliziotti del commissariato della polizia di Stato di Ventimiglia. A denunciare la grave situazione di disagio e degrado al Giornale è il vicesegretario nazionale Mauro Armelao. Il commissariato è impegnato da oltre un anno nella gestione dell'emergenza migranti al confine con la Francia. "Lì vengono accompagnati ogni giorno i migranti, con ondate di 15 persone. Dormono all'interno della struttura, la sera si fanno i controlli, si prendono le impronte e si fanno le fotosegnalazioni. Solo il mattino seguente si fanno gli accertamenti sanitari, con il rischio che i poliziotti a contatto si ammalino. Basta anche una semplice faringite. Poi il giorno dopo i migranti vengono trasferiti a Taranto".

Così gli immigrati devono trascorrere la notte in caserma dormendo per terra o nel cortile interno: "Non ci sono i condizionatori - dice Armelao - quella struttura non va bene, va ristrutturata completamente e ha servizi igienici indecenti. I poliziotti lavorano 24 ore su 24 per fronteggiare l'emergenza profughi con caldo e puzza a non finire". Non ha senso poi "far dormire i funzionari aggregati con gli autisti negli alberghi a Imperia, a quasi 50 km da Ventimiglia". Spreco di tempo e di denaro.

Loris, l'appello disperato del papà "Vi prego, ho perso tutto...": rovinato

Loris, l'appello disperato del papà. La richiesta: "Vi prego, ho perso tutto..."



"Ho perso un figlio, la moglie e il lavoro. Aiutatemi". E' l'appello disperato di Davide Stival, il padre del piccolo Loris, ucciso due anni fa a Santa Croce Camerina, a soli 8 anni. "Devo crescere il mio bimbo più piccolo e non ho più niente" continua Stival, intervistato dal settimanale Giallo.

Stival lavorava come autista per il Comune di Vittoria ma il nuovo sindaco non gli ha rinnovato il contratto con l'intenzione di non fare favoritismi rispetto ad altre persone in difficoltà. Ora il padre di Loris chiede aiuto agli imprenditori della zona per trovare una occupazione. 

Davide ha poi risposto alle accuse della moglie, che in una lettera dal carcere lo attaccava: "Non sei un buon papà: sono andata in cimitero a trovare Loris. Il dolore mi ha assalita. Il mio più grande amore riposa in un luogo trascurato, nessuno gli lascia un fiore o gli fa visita in cimitero". Ma Davide respinge le accuse, sulla tomba del piccolo ci sono sempre fiori freschi.

Contratti illegali, tremano 11 big: i nomi di chi rischia il posto in Rai

Rai, la mannaia di Cantone: contratti illegali, tremano 11 big



La mannaia di Raffaele Cantone colpisce anche la Rai: secondo l'Anac, l'Autorità nazionale anti-corruzione, a viale Mazzini almeno 11 su 21 dirigenti scelti dall'ad Antonio Campo Dall'Orto avrebbero contratti irregolari e illegittimi. La loro nomina, secondo quanto riporta il Fatto quotidiano, sarebbe infatti arrivata dopo la norma che dal 26 gennaio 2016 impone procedure molto più rigide per le assunzioni. Norme non rispettate: nomina diretta, senza annuncio della posizione vacante per sollecitare candidature né confronto tra più profili. Il Fatto fa i nomi dei manager a rischio: il direttore finanziario Raffaele Agrusti, i direttori di rete "esterni" Daria Bignardi (Rai3), Ilaria Dallatana (Rai2), Gabriele Romagnoli (RaiSport) e Diego Antonelli (vice dell'informazione), oltre al consulente con contratto pluriennale Francesco Merlo. Nel mirino anche gli incarichi fiduciari trasformati in contratti a tempo indeterminato per aggirare il limite del 5% di dirigenti esterni sul totale di 252, contestato dall'Usigrai: così, per esempio, è stato assunto il conduttore di Politics Gianluca Semprini, già tempo indeterminato a Sky. Dall'Anac la palla passerà alla Rai, che dovrà scegliere cosa fare come successo in queste settimane al sindaco di Roma Virginia Raggi sulla sua capo gabinetto Carla Raineri. E intanto gli avvocati si scaldano.

La bomba, governo Monti indagato Ufficiale: "Così favoriva le banche"

Mario Monti, la bomba dei giudici: governo indagato, "così favoriva le banche"



Il governo di Mario Monti e due ex ministri dell'Economia sono sotto inchiesta. L'operazione derivati tra Morgan Stanley e il Tesoro chiusa tra il 2011 e il 2012 avrebbe provocato danni erariali per circa 4 miliardi di euro. La procura regionale del Lazio della Corte dei conti, dopo aver terminato la fase istruttoria, ha presentato alla banca Usa e ad alcuni ex dirigenti del Tesoro quello che in gergo si chiama l'invito a dedurre. Tra i nomi interessati dalla procedura ci sono Maria Cannata, attuale direttore del Debito, il suo predecessore Vincenzo La Via, Domenico Siniscalco, direttore generale del Tesoro poi passato proprio a Morgan Stanley e Vittorio Grilli, anche lui ex direttore generale del Tesoro. Siniscalco e Grilli sono poi diventati ministri dell'Economia.

In piena tempesta spread - L'istruttoria è stata avvita dalla Corte dei conti all'inizio del 2016. A far scattare la macchina della magistratura è stata la procedura che ha consentito a Morgan Stanley di chiudere anticipatamente, dall'oggi al domani, contratti stipulati con lo Stato italiano per un valore di 3,1 miliardi. L'operazione è stata resa possibile da una clausola, che permetteva appunto alla banca di recedere dai contratti stipulati nei primi anni del 2000, nel caso in cui si fossero verificate particolari situazioni. Clausola che l'istituto di credito ha deciso di utilizzare nel pieno della crisi del 2011, che ha portato lo spread italiano ha raggiungere numeri da capogiro, ottenendo 3,1 miliardi di euro. A questa cifra si dovrebbero poi aggiungere gli interessi, legati al costo del finanziamento che è stato aperto per coprire il buco creato, che porterebbero il totale a 4 miliardi di euro.

"Il governo favoriva le banche" - Nella relazione dei giudici si leggono accuse pesanti: i comportamenti del ministero a volte sembravano volti "unicamente e senza un valido motivo, a favorire" le banche. Si nota poi "l'anomalo collegamento tra i giudizi di rating e la formazione dei contratti di derivati, cui a volte consegue l'emersione di una situazione di conflitto d'interessi tra le società di rating e gli istituti bancari". Sullo sfondo, il caos politico che portò alla caduta di Silvio Berlusconi e all'arrivo del governo tecnico targato Monti, con l'occhio benevolo di Ue, Bce e Fmi.

Pazzesca rivolta dei sindaci grillini: questa foto lancia la rottura finale

La pazzesca rivolta dei sindaci grillini: questa foto lancia la rottura finale



L'incontro tra Virginia Raggi e Chiara Appendino pare avere avuto due effetti, uno d'immagine e l'altro programmatico. Il primo: far apparire la sindaca di Roma come subalterna alla più lanciata collega di Torino. Il secondo: saldare le fila tra le amministrazioni comunali grilline più importanti d'Italia (Nogarin a Livorno non è paragonabile e Pizzarotti a Parma è praticamente un separato in casa) in una clamorosa rivolta. Non contro Beppe Grillo, ovviamente, né contro il direttorio ma contro l'Anci, l'associazione dei Comuni che tra un mese dovrà indicare il nuovo presidente (quello uscente è Piero Fassino, sconfitto proprio dalla Appendino alle elezioni). Secondo il Corriere della Sera tra i grillini si sta facendo strada l'idea dello strappo istituzionale: i Comuni guidati dai 5 Stelle, insomma, potrebbero associarsi da loro per non dover sottostare a una struttura di fatto targata Pd. Per ora, il più restio alla mossa sarebbe Pizzarotti. Motivo in più per considerarlo di fatto fuori dal perimetro M5S.

Avere un buon controllo glicemico senza ingrassare e ok per il cuore

Salute Benessere e Diabete Avere un buon controllo glicemico senza ingrassare e ok per il cuore


Dott. Giorgio Sesti

Un farmaco antidiabete che non fa ingrassare e che fa bene al cuore. Lo dimostrano i risultati dello studio LEADER sul farmaco liraglutide - analogo al GLP-1 umano - che secondo Giorgio Sesti, ordinario di Medicina interna presso l'Università degli studi 'Magna Grecia' di Catanzaro, coordinatore di uno dei centri coinvolti nello studio “agisce sulla riduzione della glicemia e sulla perdita di peso, ma soprattutto contribuisce anche a prevenire le complicanze cardiovascolari e la mortalità nel diabete tipo 2. Cosa non da poco, se si considera che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in queste persone. Rispetto al placebo il farmaco riduce del 22% il rischio di morte per cause cardiovascolari, del 12% il rischio di infarto miocardico e 11% di ictus non fatali. Oltre che una riduzione del 15% la mortalità per tutte le cause.

Arrivano ora nuovi dati sull'associazione insulina degludec più liraglutide (IDegLira) presentati al 52° congresso europeo di diabetologia EASD in corso a Monaco, che dimostrano come IDegLira permetta, in pazienti con diabete di tipo 2 non controllato dalla terapia con insulina glargine 100U (20-50 unità), di raggiungere il target di glicemia a digiuno, senza episodi di ipoglicemia e aumento di peso, più frequentemente rispetto all’aumento del dosaggio dell’insulina glargine 100 U. Sono questi i nuovi dati dello studio DUAL V – IdegLira, messo a confronto con l’aumento del dosaggio di insulina glargine 100U, ha una probabilità 4,5 volte maggiore di raggiungere i target glicemici, senza episodi di ipoglicemia o aumento di peso, negli adulti con diabete di tipo 2.  

IDegLira è la prima combinzione di un’insulinaa lunga durata (insulina degludec) e un’agonista del recettore delGLP-1 (liraglutide), in singola somministrazione giornaliera, disponibile in Europa. L’analisi post-hoc dello studio di fase 3b DUAL V è stata condotta adottando il target di glicemia a digiuno di 7,2 mmol/L (130 mg/dl), per meglio riflettere la pratica clinica. I dati hanno evidenziato come gli adulti trattati con IDegLira abbiano una probabilità 4,5 volte superiore di raggiungere il target, senza episodi confermati di ipoglicemia e aumento di peso rispetto all’aumento del dosaggio di insulina glargine100U(41,4% vs 14,3%, p<0.0001). L’analisi ha inoltre dimostrato che un numero significativamente superiore di adulti raggiunge il target di emoglobina glicata (HbA1c) inferiore a 7%, senza episodi di ipoglicemia e aumento di peso, indipendentemente dal dato di partenza di HbA1c (inferiore o uguale a 7,5, tra 7,5 e 8,5 o superiore a 8,5%), sempre rispetto all’aumento del dosaggio di insulina glargine100U (51% vs 25%; 39% vs 11%; 32% vs 5%; p<0.005). Inoltre, sia la glicemia a digiuno sia l’emoglobina glicata hanno mostrato una riduzione significativa già dopo 4, 8 e 12 settimane dal passaggio al trattamento con IDegLira rispetto all’aumento del dosaggio di insulina glargine 100U, manifestando un miglior controllo glicemico in un tempo rapido dal cambio di trattamento. “Queste analisi dello studioDUAL V indicano che IDegLira è efficace nell’aiutare i pazienti a raggiungere il controllo glicemico, con minor rischio di ipoglicemia e di aumento di peso, rispetto all’aumento del dosaggio di insulina glargine100U, sulla base dei target usati nella pratica clinica – ha detto Ildiko Lingvay, Associate Professor of Internal Medicine and Clinical Science presso UT Southwestern Medical Center – I dati dimostrano un miglioramento nel controllo glicemico già dopo quattro settimane dall’inizio del trattamento”.

Rai, basta con gli stipendi da nababbi arriva il tetto massimo: ecco la cifra

Rai, basta con gli stipendi d'oro: arriva il tetto massimo 



L'aula del Senato ha approvato con 237 voti a favore, nessun contrario e un astenuto, l'emendamento del relatore Roberto Cociancich (Pd) sul tetto di 240mila euro annui agli stipendi nella Rai. "Ho presentato in aula un emendamento che estende anche agli amministratori Rai il tetto di 240mila euro per i dipendenti e consulenti del servizio pubblico. Ritengo che il testo possa raccogliere le sensibilità espresse oggi in aula, a cominciare da quella leghista, rappresentata dal senatore Calderoli" ha affermato in aula il relatore Cociancich. "La questione - ha sottolineato - è stata sollevata da Calderoli e ha avuto grande attenzione da molti colleghi: c'è dunque un sentire comune sulla possibilità che venga posto un limite alla retribuzione dei vertici della Rai e che trovi spazi all'interno di questo provvedimento. Il tema peraltro era stato sollevato dalla commissione di Vigilanza che, su iniziativa del Pd, aveva approvato all'unanimità una risoluzione che impegnava la Rai a valutare il tetto dei 240mila euro come limite massimo di remunerazione per i vertici". "Mi risulta che il cda della Rai stesse lavorando per arrivare a questo obiettivo e che il governo a sua volta fosse pronto a intervenire in legge di Stabilita in tal senso. Ciò non toglie che sia opportuno intervenire sin da ora nella legge di cui stiamo parlando" ha concluso l'esponente Pd. Il governo ha dato parere favorevole all'emendamento.