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sabato 30 luglio 2016

"È morta Anna Marchesini": dal Trio alla terribile malattia

"È morta Anna Marchesini": dal Trio alla terribile malattia



È morta Anna Marchesini. A darne notizia per primo è il sito della Nazione: l'attrice comica è scomparsa ad appena 63 anni, dopo una lunga battaglia con l'artrite reumatoide. Diventata famosissima negli anni 80 con il Trio insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi, era riapparsa in tv per l'ultima volta nel 2014, da Fabio Fazio.

Vi ricordate Aquilani? È in guai enormi: lo hanno rovinato, gli sequestrano le case

Vi ricordate Aquilani? È in guai enormi: lo hanno rovinato, gli sequestrano le case



Vi ricordate Alberto Aquilani, ex centrocampista di Milan, Juve, Roma, Fiorentina e nazionale? Bene, è in enormi guai. Il Fisco batte cassa: al giocatore oggi in forza allo Sporting Lisbona, su ordine della procura - rivela Il Messaggero - sono stati sequestrati due appartamenti. Il provvedimento arriva per la sua iscrizione nel registro degli indagati per il reato di evasione fiscale: l'indagine è scaturita da una segnalazione dell'agenzia delle Entrate, e gli investigatori nelle sue dichiarazioni hanno trovato un buco da un milione di euro.

Il sequestro preventivo è stato chiesto dal pm Musolino a garanzia dell'insoluto col fisco, e riguarderebbe una somma minore, pari a 400mila euro, quantificati in due piccoli appartamenti all'Euro e al Flaminio. La presunta evasione risalirebbe al 2009, quando il Liverpool acquisto l'allora promessa del calcio con un ingaggio da top player: il centrocampista non avrebbe denunciato parte di questo ingaggio.

Le pagelle alle 5 banche italiane: una di loro è la peggiore d'Europa

Le pagelle alle 5 banche italiane: una delle nostre è la peggiore d'Europa Ecco qual'è



Su 51 banche europee prese in esame dagli stress test della Eba, quella peggiore è un'italiana. Quale? Monte dei Paschi di Siena, che proprio ieri si è vista approvare dalla Bce il piano di salvataggio. In caso di choc congiunturale (Pil italiano in calo del 6% nei prossimi 3 anni, deprezzamento generale del valore delle case e innalzamento dello spread (il costo degli interessi sui titoli di Stato), Mps non reggerebbe l'urto a differenza degli altri 4 nostri istituti oggetto della severa verifica. Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Ubi sono state tutte promosse, con valutazioni superiori alla media europea e Intesa che, in caso di grave recessione, reagirebbe addirittura meglio.

Le pagelle delle italiane - Banca d'Italia parla di una "buona tenuta, nonostante la severità dell’esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni". In dettaglio, riferisce Bankitalia, per le quattro "promosse" l'impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione Eba. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l'impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali. Per Intesa il Cet1 (Common equity tier 1, il rapporto tra il capitale ordinario versato con le attività ponderate per il rischio, di fatto le risorse con cui l'istituto garantisce i prestiti ai clienti e i rischi dei crediti deteriorati) nel 2018 è del 10,24%, una delle meglio capitalizzate d'Europa. Unicredit è al 7,1%, Ubi all'8,85%, Banco Popolare al 9,05% e Mps ha un valore negativo del 2,44%.

La situazione di Montepaschi - Per Mps, sottolinea Via Nazionale, "circa la metà della complessiva riduzione di capitale registrata dal Monte dei Paschi è attribuibile alla diminuzione del margine di interesse; la restante parte è dovuta all'incremento delle deduzioni patrimoniali e delle perdite su crediti e alle svalutazioni sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio AFS. Per due terzi circa l'impatto a conto economico è dovuto alla riduzione del margine di interesse. In particolare, l'entità dello choc idiosincratico (pari a 220 punti base), commisurato al rating di partenza della banca (B-), è di gran lunga superiore a quello previsto per banche con rating migliori (25 punti base, per le banche con rating AAA), specie se si considera che tale choc produce i suoi effetti per tre anni consecutivi".

De Laurentiis sbotta contro Higuain: "Tutto ma non mi prendere per il c..."

De Laurentiis sbotta contro Higuain: "Tutto ma non mi prendere per il c..."



"Napoli si può tradire ma non prendere per il culo". Aurelio De Laurentiis sbotta contro Gonzalo Higuain, che ieri lo ha incolpato di averlo spinto a dire sì alla Juventus. Il presidente del club partenopeo replica pubblicando una lettera ai tifosi sul sito ufficiale nella quale accusa a sua volta l'attaccante argentino di "mancare di rispetto ai napoletani".

Nella missiva, De Laurentiis dice di volersi soffermare soprattutto sulla parte di conferenza in cui Higuain, "dopo aver detto che la Juventus è una grande famiglia e lui è felice di indossare la maglia bianconera, afferma che il motivo per cui ha deciso di andare in quella squadra sarebbe colpa mia". Poi, smonta la ricostruzione del Pipita: "Se il signor Gonzalo Gerardo Higuain era così indispettito dalla mia presenza, ha impiegato molti anni per capirlo, a meno che non sia una persona falsa o un ottimo attore. Ma escluderei quest’ultima possibilità: di attori me ne intendo", attacca De Laurentiis.

Scazzi, dettaglio inquietante 1 anno dopo: lo strano silenzio su Sabrina e cosima

A distanza di un anno...omicidio Scazzi, il dettaglio inquietante: il mistero di Sabrina e Cosima



La tragica vicenda di Sarah Scazzi non si è ancora chiusa, e tra ricorsi e ritrattazioni potrebbero esserci nuovi colpi di scena. Per ora, in carcere sono finite Sabrina Misseri, cugina della ragazzina di Avetrana, e la madre Cosima, condannate a fine luglio 2015. Ma quello che manca - a distanza di un anno - sono le motivazioni della sentenza, che, mano al codice, dovrebbero essere depositate dal Tribunale entro novanta giorni.

"E' passato un anno e non abbiamo ancora notizia delle motivazioni della sentenza di appello, siamo di fronte a una grave lesione dei diritti della difesa" dice a La Stampa Franco Coppi, celebre avvocato e difensore delle sue Misseri. "Dopo cinquant’anni di professione ne ho viste di tutti i colori, ma non mi era mai capitato di dover aspettare 11 mesi la motivazione di primo grado e adesso avere passato l’anno senza conoscere le motivazioni del secondo grado". Coppi rivolge un appello al Ministro della Giustizia Andrea Orlando perché valuti il caso, sostenendo che sia un'ingiustizia che due donne incensurate stiano in carcere quando sono accusate di un delitto che la stessa sentenza di primo grado definisce "d’impeto" e dunque pare improbabile una sua reiterazione.

Ma non solo. Coppi si scaglia anche contro il comportamento dei magistrati, sottoposti a una pressione mediatica pesantissima: "I giudici popolari vengono estratti a sorte e bisogna ragionare sul fatto che prima di entrare in Assise sono stati sottoposti al bombardamento dei processi mediatici dove ci sono addirittura magistrati che dicono la loro e ipotizzano ipotesi di colpevolezza e di innocenza. E questo è gravissimo".

In attesa che le motivazioni della sentenza vengano depositate, Coppi continua a logorarsi per un processo durissimo e rimane convinto dell'innocenza delle sue assistite, puntando il dito contro il reo-confesso, poi scagionato, Michele Misseri, zio della povera Sarah.

"Ora siamo pronti a tornare con te" Clamoroso ribaltone. E il Cav gode

D'Anna: "Siamo pronti a tornare con te". Clamorosa svolta, Berlusconi gode



Sarebbe pronta a ritornare dentro Forza Italia Ala, di Denis Verdini, che ora appoggia il governo Renzi. "Noi ce ne siamo andati da Forza Italia perché non esisteva più", spiega Vincenzo D'Anna, senatore verdiniano, a il Tempo, "ma c'era un gineceo che condizionava ed era utilizzato da Silvio Berlusconi per fare piazza pulita. Ora mi sembra che sia stato allontanato. Mancavano il leader che avevamo seguito, Berlusconi, e la linea politica che seguivamo. Per questo scegliemmo il male minore tra Grillo e Salvini, cioè Renzi. Se in Forza Italia dovessero cambiare le cose quella del ritorno in FI è una ipotesi che non mi sento di scartare".

Non sarebbe invece favorevole alla leadership di Stefano Parisi, il candidato sindaco di Milano, che ora il Cavaliere vuole alla guida del partito: "Non lo conosco, ma come tutti quanti gli altri deve la sua nomina alla scelta di una sola persona e questo in un partito politico non è auspicabile". Infine, su Angelino Alfano dice: "Fa un buon ragionamento quando si propone di mettere insieme l'anima moderata e liberale che era l'ossatura dell'anima di FI del 1994. Se dobbiamo ricostruire quel programma, con quella impostazione, facciamo bene a farlo. Il problema è la leadership. Alfano deve fare l'uomo di governo, la leadership politica è un'altra cosa".

"NO" E RENZI A CASA Lo scenario dopo l'estate: due nomi per Palazzo Chigi

No al referendum, Renzi a casa. Lo scenario: due nomi per Palazzo Chigi



Una sola cosa, al momento, è certa sul referendum costituzionale di ottobre: comunque finirà, non torneremo a votare. Almeno non subito. Se vincerà il no, sussurrano in molti nei Palazzi romani, il presidente Mattarella troverà il modo di sostituire il (si presume) dimissionario Matteo Renzi e garantire una transizione a Palazzo Chigi. L'obiettivo è un ritornello che si ascolta dal 2013: le riforme. Nel caso specifico, occorrerà rivedere la legge elettorale e poi, finalmente, si tornerà al voto. Magari nel 2017 o forse nel 2018, a scadenza naturale di questa tribolatissima legislatura. 

Il tecnico - Fuori Renzi, già, ma dentro chi? Il Giornale prova a fare due nomi. Uno è quello del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, candidatura giusta perché piace alla finanza e a Bruxelles e perché in qualche modo sarebbe anche un segno di continuità istituzionale. Padoan, suggeriscono, sarebbe un ottimo "scudo anti-spread" in quelli che si prevedono mesi caldissimi tra coda della Brexit e voti (euroscettici?) in Austria e Ungheria. 

La carta Inps - Più politici (e per questo osteggiati) Carlo Calenda, neoministro allo Sviluppo economico, Dario Franceschini, Graziano Delrio e Andrea Orlando, moderati e democratici. Ma siccome Silvio Berlusconi ha già precisato che se cadrà Renzi "faremo un governo di larghe intese", il secondo candidato forte al ruolo di premier potrebbe essere il presidente Inps Tito Boeri., che tra l'altro piace più degli altri alla minoranza dem.