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sabato 30 luglio 2016

Le pagelle alle 5 banche italiane: una di loro è la peggiore d'Europa

Le pagelle alle 5 banche italiane: una delle nostre è la peggiore d'Europa Ecco qual'è



Su 51 banche europee prese in esame dagli stress test della Eba, quella peggiore è un'italiana. Quale? Monte dei Paschi di Siena, che proprio ieri si è vista approvare dalla Bce il piano di salvataggio. In caso di choc congiunturale (Pil italiano in calo del 6% nei prossimi 3 anni, deprezzamento generale del valore delle case e innalzamento dello spread (il costo degli interessi sui titoli di Stato), Mps non reggerebbe l'urto a differenza degli altri 4 nostri istituti oggetto della severa verifica. Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Ubi sono state tutte promosse, con valutazioni superiori alla media europea e Intesa che, in caso di grave recessione, reagirebbe addirittura meglio.

Le pagelle delle italiane - Banca d'Italia parla di una "buona tenuta, nonostante la severità dell’esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni". In dettaglio, riferisce Bankitalia, per le quattro "promosse" l'impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione Eba. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l'impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali. Per Intesa il Cet1 (Common equity tier 1, il rapporto tra il capitale ordinario versato con le attività ponderate per il rischio, di fatto le risorse con cui l'istituto garantisce i prestiti ai clienti e i rischi dei crediti deteriorati) nel 2018 è del 10,24%, una delle meglio capitalizzate d'Europa. Unicredit è al 7,1%, Ubi all'8,85%, Banco Popolare al 9,05% e Mps ha un valore negativo del 2,44%.

La situazione di Montepaschi - Per Mps, sottolinea Via Nazionale, "circa la metà della complessiva riduzione di capitale registrata dal Monte dei Paschi è attribuibile alla diminuzione del margine di interesse; la restante parte è dovuta all'incremento delle deduzioni patrimoniali e delle perdite su crediti e alle svalutazioni sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio AFS. Per due terzi circa l'impatto a conto economico è dovuto alla riduzione del margine di interesse. In particolare, l'entità dello choc idiosincratico (pari a 220 punti base), commisurato al rating di partenza della banca (B-), è di gran lunga superiore a quello previsto per banche con rating migliori (25 punti base, per le banche con rating AAA), specie se si considera che tale choc produce i suoi effetti per tre anni consecutivi".

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