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lunedì 23 maggio 2016

Ercolano (Na): Rissa al Bingo Poseidon Sfiorato il peggio

Ercolano (Na): Rissa al Bingo Poseidon Sfiorato il peggio


di Angela Bechis



E' successo sabato scorso al Bingo Poseidon di Ercolano in provincia di Napoli. Una rissa tra coniugi. Il movente sempre lo stesso. Malati di gioco d'azzardo. Quando pur di continuare a sognare e sperare in una folle vincita si è disposti a fare tutto. A tutto. Neppure a pagare bollette della luce e del gas. La storia riguarda una coppia di mezza età di Ercolano, dove il lui della coppia, passa le intere giornate tra sale slot e appunto, al Bingo Poseidon di Ercolano. 20, 50, 100 euro al giorno da dividere sapientemente tra slot e cartelle al bingo, comunemente chiamata Tombola. Famiglie alienate, gente che si isola, a volte o spesso fanno la fortuna di questi imprenditori. 

E' sabato, uno come tanti, si reca al Bingo per la sua dose quotidiana (ludopatia). Da indiscrezioni non versa lo stipendio alla moglie. Cerca il botto, o più che botto, di giocare, vuole e cerca disperatamente la sua dose quotidiana. La serata però è nera, come sempre, come si può pensare di vincere in un Bingo dove solo di spese supera le 10 mila euro. Utopia. Sì, qualcuno vincerà, forse chi il giorno prima ne aveva persi il triplo. Insomma, pura illusione. 

Così, la donna si reca al Bingo Poseidon intorno le 16.00, lo trova al solito posto. Alla macchinetta a giocare. Lei lo chiama, il marito reagisce spingendola. Insomma, alla fine i due vengono allontanati dalla sala. Chissà se i gestori del Bingo Poseidon faranno rientrare la persona che alcuni giorni prima ha causato la rissa all'interno della struttura. 

L'Avvocato Risponde "I Diritti del Convivente"

L'avvocato Mario Setola risponde a Bartolomeo, 34enne di Casoria in provincia di Napoli

Avv. Mario Setola

Domanda

Egregio avvocato, mi chiamo Bartolomeo, ho 34 anni e scrivo da Casoria. Convivo con la mia compagna di 30 anni da circa 3 anni e mezzo.  Insieme abbiamo comprato casa,   ma le cose non stanno andando come dovrebbero. Non abbiamo figli ed io mi sto innamorando di un'altra persona. Il mutuo e la casa sono intestati ad entrambi ed abbiamo goduto delle agevolazioni sulla prima casa. La casa che abbiamo acquistato non è “nuova”, ma in precedenza era intestata ad altre persone. Vorrei sapere quali spese dovrei affrontare in caso di separazione. E' possibile che io mantenga la casa visto che la donna di cui mi sono innamorato ha una bimba di sei anni avuta da una precedente convivenza? Che cosa mi suggerisce?     




L'Avvocato Risponde:

Gentile Bartolomeo, la convivenza “more uxorio”(senza matrimonio) non ha alcuna rilevanza giuridica, non essendo prevista dalla legge; non ci sarà pertanto, un processo di separazione ed un giudice che assegnerà l'abitazione familiare ad un coniuge, addebitando la colpa della separazione all'altro coniuge. Non avete figli, quindi la questione non deve essere considerata attinente al diritto di famiglia. La circostanza che la tua compagna abbia avuto in precedenza una bimba, è assolutamente irrilevante, ai fini della nostra fattispecie. Focalizziamo l'attenzione sugli aspetti rilevanti della vicenda, tralasciando la questione della convivenza che, da un punto di vista giuridico, non ha nessuna importanza. Abbiamo due comproprietari al 50% di un immobile con uguali diritti; Purtroppo è irrilevante ovviamente ai fini giuridici, benché umanamente comprensibile, il fatto che fino a ieri volevate vivere insieme e che adesso non vi amiate più! I comproprietari sono ugualmente debitori, relativamente al mutuo richiesto, nei confronti dell'istituto di credito. La questione deve essere risolta, con un accordo tra i comproprietari (non esiste normativa in merito): un comproprietario deve acquistare la quota del 50% dell'immobile, dall'altro, accollandosi l'intero mutuo. Altra soluzione possibile: vendere l'immobile ad un terzo estraneo, trasmettendo a quest'ultimo il mutuo immobiliare. E' possibile inoltre, concedere in locazione l'immobile ad un terzo e dividere il canone di locazione al 50%, in attesa di venderlo (in questo caso però, perdereste i benefici della prima casa e l'Agenzia delle entrate vi chiederebbe la maggiore imposta dovuta con avviso di liquidazione). La decadenza dal beneficio “prima casa” comporta il recupero della differenza d'imposta non versata e degli interessi nonché l'applicazione di una sanzione del 30 per cento dell'imposta stessa.  Il giudice non può fare altro che farvi notare che la questione può essere risolta, soltanto dal buon senso delle parti in causa, non essendoci una legge che regola la convivenza “more uxorio”.  In ogni caso, per non perdere i benefici della prima casa, è necessario prendere in considerazione i seguenti aspetti giuridici. Il comproprietario che cederà la sua quota del 50% sull'immobile, all'altro comproprietario, dovrà entro un anno dalla vendita, acquistare una nuova abitazione con i requisiti della “prima casa”. Se l'immobile dovesse essere ceduto ad un terzo, entrambi i cedenti dovrebbero acquistare un'altra “prima casa”, entro un anno dalla vendita. Tutto ciò, per non perdere il beneficio fiscale richiesto. La normativa inoltre, prevede un credito di imposta per le persone che hanno ceduto l'abitazione, a suo tempo acquistata fruendo dei benefici previsti per la prima casa, ai fini dell'imposta di registro e dell'Iva, ed entro un anno dalla vendita, acquistano un'altra abitazione non di lusso, costituente prima casa. Per fruire del credito di imposta, è necessario che il contribuente manifesti la propria volontà, con apposita dichiarazione nell'atto di acquisto del nuovo immobile.  

Avv. Mario Setola – Esperto in Diritto di Famiglia 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it

"Il campionato di calcio truccato" Dieci arresti, coinvolto un campione

"Il campionato è truccato", dieci in manette coinvolto un big 



Un blitz dei carabinieri ha portato a sette misure cautelari nei confronti di affiliati alla cosca Vanella Grassi, ma anche alla scoperta di alcune partite del campionato di calcio di serie B della stagione 2013-2014, il cui risultato è stato alterato dal clan. In questo filone dell’indagine, ci sarebbero due persone indagate, di cui una è un calciatore che ora milita nella massima serie, però non raggiunto da misura cautelare. Le due partite, finite nel mirino del pm, sono state disputate a maggio 2014. Identificati, inoltre, i componenti della rete di affiliati vicina al baby boss Umberto Accurso, arrestato l’11 maggio scorso. 

L'intercettazione - "Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena", si sente dire da uno degli indagati nelle intercettazioni, in riferimento alle partite il cui risultato interessa alla cosca che venga alterato. La misura cautelare riguarda dieci indagati, sette per associazione a delinquere di stampo mafioso; una persona è indagata per favoreggiamento di uno dei capi del gruppo attivo nei quartieri  a nord del capoluogo campano; e due, appunto, per aver alterato i risultati di incontri di serie B a favore del clan, reati aggravati da finalità mafiosa. L’inchiesta ha individuato i capo piazza, i pusher, gli armieri e i distributori degli stipendi agli affiliati e ai familiari dei detenuti nel gruppo del boss Accurso. 

Lo schiaffo di Bersani alla Boschi: "Una sconsiderata e avventurista"

Lo schiaffo di Bersani alla Boschi: "Sconsiderata e avventurista"



E' durissima la risposta di Pier Luigi Bersani al ministro delle riforme Maria Elena Boschi che, intervistata da Lucia Annunziata, ha detto che i veri partigiani voteranno sì alla riforma costituzionale. "Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse arrivati a un governo che fa la supervisione dell’Anpi?", si chiede su Facebook l’ex segretario del Pd, "È evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista. In nome di una mezza riforma del Senato si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale. Ieri Renzi è stato alla Brembo. Spero si sia fatto dare un freno di quelli buoni. E che lo usi subito". 

Rivelazione bomba sui sondaggi: la frase che cambia tutti i risultati

L’esperto Pd rivela: i sondaggi di Roma costano poco, sono falsi


di Franco Bechis



Dopo avere letto l’ultima rilevazione sul comune di Roma che attribuiva più o meno ad alcuni candidati a poche ore da alcune loro affermazioni pubbliche, il deputato Pd Giacomo Portas (fondatore del movimento dei Moderati) nel cortile di Montecitorio è esploso: “Balle. Tutte balle”. E davanti a colleghi di partito si è lanciato un una lezione sui sondaggi. Lui è un tecnico, che prima di gettarsi in politica faceva proprio quel mestiere.

Utile starlo a sentire: “E’ impossibile fare sondaggi attendibili a poche ore da un fatto o da una dichiarazione. E poi da quel che mi risulta ormai si spendono spiccioli per ottenere quelle rilevazioni, che quindi sono fatte generalmente alla viva il parroco”. Secondo Portas per avere un sondaggio attendibile bisogna invece spendere molti soldi: “il costo minimo è almeno 40 mila euro a rilevazione. Per avere risposte attendibili bisogna fare una domanda e almeno altre sei o sette di verifica sulla veridicità della risposta. In quel modo la maggioranza di quelle ottenute si deve buttare via”.

“Faccio un esempio”, continua Portas, “tizio mi dice chi vota al comune di Roma. Gli chiedo chi aveva votato nel 2008, e lui mi risponde di avere votato 5 stelle, che non si erano presentati. La sua risposta è inattendibile, e va buttata via. Caio invece mi risponde che voterà Pd. Gli chiedo chi è il segretario del Pd, e non lo sa. Quindi mi ha detto una bugia prima. Via anche questa. Bisogna scremare molto, perché al telefono gli italiani sono bugiardi patentati. Ma scremare costa, e nessuno spende più. Risultato: non credete ai sondaggi, perché dicono balle”. Le diranno pure, ma il rischio è che quei risultati per quanto falsi diventino dopo un po’ più veri, perché orientano l’elettorato.

domenica 22 maggio 2016

SEMPRE E SOLO JUVE Il Milan è quasi perfetto, Morata lo manda all'inferno

Coppa Italia, la Juve vince ai supplementari: Morata frega un Milan quasi perfetto


di Claudio Brigliadori
@Piadinamilanese



La Juventus vince la Coppa Italia, al Milan non bastano 120' di orgoglio e cuore: finisce 1-0 ai supplementari, mister Allegri deve ringraziare il probabile partente Morata mentre Brocchi si congeda quasi nel migliore dei modi, perché le imprese stile Leicester accadono raramente, mai due volte in un mese. La Signora centra la vittoria numero 11, sofferta e forse ancora più gustosa a coronare l'ennesima doppietta. Per il Diavolo letteralmente rigenerato è invece difficile capire se si tratti di un punto di partenza, di arrivo o di semplice episodio. Alla fine il verdetto è impietoso: terzo anno di fila fuori dalle coppe europee, in Europa League ci va il Sassuolo.

Milan senza paura - Brocchi sceglie il 4-3-3 che nei fatti è un 4-5-1, con i terzini Calabria e De Sciglio in frequenti incursioni offensive, Montolivo e Kucka solido duo davanti alla difesa e Poli il più portato agli inserimenti centrali. Davanti Bonaventura a sinistra e Honda a destra cuciono le manovre ma Bacca, unica punta, riceve comunque pochi palloni. La Juve con l'ormai classico 3-5-2 ha un centrocampo quasi inedito, con Lemina e Hernanes al posto degli indisponibili Khedira e Marchisio. Sono proprio loro a soffrire di più, con Pogba ingabbiato e le due punte Dybala e Mandzukic troppo isolate. Il Milan fa il massimo, forse la miglior partita della stagione per corsa, determinazione e attenzione. La qualità non è eccelsa, ma basta per creare una manciata di occasioni buone (con Bonaventura e Poli, soprattutto) es sprecarle. Allegri nel secondo tempo non cambia la squadra, ma la mentalità dei campioni d'Italia è diversa: più aggressività, baricentro più alto anche perché il Milan con il passare dei minuti comincia ad avere il fiato corto. Il coraggio però c'è: niente barricate, Donnarumma è bravo in due occasioni ma i rossoneri non perdono mai la calma. A 5' dalla fine Brocchi mette Niang al posto di Poli, cambio non banale anche se di fatto il francese (assente da quasi 2 mesi per l'incidente d'auto) va spesso a fare legna a centrocampo sulla sinistra, permettendo a Bonaventura di accentrarsi di più. 

Morata-gol, decide la panca - Il francese non brilla, ma il Diavolo regge anche ai supplementari. Due palle gol: Montolivo sbaglia l'unica palla della serata, Mandzukic serve Pogba che al limite colpisce di destro, preciso ma non potentissimo, e Donnarumma devia. Dall'altra parte la Juve pasticcia in area e Bacca sfiora il gol dell'anno in rovesciata. Escono Hernanes e Montolivo (sfinito), dentro Morata e Josè Mauri, e anche questo illustra il "miracolo" di Brocchi, che quasi senza alternative fa soffrire una Juve che si permette di tenere in panca lo spagnolo, Cuadrado e Alex Sandro. E alla prima palla è proprio Morata a castigare il Milan, sbilanciato: cross in contropiede di Cuadrado, destro al volo dell'ex Real (e futuro?) e Donnarumma battuto. I rossoneri non ne hanno più, reclamano un rigore su Honda, gli animi si accendono (quasi rissa tra Morata e Mauri), Neto trema solo su un destro dal limite di Mauri. Restano i rimpianti: per questa sera e per quanto buttato via durante tutta questa stagione. 

Bersani spiazza tutti, la frase su Renzi Il Pd è sconvolto, non se l'aspettava

Bersani a sorpresa: Renzi, la riforma. La sua frase terremoto




"Il mio giudizio su questa riforma è che nella somma tra pregi e difetti è comunque un passo avanti, purché ci sia la legge elettorale per i senatori e mettendo a verbale che c'è un problemone che si chiama Italicum". Pierluigi Bersani, in una intervista a La Stampa, non risparmia critiche a Matteo Renzi ma si dice certo di una cosa: "Se Renzi perde il referendum non si deve dimettere. Trovo improprio che ci sia questo legame tra governo e Costituzione. Ma che precedenti stiamo costruendo? Diamo in mano la Costituzione al primo governo che passa? Finché ci siamo noi che siamo bravi e democratici bene, ma attenzione, guardiamo come è messa l'Europa. E chi è democratico tenga conto che ogni cosa che fa può essere un precedente. E ne stiamo accumulando troppi. Diciamolo chiaro ancora una volta: un voto sulla Costituzione non può essere né un referendum sul governo né il laboratorio di un nuovo partito".

Detto questo, continua Bersani, "chiedo a Renzi di rispondere alla seguente domanda: se un insegnante, operaio o costituzionalista, intende votare o lavorare per il no è un gufo, un disfattista, va buttato fuori dal Pd, non può candidarsi nel Pd? Deve rispondere, se no io mi ritengo libero". E ancora: "Invece di discutere di riforma del Senato qui si discute di come dividere l'Italia e far prevalere gli arcangeli sui gufi".