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mercoledì 11 maggio 2016

MILANO, SALA È INCANDIDABILE Scandalo e disastro, Renzi demolito

Milano, Giuseppe Sala è incandidabile. Scandalo e disastro: Renzi demolito



Giuseppe Sala, il candidato Pd (o meglio, il candidato di Matteo Renzi) a Milano non è candidabile. Ad oggi non può correre per Palazzo Marino. Un'ultima bomba su una già travagliata campagna elettorale, in cui ha visto il suo consenso ridursi di giorno in giorno, fino a subire il sorpasso, almeno secondo diversi sondaggisti. Ora, l'ultima bomba sganciata da Panorama in edicola domani, giovedì 12 maggio. Le dimissioni di Sala da commissario di Expo2015, secondo quanto riporta il settimanale, non sono mai state protocollate. Una circostanza che lo rende ineleggibile a Milano, oltre che incompatibile come consigliere di una società pubblica, come la Cassa Depositi e Prestiti, nella quale un posto in Cda dallo scorso ottobre.

La storia è un pelo intricata. Secondo quanto scrive Panorama, Sala il 28 ottobre 2015 ha firmato l'"autodichiarazione di compatibilità", necessaria appunto alla nomina in Cdp, affermando di non ricoprire incarichi politici nazionali. Falso: in quel momento, infatti, Sala era commissario straordinario di governo all'Expo, e questo lo rendeva incompatibile con il nuovo ruolo. Ma non è tutto: in seguito il candidato "preferito" da Matteo Renzi si è dimesso soltanto dal ruolo di ad della società Expo, atto annunciato il 18 dicembre 2016 e ratificato due mesi dopo, a campagna elettorale già in corso. Lo staff di Sala, interpellato da Panorama, si difende affermando che "le dimissioni inviate al cda di Expo lo hanno fatto automaticamente decadere anche da commissario".

Ma in base alla giurisprudenza le due cariche non cessano assieme. La volontà di terminare l'incarico da commissario, infatti, andrebbe comunicata al governo, e dovrebbe poi seguire un "atto di pari efficacia costituzionale" rispetto a quello d'incarico (poiché Sala è stato nominato da un decreto del presidente del Consiglio, un successivo decreto avrebbe dovuto notificare l'accettazione delle dimissioni, nominando contestualmente un nuovo commissario, oppure sopprimendo la carica). Panorama, infine, sottolinea di non aver trovato traccia del decreto necessario. Ma non è tutto, ecco l'ultima "bomba": per firmarlo, Renzi aveva tempo soltanto fino alla data di presentazione delle liste, l'8 maggio. Qualsiasi mossa successiva sancirebbe l'ineleggibilità dell'ex numero uno di Expo. Sala, dunque, non può correre a Milano.

La Boschi parla, poi succede di tutto Chi le fa il gestaccio (e cosa) / Guarda

Alla Camera succede di tutto: gestacci e insulti contro la Boschi e il governo



Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi annuncia la fiducia sulle unioni civili e alla Camera succede di tutto. Dopo l'intervento della Boschi, il capogruppo leghista Massimiliano Fedriga ha tuonato in aula: "Questo è il Parlamento dei servi della gleba, che applaudono all'annuncio della fiducia nella speranza di essere ricandidati". Va molto oltre Maurizio Bianconi (ex Pdl e Forza Italia, ora con i Conservatori e riformisti), che fa il gesto dell'ombrello alla Boschi già uscita. Per il grillino Alfonso Bonafede per il governo il Parlamento è semplicemente "uno zerbino su cui pulire i piedi".

Terrorismo, allarme anche a Cannes Evacuato il palazzo del Festival

Paura terrorismo a Cannes, evacuato il palazzo del Festival



È stato evacuato l'intero Palais du Festival a Cannes, alla vigilia dell'apertura dell'edizione 69. Una voce dall'altoparlante, in francese, inglese, tedesco, spagnolo e italiano, ha invitato tutti i presenti a uscire "senza fretta", adducendo "motivi tecnici". La questione sicurezza è uno dei temi forti di questa edizione e, naturalmente, subito si è pensato ad un allarme. 

"Una cosa così non s'è mai vista" Mister sondaggi: "Renzi è spacciato"

"Una cosa così non s'è mai vista". Mister sondaggi: "Renzi è spacciato"


Allarme rosso fuoco per Matteo Renzi: per la prima volta i "no" superano i "sì" nel referendum sulla riforma costituzionale sul quale il governo si gioca il futuro politico ("Se perde, mi ritiro", ha affermato da Fabio Fazio). È quanto emerge da un sondaggio Ixé, secondo il quale i "no" sarebbero in vantaggio con il 52%, contro il 48% favorevole al pacchetto di riforme.

Ma non è tutto. La situazione, per Renzi, è ancor peggiore rispetto a quella descritta dalle cifre. La ragione la spiega il presidente di Ixè, Roberto Weber: "Un mese fa i sì erano avanti di otto punti e ora sono sotto di due punti. È un totale ribaltamento della tendenza, un fatto che avviene molto di rado". E ancora, aggiunge Weber: "I no questa settimana stanno ulteriormente guadagnando terreno". La disfatta, per Renzi, sta per arrivare. E dunque anche l'addio.

martedì 10 maggio 2016

IL GESTO MALEDUCATO Sgarbo di Renzi a Mattarella La mossa che lo frega / Foto

Sgarbo a Mattarella, Renzi occupa anche Moro


Lunedì 9 maggio 2016, via Caetani a Roma. A 38 anni dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, sfilano le istituzioni davanti alla lapide che ricorda l’assassinio del leader Dc da parte delle Brigate Rosse. Arrivano le corone di fiori. E a sorpresa ne vengono appese tre. Una è del Pd di Matteo Renzi, che non avendo altro ormai da occupare, decide di occupare la memoria di Moro. La corona Pd viene messa infatti al centro, spostando quella del Quirinale con uno sgarbo che non ha precedenti nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Spostata sul lato anche la corona inviata dal presidente del Senato, Piero Grasso. Quasi ne avesse avuto il presentimento, Mattarella ha preferito evitare l’umiliazione di via Caetani e l’esibizione muscolare del Pd, che più che partito della Nazione da quando c’è Renzi si sente Nazione stessa, istituzione sulle istituzioni come ai tempi di Benito Mussolini. Il Presidente della Repubblica ha preferito andare da solo con un’altra coroncina di mattino presto a ricordare Moro di fronte alla sua tomba, a Torrita Tiberina, dove si è fermato a lungo a pregare.

Gomorra 2 è tornato: la serie è una bomba Ecco perché è ancora più cattivo di prima

Gomorra 2 è tornato: la serie è una bomba Ecco perché è ancora più cattivo di prima


di Fabrizio Biasin


Qui «no spoiler», alla faccia di chi vi vuole male. Stasera inizia la seconda stagione di Gomorra. Riassunti brevi di Gomorra per introdurre la cucaracha e far capire di cosa stiamo parlando a chi non sa, fa lo schizzinoso o si nasconde dietro alla scusa «io non lo guardo perché non capisco il napoletano stretto».

1) Gomorra è la storia di famiglie che ammazzano componenti di altre famiglie ma dicono sempre «stiamo senza pensieri». Curioso.

2) Gomorra ti spiega che la sete di potere ti porta a vivere un' esistenza di merda, perché magari sei pieno di quattrini ma ogni volta che giri l' angolo rischi di prenderti una revolverata in fronte. Meglio poveri senza revolverata.

3) Gomorra ti insegna che è meglio se uno guardandoti in faccia ti dice «sei uno stronzo», perché se invece ti dica «vieni qua, ti voglio bene» è certo che finirai morto ammazzato di una morte brutta.

4) Gomorra consiglia a tutti come fare fortuna nella vita: cerchi un posto dimenticato da Dio tipo «sotto un ponte di periferia», individui un piccolo cumulo di rifiuti, inizi a scavare. Le possibilità che tu possa riesumare diamanti, sacchi di soldi, mitraglie è elevatissima. Ergo, scavate.

5) Gomorra dà lezioni di comportamento per affrontare determinate situazioni della vita. Se uno ti sequestra o ti punta una pistola e ti dice «fai questo per me e poi ti lascio andare», sappi che ti sta dicendo una cazzata. Ti userà fino a quando gli servi e poi ti ammazzerà a sangue freddo senza tanti complimenti. Il consiglio è «fingi di obbedire e prova a tirargli un calcio nei maroni». Non servirà per salvarti ma almeno non morirai dopo avergli fatto un favore tipo scavare una buca enorme a mani nude.

6) Tutti si preoccupano che Gomorra possa dare il cattivo esempio ai giovani al punto che tuo figlio un giorno ti obblighi a bere un sorso di piscio per vedere se si può fidare di te. Mentre tutti in nome del «diciamo la cosa più acchiappa-consensi» condannano il realismo di Gomorra, Corona va al Costanzo Sciò truccato come la compianta Moira degli Elefanti e si prende gli applausi della folla. Siamo certi che tutto ciò sia più edificante?


LA STORIA

E, insomma, riparte la serie che ha sbriciolato record nell' universo mondo: la più vista in Italia, la più esportata all' estero, certamente anche la più criticata dai benpensanti. Due puntate su Sky Atlantic HD ogni martedì sera per provare a replicare il successo del capitolo 1.

Per raggiungere l' obiettivo i capoccioni di Sky e Cattleya, ben coadiuvati dal mammasantissima Stefano Sollima (regista ma ormai tuttologo), devono aver pensato: «Cosa facciamo, tiriamo il freno e viviamo di rendita o spingiamo sull' acceleratore?». Hanno infine deciso di dare una sontuosa sgasata). Eviteremo di dirvi cose sconvenienti e rivelatrici, ma sappiate che:

1) Genny Savastano (Salvatore Esposito) è il Jon Snow nostrano e, quindi, come ampiamente previsto e prevedibile tornerà in forze e talmente cattivo che quando lo incroci al buffet post-proiezione ti viene da dirgli «dopo di lei ingegnere».

2) Ciro Di Marzio (Marco D' Amore) è un figlio di zoccola bestiale e nella prima puntata realizza un atto di una crudeltà assai impressionante che però noi stessi vorremmo avere il coraggio di realizzare in alcuni momenti della nostra esistenza. Noi alla fine ci plachiamo perché in fondo siamo degli orsacchiotti, lui no perché è una iena.

3) Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) dopo essere stato liberato dai compari riparte dalla Germania. Non è felice: continua a ripetere che è un posto di merda, che fa troppo freddo, che vorrebbe tornare a casa sua. Saranno contenti i distributori tedeschi. 4) Salvatore Conte (Marco Palvetti), rientrato a Napoli dalla Spagna, si accaparra tutto il cucuzzaro della mala campana e a un bel punto dice una frase che da sola vale il prezzo del biglietto: «Da ora ognuno è padrone a casa sua: abbiamo creato gli Stati Uniti di Scampia e Secondigliano!», che detta così sembra un' intelligente forma di federalismo e invece è un modo per produrre altre vedove e orfani a chili.

5) Tale Scianel (Cristina Donadio) e tale Patrizia Santoro (Cristiana dell' Anna) sono le due new entry femminili della serie. Sono buone? Addolciscono il tutto? Danno un tocco di rosa al prodotto? No, sono fetenti e cattive come la peste petecchiale.

Domandoni da un milione di euro: è più bella la prima o la seconda serie? E cioè, siamo in presenza di un Secondo tragico Fantozzi (degnissimo erede del primo capitolo) o de L'allenatore nel Pallone II (colossale boiata)?

Le prime due puntate ci fanno propendere per la prima opzione: se possibile c' è ancora più cattiveria, più credibilità, più sfrontatezza nella scrittura dei testi, vero punto di favore di Gomorra rispetto ai «fratelli minori» del Marseille targato Netflix, che a libro paga avranno anche Depardieu ma non il coraggio di rappresentare le cose per quello che sono, ovvero brutte e cattive.


LE NOVITÀ

Ultime due questioni da chiarire prima di lasciarvi alla meritata visione:

1) i fondamentali (e fenomenali) sceneggiatori stanno già completando la scrittura della terza e quarta serie per non lasciar passare troppo tempo tra la fine di un capitolo e l' inizio dell' altro.

2) Alla presentazione c'era nientemeno che Roberto Saviano, ispiratore di tutto il cucuzzaro grazie al libro che tutti conosciamo e ormai vecchio di dieci anni. Ha detto un sacco di cose tipo «in Sudamerica i giovani scrittori stanno studiando il metodo Gomorra per raccontare le loro realtà».

Forse andava citato prima per non passare per quelli che non citano Saviano ma, per quanto «realistica», qui stiamo parlando di una serie tv in 12 puntate utile sì a spiegare l' amara realtà, ma ancor più utile per fare il fenomeno sul divano con tua moglie («comunque io una volta sono andato a Scampia da solo perché volevo vedere com' era». «Ah sì? Bene. Vai giù tu a portare la spazzatura?». «Ehm, è molto buio amore, faccio domani mattina...»).

Vertice Bersani, Letta e Prodi che cosa hanno detto (su Renzi)

Incontro tra "reduci": Bersani, Letta e Prodi 


Proprio mentre la minoranza dem si scaglia contro il "bullismo anagrafico" di Maria Elena Boschi a Bologna si sono incontrati Romano Prodi, Enrico Letta e Pier Luigi Bersani, un appuntamento per celebrare,  spiega il Corriere della Sera, "l'incredibile attualità" di Beniamino Andreatta, padre del defunto centrosinistra. Nel celebrare la teoria politica di Andreatta non è difficile cogliere un affondo contro Matteo Renzi. Il primo a parlare è Letta che ai suoi giovani alunni della sua Scuola di politiche intitolata ad Andreatta, dice: "La politica è il noi, non è l' io. Non è questa ipertrofia dell' ego".  Quando da Roma arriva la notizia che Renzi ha chiesto una moratoria sulle polemiche e ha chiamato tutta la sinistra a raccolta, l'ex premier Letta osserva: "Ritengo sbagliato fare di questo referendum una specie di armageddon. È una cosa che farà del male alla riforma". Sulla riforma costituzionale, Prodi non parlerà prima della fine dell' estate: "Dirò la mia quando sarà il momento". Bersani si è già espresso a favore così come Letta, ma l' idea di un referendum pro o contro Renzi prorprio non gli piace.