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sabato 7 maggio 2016

Bollo abolito, stangata sulla benzina I calcoli: ecco chi viene massacrato

Bollo abolito, stangata sulla benzina. I calcoli: ecco chi viene massacrato


di Sandro Iacometti



Un altro taglio delle tasse a spese dei contribuenti. È questa la sostanza dell' annuncio fatto mercoledì da Matteo Renzi sulla possibile abolizione del bollo auto. L' idea non sarebbe il semplice azzeramento del poco amato balzello, ma lo spostamento del gettito da una voce all' altra del comparto tributario, nel caso specifica sull' accisa che grava sui carburanti. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, si tratta di «far pagare solo chi usa, consuma, inquina». Un concetto semplice, che diventa esplosivo se applicato alla realtà dei numeri e dei fatti. La massa da spostare è di 6 miliardi di euro e dovrebbe essere caricata su un gettito complessivo delle tasse sulla benzina che nel 2015 si è attestato a 35 miliardi. Per compensare le mancate entrate del bollo bisognerebbe aumentare l' accisa di 16 centesimi al litro.

Un balzello che si andrebbe ad aggiungere ad una selva di imposte (introdotte a partire dal 1935 e mai cancellate) che già paghiamo quando andiamo il distributore. Attualmente, compresa l' Iva, il peso del fisco è a quota 50 centesimi al litro.

Un salasso che non colpisce tutti nella stessa maniera. Al di là dell' inquinamento, infatti, c' è chi con l' auto ci lavora, come taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio e piccoli trasportatori. L' eliminazione del bollo non avvantaggerebbe queste categorie, così come non sarebbe conveniente per chi ha auto di piccola cilindrata. La Cgia di Mestre ha fatto due calcoli e ha scoperto che a guadagnare dalla mossa di Renzi sarebbero gli automobilisti che possiedono una vettura di grossa cilindrata e percorrono meno di 20mila chilometri l'anno. Tutti gli altri ci rimetteranno. Ma non è tutto. Invece di ridurre il peso del fisco sull' auto, che complessivamente nel 2014 ha pesato per 72 miliardi sulle tasche degli italiani, la mossa di Renzi potrebbe anche inasprire la tassazione. Il bollo, infatti, come ci spiega il Servizio politiche territoriali della Uil, costituisce l' 11,7% del gettito delle Regioni. E senza un' adeguata compensazione il rischio di un incremento dei balzelli locali è dietro l' angolo.

Per restare in tema, ieri il Mef ha diffuso i dati sulle entrate del primo trimestre, arrivate a quota 92,1 miliardi, con un balzo del 3,6% (3,2 miliardi) rispetto al 2015. E senza neanche gli incassi del canone.

Il Pd collassa sotto alle inchieste Renzi kaputt: sondaggio al tritolo

Il Pd collassa sotto alle inchieste. Renzi kaputt: sondaggio al tritolo per Renzi


Prima il caso dell'ex ministro Federica Guidi, poi l'iscrizione nel registro degli indagati del presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano, infine l'arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti (braccio destro dell’attuale vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini).  

Una dietro l’altra le inchieste giudiziarie che si abbattono sul Pd fanno perdere terreno a Matteo Renzi. Le indagini dei magistrati hanno un grande effetto sui consensi politici, e a registrare questo spostamento è l'ultimo sondaggio Ixé realizzato per Agorà. Ormai il M5S è a un passo dal Pd. Nel frattempo guadagna anche Forza Italia. Secondo le rilevazioni dell'istituto Ixè, quindi, il distacco tra Pd e Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,4 punti percentuali. Il partito di Renzi è passato dal 30,9% al 30,5%, mentre il Movimento 5 Stelle ha guadagnato un punto percentuale passando dal 27,1 al 28,1%.

Gli altri partiti - L’istituto di sondaggi evidenzia che il Movimento Cinque Stelle ha raggiunto il maggior numero di consensi mai raggiunto prima. La Lega Nord si attesta al 14,8%, Forza Italia cresce all'11,6%. Non solo il partito, ma anche Matteo Renzi ha perso un altro pesantissimo punto nella fiducia personale. Ormai è sceso al 26%. I tempi d'oro delle Europee, quando il premier riscuoteva consensi e voti, sono ormai lontanissimi. 

venerdì 6 maggio 2016

Dal Papa anatema contro la Merkel Quelle parole senza precedenti

Papa Francesco, anatema contro la Merkel. Critica senza precedenti: "Nonna sterile"


"La capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all"anima dell'Europa". Papa Francesco, ricevendo il Premio Internazionale Carlo Magno 2016 alla presenza di numerose autorità europee, attacca l'Europa e invita tutti a "uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente".

Il Papa parla di Europa come "famiglia di popoli, lodevolmente diventata nel frattempo più ampia, in tempi recenti - denuncia - sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall'illuminato progetto architettato dai Padri. Quell'atmosfera di novità, quell'ardente desiderio di costruire l'unità paiono sempre più spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile  e pensando di costruire recinti particolari". Tuttavia, continua il Papa "sono convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all'anima dell'Europa".

Bergoglio ricorda il suo intervento al Parlamento europeo: "Mi sono permesso di parlare di Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice".

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando


Il Big one, il terremoto devastante che si attende da anni in California, sta per arrivare. Il sisma di magnitudo 8 che potrebbe distruggere decine di città sembra più vicino, secondo gli ultimi studi sulla faglia di San Andreas. Riporta il sito 3bmeteo.it che l'annuncio è stato dato il 4 maggio durante una conferenza Nazionale sul pericolo terremoti che si è tenuta proprio a Long Beach.

Thomas Jordan, direttore del Southern California Earthquake Center, ha ventilato l'ipotesi che il Big one potrebbe partire dalla zona meridionale della faglia di San Andreas e propagarsi per centinaia di chilometri in direzione Nord-Ovest investendo anche Los Angeles. Questo perché l'ultimo grande terremoto del sud della California è avvenuto 326 anni fa a dispetto di un tempo di ritardo di 110 anni (terremoto di San Francisco del 1906) della zona settentrionale. In qualche modo ha detto Jordan, la faglia di San Andreas si è bloccata nella sua sezione più meridionale perché non si notano spostamenti apprezzabili che invece dovrebbero essere nell'ordine di circa 5 metri ogni 100 anni. Ciò indica un grave aumento della tensione.

Una valutazione preliminare parla di un sisma di almeno 7.8 gradi Richter della durata di due minuti in grado di causare oltre 1800 vittime e 50mila feriti con 200 miliardi di dollari di danni. Secondo Thomas Jordan le autorità devono sapere qual è il potenziale pericolo e cercare ove possibile di prevenire il disastro.

Fortuna, indagata anche la mamma L'accusa contro di lei: cosa ha fatto

Fortuna, indagata anche la mamma. L'accusa contro di lei: cosa ha fatto


Torna sull'omicidio di Fortuna Loffredo, la piccola di 6 anni violentata e uccisa a Caivano, la trasmissione La vita in diretta. La novità principale è l'indagine nei confronti della mamma della bambina, Domenica Guardato, indagata per incendio doloso, insieme ad altri sette membri della sua famiglia.

Secondo i carabinieri, due ore dopo la notizia dell'arresto di Raimondo Caputo (il presunto assassino), gli otto indagati avrebbero intenzionalmente appiccato il fuoco, con il lancio di una molotov, contro la casa dove vive Marianna Fabozzi, la compagna di Caputo. Fabozzi è stata arrestata ieri per aver violato gli arresti domiciliari ai quali era sottoposta poiché coinvolta negli abusi sessuali sulle sue tre figlie.

GOLPE 2011: LA SVOLTA La caccciata di Berlusconi? Clamoroso: chi è indagato

La fine di Silvio e l'arrivo di Monti: arriva una svolta clamorosa


Ricordate la lettera della Bce che portò alla caduta del governo Berlusconi? Ricordate l'operazione da sette miliardi di euro effettuate sui titoli di Stato italiani tra il mese di gennaio e di giugno del 2011? Ecco, adesso dopo quattro anni arriva una notizia che getta una nuova luce su tutta quella vicenda. La Deutsche Bank di Francoforte sul Meno è indagata per manipolazione di mercato dalla procura di Trani assieme all'ex management del gruppo. Stando a quanto riporta l'Ansa i militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, hanno compiuto sequestri di atti e mail nella sede milanese dell'istituto tedesco, in piazza del Calendario, e avrebbero ascoltato testimoni. Nell'ambito dell'indagine della procura di Trani, gli indagati per per manipolazione di mercato risultano cinque. Si tratta dell'ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, degli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-amministratore delegato uscente della Banca), dell'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e di Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Db. Da quella vendita 

Alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 dell'istituto tedesco, l'attenzione internazionale si concentrò sulla mossa di DB di ridurre l'esposizione sui titoli di Stato Italiani. In quella caldissima estate finanziaria il differenziale di rendimento tra Btp e Bund visse quella fiammata culminata ben oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti). 

La difesa - "Deutsche Bank sta collaborando con le Autorità in questa inchiesta. Nel 2011 la Banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi", questa la difesa della Banca tedesca. 

Spunta la patrimoniale nascosta Quanto si prende lo Stato dai conti

Tasse occulte: ecco come lo Stato ti prende i risparmi



Da quando la crisi imperversa gli italiani hanno un incubo comune e ricorrente: lo Stato che pesca a piene mani dai risparmi dei cittadini. Questo incubo è già realtà, e non tutti lo sanno. Senza ricorrere al prelievo forzoso dai conti correnti, lo Stato preleva ingenti somme dai risparmi dei contribuenti. 15,1 miliardi è la cifra che il governo ha ricavato tassando i depositi e gli investimenti degli italiani nel 2015. Una cifra in crescita rispetto al 2014 e che conferma l’escalation registrata a partire dal 2011, anno in cui il prelievo fiscale era meno della metà di quello attuale: 6,9 miliardi.

Lo rivela un’indagine condotta dal centro studi ImpresaLavoro per il settimanale Panorama. La cifra è il risultato di un mix di imposte su depositi e investimenti finanziari, che hanno subito repentini aumenti negli ultimi cinque anni. Per il 2016 è previsto un calo dei rendimenti di questi strumenti finanziari che si tradurrà in un calo del gettito proveniente dalle imposte per lo Stato, pari a un miliardo di euro. Questo potrebbe spingere il governo a compensare imponendo nuove strette fiscali su successioni e donazioni.

Imposta sostitutiva sui guadagni di natura finanziaria – È la componente più rilevante della tassazione esistente: da sola procura allo stato 10 miliardi di euro da quando, nel giugno 2014, l’aliquota standard è stata portata al 26 per cento (con la sola eccezione dei titoli di Stato, la cui tassazione rimane agevolata al 12,5 per cento). È anche il gettito fiscale più incerto perché dipende dall’andamento dei mercati finanziari e dalle politiche della Banca Centrale Europea.

Imposta di bollo su depositi e investimenti finanziari – Nata come bollo fisso di 34,20 euro l’anno, dal 2011 è stata trasformata in una patrimoniale "nascosta" che colpisce in misura proporzionale ogni strumento finanziario a eccezione di conti correnti, fondi pensione e alcuni tipi di polizze vita. Garantisce allo Stato 4,1 miliardi annui, una cifra dieci volte superiore rispetto al 2011, abbastanza da compensare altre imposte nel frattempo scomparse come l’Imu sulla prima casa.

La maggior paura degli italiani teme che, se il flusso di imposte sui risparmi dovesse ridursi, il governo ricorra al prelievo forzoso dai conti correnti, come avvenne nel 1992 con il governo Amato. Tuttavia, tale misura applicata oggi non frutterebbe al governo che 3,3 miliardi una tantum. Ecco perché le proposte d’intervento sono invece spostate su un ritocco dell’imposta di successione: raddoppiare l’aliquota, o addirittura triplicarla al di sopra di una certa soglia, e abbassare la soglia di esenzione (fissata a un milione per coniuge e figli), dimezzandola. La tassazione attuale frutta alle casse dello Stato solo 6-700 milioni annui, ma a Palazzo Chigi si sta lavorando a una proposta di legge che porterebbe l’aliquota fino al 45 percento. Nel calderone potrebbero finire anche le donazioni immateriali (come le licenze d’esercizio di farmacisti e tassisti) e le polizze vita.