Visualizzazioni totali

mercoledì 27 aprile 2016

Caivano (Na): Intervista a Mario Abenante (Attivista Movimento Caivano)

Caivano (Na): Intervista a Mario Abenante (Attivista Movimento Caivano)


di Gaetano Daniele


Mario Abenante

Incontriamo Mario Abenante, attivista del Movimento Caivano. Il loro non è un partito politico. Gli attivisti non si ispirano ad ideologie di destra o di sinistra, ma basano la loro forza sulle idee, e soprattutto sul fare, ciò che manca oggi ai partiti e alle Liste Civiche. 

Sig. Abenante, lei rappresenta il Movimento 5 Stelle?

No il Movimento 5 stelle non ha leader e noi a Caivano siamo un semplice gruppo di cittadini attivi che si rivedono nelle idee del Movimento

Cosa propone il suo Movimento?

Il nostro è gruppo di cittadini attivi, non è un movimento, siamo tutti attivisti che abbiamo il sogno e l'ambizione di portare la democrazia partecipata a Caivano, parole quest'ultime sconosciute da oltre 50 anni di malapolitica, siamo persone sveglie, stanche di delegare il proprio futuro a politicanti incapaci che si mettono in prima persona e indagano sulle cose che nel loro paese non vanno o appaiono sospette da incursioni clientelari, allo stesso modo vorremmo peró che tutta la cittadinanza attiva di Caivano si attivasse per vigilare meglio proprio quelle persone che con la scusa che nessuno li osserva, continuano a mangiarsi la città. 

Siete molto presenti sul territorio di Caivano, in ultimo avete denunciato con un video cantato i disagi che provano i ragazzi meno fortunati, come i diversamente abili. Ci dica qualcosa in più.

E' dal 1985 che non viene presentato un PUC (Piano Urbanistico Comunale) decente, quando poi esiste una legge che obbliga gli enti comunali a presentarlo in Regione ogni tre anni. Per non parlare di P.E.B.A. (Piano per le eliminazioni di barriere architettoniche) che in realtà a Caivano le amministrazioni precedenti e attuale, hanno dimostrato di non conoscere affatto, dal 1986 esistono leggi che obbligano gli enti ad abbattere le barriere architettoniche ma i comuni, tra cui Caivano, continuano a fare come se i diversamente abili non esistessero o fosse una categoria da non prendere in considerazione, il 6 Maggio all'Auditorium L.Milani faremo un evento, un agorà pubblica dove abbiamo invitato anche il sindaco, assessore al ramo e dirigente, per farci dire cosa hanno in mente a riguardo perchè i caivanesi di tutto questo sono all'oscuro e noi siamo sempre per la trasparenza.

Come reputa l'operato, fino ad oggi,  dell'amministrazione a guida Monopoli?

Per i cittadini caivanesi, oggettivamente, non è cambiato nulla, abbiamo una politica che continua solo a spartirsi ruoli nelle commissioni e poltrone tra gli assessorati, i problemi annosi di Caivano non vengono risolti, c'è un mistero sui lavori al Centro Storico di cui, noi, abbiamo chiesto un'interrogazione parlamentare, tramite il Sen. Sergio Puglia, c'è un altro mistero per quanto riguarda alcuni edifici costruiti grazie alla legge sul piano casa in housing sociale di cui la politica attuale non se ne sta affatto curando e chissà perchè, abbiamo le periferie piene di rifiuti speciali e tossici e diamo soldi a delle Guardie Ambientali inesistenti di cui, a detta del dirigente al settore ambiente, non possiamo sapere neanche chi sono perchè la loro identità è coperta da privacy e più volte abbiamo fatto appello al D.Lgs. 33/2013 il c.d. Decreto Trasparenza, ma questi continuano a fare come gli pare, aspettano solo i soldi che devono arrivare dalla regione per la videosorveglianza, ricordiamolo ci sono 500.000€ da spartirsi col Comune di Crispano di cui 31.000€ finiranno nelle mani delle Guardie ambientali a noi anonime. Per non parlare della viabilità, abbiamo detto prima della mancanza di PUC, ma anche mettere dei semplici segnali o fare delle strisce a terra non sarebbe male. e tanto altro che agli occhi dei cittadini caivanesi non viene fatto...

Cosa proponete voi all'amministrazione per migliorare Caivano nell'immediato?

Basta che l'amministrazione attuale prendesse in considerazione le nostre proposte fatte finora e vedremo già un miglioramento significativo. Il bilancio partecipato lei lo ricorda? Quella fu una nostra proposta che fu accolta dall'ex assessore al bilancio, che fine ha fatto e perchè? Abbiamo presentato una petizione per il miglioramento della viabilità in alcuni punti di Caivano ma niente, abbiamo denunciato l'indecenza e il mal costume che hanno i caivanesi nel parcheggiare le auto sui marciapiedi e anche lì, zero. Abbiamo presentato un regolamento contro la ludopatia per attenuare il problema della dipendenza dal gioco e dalle slot machine, ma questi sociologicamente non sanno neanche dove mettere le mani. Abbiamo proposto all'amministrazione, il 29 Giugno scorso di tagliarsi gli emolumenti per pagare i ticket mensa ai bambini meno abbienti, almeno per dare un esempio di taglio allo spreco, ricorda? Bene, si sono intascati 70.000€ di emolumenti tra maggioranza e opposizione. Purtroppo nella politica caivanese non c'è senso civico ma solo interessi personali e finchè il popolo non si sveglia e non agisce per conto proprio, mi spiace ammetterlo ma non cambierà mai nulla, noi siamo qui apposta per invitare tutti i cittadini caivanesi ad attivarsi politicamente se no è la fine per tutti.

Mentana, il sondaggio-mannaia: quel numero inquietante per il Cav

Il sondaggio di Mentana: due partiti salgono, due calano. E c'è un dato inquietante per Berlusconi



Crescono M5S e Lega Nord, calano Pd e Forza Italia. Il tradizionale sondaggio del lunedì di Enrico Mentana, condotto da Emg Acqa per il TgLa7, conferma i trend delle ultime settimane. I democratici calano dello 0,1 e oggi sono al 30,5%, con i 5 Stelle sempre più vicini al 27,6% (+0,3). Dietro, più staccati, Lega (14,9%, +0,2) e Forza Italia (11,9%, -0,3). Calano anche Sinistra Italiana (4,5%, -0,1) e Ncd (2,8%, -0,2) mentre Fratelli d'Italia resta al 4,4 per cento. 

Chi votano i "giovani" - Molto interessante lo studio su come votano gli italiani per fascia d'età. E qui il grosso campanello d'allarme è soprattutto per il partito di Silvio Berlusconi. Nella fascia 18-54 anni i 5 Stelle sono nettamente avanti (33,4%) rispetto a Pd (24,8%) e Lega (17%) mentre Forza Italia raccoglie appena il 9,1 per cento. Un po' meglio nella fascia degli over 55 anni, con il 15% rispetto al 12,% dei leghisti. A fare il pieno è però il Pd (36,7%) davanti ai grillini (21,3%). Il verdetto, dunque, è spietato: oggi, Forza Italia è avvertito come un partito "vecchio" che poco ha da dire e proporre alla fascia produttiva del Paese. 

Al ballottaggio - Altro dato importante, confermato. Il centrodestra unito andrebbe al ballottaggio per il 30,4% (in calo dello 0,2), davanti al Pd (30,1%) e ai 5 Stelle (28,8%, in aumento dello 0,3). Al ballottaggio, il Pd vincerebbe con il centrodestra (51%, in calo dello 0,7), mentre i grillini vincerebbero sia contro il Pd (52,3%, +0,3) sia contro il centrodestra (53,3%, +0,2).

Zamparini, il siluro sulla A: "Ci sono ombre". Qual è la partita sotto accusa

Zamparini, il siluro sulla Serie A: "Ci sono ombre". Qual è la partita sotto accusa



Duro affondo di Maurizio Zamparini all'indomani della 35esima giornata del campionato di Serie A. In una nota il Palermo sottolinea come "la lotta per non retrocedere è stata condizionata, in occasione della partita Carpi-Empoli diretta dall'arbitro Paolo Valeri (vinta 1-0 dagli emiliani, che ora hanno 3 punti in più dei siciliani nella corsa salvezza, ndr), da tre assurdi episodi» che il club documenta con alcuni fotogrammi sul suo sito. I rosanero mettono in discussione le decisioni relative all'espulsione di Mchelidze, un gol annullato all'Empoli e un "rigore non dato per trattenuta della maglia e successivo fallo di mano commessi da Poli ai danni di Pucciarelli". Il Palermo invita "la Procura a monitorare con la massima attenzione le prossime partite e tutti i protagonisti della lotta per non retrocedere, monitoraggio teso ad evitare simili episodi". Come riporta il club rosanero "il presidente Zamparini è molto preoccupato per episodi che si ripetono dall'inizio della stagione. Bisognerebbe prendere, pertanto, esempio dal campionato inglese. Egli invita il nostro Presidente Federale a documentarsi e prendere provvedimenti per il regolare svolgimento in futuro delle competizioni".

L'Egitto ci fa la guerra, colpo di scena: arrestato l'uomo chiave del caso Regeni

L'Egitto fa la guerra all'Italia: arrestato l'uomo chiave del caso Regeni



Inquietante arresto al Cairo dove a finire dietro le sbarre è un consulente della famiglia Regeni. A comunicarlo è il loro avvocato Alessandra Ballerini: "Particolare angoscia suscita l'arresto di Ahmed Abdallah, presidente del consiglio d'amministrazione della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf), ong che sta offrendo attività di consulenza per i legali dei Regeni".

I genitori di Giulio, continua la Ballerini, "alla luce anche del comunicato di Amnesty International", "esprime preoccupazione per la recente ondata di arresti in Egitto ai danni di attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti anche direttamente coinvolti nella ricerca della verità circa il sequestro, le torture e l'uccisione del figlio Giulio".

Il piano: "900 soldati italiani contro l'Is" Ma il governo frena sulla Libia, è giallo

Pronti alla guerra. Il piano di Renzi in Libia: l'Isis vicini ai pozzi petroliferi



I fiancheggiatori dell'Isis in Libia sono sempre più vicini alla conquista dei pozzi petroliferi. L'allarme è stato lanciato all'Onu dal Consiglio presidenziale del governo di Concordia nazionale, guidato da al-Sarraj ed è stato raccolto dai capi di Stato del G5, riuniti ad Hannover.

La minaccia - Secondo il rapporto del Noc, citato dal Mattino, verso i giacimenti libici sono diretti seguaci dell'ex regime di Gheddafi e gruppi ribelli africani, come quelli islamisti dal Sudan di Giustizia e ugualianza. Soprattutto i nostalgici di Gheddaffi sono i più temibili, sono le tribù dell'area di Sirte che godono di ampio sostegno militare da parte dello Stato islamico.

I giacimenti - Le minacce da parte dei militari islamisti riguardano meno le piattaforme petrolifere in mare, contro le quali sarebbero necessarie navi e mezzi più complessi per un assalto contro i sistemi di sicurezza che proteggono i pozzi. Di più però i pozzi su terra, nella zona del Golfo di Sirte e nell'entroterra, dove da alcuni mesi la Petroleum facilities guard, le guardie armate pagate dalle compagnie petrolifere, ha fronteggiato e respinto diversi attacchi ai depositi di greggio da parte dei jihadisti. Sotto schiaffo sono per lo più compagnie britanniche e francesi, più al sicuro l'Eni con i pozzi principali situati più lontano dall'area calda. Ci sono però tre punti più esposti di altri, come il terminal petrolifero di Melittah, a 20 km da Sabrata, già teatro di attacchi da parte dell'Isis. Uno scenario che non può lasciare indifferente tanto i Paesi europei, quanto direttamente l'Italia.

Il piano - E una risposta dal G5 di Hannover sarebbe in qualche modo arrivata. Obama, Merkel, Holland, Cameron e Renzi hanno concordato una sorta di via libera per intervenire con propri militari in Libia, ma solo con funzioni di protezione e addestramento dell'esercito locale. Il piano italiano dovrebbe coinvolgere circa 900 uomini, che saranno messi a difesa dei principali punti sensibili, compresi i pozzi petroliferi. L'ultima partita si giocherà in sede Onu, dove l'Italia si gioca la guida della missione internazionale. Se Roma incasserà quel ruolo, sarà però costretto a dispiegare il contingente più numeroso.

Dietrofront - Nella mattinata però è arrivata la secca smentita da parte del governo sul possibile dispiegamento di forze da parte dell'Italia sul territorio libico. "Si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento - hanno riportato alle agenzie fonti del governo - come peraltro si poteva facilmente evincere dal punto stampa del presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine della riunione del Quint ieri a Hannover. Nessuna offerta, dunque, a fronte di nessuna richiesta".

Marò, l'India "regala" l'estate a Latorre È guerra: nota di fuoco dall'Italia

Marò, l'India "regala" l'estate a Latorre. È guerra: nota di fuoco della Farnesina



La Corte supremo dell'India concede a Massimiliano Latorre di restare in Italia fino al 30 settembre 2016. Il fuciliere, insomma, resterà a casa fino alla fine della prossima estate: la decisione è arrivata al termine di una lunga udienza. Da par suo, il governo italiano ribadisce che in seguito alla decisione del Tribunale del Diritto del Mare considera sospesa e dunque priva di valenza giuridica la giurisdizione indiana sul caso. Sulla base di questa posizione, l'Italia, si legge in una nota della Farnesina, "ha anche presentato al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d'Arbitrato de l'Aja una richiesta di misure provvisorie per chiedere il rientro del Fuciliere Girone e la sua permanenza in Italia fino alla fine della procedura arbitrale. La decisione del Tribunale arbitrale è attesa nei prossimi giorni".

Il possibile nuovo presidente austriaco? Ha minacciato subito l'Italia (e l'Europa)

Migranti, l'austriaco Hofer minaccia l'Italia: "N'è scelta ai controlli al Brennero"



"Non ci sono alternative ai controlli" al valico del Brennero dell'Italia. Questa la posizione di Norbert Hofer, candidato vincitore del primo turno delle presidenziali austriache di domenica ed esponente di spicco della destra xenofoba dell'Fpoe. In una conferenza stampa Hofer ha spiegato che il fatto non lo rende felice ma si tratta di una mossa obbligata fino a quando non saranno rese sicure le frontiere esterne di Schengen: "A quel punto le misure temporanee potranno essere sospese di nuovo", ha spiegato riferito sia ai controlli al confine con l'Italia che a quelli decisi ieri con l'Ungheria. Hofer ha ottenuto al primo turno il 35,1% e dovrà vedersela al ballottaggio del 22 maggio con il verde Alexander Van der Bellen, che è giunto secondo con il 21,3%. Per la prima volta dalla nascita della Austria postbellica, nel 1945, il presidente non è espressione dei due partiti, i
Popolari ed i Socialisti che si sono alternati al potere.

Il precedente francese - In Austria la presidenza è una carica formale anche se eletta direttamente dal popolo ed ha il potere di sciogliere il Parlamento cosa che nell'eventualità - al momento possibile ma non certa - di una sua vittora potrebbe fare per liquidare il governo dell'attuale cancelliere, il socialista Wernen Feymann, autore negli ultimi mesi di un giro di vite con i profughi proprio per tentare di arginare il successo dell'estrema destra. Sulla carta ha più chance di vittoria Van der Bellen. Anche in Austria si potrebbe ripetere una conventio ad excludendum per fermare Hofer, facendo convergere sul candidato ambientalista i voti di tutti gli altri candidati delle formazioni di centro e di sinistra, come accadde nel 2002 in Francia con Jacques Chirac. Presidente uscente gollista (centro-destra) riconfermato al ballottaggio solo grazie al voto dei socialisti e degli altri partiti di sinistra per fermare il leader dell'estrema destra d'Oltralpe (Front National), Jean-Marie LePen, uscito a sorpresa secondo al primo tunro davanti al premier socialista Lionell Jospin.