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venerdì 26 febbraio 2016

Ronaldo viene umiliato in Vaticano: cacciato dal Papa (per due donne)

Ronaldo umiliato in Vaticano: cacciato dal Papa per colpa di due donne. Cosa ha combinato



Non è bastato essere Ronaldo Luís Nazário de Lima per saltare le guardie all'ingresso di piazza San Pietro e raggiungere Papa Francesco, che in effetti lo aspettava per un incontro già fissato da tempo. Il brasiliano è stato rimbalzato dai responsabili della sicurezza vaticana per colpa di due donne in sua compagnia, due signore vestite di bianco, non proprio il colore giusto per un incontro col Papa. Secondo il cerimoniale vaticano, infatti, il bianco è riservato a pochissime persone, una di queste è naturalmente il pontefice. E così il Fenomeno ha dovuto rinunciare, con enorme delusione.

Ahi, ahi, ahi, dottor Scotti: ora sono guai "Cinque anni di galera al boss del riso"

Ahi, ahi, ahi, dottor Scotti. Enormi guai per il boss del riso: "Cinque anni di galera"



Grossi guai, dottor Scotti: è stata chiesta la condanna a cinque anni di carcere per Angelo Dario Scotti, patron dell'azienda che produce riso. Nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Roma ipotizza il reato di corruzione, che si sarebbe realizzato con il pagamento di 100mila euro a due ex funzionari del Gestore servizi elettrici pur di non perdere un contributo di 7 milioni destinato all'inceneritore del Bivio Vela di Pavia, gestito dalla Riso Scotti energia, su cui erano state trovate irregolarità. La richiesta è stata formalizzata all'udienza di mercoledì mattina al Tribunale collegiale di Roma. È stata invece chiesta l'assoluzione per il reato di truffa.

Mario Giordano massacra la Madia: quanto paghiamo per lei (cifre folli)

Mario Giordano massacra la Madia: quanto paghiamo per lei (cifre folli)


di Mario Giordano



Il consulente per contare le rane verdi? L' abbiamo visto. Il consulente per censire i piccioni? Pure. E poi c' era quello per studiare l' insetto che distrugge le viti. Quello esperto in bande e pro loco (evidentemente specializzato in tromboni). Un consulente per dire che, se si spengono le luci in casa, si risparmia energia. Un consulente di sicilianità per affermare nelle scuole gli elementi costitutivi essenziali dell' identità siciliana. E soprattutto, somma meraviglia, abbiamo ammirato pure il consulente in risparmi, pagato decine di migliaia di euro per spiegare che lo Stato ha molti modi per ridurre le spese. Il primo dei quali, paradosso nel paradosso, è ovviamente ridurre i consulenti.

In effetti, in tutti questi anni, la Pubblica Amministrazione ci aveva abituati a ogni tipo di sperpero. Ora, però, con l' arrivo del ministro Marianna Madia ci siamo superati: le consulenze esterne, infatti, si sono moltiplicate come le avventure della sua amata Peppa Pig: +61 per cento in un solo anno. Proprio così: alla faccia della spending review, siamo passati da 737 milioni a 1 miliardo e 190 milioni, cioè 453 milioni di euro in più. 453 milioni di euro che anziché essere destinati ai poliziotti, ai rinnovi contrattuali o al miglioramento dei servizi, sono stati dispersi a pioggia nelle tasche dei sedicenti esperti. Che poi non è mai dato sapere se sono davvero esperti di qualcosa. A parte coltivare le giuste amicizie, s' intende.

Eppure ormai pendiamo dalle loro labbra. Ci avete fatto caso? Non ci sono mai soldi per nulla, ma per pagare un consulente spunta sempre il tesoretto garantito. Possibile che su 3 milioni di dipendenti pubblici non ce ne sia qualcuno esperto in bande o pro loco? O qualcuno in grado di dire che spegnendo le luci di casa si risparmia energia? Davvero bisogna ricorrere al parere di un esterno? E, dopo il consulente per le rane verdi e per i piccioni,per aumentare la spesa in un anno del 61 per cento (sessantuno per cento), che si saranno inventati nella Pubblica Amministrazione? Il consulente per pestare le zampette ai gufi? O quello per spennare i polli (pratica nella quale, per altro, sembrano già piuttosto esperti)?

Dall'Autan alle noci - O per mettere il perizoma al toro da monta? O per spalmare l' Autan alle zanzare? O per rompere le noci a Cip e Ciop? O un consulente per spiegare alla Madia le sue leggi, visto che spesso dimostra di non conoscerle?

In questo caso si tratterebbe di un consulente utile, sia chiaro. Non è detto, infatti, che tutti i consulenti siano da buttare. Non è detto che siano esperti soltanto nel togliere le occhiaie ai panda o a far la ceretta allo Yeti, per citare il mitico Bersani di Crozza.

Qualcuno, magari, ha conoscenze davvero utili e irreperibili in altro modo. Ma per un miliardo e 190 milioni di euro? E con un aumento del 61 per cento in un anno? Ma voi mi dite in quale azienda del mondo un dirigente si può permettere di aumentare, senza motivo, le consulenze del 61 per cento in un anno? Arriva il nuovo dirigente d' impresa: «Scusate, ho bisogno di aumentare le consulenze del 61 per cento». Oppure arriva il nuovo capo stabilimento: «Scusate, ho bisogno di aumentare le consulenze del 61 per cento». Immagino la risposta del buon senso: e lei che ci sta a fare, scusi? Sa fare il suo lavoro oppure è solo un selezionatore di esperti? Un distributore di gettoni? Un dispenser di contratti d' oro?

Nel caso si accomodi, possiamo fare a meno di lei… Lo stesso dovrebbe valere per lo Stato, anzi ancor di più visto che si tratta di soldi di tutti noi. Il dato sulle consulenze, riportato dallo stesso ministero nella sua relazione 2015 al Parlamento, si riferisce al 2014: non risulta che, nel 2014 rispetto al 2013, la struttura della Pubblica Amministrazione sia cambiata a tal punto da richiedere un intervento massiccio di consulenti esterni.

Risparmi un corno - O meglio, l' unico cambiamento rilevante è stato che all' inizio del 2014, a differenza che all' inizio del 2013, la Madia era ministro. Ma a questo punto, visto che ogni giorno si parla - e giustamente - di risparmi e strette e sacrifici nella Pubblica Amministrazione, a noi viene il dubbio: se con la Madia al ministero è necessario spendere 453 milioni in più di consulenze, anziché assumere nuovi esperti non sarebbe meglio licenziare il ministro? Se serve per prendere rapidamente una decisione, siamo disponibili a offrire consulenza. Gratuita, s' intende.

Bertolaso, disastro continuo. Sì, lo ha fatto davvero: che cosa ha scritto su Twitter. Scoppia un nuovo caso / Leggi

Bertolaso-disastro. Sì, lo ha fatto davvero: che cosa ha scritto su Twitter. Scoppia un nuovo caso / Leggi






Di ora in ora, il disastroso inizio di campagna elettorale di Guido Bertolaso s'arricchisce di nuovi capitoli. In particolare, su Twitter (guarda i cinguettii qui sopra). Già, perché il candidato sindaco di Roma prima sceglie il registro poetico: "I fori al buio, il Gra è al buio. Tutto è al buio. Bisogna riaccendere la luce". E fin qui, tutto bene (o quasi). Ma è un secondo tweet a scatenare le ironie della rete (e non solo). Dopo le violenze dei tifosi del Galatasaray in centro a Roma, Bertolaso tutti: "#Calcio. Se sindaco basta tifoserie organizzate straniere a Roma". Ecco, tralasciando la scelta dell'hashtag "#calcio", l'idea del candidato di vietare le trasferte delle tifoserie straniere nella Capitale strappa più di un sorriso: semplicemente, è impossibile. Forse, dopo lo scivolone sui rom "vessati", Bertolaso ha preso un po' troppo sul serio l'idea di mostrare il pugno di ferro...

La "festa gay" rovinata dai giudici Alfano indagato: il siluro e l'accusa

La "festa gay" rovinata dai giudici. Alfano indagato: il siluro e l'accusa



Nel giorno della vittoria de facto sulle unioni civili, a rovinare la festa di Angelino Alfano arriva un siluro da parte della magistratura: il ministro dell'Interno è indagato per abuso d'ufficio dalla procura di Roma. Un fulmine a ciel sereno che arriva a ora di cena. Il tempismo è perfetto: subito dopo la vittoria politica dei centristi, che hanno piegato e rimodellato il ddl Cirinnà, la stangata sul ministro. Nel mirino delle toghe ci finiscono anche il viceministro Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli, il presidente dell'università di Kore di Enna, Cataldo Salremo. Il reato, secondo l'ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato commesso lo scorso 23 dicembre, nel giorno in cui il Consiglio dei ministro approvò il trasferimento ad Isernia dell'allora prefetto di Enna, Fernando Guida.

Nell'avviso di garanzia si legge che Alfano e gli altri indagati risultano "sottoposti ad indagini per il reato di cui all'articolo 323 del codice penale, commesso in Roma il 23.12.2015". E ancora: "In data odierna questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati". Il provvedimento è firmato dal sostituto procuratore Roberto Felici e dal procuratore aggiunto Francesco Caporale.

Stando alle prime indiscrezioni, il prefetto Guida lo scorso 28 ottobre aveva avviato le procedure e gli accertamenti che si sono conclusi, dopo il suo trasferimento, con il commissariamento dell'università Kore. Dunque si arriva allo scorso prima febbraio, quando la prefettura di Enna con un decreto ha sciolto gli organi amministrativi dell'ateneo nominando tre commissari per un periodo di sei mesi, prorogabili. Si tratta del prefetto Francesca Adelaide Garufi e dei professori Carlo Colapietro e Angelo Paletta. La procedura era stata avviata dopo la proposta, avanzata dalla Fondazione per la libera università della Sicilia centrale Kore di modificare il proprio statuto.

Ecco come non pagare il canone Rai L'avvocato rivela la mossa vincente

Ecco come non pagare il canone Rai: l'avvocato rivela la mossa vincente



Nel 2016, tra pochi mesi, l'annunciata rivoluzione del canone Rai, che come è arcinoto, pur tra mille polemiche, è stato inserito nella bolletta dell'elettricità (a partire dal mese di luglio, forse, perché ad oggi ci sono parecchie incertezze sull'effettiva possibilità di riscossione). La più odiata delle tasse cambia pelle, e promette di farsi pagare da tutti quanti, o quasi. Peccato però che come spiega Panorama, in edicola con un lungo approfondimento sulla gabella, ci siano gli estremi per opporsi alla tassa.

Già, perché in primis il canone è un'imposta espropriativa (in pochi anni di pagamento l'ammontare dell'imposta pagata supera il valore dell'oggetto tassato). Inoltre, secondo più fonti ed esperti, non è legittima la pretesa di un pagamento inserito in una bolletta destinata ad altri servizi (nel caso specifico, l'elettricità). Vi sono poi altre, ed eterne, questioni tutte italiane. Per esempio la Rai è la sola tv pubblica sovvenzionata da una tassa a fare affidamento sulla pubblicità per una percentuale pari al 43% dei suoi ricavi. In Gran Bretagna, alla Bbc, è addirittura vietato fare pubblicità. 

Ed è in questo - avvelenato - contesto che si inserisce l'avvocato tributarista Luigi Piccarozzi, che annuncia di avere già pronti nel suo ufficio un centinaio di ricorsi contro il canone in bolletta. Un faldone pronto a trasformarsi in una vera e propria class action contro il pagamento dei 100 euro che scatterà, nei programmi del governo e di Viale Mazzini, nel mese di luglio. Insomma, ci sono gli estremi per una causa collettiva contro Viale Mazzini, e c'è da scommettere che saranno in molti a voler aderire all'iniziativa. Un'iniziativa che, assicura l'avvocato Piccarozzi, ha ottime possibilità di successo.

giovedì 25 febbraio 2016

SÌ ALLE UNIONI CIVILI Ma è caos per Verdini: "Renzi vada al Quirinale"

"Renzi vada al Colle". Verdini inguaia il governo con il voto sulle unioni gay




Unioni civili: un terreno minato per Matteo Renzi. Nel giorno del voto di fiducia al maxi-emendamento sul ddl Cirinnà - approvato con 173 voti -, scoppia l'ultimo caso: quello di Denis Verdini. L'ex forzista, infatti, ha annunciato il suo "sì", cambiando de facto la maggioranza di governo. E la minoranza democrat storce il naso, così come Forza Italia e Lega Nord alzano i toni, chiedendo a Matteo Renzi di salire al Colle in considerazione del fatto che la maggioranza è cambiata.

Durissimo Matteo Salvini: "Verdini e poltronari vari entrano al governo, ormai è un Parlamento vergognoso. Italiani, andiamo a prederli e chiuderli dentro il palazzo?". La difesa dei verdiniani è affidata a Lucio Barani, capogruppo di Ala, che si difende affermando che "non c'è alcun mercimonio politico. Siamo rimasti fedeli con estrema coerenza al patto del Nazareno, non ci iscriviamo al partito degli sfascisti".

Dunque, il pallottoliere. Secondo i conti Pd prima del voto, la maggioranza poteva contare su almeno 155 voti a favore. Dai centristi alleati, però potrebbero mancare alcuni voti, quattro o cinque, tra i quali quello di Carlo Giovanardi. Il M5s, da par suo, ha deciso di abbandonare l'aula. Le opposizioni, grillini compresi, si attestano sui 120-130 voti: se i 19 verdiniani avessero deciso di votare la fiducia, insomma, la legge sarebbe stata ugualmente approvata, seppur di poco.