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martedì 23 febbraio 2016

L'intervista al Ministro Enrico Costa: "Renzi, facciamo un nuovo partito" La proposta-choc"

"Facciamo un nuovo partito al premier" La proposta-choc del ministro a Renzi


intervista a cura di Pietro Senaldi



Certo ministro che lei è un portafortuna, il martedì pubblicano la sua nomina in Gazzetta Ufficiale e il mercoledì Ncd ottiene un notevole successo parlamentare…

«Non si tratta di fortuna ma di buonsenso. Sulle unioni civili il dibattito è molto acceso, con tesi contrapposte, lo stop alla legge Cirinnà era nelle cose. Mi auguro prevalgano i punti di condivisione e vengano accantonati quelli divisivi».

Si votano le unioni civili e lei è ministro agli Affari Regionali ma con delega alla Famiglia…

«Si tratta di una delega significativa, a cui il governo ha deciso di dare particolare importanza, perché le famiglie rappresentano la spina dorsale del Paese e meritano una politica organica che le sostenga. Le politiche sulla famiglia non si limitano al dibattito sulle unioni civili».

No, ma quelle allargano il concetto di famiglia alle coppie gay…

«È giusto il riconoscimento delle unioni civili e Area Popolare è favorevole. Presentai un progetto di legge già nel 2005 da consigliere regionale in Piemonte. Però le forzature non pagano e il flirt tra Pd e Cinquestelle è evaporato».

Renzi come Bersani, vittima dei grillini?

«I Cinquestelle sono stati coerenti: da sempre sono contrari a meccanismi che, pur legittimi, soffocano il dibattito parlamentare. Il Pd ha tentato la scappatella ma ripeto, forzare non paga: se i grillini avessero votato il canguro, lo avrebbero dovuto subire anche in altre occasioni».

Meglio così?

«Spero che sul tema Pd e Ncd possano trovare la sintesi. Per reggere all' urto della storia certe leggi non devono essere approvate con escamotage o numeri risicati ma vanno costruite su principi condivisi».

Il premier è tornato a Canossa sulla stepchild adoption?

«Quella sulle unioni civili è una legge importante. È naturale cercare un accordo tra forze affini, ci si confronta meglio. Il tema delle adozioni gay è oggettivamente divisivo nel Paese, in Parlamento e anche all' interno dei singoli partiti».

La Cirinnà ha dichiarato che sul no alla sua legge muore la sua carriera politica...

«Stimo la Cirinnà, perché ha svolto una battaglia a viso aperto. Non ha nascosto le sue convinzioni. Non dovrebbe considerare una sconfitta personale un accantonamento di punti divisivi del testo».

Però ha accusato i deputati cattolici del Pd di tradimento, nel partito volano gli stracci...

«Una dialettica fisologica quando si affrontano temi così significativi».

La sua legge era l' anticamera dell' utero in affitto?

«La stragrande maggioranza dei parlamentari respinge questa pratica e auspico che questa convinzione trovi riscontro in atti formali e parlamentari».

Vendola sta affittando un utero, il senatore Lo Giudice si vanta di averlo fatto. Non è legale…

«Sono un ministro, non ritengo di parlare dei singoli casi».

È una sconfitta anche della Boschi, che si è spesa per la legge?

«Quello della Cirinnà è un tema che impone una riflessione a tutto il Pd e non a caso il premier ha lasciato libertà di coscienza: un grande partito presenta al suo interno opinioni diverse. Il ministro Boschi ha la sua opinione, che ha espresso in modo trasparente. Sta al Pd trovare ora una sintesi, prima al suo interno e poi con Area Popolare, per un testo innovativo ma equilibrato».

Cosa farà per la famiglia?

«Sono ministro senza portafoglio, per cui cercherò di spendere i soldi degli altri ministri. La via maestra è la defiscalizzazione: chi ha figli non può subire lo stesso trattamento fiscale di un single».

I suoi incarichi cadono sempre su temi caldi: è stato capogruppo per Forza italia in Commissione Giustizia ai tempi dello scontro tra magistratura e Berlusconi…

«Mi sono fatto le ossa. Ogni seduta era incandescente. Ma ho imparato tanto, se si pensa all' autorevolezza dei personaggi che ne facevano parte: da Ghedini a Pecorella, da Paniz alla presidente Bongiorno».

Chi l' ha fatta disperare di più?

«Ero una matricola e non è stato facile. Avevo un po' di soggezione a chiamarli di continuo per le riunioni di Commissione. Ma non potevo farne a meno: avevamo un solo voto di scarto e dovevamo essere tutti presenti. Tutta esperienza».

Chiese di inviare gli ispettori ministeriali alla Procura di Napoli che indagava su un ricatto a Berlusconi e Napolitano le bocciò il Lodo Alfano, che bloccava i processi al Cavaliere…

«Lo scontro tra magistratura e Berlusconi ha catalizzato la vita politica e paralizzato le riforme in tema di giustizia. Un momento chiave fu la legge Severino, ai tempi del governo Monti. C' erano molte strade per attuare la delega del governo: quella scelta, non certo obbligata, portò alle conseguenze che si sanno».

La decadenza di Berlusconi dal Parlamento e l' ineleggibilità, che dura ancora oggi. Il leader azzurro dice che fu un modo per farlo fuori e fa risalire proprio alla Severino tutte le sue sventure…

«Nutro un sentimento profondo per Berlusconi, ma dissento».

È una scusa per mascherare il declino?

«Berlusconi costituisce un punto di riferimento per il suo elettorato indipendentemente dallo status».

Anche il governo Renzi ha problemi con la giustizia…

«Ma no, affatto, cosa dice?».

Non alludo a banche, famigli e inchieste ma allo scontro del Guardasigilli Orlando, di cui è stato viceministro, con i magistrati per i pensionamenti e le ferie…

«Orlando ha pazienza biblica e porta a casa sempre i risultati. In tema di giustizia abbiamo fatto molte norme: rafforzato la responsabilità civile dei magistrati, modificato la custodia cautelare, approvato il falso in bilancio, fatto interventi contro il sovraffollamento carcerario. Speriamo che il Senato affronti rapidamente il tema intercettazioni».

Al ladro in casa si può sparare?

«Un tempo c'era il topo d' appartamento, che si preoccupava che non ci fosse nessuno quando entrava. Oggi, ci sono bande che si muovono di notte, sapendo che i proprietari sono in casa, e portano armi e strumenti per neutralizzarli. Alla luce di questa "evoluzione", è giusto interrogarsi se sia opportuno apportare modifiche ed estensioni alla legittima difesa».

Anche sul reato d' immigrazione clandestina Ncd ha registrato una vittoria…

«Al di là delle osservazioni tecniche, depenalizzarlo in questa fase sarebbe stata una scelta politicamente inopportuna».

Berlusconi e Renzi sono davvero simili come si dice?

«Non penso, salvo che per il fatto che sono entrambi fuoriclasse della comunicazione. Berlusconi lascia sfogare il dibattito e poi fa la sua sintesi, con tempi non sempre rapidissimi. Renzi, invece, orienta il dibattito e procede a velocità devastante».

Entrambi hanno un cattivo rapporto con l' Unione Europea…

«Ed entrambi hanno le loro buone ragioni. È un dato di fatto che siamo giudicati con troppa severità e non ci è concesso quello che è concesso ad altri. Renzi fa bene a ricordare alla burocratica Europa le nostre riforme e i nostri sacrifici».

Se dovesse suggerire a Renzi di copiare una cosa da Berlusconi?

«Berlusconi ha provato, salvo poi ripensarci, ad andare oltre Forza Italia. Con il Pdl creò una forza capace di rappresentare una macro area elettorale. Secondo me, oggi il Pd è una camicia troppo stretta per Renzi: non gli consente di coinvolgere adeguatamente il centro liberale».

Renzi è di sinistra o liberale?

«Dal Jobs Act alla decontribuzione dei neoassunti, è innegabile che questo governo, e quindi anche il premier, si qualifichi per l' alto tasso liberale dei provvedimenti».

Gli sta suggerendo di fondare il Partito della Nazione?

«Dico solo che con questa legge elettorale il Pd non consentirà a Renzi di raggiungere tanti potenziali elettori».

Se guarda troppo al centro però rischia di rompere a sinistra....

«A sinistra è già successo quello che doveva succedere. Le elezioni si vincono al centro ed è al centro che Renzi deve rivolgersi».

Tipo Verdini e compagnia?

«Verdini è un ottimo organizzatore ma ha cambiato idea solo di recente. Fu tra quelli che ci spinsero fuori dal Pdl quando decidemmo di non far naufragare il governo Letta. Ha più ragione adesso di allora».

Ma voi di Ncd alla fine starete a destra o a sinistra?

«L' auspicio è riunire le forze moderate che non si riconoscono nel Pd e nei radicalismi della Lega e presentare un soggetto politico unitario, innovativo, che non rappresenti la somma algebrica delle sue componenti ma coinvolga la società civile, le forze economiche, le categorie produttive, le associazioni, il mondo delle professioni e tanti altri».

Togliererete allora la "destra" di Ncd dal nome?

«Non lo escludo. Ma il nome sarà secondario, quello che conta è che i principi liberali rappresenteranno la stella polare».

Con voi ci saranno anche Fitto e Verdini?

«I componenti sono secondari, conta la proposta, che dev' essere innovativa».
Per fare l'ago della bilancia però ci vogliono i voti: il nuovo sistema elettorale vi penalizza… «Nel Parlamento e nel Paese i moderati sono tantissimi. Quando verrà il momento, con programmi e principi condivisi, presenteremo la nostra proposta e supereremo agevolmente lo sbarramento».

Qual è stato il grande errore di Berlusconi?

«Uscire dal governo Letta. Fallito il tentativo di Bersani con Grillo, Berlusconi capì che nuove elezioni avrebbero consegnato il Paese a M5s e ideò lo schema vincente, ma per un capriccio fece crollare tutto».

E poi?

«La rottura del Nazareno fu un fallo di reazione e da allora sono iniziate le vere difficoltà di Forza Italia. Si diceva fosse un partito senza struttura. A vederlo com' è oggi, in situazione di anarchia, si capisce che la struttura e il quid c' erano eccome».

La sua nomina a ministro deve spaventare le Regioni a Statuto Speciale?

«Si riferisce alla mia proposta di legge per abolirle? Sarò rigoroso ma rispettoso della Costituzione».

E i progetti di cui si parla di accorpamenti di Regioni per tagliare le spese?

«Manteniamoci con i piedi per terra. Occorreranno un serio confronto e una puntuale istruttoria prima di mettere all' ordine del giorno temi così rilevanti».

Clamoroso: rissa al congresso del Pd Il democratico finito al pronto soccorso

Clamoroso: rissa al congresso del Pd. Il democratico finito al pronto soccorso




Per una volta i renziani avevano provato a non occupare tutti i posti disponibili, almeno a parole. L'evento da allineamento planetario si stava per consumare alla vigilia del congresso dei Giovani democratici, mai arrivato a celebrarsi perché i piccoli democrat non sono riusciti a trovare l'accordo sulla spartizione delle poltrone del partito provinciale. Contrapposti ai renziani c'era l'ala vicina a Matteo Orfini, minoritaria ma non per questo poco agguerrita quando si è trattato di accaparrarsi qualche posto. Il dibattito di altissimo livello però deve essersi arenato al punto che i nervi sono completamente saltati. Secondo quanto racconta Repubblica Bari, i renziani mossi da un impeto di generosità avevano voluto cedere sui nomi dei segretari: "Ma ci siamo trovati di fronte alla volontà di prendere tutto anche in segreteria - hanno spiegato - e sarebbe stato ingiusto". Così sabato scorso i lavori del congresso sono finiti in rissa, con il segretario pugliese dei Giovani democratici, Pierpaolo Treglia, che ha sbottato contro un orfiniano lanciandogli in faccia una copia dello statuto. Ma gli aspiranti Dem hanno voluto rassicurare: "Niente mani, ma un ragazzo è finito al pronto soccorso per un attacco di tachicardia".

sabato 20 febbraio 2016

Napoli: Esclusiva / Intervista al candidato sindaco alle prossime elezioni comunali Gianni Lettieri

Napoli: Esclusiva / Intervista al candidato sindaco alle prossime elezioni comunali Gianni Lettieri



intervista a cura di Gaetano Daniele



Gianni Lettieri
Candidato Sindaco Comune di Napoli 

Presidente Lettieri, lei è candidato alle prossime elezioni comunali a Napoli. Una Città in cui non mancheranno sicuramente le emergenze. Quali sono i punti principali del suo programma, o meglio, i primi tre punti che lei si impegna a realizzare nei primi 100 giorni di governo? 

Al primo posto metto il lavoro. Per i nostri giovani, ma anche per i cinquantenni che il lavoro lo hanno perso. Come crearlo? Creando sviluppo in città. Creando concretamente le occasioni, facendo ripartire l'economia in tutti i sensi, utilizzando tutti i fondi già disponibili della comunità europea e facendo ripartire l'edilizia. Il lavoro si crea  anche investendo sulla scuola e sulla cultura, ed io - da imprenditore - di cultura del lavoro ne so qualcosa. Poi di pari passo il tema sicurezza: a Napoli siamo in emergenza e non possiamo più permetterci passi falsi. Con me subito un corpo speciale con 300 agenti di polizia urbana che rispondono solo al Sindaco, sul modello di New York, che dovranno presidiare ogni quartiere. E poi il ripristino dell'operazione "Strade Sicure" con esercito e forze dell'ordine e di polizia, che non vuol dire assolutamente militarizzare la città, ma fare in modo che i nostri figli possano sentirsi al sicuro. E sempre al primo posto, accanto a lavoro e sicurezza, per me ci sono le periferie. E quando parlo di periferie non mi riferisco ai quartieri soliti che si possono immaginare. Bisogna prendere coscienza che periferia è anche piazza garibaldi, periferia è anche la Duchesca, il quartiere in cui sono nato. Ormai il degrado ha raggiunto il centro della città, rendendolo alla stregua di una periferia desolata. Io ho in mente un investimento di 2 miliardi solo per la riqualificazione delle cosiddette periferie. E saranno i consiglieri di Municipalità a dirmi, assieme ai Presidenti, qual è l'investimento prioritario per dare una svolta al proprio quartiere. 

Un programma molto ambizioso. Lei quindi ritiene che durante l'operato di de Magistris non si sia data sufficiente importanza a questi temi? Quali sono, a suo avviso, i principali fallimenti di questa amministrazione comunale?

Quanto spazio abbiamo? Se cominciassi con la lista dei fallimenti di de Magistris, potremmo stare qua a scrivere un libro più che un'intervista. Non ne ha azzeccata una! Faccio solo qualche esempio: Bagnoli? La sua posizione - magari fosse stata una sola - ha isolato la nostra città ancora di più nello scacchiere dei rapporti istituzionali.  Trasporti? Pullman vetusti ed inadeguati e soprattutto insufficienti per l'utenza cittadina. Con me subito il rinnovo del parco mezzi e ulteriori investimenti utili anche a far scendere notevolmente i tassi di inquinamento in città. Lungomare? Sono anni che ripeto che via Partenope va aperta al traffico, almeno durante la settimana. Non si può spaccare la città a metà e creare ai cittadini solo difficoltà. E i conti dell'ente? De Magistris è responsabile del default finanziario del Comune. E invece pensa a facilitare i centri sociali e gli estremisti che lo stanno aiutando in campagna elettorale. Legalità? Mi fa sorridere quando lo sento parlare di rispetto delle regole. La sua è la giunta dell'illegalità, con il maggior numero di indagati nella storia della città. Lui stesso ha usufruito dell'immunità parlamentare ben 4 volte e suo fratello è sotto inchiesta per gli appalti legati alle finte regate della coppa America e dice di lavorare gratis per l'amministrazione comunale. E allora, come campa? La legalità è altro, e per me è innanzitutto rispetto dei cittadini onesti che pagano le tasse e che non meritano di essere così mal amministrati. 

giovedì 18 febbraio 2016

Hai una casa? Addio alla pensione Così il governo vuole rovinarti

Hai una casa? Addio alla pensione. Mossa del governo per rovinarci


di Tobia De Stefano



Tutto era partito con la denuncia di Ivan Pedretti, il segretario dei pensionati della Cgil, che in un accorato post aveva invitato il governo a non fare caqssa con le vedove. Poi è arrivato Libero che ha cercato di dare un volto alle persone che in futuro potrebbero non aver più diritto alla pensione di reversibilità. E quindi il governo che vista la «malaparata» e l’imminenza della tornata elettorale ha provato a metterci una pezza. «La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata - evidenzia il ministro del Welfare Giuliano Poletti - C’è chi cerca facile visibilità...La proposta di legge delega lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere». Verissimo. Ma mai smentita fu più inutile, perché nelle denunce di questi giorni nessuno ha mai parlato di trattamenti in essere, ma di quelli futuri. «...Per il futuro - continua l’ex presidente di Legacoop - non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità, tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale». Certo, il problema è capire cosa si nasconda dietro alle parole «sovrapposizioni» e «situazioni anomale».

Il governo è sotto accusa perché con il disegno di legge delega contro la povertà vuol trasformare le pensioni di reversibilità in prestazioni assistenziali. Obiettivo? Legarle all’Isee che si basa sul reddito della famiglia (non su quello individuale) e quindi precludere l’assegno a una grossa fetta delle persone che oggi ne avrebbero diritto per fare cassa.

«Io guardo i testi - spiega a Libero il presidente della commissione Lavoro (dove è arrivato il disegno di legge) Cesare Damiano - e nei testi c’è scritto all’articolo 1 comma 1 lettera “b” che si prevede una razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale... Nella nota tecnica poi si specificano le prestazioni e si fa riferimento alla pensione di reversibilità, all’assegno sociale, all’integrazione al minimo, alla maggiorazione sociale del minimo e all’assegno per il nucleo con tre o più figli minori...». Il ministro non la racconta giusta? «Per quello che mi riguarda basterebbe cancellare dall’articolo 1 comma 1 lettera “b” la frase “nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale” per evitare che ci siano equivoci». E il segretario della stessa Commissione, il leghista Roberto Simonetti, evidenzia che per il contrasto alla povertà, «nella legge di Stabilità è previsto lo stanziamento di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo strutturale (cioè all’anno) a partire dal 2017».

Morale della favola: il rischio è che nelle intenzione del governo una parte più o meno grande di questa cifra debba arrivare proprio dalle pensioni di reversibilità.

Già perché il piatto è davvero ricco. Per capirci: a oggi il peso delle pensioni di reversibilità (contributi regolarmente versati dai lavoratori) supera i 24 miliardi e 150 milioni di euro. E sono 3 milioni 52 mila e 482 gli italiani che hanno un assegno. Ma questo riguarda il passato perché il futuro (il provvedimento non è retroattivo) bisogna guardare al 2015 quando sono state erogate 183.085 pensioni per un importo medio di 650 euro al mese che in un anno fa circa 1,5 miliardi. Ben oltre il miliardo strutturale da stanziare ogni 12 mesi contro la povertà.

Ma con l’Isee chi rischia di più?

1) Proprio perché l’Isee non fa riferimento al reddito personale ma a quello familiare potrebbe succedere che una vedova con un reddito molto basso perda il diritto all’assegno del marito solo perché nella sua casa vive ancora il figlio che però ha una retribuzione minima da lavoro.

2) Nel nuovo Isee ha un peso molto importante la casa di proprietà. Potrebbe bastare averne una anche se non si lavora per vedersi tagliata o negata la pensione.

3) Occhio ai risparmi. «Anche gli investimenti - ci spiega il consigliere dell’ordine dei dottori commercialisti di Verona, Federico Grigoli - concorrono al calcolo dell’Isee. Semplici conti correnti, depositi, titoli di azioni in società quotate e non, partecipazioni in aziende o in fondi comuni di investimento, Bot e Btp determinano la situazione patrimoniale del cittadino». Insomma, potrebbe ritrovarsi senza reversibilità anche chi ha messo una fetta consistente dei risparmi di una vita nei titoli di Stato ma oggi non ha un impiego.

4) Domanda: che intenzioni ha il governo? Il patrimonio sarà incluso nel calcolo? Se fosse così andrebbe considerato che anche la semplice sottoscrizione di un’assicurazione sulla vita concorre al calcolo dell’Isee.

5) Ultima fregatura: la revisione delle rendite catastali. «Con la riforma - continua Grigoli - le rendite saranno modificate al rialzo aumentando i redditi figurativi che contano ai fini dell’Isee».

«La verità - come sottolinea il super esperto di previdenza Alberto Brambilla - è che la composizione sociale sta cambiando e quindi anche le modalità di calcolo della la reversibilità dovrebbero cambiare. Senza dare giudizi di merito, dico solo che una cosa è considerare il nucleo familiare nel rapporto uomo donna e altra se ci sono due donne o due uomini. Così come è evidente che di fronte ai matrimoni di giovani donne con uomini molto più anziani va considerata la possibilità di versare l’assegno solo quando si raggiunge l’età pensionabile».

"Tutti i vostri iPhone saranno a rischio" Clamoroso no di Apple all'antiterrorismo

"Tutti i vostri Iphone saranno a rischio". Clamoroso no di Apple all'antiterrorismo




Apple si oppone all'ordine di un giudice federale americano di sbloccare il telefono utilizzato da un sospetto responsabile della sparatoria di San Bernardino, in California, in cui furono uccise 14 persone. Lo ha annunciato la compagnia con una nota firmata dall'amministratore delegato Tim Cook, pubblicata sul proprio sito web. L'ordine era arrivato dal Tribunale su richiesta del dipartimento di Giustizia, che aveva chiesto ad Apple di aiutare a sbloccare l'iPhone 5 utilizzato da Syed Rizwan Farook.

Cook definisce l'ordine un "passo senza precedenti che minaccia la sicurezza dei nostri clienti" e ha "implicazioni che vanno ben oltre il caso legale in questione". Aggiunge che apple ha collaborato con l'Fbi durante le indagini, "ma ora il governo Usa ci ha chiesto qualcosa che semplicemente non abbiamo, e che consideriamo troppo pericoloso creare. Ci hanno chiesto di creare un accesso secondario all'iPhone", facendo riferimento a una via di ingresso ai dati dello smartphone che oltrepassi i blocchi di sicurezza impostati dall'utente.

"Nelle mani sbagliate, questo software - che ad oggi non esiste - avrebbe il potenziale di sbloccare qualsiasi iPhone fisicamente in possesso di qualcuno", scrive Cook: "Costruire una versione di iOS che aggiri la sicurezza in questo modo creerebbe senza dubbio una porta secondaria. E mentre il governo può sostenere che il suo uso sarebbe limitato a questo caso, non c'è modo di garantire tale controllo".

Napolitano, furbetto del cartellino? Hai capito? Come lo hanno beccato

Napolitano, furbetto del cartellino? Clamoroso: come lo hanno beccato




I furbetti del tesserino. Abbiamo già parlato della "geniale" consuetudine dei nostri senatori, scoperta dal quotidiano Il Messaggero. Ovvero quella di lasciare inserito il tesserino sul loro scranno per poi tornare a riprenderselo a fine seduta. In questo modo il  loro voto non risulterà, ma i senatori verranno considerati presenti a tutti gli effetti. Evitando così la decurtazione della diaria, la cui indennità fissa è di 3.503 euro al mese.

Bene. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, si era raccomandato: "I senatori che si allontanano dall' Aula sono tenuti a portare con sé la propria tessera". Laddove "non risulti la reale presenza in Assemblea potrà venire disposta la detrazione della diaria". E sui soldi non c'è da scherzare troppo. L'episodio curioso è raccontato dal Fatto Quotidiano.  Al momento dell' ultima votazione, a dimenticare la sua tessera è niente meno che il presidente emerito Giorgio Napolitano. Vincenzo Santangelo, dei 5 stelle, se ne accorge: "Signor Presidente, abbiamo apprezzato moltissimo la sua precisazione ad inizio di seduta perché crediamo che i furbetti dentro il Senato non debbano starci. Le chiedo di togliere le tessere, per due motivi. Uno è quello che lei ha evidenziato, ossia la presenza per fini amministrativi: ci sono dei furbetti che si pappano la diaria pur non essendo in Aula. L' altro è che questo può inficiare anche le votazioni. C'
è la scheda dell' ex presidente della Repubblica Napolitano e la prego di farla estrarre".  E così i segretari del Senato consegnano la tessera a Pietro Grasso. 

La verità sul volto stravolto di Briatore Parla la Gregoraci: "Che cosa succede"

Il volto stravolto di Briatore, parla la Gregoraci: "Tutta la verità". E spunta una nuova foto-choc




Elisabetta Gregoraci difende Flavio Briatore dopo le critiche al vistoso lifting facciale del marito. Dopo le critiche per le foto in cui il manager appariva ringiovanito in seguito alla remise en forme, la showgirl ha voluto dire la sua: "Non credo siano questi i problemi della vita", ha detto a Chi, "Perché bisogna dare sempre spiegazioni? Se Flavio è contento lo sono anch'io. Noi e Nathan siamo felici". "Quando ho postato il selfie con mio marito "ringiovanito" forse ho sottovalutato la potenza dei social – ha ammesso la showgirl nell’intervista rilasciata al settimanale, "Eravamo a cena, l'ho messa e ha fatto il giro del mondo perché lui appariva... diverso. Ho letto tanti commenti. In molti hanno scritto: "Ma chi è", altri non lo hanno riconosciuto perché ha perso 15 chili", ha raccontato la Gregoraci, affrettandosi a respingere le critiche. 

"Flavio è un personaggio pubblico ormai da anni. Ha le spalle larghe ed è navigato. Sapeva perfettamente che cosa avrebbe scatenato con la sua nuova immagine: commenti pro e contro. Ma mio marito ne ha passate di peggio nella sua vita", ha detto la showgirl.