"Facciamo un nuovo partito al premier" La proposta-choc del ministro a Renzi
intervista a cura di Pietro Senaldi
Certo ministro che lei è un portafortuna, il martedì pubblicano la sua nomina in Gazzetta Ufficiale e il mercoledì Ncd ottiene un notevole successo parlamentare…
«Non si tratta di fortuna ma di buonsenso. Sulle unioni civili il dibattito è molto acceso, con tesi contrapposte, lo stop alla legge Cirinnà era nelle cose. Mi auguro prevalgano i punti di condivisione e vengano accantonati quelli divisivi».
Si votano le unioni civili e lei è ministro agli Affari Regionali ma con delega alla Famiglia…
«Si tratta di una delega significativa, a cui il governo ha deciso di dare particolare importanza, perché le famiglie rappresentano la spina dorsale del Paese e meritano una politica organica che le sostenga. Le politiche sulla famiglia non si limitano al dibattito sulle unioni civili».
No, ma quelle allargano il concetto di famiglia alle coppie gay…
«È giusto il riconoscimento delle unioni civili e Area Popolare è favorevole. Presentai un progetto di legge già nel 2005 da consigliere regionale in Piemonte. Però le forzature non pagano e il flirt tra Pd e Cinquestelle è evaporato».
Renzi come Bersani, vittima dei grillini?
«I Cinquestelle sono stati coerenti: da sempre sono contrari a meccanismi che, pur legittimi, soffocano il dibattito parlamentare. Il Pd ha tentato la scappatella ma ripeto, forzare non paga: se i grillini avessero votato il canguro, lo avrebbero dovuto subire anche in altre occasioni».
Meglio così?
«Spero che sul tema Pd e Ncd possano trovare la sintesi. Per reggere all' urto della storia certe leggi non devono essere approvate con escamotage o numeri risicati ma vanno costruite su principi condivisi».
Il premier è tornato a Canossa sulla stepchild adoption?
«Quella sulle unioni civili è una legge importante. È naturale cercare un accordo tra forze affini, ci si confronta meglio. Il tema delle adozioni gay è oggettivamente divisivo nel Paese, in Parlamento e anche all' interno dei singoli partiti».
La Cirinnà ha dichiarato che sul no alla sua legge muore la sua carriera politica...
«Stimo la Cirinnà, perché ha svolto una battaglia a viso aperto. Non ha nascosto le sue convinzioni. Non dovrebbe considerare una sconfitta personale un accantonamento di punti divisivi del testo».
Però ha accusato i deputati cattolici del Pd di tradimento, nel partito volano gli stracci...
«Una dialettica fisologica quando si affrontano temi così significativi».
La sua legge era l' anticamera dell' utero in affitto?
«La stragrande maggioranza dei parlamentari respinge questa pratica e auspico che questa convinzione trovi riscontro in atti formali e parlamentari».
Vendola sta affittando un utero, il senatore Lo Giudice si vanta di averlo fatto. Non è legale…
«Sono un ministro, non ritengo di parlare dei singoli casi».
È una sconfitta anche della Boschi, che si è spesa per la legge?
«Quello della Cirinnà è un tema che impone una riflessione a tutto il Pd e non a caso il premier ha lasciato libertà di coscienza: un grande partito presenta al suo interno opinioni diverse. Il ministro Boschi ha la sua opinione, che ha espresso in modo trasparente. Sta al Pd trovare ora una sintesi, prima al suo interno e poi con Area Popolare, per un testo innovativo ma equilibrato».
Cosa farà per la famiglia?
«Sono ministro senza portafoglio, per cui cercherò di spendere i soldi degli altri ministri. La via maestra è la defiscalizzazione: chi ha figli non può subire lo stesso trattamento fiscale di un single».
I suoi incarichi cadono sempre su temi caldi: è stato capogruppo per Forza italia in Commissione Giustizia ai tempi dello scontro tra magistratura e Berlusconi…
«Mi sono fatto le ossa. Ogni seduta era incandescente. Ma ho imparato tanto, se si pensa all' autorevolezza dei personaggi che ne facevano parte: da Ghedini a Pecorella, da Paniz alla presidente Bongiorno».
Chi l' ha fatta disperare di più?
«Ero una matricola e non è stato facile. Avevo un po' di soggezione a chiamarli di continuo per le riunioni di Commissione. Ma non potevo farne a meno: avevamo un solo voto di scarto e dovevamo essere tutti presenti. Tutta esperienza».
Chiese di inviare gli ispettori ministeriali alla Procura di Napoli che indagava su un ricatto a Berlusconi e Napolitano le bocciò il Lodo Alfano, che bloccava i processi al Cavaliere…
«Lo scontro tra magistratura e Berlusconi ha catalizzato la vita politica e paralizzato le riforme in tema di giustizia. Un momento chiave fu la legge Severino, ai tempi del governo Monti. C' erano molte strade per attuare la delega del governo: quella scelta, non certo obbligata, portò alle conseguenze che si sanno».
La decadenza di Berlusconi dal Parlamento e l' ineleggibilità, che dura ancora oggi. Il leader azzurro dice che fu un modo per farlo fuori e fa risalire proprio alla Severino tutte le sue sventure…
«Nutro un sentimento profondo per Berlusconi, ma dissento».
È una scusa per mascherare il declino?
«Berlusconi costituisce un punto di riferimento per il suo elettorato indipendentemente dallo status».
Anche il governo Renzi ha problemi con la giustizia…
«Ma no, affatto, cosa dice?».
Non alludo a banche, famigli e inchieste ma allo scontro del Guardasigilli Orlando, di cui è stato viceministro, con i magistrati per i pensionamenti e le ferie…
«Orlando ha pazienza biblica e porta a casa sempre i risultati. In tema di giustizia abbiamo fatto molte norme: rafforzato la responsabilità civile dei magistrati, modificato la custodia cautelare, approvato il falso in bilancio, fatto interventi contro il sovraffollamento carcerario. Speriamo che il Senato affronti rapidamente il tema intercettazioni».
Al ladro in casa si può sparare?
«Un tempo c'era il topo d' appartamento, che si preoccupava che non ci fosse nessuno quando entrava. Oggi, ci sono bande che si muovono di notte, sapendo che i proprietari sono in casa, e portano armi e strumenti per neutralizzarli. Alla luce di questa "evoluzione", è giusto interrogarsi se sia opportuno apportare modifiche ed estensioni alla legittima difesa».
Anche sul reato d' immigrazione clandestina Ncd ha registrato una vittoria…
«Al di là delle osservazioni tecniche, depenalizzarlo in questa fase sarebbe stata una scelta politicamente inopportuna».
Berlusconi e Renzi sono davvero simili come si dice?
«Non penso, salvo che per il fatto che sono entrambi fuoriclasse della comunicazione. Berlusconi lascia sfogare il dibattito e poi fa la sua sintesi, con tempi non sempre rapidissimi. Renzi, invece, orienta il dibattito e procede a velocità devastante».
Entrambi hanno un cattivo rapporto con l' Unione Europea…
«Ed entrambi hanno le loro buone ragioni. È un dato di fatto che siamo giudicati con troppa severità e non ci è concesso quello che è concesso ad altri. Renzi fa bene a ricordare alla burocratica Europa le nostre riforme e i nostri sacrifici».
Se dovesse suggerire a Renzi di copiare una cosa da Berlusconi?
«Berlusconi ha provato, salvo poi ripensarci, ad andare oltre Forza Italia. Con il Pdl creò una forza capace di rappresentare una macro area elettorale. Secondo me, oggi il Pd è una camicia troppo stretta per Renzi: non gli consente di coinvolgere adeguatamente il centro liberale».
Renzi è di sinistra o liberale?
«Dal Jobs Act alla decontribuzione dei neoassunti, è innegabile che questo governo, e quindi anche il premier, si qualifichi per l' alto tasso liberale dei provvedimenti».
Gli sta suggerendo di fondare il Partito della Nazione?
«Dico solo che con questa legge elettorale il Pd non consentirà a Renzi di raggiungere tanti potenziali elettori».
Se guarda troppo al centro però rischia di rompere a sinistra....
«A sinistra è già successo quello che doveva succedere. Le elezioni si vincono al centro ed è al centro che Renzi deve rivolgersi».
Tipo Verdini e compagnia?
«Verdini è un ottimo organizzatore ma ha cambiato idea solo di recente. Fu tra quelli che ci spinsero fuori dal Pdl quando decidemmo di non far naufragare il governo Letta. Ha più ragione adesso di allora».
Ma voi di Ncd alla fine starete a destra o a sinistra?
«L' auspicio è riunire le forze moderate che non si riconoscono nel Pd e nei radicalismi della Lega e presentare un soggetto politico unitario, innovativo, che non rappresenti la somma algebrica delle sue componenti ma coinvolga la società civile, le forze economiche, le categorie produttive, le associazioni, il mondo delle professioni e tanti altri».
Togliererete allora la "destra" di Ncd dal nome?
«Non lo escludo. Ma il nome sarà secondario, quello che conta è che i principi liberali rappresenteranno la stella polare».
Con voi ci saranno anche Fitto e Verdini?
«I componenti sono secondari, conta la proposta, che dev' essere innovativa».
Per fare l'ago della bilancia però ci vogliono i voti: il nuovo sistema elettorale vi penalizza… «Nel Parlamento e nel Paese i moderati sono tantissimi. Quando verrà il momento, con programmi e principi condivisi, presenteremo la nostra proposta e supereremo agevolmente lo sbarramento».
Qual è stato il grande errore di Berlusconi?
«Uscire dal governo Letta. Fallito il tentativo di Bersani con Grillo, Berlusconi capì che nuove elezioni avrebbero consegnato il Paese a M5s e ideò lo schema vincente, ma per un capriccio fece crollare tutto».
E poi?
«La rottura del Nazareno fu un fallo di reazione e da allora sono iniziate le vere difficoltà di Forza Italia. Si diceva fosse un partito senza struttura. A vederlo com' è oggi, in situazione di anarchia, si capisce che la struttura e il quid c' erano eccome».
La sua nomina a ministro deve spaventare le Regioni a Statuto Speciale?
«Si riferisce alla mia proposta di legge per abolirle? Sarò rigoroso ma rispettoso della Costituzione».
E i progetti di cui si parla di accorpamenti di Regioni per tagliare le spese?
«Manteniamoci con i piedi per terra. Occorreranno un serio confronto e una puntuale istruttoria prima di mettere all' ordine del giorno temi così rilevanti».