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martedì 23 febbraio 2016

Clamoroso: rissa al congresso del Pd Il democratico finito al pronto soccorso

Clamoroso: rissa al congresso del Pd. Il democratico finito al pronto soccorso




Per una volta i renziani avevano provato a non occupare tutti i posti disponibili, almeno a parole. L'evento da allineamento planetario si stava per consumare alla vigilia del congresso dei Giovani democratici, mai arrivato a celebrarsi perché i piccoli democrat non sono riusciti a trovare l'accordo sulla spartizione delle poltrone del partito provinciale. Contrapposti ai renziani c'era l'ala vicina a Matteo Orfini, minoritaria ma non per questo poco agguerrita quando si è trattato di accaparrarsi qualche posto. Il dibattito di altissimo livello però deve essersi arenato al punto che i nervi sono completamente saltati. Secondo quanto racconta Repubblica Bari, i renziani mossi da un impeto di generosità avevano voluto cedere sui nomi dei segretari: "Ma ci siamo trovati di fronte alla volontà di prendere tutto anche in segreteria - hanno spiegato - e sarebbe stato ingiusto". Così sabato scorso i lavori del congresso sono finiti in rissa, con il segretario pugliese dei Giovani democratici, Pierpaolo Treglia, che ha sbottato contro un orfiniano lanciandogli in faccia una copia dello statuto. Ma gli aspiranti Dem hanno voluto rassicurare: "Niente mani, ma un ragazzo è finito al pronto soccorso per un attacco di tachicardia".

sabato 20 febbraio 2016

Napoli: Esclusiva / Intervista al candidato sindaco alle prossime elezioni comunali Gianni Lettieri

Napoli: Esclusiva / Intervista al candidato sindaco alle prossime elezioni comunali Gianni Lettieri



intervista a cura di Gaetano Daniele



Gianni Lettieri
Candidato Sindaco Comune di Napoli 

Presidente Lettieri, lei è candidato alle prossime elezioni comunali a Napoli. Una Città in cui non mancheranno sicuramente le emergenze. Quali sono i punti principali del suo programma, o meglio, i primi tre punti che lei si impegna a realizzare nei primi 100 giorni di governo? 

Al primo posto metto il lavoro. Per i nostri giovani, ma anche per i cinquantenni che il lavoro lo hanno perso. Come crearlo? Creando sviluppo in città. Creando concretamente le occasioni, facendo ripartire l'economia in tutti i sensi, utilizzando tutti i fondi già disponibili della comunità europea e facendo ripartire l'edilizia. Il lavoro si crea  anche investendo sulla scuola e sulla cultura, ed io - da imprenditore - di cultura del lavoro ne so qualcosa. Poi di pari passo il tema sicurezza: a Napoli siamo in emergenza e non possiamo più permetterci passi falsi. Con me subito un corpo speciale con 300 agenti di polizia urbana che rispondono solo al Sindaco, sul modello di New York, che dovranno presidiare ogni quartiere. E poi il ripristino dell'operazione "Strade Sicure" con esercito e forze dell'ordine e di polizia, che non vuol dire assolutamente militarizzare la città, ma fare in modo che i nostri figli possano sentirsi al sicuro. E sempre al primo posto, accanto a lavoro e sicurezza, per me ci sono le periferie. E quando parlo di periferie non mi riferisco ai quartieri soliti che si possono immaginare. Bisogna prendere coscienza che periferia è anche piazza garibaldi, periferia è anche la Duchesca, il quartiere in cui sono nato. Ormai il degrado ha raggiunto il centro della città, rendendolo alla stregua di una periferia desolata. Io ho in mente un investimento di 2 miliardi solo per la riqualificazione delle cosiddette periferie. E saranno i consiglieri di Municipalità a dirmi, assieme ai Presidenti, qual è l'investimento prioritario per dare una svolta al proprio quartiere. 

Un programma molto ambizioso. Lei quindi ritiene che durante l'operato di de Magistris non si sia data sufficiente importanza a questi temi? Quali sono, a suo avviso, i principali fallimenti di questa amministrazione comunale?

Quanto spazio abbiamo? Se cominciassi con la lista dei fallimenti di de Magistris, potremmo stare qua a scrivere un libro più che un'intervista. Non ne ha azzeccata una! Faccio solo qualche esempio: Bagnoli? La sua posizione - magari fosse stata una sola - ha isolato la nostra città ancora di più nello scacchiere dei rapporti istituzionali.  Trasporti? Pullman vetusti ed inadeguati e soprattutto insufficienti per l'utenza cittadina. Con me subito il rinnovo del parco mezzi e ulteriori investimenti utili anche a far scendere notevolmente i tassi di inquinamento in città. Lungomare? Sono anni che ripeto che via Partenope va aperta al traffico, almeno durante la settimana. Non si può spaccare la città a metà e creare ai cittadini solo difficoltà. E i conti dell'ente? De Magistris è responsabile del default finanziario del Comune. E invece pensa a facilitare i centri sociali e gli estremisti che lo stanno aiutando in campagna elettorale. Legalità? Mi fa sorridere quando lo sento parlare di rispetto delle regole. La sua è la giunta dell'illegalità, con il maggior numero di indagati nella storia della città. Lui stesso ha usufruito dell'immunità parlamentare ben 4 volte e suo fratello è sotto inchiesta per gli appalti legati alle finte regate della coppa America e dice di lavorare gratis per l'amministrazione comunale. E allora, come campa? La legalità è altro, e per me è innanzitutto rispetto dei cittadini onesti che pagano le tasse e che non meritano di essere così mal amministrati. 

giovedì 18 febbraio 2016

Hai una casa? Addio alla pensione Così il governo vuole rovinarti

Hai una casa? Addio alla pensione. Mossa del governo per rovinarci


di Tobia De Stefano



Tutto era partito con la denuncia di Ivan Pedretti, il segretario dei pensionati della Cgil, che in un accorato post aveva invitato il governo a non fare caqssa con le vedove. Poi è arrivato Libero che ha cercato di dare un volto alle persone che in futuro potrebbero non aver più diritto alla pensione di reversibilità. E quindi il governo che vista la «malaparata» e l’imminenza della tornata elettorale ha provato a metterci una pezza. «La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata - evidenzia il ministro del Welfare Giuliano Poletti - C’è chi cerca facile visibilità...La proposta di legge delega lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere». Verissimo. Ma mai smentita fu più inutile, perché nelle denunce di questi giorni nessuno ha mai parlato di trattamenti in essere, ma di quelli futuri. «...Per il futuro - continua l’ex presidente di Legacoop - non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità, tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale». Certo, il problema è capire cosa si nasconda dietro alle parole «sovrapposizioni» e «situazioni anomale».

Il governo è sotto accusa perché con il disegno di legge delega contro la povertà vuol trasformare le pensioni di reversibilità in prestazioni assistenziali. Obiettivo? Legarle all’Isee che si basa sul reddito della famiglia (non su quello individuale) e quindi precludere l’assegno a una grossa fetta delle persone che oggi ne avrebbero diritto per fare cassa.

«Io guardo i testi - spiega a Libero il presidente della commissione Lavoro (dove è arrivato il disegno di legge) Cesare Damiano - e nei testi c’è scritto all’articolo 1 comma 1 lettera “b” che si prevede una razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale... Nella nota tecnica poi si specificano le prestazioni e si fa riferimento alla pensione di reversibilità, all’assegno sociale, all’integrazione al minimo, alla maggiorazione sociale del minimo e all’assegno per il nucleo con tre o più figli minori...». Il ministro non la racconta giusta? «Per quello che mi riguarda basterebbe cancellare dall’articolo 1 comma 1 lettera “b” la frase “nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale” per evitare che ci siano equivoci». E il segretario della stessa Commissione, il leghista Roberto Simonetti, evidenzia che per il contrasto alla povertà, «nella legge di Stabilità è previsto lo stanziamento di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo strutturale (cioè all’anno) a partire dal 2017».

Morale della favola: il rischio è che nelle intenzione del governo una parte più o meno grande di questa cifra debba arrivare proprio dalle pensioni di reversibilità.

Già perché il piatto è davvero ricco. Per capirci: a oggi il peso delle pensioni di reversibilità (contributi regolarmente versati dai lavoratori) supera i 24 miliardi e 150 milioni di euro. E sono 3 milioni 52 mila e 482 gli italiani che hanno un assegno. Ma questo riguarda il passato perché il futuro (il provvedimento non è retroattivo) bisogna guardare al 2015 quando sono state erogate 183.085 pensioni per un importo medio di 650 euro al mese che in un anno fa circa 1,5 miliardi. Ben oltre il miliardo strutturale da stanziare ogni 12 mesi contro la povertà.

Ma con l’Isee chi rischia di più?

1) Proprio perché l’Isee non fa riferimento al reddito personale ma a quello familiare potrebbe succedere che una vedova con un reddito molto basso perda il diritto all’assegno del marito solo perché nella sua casa vive ancora il figlio che però ha una retribuzione minima da lavoro.

2) Nel nuovo Isee ha un peso molto importante la casa di proprietà. Potrebbe bastare averne una anche se non si lavora per vedersi tagliata o negata la pensione.

3) Occhio ai risparmi. «Anche gli investimenti - ci spiega il consigliere dell’ordine dei dottori commercialisti di Verona, Federico Grigoli - concorrono al calcolo dell’Isee. Semplici conti correnti, depositi, titoli di azioni in società quotate e non, partecipazioni in aziende o in fondi comuni di investimento, Bot e Btp determinano la situazione patrimoniale del cittadino». Insomma, potrebbe ritrovarsi senza reversibilità anche chi ha messo una fetta consistente dei risparmi di una vita nei titoli di Stato ma oggi non ha un impiego.

4) Domanda: che intenzioni ha il governo? Il patrimonio sarà incluso nel calcolo? Se fosse così andrebbe considerato che anche la semplice sottoscrizione di un’assicurazione sulla vita concorre al calcolo dell’Isee.

5) Ultima fregatura: la revisione delle rendite catastali. «Con la riforma - continua Grigoli - le rendite saranno modificate al rialzo aumentando i redditi figurativi che contano ai fini dell’Isee».

«La verità - come sottolinea il super esperto di previdenza Alberto Brambilla - è che la composizione sociale sta cambiando e quindi anche le modalità di calcolo della la reversibilità dovrebbero cambiare. Senza dare giudizi di merito, dico solo che una cosa è considerare il nucleo familiare nel rapporto uomo donna e altra se ci sono due donne o due uomini. Così come è evidente che di fronte ai matrimoni di giovani donne con uomini molto più anziani va considerata la possibilità di versare l’assegno solo quando si raggiunge l’età pensionabile».

"Tutti i vostri iPhone saranno a rischio" Clamoroso no di Apple all'antiterrorismo

"Tutti i vostri Iphone saranno a rischio". Clamoroso no di Apple all'antiterrorismo




Apple si oppone all'ordine di un giudice federale americano di sbloccare il telefono utilizzato da un sospetto responsabile della sparatoria di San Bernardino, in California, in cui furono uccise 14 persone. Lo ha annunciato la compagnia con una nota firmata dall'amministratore delegato Tim Cook, pubblicata sul proprio sito web. L'ordine era arrivato dal Tribunale su richiesta del dipartimento di Giustizia, che aveva chiesto ad Apple di aiutare a sbloccare l'iPhone 5 utilizzato da Syed Rizwan Farook.

Cook definisce l'ordine un "passo senza precedenti che minaccia la sicurezza dei nostri clienti" e ha "implicazioni che vanno ben oltre il caso legale in questione". Aggiunge che apple ha collaborato con l'Fbi durante le indagini, "ma ora il governo Usa ci ha chiesto qualcosa che semplicemente non abbiamo, e che consideriamo troppo pericoloso creare. Ci hanno chiesto di creare un accesso secondario all'iPhone", facendo riferimento a una via di ingresso ai dati dello smartphone che oltrepassi i blocchi di sicurezza impostati dall'utente.

"Nelle mani sbagliate, questo software - che ad oggi non esiste - avrebbe il potenziale di sbloccare qualsiasi iPhone fisicamente in possesso di qualcuno", scrive Cook: "Costruire una versione di iOS che aggiri la sicurezza in questo modo creerebbe senza dubbio una porta secondaria. E mentre il governo può sostenere che il suo uso sarebbe limitato a questo caso, non c'è modo di garantire tale controllo".

Napolitano, furbetto del cartellino? Hai capito? Come lo hanno beccato

Napolitano, furbetto del cartellino? Clamoroso: come lo hanno beccato




I furbetti del tesserino. Abbiamo già parlato della "geniale" consuetudine dei nostri senatori, scoperta dal quotidiano Il Messaggero. Ovvero quella di lasciare inserito il tesserino sul loro scranno per poi tornare a riprenderselo a fine seduta. In questo modo il  loro voto non risulterà, ma i senatori verranno considerati presenti a tutti gli effetti. Evitando così la decurtazione della diaria, la cui indennità fissa è di 3.503 euro al mese.

Bene. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, si era raccomandato: "I senatori che si allontanano dall' Aula sono tenuti a portare con sé la propria tessera". Laddove "non risulti la reale presenza in Assemblea potrà venire disposta la detrazione della diaria". E sui soldi non c'è da scherzare troppo. L'episodio curioso è raccontato dal Fatto Quotidiano.  Al momento dell' ultima votazione, a dimenticare la sua tessera è niente meno che il presidente emerito Giorgio Napolitano. Vincenzo Santangelo, dei 5 stelle, se ne accorge: "Signor Presidente, abbiamo apprezzato moltissimo la sua precisazione ad inizio di seduta perché crediamo che i furbetti dentro il Senato non debbano starci. Le chiedo di togliere le tessere, per due motivi. Uno è quello che lei ha evidenziato, ossia la presenza per fini amministrativi: ci sono dei furbetti che si pappano la diaria pur non essendo in Aula. L' altro è che questo può inficiare anche le votazioni. C'
è la scheda dell' ex presidente della Repubblica Napolitano e la prego di farla estrarre".  E così i segretari del Senato consegnano la tessera a Pietro Grasso. 

La verità sul volto stravolto di Briatore Parla la Gregoraci: "Che cosa succede"

Il volto stravolto di Briatore, parla la Gregoraci: "Tutta la verità". E spunta una nuova foto-choc




Elisabetta Gregoraci difende Flavio Briatore dopo le critiche al vistoso lifting facciale del marito. Dopo le critiche per le foto in cui il manager appariva ringiovanito in seguito alla remise en forme, la showgirl ha voluto dire la sua: "Non credo siano questi i problemi della vita", ha detto a Chi, "Perché bisogna dare sempre spiegazioni? Se Flavio è contento lo sono anch'io. Noi e Nathan siamo felici". "Quando ho postato il selfie con mio marito "ringiovanito" forse ho sottovalutato la potenza dei social – ha ammesso la showgirl nell’intervista rilasciata al settimanale, "Eravamo a cena, l'ho messa e ha fatto il giro del mondo perché lui appariva... diverso. Ho letto tanti commenti. In molti hanno scritto: "Ma chi è", altri non lo hanno riconosciuto perché ha perso 15 chili", ha raccontato la Gregoraci, affrettandosi a respingere le critiche. 

"Flavio è un personaggio pubblico ormai da anni. Ha le spalle larghe ed è navigato. Sapeva perfettamente che cosa avrebbe scatenato con la sua nuova immagine: commenti pro e contro. Ma mio marito ne ha passate di peggio nella sua vita", ha detto la showgirl.

PARTITO DISINTEGRATO Il Pd verso la scissione Chi molla Renzi: i nomi

Pd disintegrato, verso la scissione. I big mollano Renzi: ecco i nomi di chi molla




C'è una vera e propria spaccatura nel Pd: alla vigilia del voto sul ddl Cirinnà su unioni gay e stepchild adoption, i cattolici della maggioranza, riporta in un retroscena il Giornale, sono tentati di dire addio a Matteo Renzi. Significativo, in questo senso lo striscione "Ci ricorderemo" al Family day e soprattutto le parole di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo I Nostri Figli: "Renzi non si è fatto in alcun modo interprete delle nostre istanze" e "Solo chi avrà lottato per affermare la famiglia e per difendere i bambini potrà contare sul voto del nostro popolo".

L'orientamento dell'area cattolica è dunque questo: "Daremo il voto a chi si farà portavoce del messaggio emerso al Circo Massimo". E la tentazione è di scendere in campo come protagonista. Sarà sicuramente interessante vedere cosa emergerà dal convegno dal titolo Dal Family Day al Family Italia convocato a Roma il 2 marzo quando alla Società Dante Alighieri si ritroveranno alcuni protagonisti del Family Day: Filippo Savarese, Mario Adinolfi, Costanza Miriano, Simone Pillon, Toni Brandi, Gianfranco Amato. Il tema è proprio il futuro del movimento e il ruolo dei cattolici in politica.

Voci parlano dell'idea di presentare una lista civica già alle prossime Amministrative. Alfio Marchini sembra in pole position per questo progetto. Ma sicuramente anche Guido Bertolaso, cattolico dichiarato con un solido rapporto con il mondo del volontariato, potrebbe diventare un interlocutore credibile.