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mercoledì 17 febbraio 2016

Pausini, dopo Sanremo finisce malissimo Questione di soldi, volano le denunce

Dopo il Festival finisce malissimo. Una questione di soldi: Pausini, volano le denunce


di Gaetano Daniele


Dopo la performance al Festival di Sanremo di Laura Pausini, la tempesta. La Pausini non ci sta e prende una (fortissima) posizione contro le voci sul suo cachet milionario per comparire sul palco dell'Ariston. Televisione Pubblica (Soldi Pubblici). La replica arriva dalla pagina Facebook ufficiale della cantante, dove si legge: "Sarà nostra premura denunciare le persone e le testate che hanno riportato cifre assolutamente inesistenti riguardo il compenso della nostra artista. In Italia va di moda voler diffamare le persone inventando di tutto e di più. Quindi non solo smentiamo categoricamente le cifre (ce ne sono parecchie a seconda delle testate) che leggiamo, ma vi invitiamo a non fidarvi delle testate che le riportano". Insomma, resta però il punto interrogativo: quanto ha guadagnato Laura Pausini in 20 minuti (circa) di spettacolo? 

Evadi le tasse? La pacchia è finita Massacrato: dove ti becca il Fisco

Evadi le tasse? La "pacchia" è finita. Massacrato: dove arrivano a beccarti




In principio è stata la voluntary disclosure, grazie alla quale l'Agenzia delle Entrate ha cercato di incentivare il rientro di capitali dall'estero o comunque la loro dichiarazione. La collaborazione volontaria ha fatto emergere circa 60 miliardi di euro, dei quali l'80% erano rintanati in Svizzera, altri nel Principato di Monaco e altri ancora a Singapore e alle Bahamas. Al quinto posto tra le preferenze degli italiani c'è stato Lussemburgo ed è proprio verso il Granducato che partirà la prima richiesta di gruppo per conoscere i conti di italiani depositati dal 1 gennaio 2014.

Come funziona - È la prima volta che il Fisco italiano avanza una richiesta mirata a un gruppo di contribuenti dei quali, scrive Italia Oggi, non si conoscono anagrafiche o generalità, ma per i quali esiste una provata presunzione di evasione fiscale. Una volta partita la richiesta di chiarimenti da parte dell'Agenzia delle entrate, l'amministrazione fiscale lussemburghese avrà 60 giorni di tempo per rispondere. Esiste già un precedente in Europa e risale a settembre scorso, quando l'Olanda ha chiesto a una banca svizzera informazioni su un gruppo di contribuenti sconosciuti, ma accomunati da un analogo comportamento. La colpa dei correntisti olandesi in Svizzera è stata non aver compilato un formulario utile ad attestare l'origine e la dichiarazione delle attività detenute all'e
stero.

Il canone Rai non si può riscuotere Caos bollette: non si paga a luglio?

Canone in bolletta: caos totale. Nessuno sa come riscuoterlo


di Enrico Paoli 



Sino ad ora il canone Rai era «solo» la tassa più odiata dagli italiani. Ora rischia di diventare anche la gabella più incasinata della storia. Come se gli italiani avessero bisogno di ulteriori complicazioni burocratiche. In pratica la riforma varata dal governo e inserita nella legge di Stabilità, che prevede il pagamento della tassa con la bolletta elettrica, ha le stesse certezze di una mucca che vola.

Ragione, quest' ultima, che ha indotto l' associazione dei gestori di energia elettrica a lanciare l' allarme. Assoelettrica, nel giorno in cui scadono i termini per la presentazione del decreto attuativo di competenza del ministero dello Sviluppo economico (documento necessario per risolvere i tanti nodi ancora irrisolti), avverte che «le imprese non sanno come fare» e c' è «il rischio che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio». La legge di Stabilità prevede due atti specifici ulteriori di stretta competenza del Mise e dall' Agenzia delle Entrate. Il primo è il decreto attuativo che deve definire i dettagli della misura e per il quale la legge ha stabilito una tempistica di 45 giorni dall' entrata in vigore della Stabilità. Il termine è scaduto domenica, formalmente ieri. Al ministero, però, stanno ancora «lavorando per noi». Tanto che le solite «fonti accreditate» assicurano che il decreto dovrebbe essere emanato «in tempi brevi». Di quale settimana e di quale mese, però, nessuno lo dice.

Il secondo provvedimento atteso è quello dell' Agenzia delle entrate, che deve definire le modalità per la presentazione dell' autocertificazione di coloro i quali non posseggono una tv e, quindi, sono esentati dal pagamento. Dall' Agenzia ricordano comunque che il provvedimento in questione potrà arrivare «solo dopo il decreto del Mise». Il classico cane che si morde la coda, insomma. Senza l' uno non ci sarà l' altro e intanto le aziende aspettano, mentre «il tempo stringe» e i teleabbonati non sanno che pesci pigliare. Da qui l' allarme lanciato da Assoelettrica che, per la verità, fin dall' inizio si era dichiarata contraria al canone in bolletta definendolo «un pasticcio» e che insieme a Utilitalia ha inviato al ministero un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti. «Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate», ricorda il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, «bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall' eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti».

Il documento presentato al Mise offre una lunga serie di casi in cui l' incertezza regna sovrana: cosa succede, per esempio, se un utente cambia fornitore di energia? E ancora, cosa deve fare un fornitore di energia che attiva la fornitura a un cliente in corso d' anno per esempio a dicembre? Quando si parla di «prima fattura successiva al 1 luglio» s' intende emessa oppure con scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I solleciti devono includere anche la quota canone? Ci sono poi da disciplinare i casi di pagamenti con bollettino postale, le rateizzazioni, i reclami, gli interessi di mora, i pagamenti con Rid. Una vera e propria giungla di incognite che le imprese chiedono di risolvere, anche con un confronto tra tutti i soggetti coinvolti: ministeri, Autorità per l' energia, Agenzia delle Entrate, Acquirente Unico e le associazioni degli operatori.

Ma ad avere bisogno di chiarimenti non sono solo le imprese, ma anche le famiglie. «Siamo convinti», avverte il Codacons, «che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità. Le famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case, e non vogliamo pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei pagamenti». In questo mare magnum di «se» e di «ma» regna sovrano un solo dato: i primi 70 euro si pagheranno a luglio, dopo le elezioni amministrative, in modo da non impattare sul voto. I restanti 30 euro con le bollette successive. Infine il capitolo nomine.

Antonio Campo Dall' Orto, amministratore delegato dell' azienda, è determinato a farle a breve potendo by passare il cda al quale non deve più consegnare in anticipo i curricula dei candidati, forse già a fine mese. Secondo le voci che corrono vuole cambiare subito tutti e tre i direttori di rete, Giancarlo Leone compreso (timoniere di Rai Uno), nonostante il Sanremo dei record. Per i telegiornali, invece, essendo una materia da maneggiare con cura, dovremo attendere i primi di luglio. Per le testate meglio passare le amministrative.

Torna la cortina di ferro: i 4 Paesi che dichiarano guerra alla Merkel

Quattro Paesi con l'Ungheria: nuovo muro e sfida a Berlino




A pochi giorni dal Consiglio Ue che giovedì e venerdì discuterà di rifugiati e Brexit, i leader del Gruppo di Visegrád si sono riuniti a Praga allargando il tavolo a Bulgaria e Macedonia. Visegrád, come ricorda il Corriere della Sera, era l'alleanza nata nel 1991 per tracciare una via comune dell' ex blocco sovietico all' integrazione comunitaria. Oggi i premier di Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca serrano i ranghi sotto leadership di segno sempre più autoritario - Budapest e Varsavia - in opposizione alle aperture tedesche sulla crisi dei rifugiati e al programma di redistribuzione dei richiedenti asilo sostenuto da Bruxelles.

"La Grecia ha fallito nella difesa dei confini Schengen dall' immigrazione di massa, quindi dobbiamo attuare un piano B con la costruzione di un muro a Sud" ha dichiarato il premier ungherese Viktor Orbán. La nuova barriera dovrebbe sigillare le frontiere di Macedonia e Bulgaria per frenare gli ingressi dalla Grecia e limitare il flusso che risale i Balcani verso Nord, nel caso in cui Atene non rispettasse l' ultimatum di tre mesi lanciato dalla Ue: rafforzamento dei confini esterni o sospensione dell' area di libera circolazione di Schengen.

DDL CIRINNA' Agguato grillino in Senato Crolla il piano Renzi sui gay

Unioni Civili, I grillini non votano il "supercanguro": a rischio il ddl Cirinnà




Colpo di scena nell'aula del Senato, dove oggi si discuteva il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha deciso di non voler votare il cosiddetto "supercanguro", ovvero l'emendamento presentato dal renziano Marcucci che di fatto permetterebbe di scavalcare le centinaia di emendamenti presentati dall'opposizione. Il colpo di mano grillino mette di fatto in mutande la maggioranza piddina in aula, dato che la componente cattolica del Partito democratico ha già annunciato la propria contrarietà al ddl Cirinnà, che a questo punto è fortemente a rischio. I lavori dell'aula sono stati sospesi e aggiornati a domattina alle 9.30.

PEGGIO DELLA TASI Ecco la tassa sull'ascensore Quanto pagheremo a famiglia

Casa, l'allarme di Confedilizia: pronta una tassa sugli ascensori




Una tassa che rischia di costarci il doppio della Tasi. La denuncia arriva da Confedilizia, che rivela come il governo abbia messo a punto un decreto, non ancora emanato, che in attuazione della normativa europa sulla sicurezza degli ascensori prevede tutta una serie di verifiche sugli ascensori esistenti che, secondo l'associazione dei costruttori, "annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell'abolizione della Tasi sull'abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della stessa Tasi".

Come riporta il sito huffingtonpost.it, Il provvedimento in questione è un Decreto del Presidente della Repubblica approntato dal ministero dello Sviluppo economico, attualmente all'esame del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi di palazzo Chigi (Dagl) e atteso in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Dopo la sua emanazione dovrà passare in Consiglio di Stato e in Conferenza Stato-Regioni. prendendo come media della Tasi prima casa circa 170 euro annue a famiglia, le nuove norme che il governo si appresta a varare porterebbero un esborso che potrebbe arrivare fino a più di 350 euro annui a nucleo familiare.

martedì 16 febbraio 2016

RAPINA SULLE PENSIONI Addio alla reversibilità Ecco quanto perdi / Cifre

Pensioni, addio alla reversibilità. La rapina: quanto perdi




Nel caos sul taglio delle pensioni di reversibilità, cerca di fare chiarezza il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che dopo la denuncia della Spi-Cgil sulla trasformazione di una prestazione previdenziale (che nasce da un versamento dei contributi) in assistenziale precisa: "È una polemica totalmente infondata: la delega del governo lascia intatti tutti i trattamenti e per il futuro non è allo studio nessun intervento sulla reversibilità, tutto quello che si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale".

Tant'è. Nel 2015 le nuove pensioni di reversibilità erogate, riporta il Giornale, sono state 183.085, circa un terzo dei nuovi trattamenti complessivi. L'importo medio è basso (650 euro): è infatti legato alla presenza del coniuge (60% del trattamento) o dei figli minori di 26 anni se universitari (100% della pensione se oltre al coniuge ce ne sono almeno due). Una decurtazione del 25% in base al reddito è già prevista se l'erede ha un reddito superiore a tre volte la pensione minima (circa 1.500 euro). Ad essere puniti sono i redditi più alti. Il taglio sale infatti al 40% se il reddito è superiore a 4 volte il minimo e al 50% per redditi oltre cinque volte il minimo. Il ddl, insomma, potrebbe intervenire in questa direzione.

Contrario ai tagli Matteo Salvini: "Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo", ha cinguettato su Twitter il leader della Lega: "Vengono fregate migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove, rubando contributi effettivamente versati, per anni". Sulla stessa linea Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: "Renzi se la prende con la povera gente".