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lunedì 8 febbraio 2016

Il sondaggio ammazza-Boschi: bomba a orologeria sul governo

Boschi e Banca Etruria, il sondaggio: un italiano su due vuole che il ministro si dimetta




Per un italiano su due Maria Elena Boschi deve dimettersi. È il sondaggio, sorprendente ma fino a un certo punto, condotto da Scenari politici per HuffingtonPost secondo cui il 53% degli intervistati pensa che la ministra delle Riforme non possa restare al governo. Il motivo è naturalmente il caso di Banca Etruria, con il padre della Boschi coinvolto nell'inchiesta toscana sulle furbate dell'istituto popolare e con lo stesso esecutivo Renzi chiamato a "salvare" Etruria. Da qualche settimana la donna più potente dentro il Pd ha diradato uscite pubbliche e commenti, conscia che ogni sua parola potrà essere usata contro di lei. Si è limitata a riferire in Parlamento, provocando ugualmente polemiche e reazioni ostili nell'opposizione (e imbarazzi tra compagni di partito e maggioranza). 

Chi sta con lei - Tra gli elettori del Pd il 62% pensa che il suo comportamento sia stato ineccepibile, percentuale che scende al 20% tra tutti gli interpellati. I simpatizzanti di M5S, Lega Nord e Forza Italia invece sono schierati in massa per le dimissioni. A un elettore del Pd su tre, infine, resta più di un dubbio sull'operato della famiglia Boschi.

domenica 7 febbraio 2016

Mossa sui gay, rivolta dentro i 5 Stelle: "Grillo traditore, non vi votiamo più"

Unioni civili, base M5S in rivolta contro Beppe Grillo: "Traditori, non vi votiamo più"




La base del Movimento Cinque Stelle insorge, salvo poche eccezioni, contro la decisione del leader Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza sul voto al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Il post in cui Grillo annunciava la decisione è stato letteralmente preso d'assalto, con quasi cinquecento commenti a cinque ore dalla sua pubblicazione. E a prevalere sono i delusi, molti dei quali assicurano che non voteranno né sosterranno più in alcun modo il Movimento. 

"Niente democrazia" - Una scelta "difficile da digerire", come scrive qualcuno, e ancor meno da comprendere. Perché rappresenta, agli occhi degli elettori, una sconfessione di tutto ciò che il Movimento rappresentava ai loro occhi: battaglie civili, per la trasparenza nei lavori parlamentari e nella vita interna del "partito non partito", democrazia diretta, ritorno al cittadino come fonte stessa di ogni decisione. "Devo riconoscere il vulnus che questa decisione reca a quella che è stata la ragione fondante del Movimento. Democrazia diretta sempre. I portavoce non possono avere libertà di coscienza, perché votano in rappresentanza della coscienza collettiva e non della propria", viene sottolineato da un altro cittadino a Cinque Stelle. E, sempre sulla "deroga" alla democrazia diretta c'è chi scrive: "Questa era una decisione da mettere in piattaforma e i portavoce dovevano prenderne atto e allinearsi alla base. Credevo che la forza del movimento fosse la democrazia diretta e non un fatto di coscienza personale. Avete buttato nel cesso il principio cardine". "Così si va contro il volere dei cittadini, loro voteranno secondo la loro coscienza ma non secondo la volontà dei cittadini che li hanno eletti. Soluzione da vecchio a politica non da movimento 5 stelle".

"Bravi, traditori" - Ancora, tra i critici c'è chi grida al tradimento: "Complimenti, avete tradito migliaia di cittadini Italiani che attendevano da anni veder riconosciuto un diritto. Mi fate pena", si legge tra i commenti: "Che delusione, non l'avrei mai pensato che una battaglia di diritti fondamentali il movimento 5 stelle l'avrebbe affrontata con i rimorsi di coscienza. Vedremo quale sarà la prossima deroga". C'è, poi, la pagina degli addii: "Per quanto vi possa interessare, il mio voto lo avete perso - si legge -. Fine del mio sostegno al movimento. Null'altro da aggiungere".

"Mandiamo a casa Renzi" - Non mancano, tuttavia, quanti rintracciano nella decisione una strategia per mettere in difficoltà il governo: "Ma non dobbiamo mandare a casa questo governo? Senza i voti del M5S la legge non passerebbe, quindi...", sottolinea un sostenitore premettendo che "tanto Ncd non voterà mai con il Pd". Per un altro si tratta di "un'importante presa di posizione, anticonformista". Infine, c'è chi pur provando "vergogna" per il post di Grillo si dice sicuro che, proprio in virtù della scelta del leader, "il ddl Cirinnà sarà approvato senza modifiche, con la stragrande maggioranza dei voti dei portavoce del M5S. Questo è il classico post da propaganda politica per un paese incivile e mentalmente immaturo".

UN GIALLO NEL PD Guardate chi va a votare alle primarie dem / Foto

Primarie Pd a Milano, decine di cinesi in coda: non sanno l'italiano ma votano per Sala




C'era un cinese in coda. Anzi cento e più. Le primarie del Pd a Milano riservano una sorpresa a mandorla: nel primo giorno di urne aperte, in sole 9 sezioni, sono state 7.750 le persone che hanno scelto un candidato sindaco tra Giuseppe Sala, Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta. Di quelle 7.750 persone, il 4% sono stati stranieri e la maggior parte di loro sono cinesi. 

I cinesi tutti per Sala - Hanno votato quasi tutti in blocco per l'ex mister Expo Sala, con tanto di appello in mandarino sul sito huarenjie.com a scegliere l'ex manager per cui tifa Renzi. Lui, al seggio, ha sdrammatizzato ("Qui ne vedo solo due") ma in quasi tutti i circoli aperti l'affluenza orientale è stata decisamente maggiore del previsto. Arrivano in gruppo, qualcuno parla italiano ma molti hanno bisogno anche del traduttore, però vogliono votare e sanno perfettamente per chi. "Molti volevano entrare in cabina in tre o in quattro alla volta. Li ho dovuti fermare e li ho obbligati a entrare uno per uno. Va bene la scusa della lingua, ma così no", si è lamentato all'HuffingtonPost il presidente del seggio di viale Monza Carlo Bonaconsa. Qualche cinese di seconda generazione argomenta un po' la propria scelta: "Sala va bene per il nostro popolo, mia figlia lo ha incontrato e ha detto che è la persona giusta".

Caivano (Na): Intervista all'Amministratore del blog Gaetano Daniele

Caivano (Na): Intervista all'Amministratore del blog il Notiziario sul web Gaetano Daniele


di Angela Bechis


Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Assessori che sbattono la porta, consiglieri comunali che passano da una lista all'altra, consiglio comunale deserto per mancanza di numero legale, cosa sta succedendo a Caivano?

Il Sindaco Monopoli, sta raccogliendo i frutti di quello che ha seminato. Nonostante abbia aggregato alla sua squadra un CapoStaff, che pesa alle casse comunali circa 50 mila euro per l'intero mandato. 

Secondo lei perchè?

Il Sindaco Monopoli, si sta affidando, almeno credo, conoscendolo bene, a personaggi che di politica non ne capiscono nulla. Netti incompetenti. Lo dimostra il fatto che, mentre non si fa assolutamente politica, e mentre si cerca disperatamente di formare la nuova Giunta, la cosiddetta Fase 2, quindi palesi le incomprensioni all'interno della maggioranza, ma soprattutto all'interno del suo stesso partito, Forza Italia, con le ultimissime dichiarazioni del consigliere comunale Lorenzo Frezza, che in un certo senso critica la sua stessa maggioranza, e come appunto ricordava lei nella prima domanda, assessori che sbattono la porta, dimissioni del vicesindaco Bellastella, dimissioni dell'ex. assessore de La Svolta Sorrentino, dimissioni tra l'altro volute dalla lista per dare spazio a nuovi rappresentanti, mentre accade tutto ciò, sulla pagina facebook del sindaco, gestita da altri, almeno credo, cosa compare? questo: "Mi hanno sorpreso per la disponibilità e per il senso di responsabilità dimostrato verso la città. Lo dico con orgoglio: non tutti i sindaci possono vantare una squadra composta da persone pronte a garantire al primo cittadino la facoltà di sentirsi libero di attuare le decisioni che ritiene migliori al fine di garantire un governo locale sempre più efficiente. E' una questione di mentalità. E le parole che ho ascoltato ieri sera dai miei consiglieri rappresentano un segnale importante. Sta cambiando la mentalità dove i consiglieri ragionano valutando ogni ipotesi anteponendo gli interessi collettivi a quelli del singolo orticello. E per Caivano è una novità. Prenderemo insieme la decisione migliore per aprire la "fase 2" lasciando i "gufi" sul marciapiede mentre noi continueremo, ancora con maggiore efficienza e determinazione, a lavorare per la nostra collettività. Garantendo legalità e sviluppo. Ho recepito le indicazioni e la prossima settimana scioglierò la riserva". ‪#‎tuttaunaltrastoria‬. Insomma, tutto il contrario di quanto sta accadendo nella vita reale. 

Quindi un totale controsenso....

Si. C'è poco da interpretare, i fatti dicono questo. E nonostante ciò, come ricordavo in un mio ultimo Post, sui vari blog, e sui vari social network collegati al Sindaco Monopoli, viene riportato l'esatto contrario. Se aggregare un Capo di Staff dove costa all'Ente circa 50 mila euro a quinquennio, significa riportare l'esatto contrario di quanto accade all'interno della vita politica corrente, faccio una battuta, questo lavoro poteva farlo chiunque, e a gratis. 

Ci sembra che anche lei ha avuto un disguido con l'attuale Sindaco Monopoli....

Assolutamente mai avuto disguidi con il Sindaco Monopoli. E' un caro amico, una persona perbene, e, come ricordavo poc'anzi, è stato solo manipolato da certi personaggi che lasciano il tempo che trovano. Se si riferisce al messaggio strettamente privato che pubblicò sulla sua pagina facebook, conoscendo bene Monopoli, posso assicurarle che quella mossa bassissima, non è assolutamente opera sua. Quel gesto, almeno credo, fu un colpo basso usato da chi gli gestisce la sua pagina facebook, un colpo basso per fare terra bruciata intorno a Monopoli e primeggiare, dalle mie parti si dice: fare il gallo sulla spazzatura, approfittando, a mio avviso, anche dell'incompetenza e dell'inesperienza del sindaco Monopoli, e ci è riuscito. 

E se si sbaglia? E se fu proprio Monopoli?

Non credo. L'amico Monopoli ha una morale e dei principi, non può essere caduto cosi in basso. Però, siamo sotto al cielo, tutto può essere. Dopo queste mie dichiarazioni, se dovessi leggere di conferme firmate di suo pugno, allora mi dovrò ricredere. 

Cosa si sente di dire all'attuale Sindaco Monopoli?

Che deve fare politica, quella che lui vuole per il Paese, e non fossilizzarsi su strane strategie dettategli da incompetenti. Monopoli di idee per il Pese ne ha, le metta in campo, e sciolga questo nodo. In politica se si vuole governare, bisogna anche qualche volta cedere alle logiche partitiche. La politica non è una sfida personale. Ovviamente, quando parlo di logiche politiche intendo quelle non "ad personam" e che mettono in primo piano le esigenze dei caivanesi.  

sabato 6 febbraio 2016

Diocesi di Aversa Sabato 13 febbraio corso di Formazione organizzato dall'OdG Campania e l'Associazione giornalisti Terra di Lavoro

Diocesi di Aversa Sabato 13 febbraio corso di Formazione organizzato dall'OdG Campania e l'Associazione giornalisti Terra di Lavoro


di Gaetano Daniele



Sabato 13 febbraio, la diocesi di Aversa ospita un Corso di Formazione organizzato con l’OdG Campania e l’Associazione Giornalisti Terra di Lavoro. Tra gli interventi: Mons. Spinillo, il Prof. Giustiniani e i giornalisti Luigi Ferraiuolo e Ottavio Lucarelli


L’Ordine dei Giornalisti della Campania, in collaborazione con l’Associazione Giornalisti Terra di Lavoro e l’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Aversa, ha organizzato il Corso di Formazione per Giornalisti “Comunicazione e Misericordia per promuovere la cultura dell’incontro”. Il corso di aggiornamento professionale si terrà sabato 13 febbraio 2016, dalle 9:00 alle 13:00, nel Salone della Curia Vescovile di Aversa (Via Santa Maria a Piazza n. 49). La partecipazione all’evento garantirà l’acquisizione di 4 crediti formativi.

L’incontro di riflessione e confronto vedrà la partecipazione di Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa; del Prof. Pasquale Giustiniani, Ordinario di Filosofia teoretica e di Bioetica nella Facoltà di teologia dell’Italia Meridionale; di Luigi Ferraiuolo, Giornalista di Tv2000. A moderare l’evento saranno Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine del Giornalisti della Campania; Domenico Falco, Consigliere dell’Ordine del Giornalisti della Campania; Riccardo Stravino, Consigliere Nazionale dell’Ordine del Giornalisti.

Con la Celebrazione del Giubileo Straordinario della Misericordia, Papa Francesco ha inteso centrare il tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sulle sinergie profonde tra comunicazione e misericordia (“un incontro fecondo”). La comunicazione, dunque, è da inquadrare come un momento costitutivo nella promozione della cultura dell’incontro e “può aprire uno spazio per il dialogo, per la comprensione reciproca e la riconciliazione”, permettendo che in tal modo “fioriscano incontri umani fecondi”.  In un momento in cui la nostra attenzione è spesso rivolta alla natura giudicante dei commenti sui social network, il tema si concentra sul potere di parole e gesti per superare le incomprensioni, per guarire le memorie, per costruire la pace e l’armonia. Creare ponti, afferma il Santo Padre, favorisce l’incontro e l’inclusione: ecco perché bisogna essere coraggiosi ed essere "per", comunicare in positivo, evitare il sensazionalismo e saper ascoltare, aspetto non scontato per chi è abituato a parlare.

Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio), mentre la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“ Inter Mirifica ”, 1963), viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2016, l’8 maggio). 

Multe, Equitalia sempre più spietata Nuovo metodo crudele di riscossione

Equitalia usa le maniere forti: niente raccomandata, ecco il nuovo trucchetto




Equitalia torna cattiva e dichiara guerra ai "furbetti" della raccomandata. L'ente di riscossione, stanco di veder rimbalzare le proprie cartelle tra raccomandate rifiutate e avvisi ignorati, che ritardano i tempi di recupero del credito, ha messo in campo una nuova implacabile strategia: l'affissione della cartella all'albo pretorio della casa comunale.

Come spiega Il Giorno Equitalia, pressata dal governo, che cerca di fare cassa, ha deciso per le maniere forti. Visto che la ripresa economica non si vede, è ripartita la caccia al recupero del credito. Senza nessuna violazione da parte dell' agenzia, ma semplicemente "forzando" il sistema legislativo esistente. Mentre prima Equitalia mandava la cartella esattoriale con raccomandata via posta ordinaria (nonostante debba essere recapitata da un ufficiale giudiziario, che però costa molto di più all' ente), ora spedisce sempre una raccomandata, ma con dentro un avviso. «Caro contribuente, siccome l' ufficiale giudiziario non ti ha trovato a casa e non ti ha potuto recapitare la cartella, l' abbiamo affissa nell'albo pretorio del Comune».

In pratica, mentre prima si poteva "prendere tempo" rifiutando la raccomandata, adesso la medesima cartella si considera notificata. 

L'intervista - Capuozzo e l'omicidio di Giulio Il sospetto e una richiesta all'Italia

Capuozzo, la verità sull'omicidio di Giulio: "Vi dico io chi può averlo ucciso"


intervista a cura di Adriano Scianca



Non è stato un omicidio di Stato, il colpevole va cercato negli ambienti fondamentalisti. Sull' omicidio di Giulio Regeni, il giornalista Toni Capuozzo ha una tesi ben precisa. «La mia», spiega, «è una conclusione logica: il regime non aveva interesse a compiere questa uccisione. Sapremo mai la verità? Dipende da quanto la cercheremo. Ma siamo pur sempre il Paese che lascia due soldati all' India per quattro anni...». La morte di Giulio Regeni è ricca di lati oscuri.

Quante possibilità ci sono di arrivare alla verità, secondo lei?

«Io credo che al-Sisi abbia tutto l' interesse a collaborare. L' Egitto ha bisogno del sostegno occidentale, è lo Stato che riceve maggiori armamenti dagli americani. Se Regeni è stato attenzionato da ambienti dissidenti, il regime avrà tutto l' interesse a far luce sulla vicenda. Ovviamente il fatto che la verità venga a galla dipende molto da quanto la si cerca».

Insomma, dipende più dall' Italia che dall' Egitto?

«Sì, dipende da quanto l' Italia investirà in questa ricerca della verità. In fin dei conti abbiamo scoperto chi c' era dietro alcuni rapimenti avvenuti in Siria, che è un teatro di guerra, possiamo scoprire la verità anche su questo omicidio, se vogliamo. Certo, l' Italia è lo Stato che ha lasciato per quattro anni due suoi soldati nelle mani della giustizia indiana...».

Perché è convinto che gli autori dell' omicidio vadano cercati negli ambienti fondamentalisti?

«La mia è una conclusione logica, ovviamente non ho alcuna informazione supplementare su questo caso. Penso solo che i più imbarazzati di tutti, per questo omicidio, siano i funzionari del regime. Mi sembra improbabile che sia stato un omicidio di Stato».

In base a cosa lo dice?

«Vede, qualche giorno fa le autorità egiziane hanno arrestato un vignettista molto noto, nel Paese. Evidentemente le autorità avevano un conto da regolare con questa persona. Dopo qualche giorno, tuttavia, è stato rilasciato. Perché uno studente di 28 anni doveva rappresentare una minaccia maggiore?».

Forse per il suo impegno giornalistico, politico e sindacale.

«Sono problemi che l' Egitto poteva risolvere con un visto negato o un' espulsione. Francamente il regime mi sembra abbastanza solido da non essere messo in discussione da Giulio Regeni. No, credo che i colpevoli vadano ricercati altrove».

Dove?

«I dettagli dell' omicidio raccontano di un interrogatorio condotto con odio e volontà punitiva. Mi pare più probabile che alcuni gruppi organici ai Fratelli musulmani o comunque all' opposizione fondamentalista ad al-Sisi lo abbiano scambiato per una spia. Giulio era un occidentale, frequentava l' università americana, faceva domande in giro: evidentemente qualcuno lo ha scambiato per ciò che non era e lo ha interrogato, torturandolo, affinché confessasse cose che in realtà non sapeva. Poi l' ha lasciato in condizioni tali da imbarazzare il regime. Viceversa, anche il peggiore squadrone della morte al servizio di al-Sisi lo avrebbe fatto sparire senza lasciare tracce».

Anche qualche organo di stampa italiano ha ipotizzato rapporti fra il ragazzo e l' intelligence, tant' è che i nostri servizi hanno dovuto smentire ogni legame. Lei che ne pensa di queste teorie del complotto?

«Francamente troverei preoccupante se la nostra intelligence dovesse affidarsi a uno studente di 28 anni. Mi sembrano ipotesi del tutto campate in aria».

Altri hanno mosso l' obiezione opposta: si tratterebbe del solito italiano ingenuo che va in giro per il mondo senza valutare i rischi. È d' accordo?

«Io penso che l' ingenuità non sia una colpa. Intanto spesso l' ingenuità si accompagna all' innocenza. E poi anche certi giornalisti che cadono nelle mani di bande terroristiche sono stati "ingenui" nel valutare questo o quel contatto, questa o quella situazione. E parliamo di persone forse più avvertite ed esperte di Regeni. Il quale, peraltro, aveva espresso perplessità e timori sulla propria incolumità, sia pur senza entrare nel dettaglio di quale fosse il pericolo che più temeva. Lui era uno studioso, purtroppo ci sono luoghi in cui anche la curiosità scientifica può essere mal vista. C' è stata ingenuità? Probabilmente sì, ma come ce n' è stata nei casi dei rapimenti in teatri di guerra dei giornalisti Mastrogiacomo o Quirico».