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domenica 24 gennaio 2016

Sarri, guai senza fine: querelato dalla Democrizia Cristiana. L'ultima bufera

Sarri, guai senza fine: querelato dalla Democrizia Cristiana. L'ultima bufera


(CLA.SAV.)



L’Inter, con una nota ufficiale sul proprio sito, «accetta le scuse presentate da Sarri e dal Napoli». La società nerazzurra «conferma il proprio completo supporto all’allenatore Roberto Mancini ed alla posizione etica da lui assunta» e spera in una conclusione della polemica: «È giunto però adesso il momento di tracciare una linea che possa porre fine alle tante discussioni nate durante gli ultimi minuti di gara». Intanto, Dino Giarrusso, inviato de «Le Iene», ha raggiunto i due allenatori nei rispettivi centri sportivi per sancire la pace. I due tecnici hanno rilasciato dichiarazioni concilianti che andranno in onda nel programma di Italia 1 domenica in prima serata. Intanto la Democrazia Cristiana ha esposto querela nei confronti di Sarri, che nel post-gara aveva dichiarato: «Ho detto l’offesa che mi è venuta in mente, gli avrei potuto dire “sei un democristiano”».

Cento piazze per dire sì ai diritti gay Chi c'era, chi no (e il Pd... "divorzia")

Unioni civili, in 98 piazze italiane manifestazioni arcobaleno




Non solo Family Day. L'altra metà dell'Italia scende in piazza a favore delle unioni civili, del ddl Cirinnà (e contro il Family Day che si terrà a Roma il 30 gennaio). In quaranta città hanno sfilato migliaia di persone insieme alle famiglie arcobaleno per "Sveglia Italia", la giornata organizzata da Arcigay e altre associazioni Lgbt (ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit) a favore delle Unioni Civili.

Il Pd in due piazze - Le manifestazioni si sono svolte in 98 piazze. A Roma, Parma, Genova, Milano, Firenze.  E poi in Sicilia, Napoli, Udine. "Il nostro simbolo - spiegano gli organizatori a Roma - è un cuore con l'uguale, perché crediamo che ogni amore debba avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Per questo continueremo a lottare fino a quando non raggiungeremo la piena uguaglianza, vale a dire il matrimonio egualitario". "Quella di oggi è una bellissima piazza e ci ricorda che l'Italia è in ritardo, ma il Pd è impegnato in prima persona per colmarlo", dice il presidente del Pd Matteo Orfini. Peccato che una delegazione del Pd, in rappresentanza dei cattolici dem, sarà in piazza anche il 30 gennaio per il Family Day, che al ddl Cirinnà si oppone. Partito schizofrenico, indeciso o semplicemente spaccato a metà? 

Ovazioni per la Cirinnà - È stata accolta da un'ovazione la parlamentare del Pd Monica Cirinnà, quando è salita sul palco della manifestazione in piazza del Pantheon a Roma. In migliaia hanno applaudito le parole della firmataria del ddl sulle unioni civili.  A Milano sono scesi in piazza oltre ai cittadini anche i candidati sindaci alle primarie del centrosinistra, Francesca Balzani, Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino. E il sindaco Giuliano Pisapia.  

Il ddl Cirinnà - Per quanto riguarda il dibattito politico, per la Chiesa "non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione", ha detto ieri Papa Francesco, aggiungendo che chi vive altre forme di unioni è oggetto della "misericordia" della Chiesa. Matteo Renzi ha ribadito ieri che la legge sulle unioni civili per il Pd "è irrinviabile". Il disegno di legge Cirinnà arriverà in aula al Senato il 28 gennaio e per ora non ha una maggioranza. Centristi e cattolici del Pd sono ancora contrari all'adozione del figlio del partner, nonostante gli emendamenti del senatore Giuseppe Lumia che cercano un compromesso, distinguendo le unioni civili dal matrimonio. Se non si raggiungerà un'intesa, il Pd lascerà libertà di voto.

Panico negli Usa, il nome-bomba: ecco chi sarà presidente / Foto

Usa, l'ex sindaco di New York Bloomberg potrebbe candidarsi alla Casa Bianca da indipendente




In attesa di una conferma o di una smentita, il mondo politico statunitense è nel panico. Tutto per l'indiscrezione del New York Times secondo il quale il popolarissimo ex sindaco della Grande Mela e miliardario Michael Bloomberg sta pensando di candidarsi alla Casa Bianca come indipendente. Il Nyt scrive che il 73enne sta definendo i piani per candidarsi, impresa in cui è pronto ad investire 1 miliardo di dollari del suo patrimonio personale di 35,5 miliardi. 

Quattordicesimo uomo più ricco del pianeta, secondo Forbes (Donald Trump è solo 72esimo con 4,5 miliardi di patrimonio), ex repubblicano non ortodosso quando venne eletto la prima volta sindaco a New York nel 2002 (dove, primo assoluto nella storia, rimase per tre mandati consecutivi, 12 anni in totale) si è poi allontanato sempre più dal Grand Old Party fino a diventarne del tutto autonomo. La sua discesa in campo rischia di danneggiare più Hillary Clinton che lo stesso Trump, sostenuto dalla "pancia" degli elettori repubblicani e avversato da tutti gli altri.

Le sue posizioni indipendenti - è tra i più convinti sostenitori della campagna contro l'eccessiva diffusione delle armi - e le posizioni moderate in tema di immigrazione ed economia (lo dimostra il suo impero creato dal nulla dell'agenzia specializzata nell'informazione finanziaria) potrebbero attrarre molti elettori della Clinton. Gli stessi che lo hanno eletto tre volte sindaco di New York. 

Bloomberg ha posto come scadenza i primi di marzo, scrive il Nyt, limite che gli darebbe tempo sufficiente per presentare la sua candidatura. Oltre alle posizioni contro le armi, che gli hanno reso ostile la potente lobby National Riffle Association, ha anche sostenuto campagne, spesso non fortunate, a favore della salute, come il divieto di fumo in bar e ristorante, e la limitazione delle dimensioni dei contenitori di bibite zuccherate.

sabato 23 gennaio 2016

Riforma Isee, dal fisco nessuna pietà: arriva la tassa sui disabili, è rivolta

Dal fisco nessuna pietà: arriva la tassa sui disabili, è rivolta


di Antonio Castro



Far pagare le tasse sull’assegno di invalidità e accompagnamento ad un ragazzo di 18 anni affetto da una di quelle malattie che fa paura già dall’acronimo: SMA, l’Atrofia Muscolare Spinale - di tipo 2, una rarissima malattia genetica dalla quale non si guarisce.

A volte non basta un hashtag per cambiare le idiozie burocratiche. Però, forse, questa è #lavoltabuona (Renzi docet), per inculcare un cambiamento nel governo e fare veramente la cosa giusta.

Una mamma italiana - di quelle che Renzi cita a piene mani - stufa di andare a sbattere contro il pressappochismo dei nostri politici si è messa alla tastiera non per chiedere quattrini o suscitare pietà. Solo per denunciare e tentare di capire la ratio dell’ennesima fesseria di governo e burocrazia cantante. 

Avete presente la riforma dell’Isee? Ebbene dal 1 gennaio 2015 gli assegni di accompagnamento, le pensioni di invalidità e tutti gli emolumenti economici ricevuti da uno qualsiasi dei componenti il nucleo familiare per invalidità e/o condizione di disabilità o non autosufficienza, concorrono al reddito familiare. 

Tralasciando il fatto che neppure la somma di tutte le provvidenze pubbliche per invalidi e disabili basta minimamente a pagare i conti di una patologia invalidante (cosa che né Renzi né i suoi del Giglio evidentemente conoscono), viene da chiedersi come mai il governo si sia avventurato su questa strada. Il sospetto è che Tesoro e Lavoro (i ministeri da cui dipende l’Inps ufficiale pagatore degli assegni), a corto di quattrini vogliano far la cresta sulle famiglie con disabili. Come? Costringendole a dissanguarsi finanziariamente per dare assistenza ai propri cari.

Poco importa che il Tar - con tre distinte sentenze - abbia giudicato negli scorsi mesi illegittima questa novità. Ora spetta al Consiglio di Stato deliberare. La sentenza dovrebbe arrivare a giorni. Ma torniamo alla storia di Tommaso Falleni, così si chiama questo ragazzo che compare in foto sorridente e furbetto sul sito: www.change.org, il sito dove è possibile lanciare petizioni pubbliche. La mamma di Tommaso, Maria Letizia Solinas, ha pensato di lanciare questa petizione perché proprio non riesce a digerire «le scelte sulla gestione della spesa per i Disabili».

La SMA è una malattia geneticaprogressiva, degenerativa e ad oggi totalmente incurabile. «Si caratterizza dalle delezione di 2 esoni, il 7 e l’8, nel cromosoma 5, responsabili del mancato funzionamento del gene smn, la cui ridotta espressione causa improduttività della proteina fondamentale per lo sviluppo muscolare, e la degradazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale».

Lanciando la sua petizione (che ieri sera aveva raccolto 7.464 sostenitori), la signora Solinas spiega in cosa consiste la vita quotidiana di Tommaso: «La SMA colpisce tutti i muscoli del corpo, anche quelli respiratori, della deglutizione; coinvolgendo gli apparati scheletrici e tendinei. La SMA non si ferma, e ogni piccola cosa che si perde in termini di funzionalità, non si recupera. Mai. Tommi non ha mai camminato; ci siamo accorti della malattia quando aveva 18 mesi... E da quel giorno la nostra vita “normale” si è trasformata in una sfida quotidiana».

Insomma, Tommaso ha già una vita complicata, un menage familiare faticoso. Ma di questo Maria Letizia non si lamenta. La cosa che la fa infuriare è che «per la prima volta nella storia della Repubblica italiana è stato deliberato di inserire le indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, per i disabili gravi e gravissimi, che necessitano di assistenza H24, nel nuovo Isee? Perché questi già scarsi contributi devono essere parte di un reddito familiare e soggetti a parametri di tassazione quando non sono sufficienti neppure a coprire le spese?». E ancora: «Come pensate che si possa sentire un ragazzo di 18 anni che sa di poter contare ad oggi su 790 euro mensili lordi…».

Grazie a questa trovata di Renzi & Co, Tommaso - secondo le proiezioni finanziarie elaborate della mamma - avrà un reddito dimezzato quando sarà adulto. Da buon livornese possiamo immaginare cosa direbbe Tommaso al fiorentino Renzi. Se solo potesse parlarci.

Parla l'esperto: se Renzi cade... L'incredibile scelta di Mattarella

Luigi Bisignani: "Se Renzi non passa il referendum, governo del presidente in mano a Del Rio"




L'appuntamento decisivo è per l'autunno prossimo, quando gli italiani saranno chiamati a votare il referendum confermativo sulle riforme. Se il premier Matteo Renzi lo vincerà, non avrà più avversari tanto a destra, quanto a sinistra e tra i pentastellati. Con ogni probabilità, a quel punto, deciderà di andare al voto un anno prima della scadenza naturale della legislatura (che è nel 2018) e dall'inizio del 2017 avvierà la campagna elettorale per le politiche del 2017.

Ma se dovesse perdere? Il premier ha addirittura paventato, in quell'ipotesi, un suo ritiro dalla politica, cosa alla quale in pochi (e forse lui stesso in primis) credono davvero. Maria Elena Boschi ha più prevedibilmente azzardato che la bocciatura delle "sue" riforme sarebbe una bocciatura di tutto il governo, che dunque dovrebbe ragionevolmente fare un passo indietro. E poi cosa potrebbe succedere? "Il potere di sciogliere le Camere - ha proseguito la Boschi in quella stessa puntata di 'Otto e mezzo" di qualche settimana fa - è in mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella". E anche nel caso venga meno una maggioranza che sostenga l'esecutivo in Parlamento, potrebbe non farlo.

Chi è convinto di questa ipotesi è un gran conoscitore di cose politiche: Luigi Bisignani. Il faccendiere autore di libri, in una intervista al sito affaritaliani.it, si dice anzi sicuro che lo scioglimento delle Camere, in caso di sconfitta di renzi al referendum, non avverrà subito: "Sergio Mattarella, considerando la legge elettorale diversa per la Camera (Italicum) e per il Senato (Consultellum), non amnderebbe immediatamente il Paese alle urne, ma tenterebbe di far nascere un governo del Presidente che abbia come compito principale quello di approvare una nuova legge elettorale uniforme per i due rami del Parlamento, che con la bocciatura del referendum resterebbero in vigore così come sono". In pole position come successore di Renzi a Palazzo Chigi? Secondo Bisignani, Graziano Del Rio, attuale ministro dei Trasporti.

Bruno Vespa incredibile su Renzi Quelle frasi spericolate su Matteo

Porta a Porta, Bruno Vespa incantato da Renzi




Deve essere rimasto incantato dall'eloquio del Rottamatore, Bruno Vespa. Giovedì sera, a "Porta a Porta" aveva Matteo Renzi ospite. E oggi sul quotidiano "Il Giorno", il conduttore si produce in un editoriale che, fosse lui un politico e non un volto tv e fossimo noi sotto elezioni, sarebbe da considerarsi a tutti gli effetti un "endorsement".

Ora, Vespa non è certo nuovo a infatuazioni per i potenti di turno, soprattutto per quelli che passano dal suo studio televisivo. Ma, certo, dimostra un certo scoraggio e forse un po' di spericolatezza nel difendere il presidente del Consiglio in un momento di grossa difficoltà sua e del suo esecutivo tanto sul fronte interno, quanto su quello europeo. Dice, addirittura, che "guardandolo nei novanta minuti della conversazione a Porta a Porta, di giovedì sera, ho avuto l'impressione netta che Renzi controlli perfettamente la situazione".

E ancora: "E' innegabile che in meno di due anni Renzi abbia fatto molte riforme di cui si aveva grande bisogno: alcune suggerite, ma non attuate dal centrodestra (Jobs Act, eutanasia dell' articolo 18), altre avviate da Berlusconi,ma non completate (pubblica amministrazione, scuola). Altre del tutto nuove: il Senato non è un gran che, ma finisce il rimpallo con la Camera. I poteri delle regioni sono stati ridotti meno del dovuto. L' abolizione delle province va completata, perché così è assurdamente mutila
ta. Ma è difficile non riconoscere che il bilancio complessivo è positivo.

Un litro di benzina a 44 cent Ecco in che modo e quando

Benzina: al netto delle tasse la pagheremmo 44 cent al litro





Del crollo del prezzo del petrolio si parla un giorno sì e l'altro pure. Certo, il picco minimo di 9 dollari e 55 centesimi al baarile toccato dal Brent nel 1998 è ancora lontanissimo. Ma i 29 dollari toccati ieri restano una delle quotazioni più basse di sempre. Eppure, come risulta da una indagine di Confartigianato, se anche arabi, norvegesi, venezuelani, e quant'altro ci regalassero il loro oro nero, noi continueremmo comunque a pagare il carburante alla pompa circa 1 euro. Tale e tanto è, infatti, l'ammontare complessivo di tasse e accise che gravano oggi si diesel e benzina. Tolte le quali, appare evidente come oggi al netto di tutto il ciarpame del Fisco dovremmo pagare il gasolio poco meno di 20 centesimi al litro e la benzina intorno ai 44 centesimi.