Visualizzazioni totali

domenica 13 dicembre 2015

"Quel marò deve ritornare in Italia" Il documento della Farnesina: la novità

"Quel marò deve ritornare in Italia". L'ultima mossa al Tribunale del mare




L’Italia ha depositato al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d’Arbitrato de l’Aja una richiesta di misure provvisorie ai sensi dell’Articolo 290 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, rende noto la Farnesina. Con tale atto si chiede al Tribunale Arbitrale appena costituitosi di autorizzare il fuciliere Girone a tornare in Italia e a restarvi per tutta la durata della procedura arbitrale in corso fra le Parti. La richiesta di misure provvisorie si inserisce nel quadro dell’arbitrato internazionale avviato dal Governo italiano lo scorso 26 giugno e segue la misura cautelare già resa dal Tribunale per il Diritto del Mare di Amburgo lo scorso agosto, con la quale è stata ordinata la sospensione di tutti i procedimenti giudiziari a carico dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Con tale istanza, l’Italia ha chiesto al Tribunale Arbitrale di riconoscere e proteggere alcuni diritti fondamentali anche prima delle soluzione definitiva della controversia. Il Tribunale fisserà la data di discussione della richiesta italiana. L’Italia è determinata a far valere in giudizio il diritto esclusivo all’esercizio della giurisdizione sulla vicenda della Enrica Lexie, nonché l’immunità che il diritto internazionale riconosce ai militari che operano nell’esercizio delle loro funzioni.

Rimborsi caso per caso e un fondo: il piano del governo sulle banche

Banche salvate, Padoan: "Fondo con i contributi degli altri istituti. Colpa degli italiani poco preparati in finanza"




Un fondo "salva-banche" con il contributo degli altri istituti e "ristoro" deciso caso per caso. Sono queste due delle misure del governo di cui ha parlato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Commissione Bilancio della Camera, intervenuto in merito al decreto salva banche. La prossima mossa, probabilmente dopo Natale, sarà avviare la riforma delle banche di credito cooperativo, chiamate ad aggregarsi sotto una o più holding secondo quanto previsto già dalla loro auto-riforma. Terzo intervento: la creazione di Bad bank per assorbire i crediti in sofferenza, verso soggetti cioè in stato di insolvenza (210 miliardi, il 10,3% dei finanziamenti concessi). "Il governo intende dare una risposta" ai clienti fregati dai quattro istituti di credito falliti, ha spiegato Padoan, che però ha anche puntato il dito proprio contro gli stessi investitori. 

"Italiani poco preparati" - "Il salvataggio delle quattro banche ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica il problema della scarsa educazione finanziaria della popolazione italiana - ha proseguito il ministro davanti ai deputati -. Un risparmiatore poco o male informato è potenziale vittima di abusi. Occorre aumentare l'informazione e la capacità di valutazione dei risparmiatori per ridurre le asimmetrie informative e il rischio di abuso. Poiché reddito ed educazione sono associati, per migliorare le opportunità sociali anche le fasce di popolazione meno abbiente è necessario lanciare un intervento di educazione finanziaria su larga scala".

"Non un euro pubblico" - Le misure da adottare, assicura Padoan, saranno "compatibili con la disciplina europea degli aiuti di Stato" e saranno prese sotto forma di emendamento governativo al ddl Stabilità. "Non si può escludere - sottolinea il titolare dell'Economia - che le quattro banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimento, ma questo è quanto andrebbe accertato con l'analisi di ogni singola posizione". Per il resto, sono carezze a un sistema bancario dalle mille falle che tuttavia, a 7 anni dall'inizio della crisi, "è rimasto in piedi e si è rafforzato in molti suoi punti senza usare neanche un euro di quei 1.100 miliardi spesi da altri in Europa per salvare le banche". Le conseguenze della liquidazione dei 4 istituti falliti, ha concluso, "sarebbero state disastrose: per i clienti, per i risparmiatori, per il tessuto economico dei territori interessati, per i dipendenti". 

sabato 12 dicembre 2015

Attacco all'ambasciata spagnola a Kabul L'inquietante rivendicazione di Al Qaeda

Attentato all'ambasciata spagnola a Kabul. Al Qaeda: "Avanziamo contro il nemico"




Attentato all'ambasciata spagnola a Kabul, in Afghanistan: almeno dieci persone, fra cui quattro terroristi, sono morte nell'assalto avvenuto questa notte nella guesthouse. Le altre vittime sono due guardie spagnole e quattro poliziotti afghani, a cui si aggiungono nove feriti tra i civili.

L'attacco è durato circa nove ore ed è cominciato con l'esplosione di un'autobomba davanti alla residenza usata dall'ambasciata spagnola per l'alloggio degli ospiti nel quartiere diplomatico di Sherpur, dove si trovano ambasciate, sedi di organizzazioni internazionali e residenze di politici. L'esplosione, raccontano testimoni locali, è stata seguita da un lunghissimo scontro a fuoco.

Il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid ha rivendicato l'attentato su Twitter, scrivendo che l'attacco suicida era diretto contro "gli occupanti stranieri". "I mujahidin avanzano in tutto il Paese, catturando territori e distruggendo i centri del nemico. Invitarli al negoziato di pace è una stupidaggine", ha aggiunto. L'attacco infatti è avvenuto dopo che il presidente afghano Ashraf Ghani, in visita in Pakistan per il summit Heart of Asia, ha concordato con Stati Uniti e Pakistan la ripresa di colloqui di pace con i talebani.

STASI CONDANNATO Caso chiuso, dopo 8 anni Costituito, è già in carcere

Cassazione, Alberto Stasi condannato a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi




La V sezione della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Alberto Stasi, unico imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. La Suprema Corte ha quindi rigettato i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano e dall'imputato contro la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello milanese il 17 dicembre dello scorso anno. Il sostituto procuratore generale venerdì nella sua requisitoria aveva chiesto l'annullamento della condanna perché non era stato individuato un movente certo e che gli indizi contro Stasi non era sufficienti. 

Stasi si è costituito - Pochi minuti dopo la sentenza, Stasi si è costituito e ora è già in carcere, non meglio precisato. La decisione di consegnarsi subito dopo la sentenza definitiva, era già stata maturata da Stasi e dai suoi legali nei giorni scorsi. L'iter prevederebbe l'invio dell'ordine di esecuzione della pena dalla Cassazione ai magistrati competenti, in questo caso quelli di Milano dove si è svolto l'appello, che poi la rendono esecutiva. È previsto però anche che il condannato si presenti spontaneamente in carcere dove viene trattenuto in attesa dell’arrivo dell’ordine d'esecuzione.

La difesa: "Sentenza allucinante" - "È una cosa allucinante prendiamo atto di questa decisione. Ora Alberto andrà in carcere, non può fare nient'altro", è il commento amareggiato dell'avvocato Fabio Giarda, uno dei difensori di Stasi. "Come si fa a mettere in carcere una persona quando c'è una sentenza completamente illogica. Quanto detto ieri dal pg è la realtà dei fatti. Questa è una pena che non sta né in cielo né in terra: se uno ha compiuto un fatto del genere - ha concluso il legale - deve essere condannato all'ergastolo". 

La soddisfazione dei Poggi - "Giustizia è stata fatta", sono le prime parole della mamma di Chiara Poggi. Parlando ai microfoni di Rainews24 ha ricordato, con commozione: "Questa è una tragedia che ha colpito due famiglie, non dimentichiamolo, l'altra non ha perso un figlio, che però ha avuto una brutta vicenda". E poi sottolinea che con un annullamento della sentenza "io non mi sarei mai arresa, io sono la mamma e per mia figlia ho il dovere di continuare". "Nessuna sentenza a metà", spiegano invece i legali della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni e Francesco Compania. La Cassazione ha semplicemente "accertato la verità processuale": "Non si può parlare di soddisfazione - dice Tizzoni - siamo davanti a una tragedia che riguarda una famiglia. È la pena di chi ha scelto il rito abbreviato ma ciò che importa è che oggi sia stata accertata la verità del terribile omicidio di Chiara. Da parte nostra andremo avanti sempre nell'interesse della famiglia di Chiara".

Se vi arriva questa lettera, occhio: la vostra banca vi sta fregando

Popolare Etruria, la lettera inviata agli obbligazionisti pochi mesi prima del crac




Gli obbligazionisti fregati dalla Popolare Etruria, a dicembre 2014, hanno iniziato a ricevere una lettera dal loro istituto: "Gentile cliente (…) il suo portafoglio risulta non adeguato al suo livello di conoscenza ed esperienza finanziaria, alla sua situazione finanziaria e ai suoi obiettivi di investimento", e poi l'invito a recarsi in filiale per "verificare la coerenza delle informazioni", riferimento al celebre questionario Mifid sulla propensione al rischio. Per quasi tutti loro quella propensione era bassa, così come doveva esserlo il rischio delle obbligazioni che avevano vendute loro. E invece, con il passare dei mesi, quel rischio è diventato medio e poi alto, all'insaputa degli obbligazionisti. E qui la beffa: come spiega il Corriere della Sera, quella lettera inviata dalla Pop Etruria a pochi mesi dal disastro attuale più che un tentativo di salvare la faccia e, con essa, i propri clienti raggirati sembra proprio un modo per pararsi dal punto di vista legale. Come dire: noi li abbiamo avvertiti. Ma non è andata proprio così, perché l'avvertimento è risultato non solo tardivo, ma inutile. La lettera suggeriva agli obbligazionisti la possibilità di "eventuali interventi sul suo portafoglio", ossia vendere titoli diventati "pericolosi" per rientrare almeno in parte delle cifre investite e perse. Peccato che quelle obbligazioni siano già senza valore e non ci sia praticamente più modo di vendere. "Voleva venderle - racconta al Corsera Marco Festelli di Confconsumatori, avvocato di una cliente - ma le hanno detto che non c'è mercato, comunque di stare tranquilla. Ora sono azzerate. Forse per la banca quelle lettere erano un modo per scongiurare future responsabilità".

Berlusconi: "Così tornerò a vincere" La commovente frase sul pensionato

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Abbraccerei la vedova del pensionato, ma il suicidio è sbagliato"




"Abbraccerei la vedova e cercherei di spartire con lei il suo dolore ma non potrei esimermi dal dire che il suicidio non era un gesto da fare, bisognava aspettare un intervento salvifico, non ci si può mai lasciar andare a gesti di questo genere". È un Silvio Berlusconi commosso quello che, intervistato da Emilio Carelli su Sky Tg24 a L'incontro commenta la tragica vicenda del pensionato di Civitavecchia suicida dopo aver perso i soldi investiti nella Banca dell'Etruria. "Io non avrei escluso dal provvedimento i trentamila obbligazionisti - spiega poi il leader di Forza Italia a proposito del decreto salva-banche del governo Renzi -. Loro non sono speculatori. Non è possibile lasciare queste persone senza i risparmi di una vita. Vanno aumentati i 3,6 miliardi che il governo ha fatto versare alle banche per salvare i 4 istituti con altri 780 milioni. Se si diffonde un fenomeno di non credibilità del sistema bancario ci sarebbero conseguenze dannosissime".

"Scendo ancora in campo" - Quando il discorso si sposta sulla politica, Berlusconi assicura: "Sono pronto a scendere in campo per il bene dell'Italia. Non possiamo permetterci che il Paese finisca nelle mani di una banda come quella del M5S" e il governo Renzi "abusivo e illegittimo" richiede un'opposizione forte e solida. "Sono incandidabile e ineleggibile ma i sondaggi dicono che in caso di ballottaggio tra Pd e M5S vincerebbero i grillini perché il 78% dei votanti della Lega Nord sceglierebbe il M5S. Per questo serve un centrodestra forte e compatto e per questo torno in campo". Il centrodestra "deve essere unito", ma Forza Italia "non è subalterna alla Lega. Riguadagnerà 10 punti come fece nel febbraio 2013 con la mia riapparizione in tv. Con me in campo so di portare Forza Italia al 20% e far vincere il centrodestra alle elezioni con il 40%". "In questo momento - conclude il ragionamento il Cav - non c'è nessun altro che può svolgere il mio ruolo. Mi sento obbligato a stare ancora in campo per il bene dell'Italia e degli italiani contro il mio stesso interesse, ma sento forte il dovere di farlo perché avverto lo stesso pericolo del '94 e quindi devo trovare il coraggio di farlo". Sui candidati di Roma e Milano, però, "non credo sia logico fare oggi dei nomi, non vorrei scontentare nessuno".

Dal Papa, schiaffo a Milano: non ci va Il retroscena: cosa c'è dietro (davvero)

Dal Papa, schiaffo a Milano: non ci va. Il retroscena: cosa c'è dietro (davvero)




Papa Francesco rinvia la visita a Milano. Il motivo ufficiale sono i «molti impegni per il Giubileo». E questa è la terza volta che il Papa annulla una visita nel capoluogo lombardo, nonchè nella diocesi più grande del mondo. Per l’esattezza, due volte una visita in loco, una terza volta un incontro con l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. (...)