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lunedì 16 novembre 2015

L'editoriale di Belpietro sugli attentati: "Niente patti con i nazi-islamici"

Maurizio Belpietro: perché è impossibile trattare con i nazi-islamici



Nel suo editoriale di oggi Maurizio Belpietro torna a parlare delle stragi di Parigi. E spiega perché non è possibile trattare, come sostiene tra gli altri lo scienziato Umberto Veronesi, con l'Isis. Ecco, in sintesi, cosa scrive il direttore di Libero: "L' idea di scendere a patti, di trovare un' intesa che garantisca una convivenza tra orrore e diritti umani, in realtà è una resa. Ci consegniamo a loro pensando di farla franca, ma così ci condanniamo". 

L'intervento completo  in edicola oggi 16 Novembre su Libero, non perderti l'editoriale integrale del direttore Maurizio Belpietro. 

"ECCO IL REGISTA DELLE STRAGI" Viveva in Belgio, poi è sparito Era in contatto con tutti i kamikaze

L'intelligence belga: "Individuato il regista delle stragi di Parigi"




I servizi di sicurezza belgi sospettano che la mente degli attentati di Parigi sia Abdelhamid Abaaoud, 28 anni di origine marocchina, residente a Molenbeek e latitante da quando, a gennaio, la polizia belga ha  neutralizzato la cellula jihadista di cui era a capo a Verviers. Lo riportano i media belgi. Almeno due dei terroristi di Parigi erano amici di Abaaoud, spiega la stampa locale, ed avevano commesso insieme piccoli crimini a Bruxelles tra il 2010-2011.  Abaaoud è poi partito per la Siria dopo lo smantellamento della cellula jihadista di cui era a capo. etro gli attacchi di Parigi, ci sarebbe lo stesso uomo che fu la mente di un fallito attentato per  uccidere dei poliziotti in Belgio lo scorso gennaio. Lo scrivono i giornali belgi De Standaard e Het Nieuwsblad. Si tratta del 28enne Abdelhamid Abaaoud, cittadino belga di origine marocchina, che è  andato a combattere in Siria. L’uomo è tristemente famoso per un video registrato nel 2014 in cui guida un’automobile che trascina dietro alcuni corpi mutilati.

Ricercato - Abaaoud avrebbe organizzato il fallito attentato in Belgio dalla Grecia e da allora è ricercato. Due dei terroristi suicidi identificati a Parigi - indicati dai giornali belgi come Bilal Hadfi eBrahim Abdeslam - avrebbero conosciuto Abaaoud. Quest’ultimo viveva un tempo nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles, così come Abdeslam.

"SERVE LA GUERRA" Piano del gen. Jean cosa serve per vincere

"ENTRIAMO IN GUERRA". Il piano del generale Jean: cosa serve per vincere




La Nato dovrebbe intervenire con truppe di terra direttamente in Siria e umiliare le forze dell'Isis per far loro: "perdere la faccia" sostiene il generale Carlo Jean in un'intervista al Giorno: "L'aura di invincibilità, la presunta profezia di Maometto - dice il generale - che li vedrebbe come vincitori. Una volta che li fanno neri, è più difficile per loro passare per spauracchio degli infedeli e stupidaggini simili". L'ex generale degli Alpini, oggi docente di strategia all'Università Luiss, avverte sull'insufficienza della reazione francese, dei bombardamenti a Raqqa, in Siria. Quel che servirebbe davvero ma difficilmente accadrà è: "L'invio di un vero e proprio contingente di truppe di terra - ha detto - credo che avverrà solo se ci sarà un altro attentato. Intendiamoci - chiarisce - strike duri sono già qualcosa, ma servirebbe altro: l'intervento di terra".

Dietro la strage - Gli attacchi coordinati a Parigi la sera del 13 novembre hanno avuto una funzione precisa, secondo il generale Jean, nella strategia di comunicazione dello Stato islamico: "In organizzazioni come queste il prestigio è tutto. Proprio perché stanno incassando colpi sia in Siria che in Iraq, al Baghdadi e i suoi hanno pianificato gli attacchi contro l'aereo russo, contro Hezbollah in Libano e a Parigi: perché avevano bisogno di recuperare prestigio".

Cosa fare - Il generale Jean non nega l'utilità di una possibile soluzione diplomatica, cercando per esempio un accordo di pace in Siria o almeno un cessate il fuoco: "Renderebbe molto più facili le cose". Di fatto però, l'Isis è attivo in metà del territorio iracheno, un intervento militare sarebbe comunque possibile per: "liberare Mosul e la provincia di al Anbar. E attraverso le zone controllate in Siria dall'Ypg curdo si può arrivare a Raqqa e Deir el Ezzor. Credo che Assad, che ha un disperato bisogno di credito in Occidente, non si metterebbe di traverso".

Come agire - È scettico il generale su un accordo tra Stati Uniti e Russia per un'azione militare congiunta. L'intervento di Putin sarebbe comunque utile per "tranquillizzare Damasco, ma non è essenziale". Difficile anche che tutti i paesi della Nato trovino comunione d'intenti per intervenire in Siria. Sul numero di uomini necessari, il generale Jean chiarisce: "C'è chi come Luttwak dice una brigata. Ma non voglio esagerare. Diciamo che due brigate combattenti, massimo tre, con abbondante supporto aereo, basterebbe. I Daesh hanno 30-40mila uomini e non hanno supporto aereo. Non potrebbe reistere". I tempi potrebbero essere strettissimi per un possibile intervento tra Paesi europei e Stati Uniti. In particolare le forze americane possono essere organizzate in pochi giorni: "Una forza mista americana-europea può essere in grado di operare in venti giorni/un mese". Il vero problema, secondo il generale, è che manca del tutto il coraggio da parte dei governi europei di intervenire, frenati dal pericolo di nuovi attentati.

Bombe sui campi di addestramento Isis La reazione francese: "È solo l'inizio"

Bombe sui campi di addestramento dell'Isis. La reazione della Francia dopo la strage




La prima risposta militare della Francia allo Stato Islamico è stata una pioggia di fuoco su Raqqa, la città siriana individuata come il quartier generale del Califfato in Siria. Almeno trenta raid sono partiti dalla tarda serata di domenica 15 novembre da parte dell'aviazione francese e dei caccia americani che, secondo il Wall Street Journal, stanno dando supporto sul campo indicando informazioni sui luoghi da colpire. I bombardamenti hanno colpito un centro di comando del Califatto, una struttura di reclutamento di jihadisti, depositi di munizioni e un campo di addestramento. Proprio a Raqqa, secondo l'intelligence francese, sarebbero stati addestrati alcuni dei terroristi autori della strage del 13 novembre a Parigi. Solo pochi giorni i droni americani avevano messo a segno proprio nei pressi di Raqqa l'attacco contro il boia dell'Isis Jihadi John, nei primi momenti dato per morto dagli Stati Uniti, ma subito dopo ritenuto gravemente ferito da fonti siriane.

Il sospetto - In Francia intanto cresce la polemica contro il governo che avrebbe ignorato gli allarmi dell'intelligence su possibili attacchi in preparazione da tempo. Il premier Manuel Valls non smentisce del tutto: "Sapevamo che c’erano operazioni in preparazione e che ci sono operazioni in preparazione non solo contro la Francia. Dobbiamo convi
vere con il terrorismo e combatterlo. I due obiettivi identificati a Raqqa sono stati colpiti. Dobbiamo distruggere Daesh. Anche lo schianto dell’aereo russo è stato rivendicato dall’Isis".

Il piano - Nei prossimi giorni partirà dal porto di Tolone la portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle che resterà nell'area per almeno 4 mesi, triplicando la capacità offensiva di Parigi, portando a 36 il numero totale di aerei da guerra francesi nell'area.

"IL TERRORISTA VERSO L'ITALIA" I servizi: ricercato e pericoloso Preso e liberato prima della strage

L'Antiterrorismo: "Il terrorista ricercato è in fuga verso l'Italia"




Di lui oramai si conosce il nome e c'è anche una foto. Secondo quanto scrive il Tempo, il presunto terrorista di Parigi, Salah Abdelsalam, nato a Bruxelles  nell' 89, dopo essere sfuggito all' intelligence francese e belga, sarebbe diretto in Italia. Emerge poi un altro particolare inquietante: l' uomo, considerato uno dei tre fratelli che avrebbero partecipato alla strage di venerdì mattina nella capitale francese, fu fermato i prima della tragedia e poi rilasciato in quanto non c'era segnalazioni particolari su di lui . L'allarme a quanto scrive il Tempo è stato inviato al nostro ministero dell'Interno. "Si informa di aver appreso dall' Ufficio di collegamento in Francia che le autorità francesi hanno comunicato di ricercare un soggetto di nazionalità francese Salah Abdeslam", si legge nel documento del Viminale inviato alla direzione centrale dell' immigrazione e della polizia di frontiera, alla direzione centrale di polizia stradale e ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali, al comando generale dell' Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza, al Ros e alla direzione centrale polizia di prevenzione.

Gli strumenti per la cattura - L'uomo era stato fermato, secondo quanto ha scritto Le Monde, alle 21 di venerdì scorso ma siccome non esistevano segnalazioni sul suo conto, fu rilasciato. Ed ha partecipato alle stragi di Parigi. Adesso gli inquirenti usano tutti gli strumenti, anche i social nertwork: ieri sera, infatti, è stato diffuso su Twitter la foto di Salah. "Se disponete di informazioni - si legge su Twitter - chiamate direttamente il numero 197, non agite da soli perché l' individuo è pericoloso".  

Della Valle sgambetta Berlusconi: "Io non scendo in politica? Vedrà..."

Diego Della Valle sgambetta Berlusconi: "Non è lui a decidere se scendo in politica"




La discesa in campo (cioè in politica) di Diego della Valle ricorda molto da vicino quella di Montezemolo. Che, annunciata per mesi e mesi, poi non si realizzò mai. Le parole pronunciate qualche giorno fa da Silvio Berlusconi a "Porta a porta" sembravano poi aver chiuso la questione: "Della Valle lo incontrerò ma mi ha assicurato che non scenderà mai in politica". Invece, il patron di Tod's rilancia. La settimana prossima, se tutto andrà bene, terrà finalmente a battesimo la sua fondazione "Noi italiani" e dirà che cosa vorrà davvero fare. "Non sono il delfino di nessuno e non mi faccio comandare da nessuno - dice oggi dalle colonne del quotidiano La Repubblica. "E poi non è certo Berlusconi a poter annunciare in tv le mie intenzioni". Insomma, il Cavaliere sembra aver fatto un passo falso e il fiorentino Della Valle non l'ha presa bene. L'obiettivo di Mister Tod's è quello di pescare un po' a destra e un po' a manca: tra i delusi da un governo che lui considera ormai in caduta libera e tra quelli di un centrodestra che (ancor più dopo Bologna) appare schiacciato sul Carroccio di Matteo Salvini. Senza considerare il feeling con l'area di Ncd che fa riferimento a Quagliariello e con i fittiani ex forzisti.

Adesso tutti chiedono scusa a Oriana La previsione (azzeccata) della Fallaci

Ora chiediamo scusa alla Fallaci: la previsione sull'Islam




Oriana Fallaci l'aveva previsto, l'aveva scritto nel suo libro "La Rabbia e l'Orgoglio", ma all'epoca fu accusata di "islamofobia", oggi ecco che arriva dopo le stragi di Parigi il "risarcimento" online. Sui social network, come fa notare Pierluigi Battista sul Corriere della Sera è tutto un fiorire di elogi e anche una pioggia si "scusaci". C'è anche chi l'accusa di essere stata una Cassandra e parla di "delirio della Fallaci" .  "Si vede nel massacro di Parigi il frutto della profezia di Oriana. Si citano brani interi de La rabbia e l' orgoglio, un libro che ha venduto un numero incalcolabile di copie, che ha intercettato un umore popolare, che ha dato voce a un sentimento diffuso".

La ricompensa - "E oggi, dopo anni di dimenticanza e di marginalizzazione, lo «scusaci Oriana sembra essere la ricompensa postuma, il risarcimento per una sordità, quasi a considerare Oriana Fallaci come una intrattabile estremista", scrive Battista. "Non ti hanno ascoltata, tu l'avevi detto". Tutti gli interrogativi, le divisioni che scatenava la scrittrice fiorentina con  il suo libro-premonitore scritto dopo l'attentato dell'undici settembre, sono rimbalzati con prepotenza sui social dopo il 13 novembre.