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sabato 31 ottobre 2015

Nazi-torta, fascio littorio e simbolo SS: chi è il big della politica nella bufera

Massimo Giorgetti festeggia il 56esimo compleanno, per lui torta con fascio littorio e simbolo SS

Chi si sente Camerata lo esterna anche a costo di perdere le elezioni: ma non dopo averle vinte



Una festa di compleanno a sorpresa, con amici "camerati", caraffe di Gin Tonic e "una torta meravigliosa". Massimo Giorgetti, vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, ha festeggiato i suoi 56 anni con un dolce davvero speciale. Sulla torta comparivano decorazioni in glassa che rappresentavano un fascio littorio e strati di panna e cioccolato che, sulla sommità, formavano il simbolo delle SS. Per questo pensiero speciale, che l'esponente di Forza Italia ha documentato con una foto sul suo profilo Facebook, Giorgetti ha voluto ringraziare "amici e camerati di tante battaglie".

La giustificazione - Immediate le polemiche nel mondo politico a cui Giorgetti ha risposto serafico, sostenendo che si trattasse solo di una "goliardata", una di quelle che i suoi amici sono soliti fare."Quel fascio peraltro corrispondente alla targa del cantone svizzero di San Gallo. Allora bisognerebbe dire che ogni svizzero che viene in Italia...", ha poi commentato il vicepresidente. E ha chiuso la questione con un perentorio: "Se volessi fare apologia di qualcosa sceglierei un altro modo, non sono uno stupido. Se qualcuno poi vuol far polemica, la faccia".

Marchionne, richiamate 894mila auto Problemi a freni e airbag: i modelli

Marchionne richiama 894mila auto. Guai ai freni e agli airbag: i modelli




Fiat Chrysler ha cominciato la campagna di richiami su 894mila vecchi modelli di Suv prodotti principalmente negli Stati Uniti per correggere difetti di fabbricazione ai sistemi frenanti e agli airbag. In tutto saranno 894mila i modelli che dovranno tornare in officina, individuati dopo le pressioni della Nhtsa, l'agenzia per la sicurezza stradale statunitense, che già lo scorso luglio aveva multato la Fca per 105 milioni di dollari. L'azienda guidata da Sergio Marchionne aveva trovato un accordo extragiudiziale, accettando di pagare in relazione a proprie negligenze su 23 richiami per la sicurezza di 11 milioni di automobili.

I modelli - Il primo richiamo riguarderà 542mila automobili per i modelli Dodge Journeys e Freemont, prodotti tra il 2012 e il 2015. In un secondo step saranno riparate 352mila Jeep Grand Cherokee e Jeep Liberty prodotti tra il 2003 e il 2004.

Dal Fisco, arrivano 65mila lettere Chi rischia di pagare (e quanto)

Arrivano 65mila lettere dal Fisco. Ecco chi rischia le sanzioni e quanto paga




L'Agenzia delle Entrate ha individuato 65mila ritardatari che non hanno inviato la propria dichiarazione dei redditi per il 2014 o hanno inviato documentazione incompleta. Sono contribuenti con partita Iva che entro lo scorso 30 settembre avrebbero dovuto mettersi in regola e che ora dovranno fare i conti con una serie di sanzioni previste dal Fisco che aumenteranno man mano che trascorreranno i giorni dalla notifica spedita per posta o Pec, la posta elettronica certificata.

Le lettere - Nell'avviso inviato dall'Agenzia delle entrate saranno presenti tutte le informazioni da perfezionare, dopo che il Fisco ha potuto mettere a confronto i dati delle presentazione annuale dei dati Iva con quelli relativi alla presentazione della dichiarazione annuale, nella quale sarà stato compilato il solo quadro VA.

Le sanzioni - Come scrive Italia Oggi, grazie alle modifiche della legge sul ravvedimento operoso, si può regolarizzare la propria posizione con l'applicazione di sanzioni minime senza limiti di tempo. E il Fisco non potrà più negare il ricorso al ravvedimento, che quindi sarà sempre ammesso, fatta eccezione per i casi con accertamento fiscale o quando arriva una comunicazione di irregolarità dopo un controllo formale. Una scadenza in realtà esiste, considerando che la sanzione sarà equivalente a un decimo del minimo, nel momento in cui il contribuente presenti le correzioni entro 90 giorni dal 30 settembre 2015.

L'eccezione - Caso più particolare riguarda chi ha presentato la dichiarazione compilando il quadro VA nella dichiarazione con partita Iva. Per loro la sanzione equivale a 1/9 entro i 90 giorni e a 1/6 entro l'anno successivo.

ACCOLTELLATO DAL PD Marino, addio al veleno: la sua frase (raggelante)

Roma, Ignazio Marino e l'addio al veleno contro Renzi e Pd: "Accoltellato da un unico mandante. Col premier nessun rapporto da un anno"


di Claudio Brigliadori
@Piadinamilanese



"Chi mi ha accoltellato ha 26 nomi e cognomi e mi pare un unico mandante". L'addio dell'ormai ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che i consiglieri del Pd hanno fatto decadere dimettendosi, non poteva essere più velenoso. Nella conferenza stampa in Campidoglio, Marino va giù durissimo con il premier Matteo Renzi e i dirigenti democratici: "Certo quando un familiare ti accoltella, pensi è stato un gesto inconsulto o un gesto premeditato? Io questa riflessione non l'ho ancora fatta". Di sicuro, spiega, "il Partito democratico che ho fondato e per la cui segreteria nazionale ho corso (nel 2009, ndr) mi ha deluso per i comportamenti dei suoi dirigenti" e perché "ha rinunciato ad agire dentro i confini della democrazia, negando il proprio stesso nome e il proprio dna". Quanto a Renzi, la replica di Marino è sprezzante: "Non avuto rapporti turbolenti con il presidente del Consiglio. Nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto".

Sfiducia a viso aperto - Da giorni Marino chiedeva la possibilità di un confronto in Aula, in Campidoglio, che però il Pd ha voluto negare: "Avrei accettato una eventuale sfiducia a viso aperto e avrei stretto la mano a tutti i consiglieri o le consigliere. Avrei chiesto di continuare a servire le istituzioni e non di servirsi delle istituzioni". Il bilancio di questi due anni e mezzo da sindaco, secondo il "Marziano" è comunque positivo: "Lasciamo un segno profondo e auspico che dalle nostre scelte si riprenda perché non è in gioco il futuro di Ignazio Marino ma il futuro di Roma. Si può fermare una squadra ma non si possono fermare le idee". Spazio per autocritiche? "Certamente ho fatto degli errori, ma in medicina si dice che l'unico chirurgo che non sbaglia è quello che non entra in sala operatoria. Per fortuna di chirurghi così ce ne sono pochi, mentre sono molti i politici che preferiscono non entrare in sala operatoria".

ARRIVA IL "MILANESE" Roma ha un nuovo "sindaco": chi ha scelto Renzi

Roma, scelto il nuovo commissario: è il prefetto di Milano Franco Tronca




È l'attuale prefetto di Milano, Franco Tronca, l’uomo scelto per guidare come commissario il Comune di Roma dopo lo scioglimento del Consiglio comunale. Una scelta che vuole rappresentare un chiaro segnale in vista del Giubileo, perché l'evento possa avere la stessa riuscita dell'Expo, come auspicato dal premier Matteo Renzi intervistato da Bruno Vespa poche ore dopo la decadenza del sindaco Ignazio Marino. 

Via al "dream team" - Comincia così il periodo di transizione che accompagnerà i romani alle urne anticipate, previste tra la primavera e l'autunno 2016. Il premier ha già annunciato l'intenzione di formare un "dream team" di assessori tecnici "di altissimo profilo" per gestire le emergenze in corso e quelle che verranno, legate all'affluenza di pellegrini e turisti per l'Anno Santo. 

"Orgoglioso e felice": il ritratto - A botta calda Tronca si è detto "orgoglioso e felice". Nato a Palermo il 31 agosto 1952, è un grande esperto di sicurezza pubblica, mediazione sociale, immigrazione e gestione di emergenze. A Milano è famoso soprattutto per il pugno duro usato contro gli scioperi dei trasporti pubblici soprattutto durante il periodo dell'Expo in cui non ha lesinato sulle precettazioni. Come riporta la biografia sul sito del Viminale, dopo le due lauree nel 1975 a Pisa in Giurisprudenza e Storia è entrato in Polizia nel 1977, iniziando a Varese per poi passare nel 1979 alla prefettura di Milano, come capo della segreteria del prefetto, vicecapo di gabinetto, capo di gabinetto e, infine, viceprefetto vicario di Milano nel luglio 2000. Dal 2003 al 2006 è prefetto di Lucca, fino al 2008 a Brescia e dal 2008 capo del dipartimento dei vigili del fuoco fino a tornare a Milano, come prefetto nel 2013. Non possono tornare alla mente le parole, freschissime, del commissario anti-corruzione Raffaele Cantone secondo cui Roma è corrotta e non ha gli anticorpi per reagire, a differenza di Milano. La scelta del "milanese" Tronca sembra andare in questa direzione. 

venerdì 30 ottobre 2015

Caivano (Na): Forza Italia, Ponticelli Ricuce lo strappo con il Sindaco Monopoli

Caivano (Na): Forza Italia, Ponticelli ricuce lo strappo con il Sindaco Monopoli


di Gaetano Daniele


Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia

Il matrimonio s'è rifatto. Una ricucitura totale, almeno stando alle ultime indiscrezioni, quella tra Forza Italia e il primo cittadino Simone Monopoli, grazie alla mediazione del Capo Gruppo consiliare, Gaetano Ponticelli. Raccolto dunque, l'invito del capogruppo di Forza Italia. Ponticelli, ha più volte sottolineato la consapevolezza che Forza Italia può offrire un significativo contributo al servizio e in favore dei cittadini caivanesi. Alla ritrovata compattezza maggioritaria, faranno di sicuro da contraltare le frecciate dell'opposizione. Insomma, ricucito lo strappo, si volta pagina e si guarda al futuro del Paese. 

Marino, anche la fine è una farsa: il Pd lo fa decadere, cosa succederà

Roma, il sindaco Ignazio Marino è decaduto: 26 consiglieri comunali si dimettono




Per Ignazio Marino è ufficialmente finita: i consiglieri comunali del Pd insieme ad altri di maggioranza ed opposizione si sono dimessi e così facendo hanno staccato la spina al sindaco di Roma. Giovedì il primo cittadino della Capitale aveva ritirato le dimissioni e aspettava un confronto in aula. Ma all'ora di pranzo si sono riuniti i consiglieri negli uffici di Via del Tritone e si sono contati: 26 le firme che mettono la parola fine. Lasciando Via del Tritone, i consiglieri si sono recati tutti in Campidoglio dove attendono la chiusura dell'atto da parte del notaio che dopo andrà al protocollo. 

Palla a Gabrielli - Queste dimissioni in blocco faranno scattare automaticamente la decadenza di sindaco e intero consiglio, con conseguente commissariamento disposto dal prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Il sindaco stamattina aveva rilanciato: "Mi chiedo - aveva detto davanti al nuovo Cda della Fondazione Musica per Roma - perché se un sindaco chiede un confronto in un luogo democratico come l'aula, le forze politiche usano qualunque strumento, anche le dimissioni di massa, per impedire questo confronto". Ora si aprirà la partita del cosiddetto "interregno": prima di tornare alle urne, infatti, il governo avrebbe l'intenzione di far insediare nella Capitale un commissario giubilare con assessori tecnici per traghettare Roma nell'anno del Giubileo in vista delle elezioni da fissare tra la primavera 2016 e l'autunno seguente. Il premier Matteo Renzi aveva già battezzato la nuova squadra "Dream team", squadra da sogno con personalità "di altissimo profilo". Per ora, però, rigorosamente sulla carta.

Marino indagato - Il giorno dopo il ritiro delle dimissioni, per Marino si era riaperto il fronte delle note spese e il sindaco, ora risulta indagato per peculato. Accusa confermata dal suo legale ed in relazione all'uso della carta di credito assegnata dall'amministrazione comunale, per le cene di rappresentanza o istituzionali. Stamattina, inaugurando una targa toponomastica che intitola il Parco di Tor Vergata a Salvador Allende, Marino aveva citato una sua celebre frase: "Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli". Parole che il presidente Allende riferì alla nazione in un discorso tenuto poco prima di morire. E così, dopo Che Guevara già citato da Marino, era toccato a Salvador Allende e le parole del Presidente cileno possono assumere un valore simbolico vista la situazione politica che coinvolge il primo cittadino. 

Maggioranza "allargata" - Intorno alle 16, è arrivato l'annuncio del consigliere comunale di Ncd, Roberto Cantiani e il sipario cala: "Le firme ci sono tutte, sono 26. Il notaio sta ora preparando l'atto e poi andiamo tutti insieme in Campidoglio a firmare ufficialmente". Cantiani ha riferito che le 26 firme di dimissioni sono così composte: 19 consiglieri del Pd, 2 consiglieri della lista Marchini (compreso lo stesso Alfio Marchini), 2 consiglieri fittiani, 1 consigliere di Ncd, 1 consigliere di Centro Democratico, la consigliera Svetlana Celli, eletta nella Lista civica di Marino.