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mercoledì 14 ottobre 2015

Il batterio killer, strage all'ospedale "Non si può fermare": già otto morti

Oporto, un batterio uccide otto persone nell'ospedale Vila Nova de Gaia. Trenta i casi sospetti




C'è un batterio che terrorizza il Portogallo. Si tratta del Klebsiella Pneumoniae, resistente agli antibiotici e letale nella maggior parte dei casi. Il batterio, che causa gravi forme di polmonite, ha già ucciso otto persone nell'ospedale di Vila Nova de Gaia, vicino alla città di Oporto. Ci sono oltre trenta persone ricoverate per accertamenti e altri tredici pazienti sono in isolamento in via precauzionale. I medici dell'ospedale intanto stanno studiando il caso per cercare di fermare la diffusione di quella che si preannuncia essere la nuova paura d'Europa. 

Gli studi - Il caso portoghese è la conferma di diversi studi effettuati in questi anni in tutta Europa sulla resistenza dei batteri agli antibiotici. Secondo quanto rivela il rapporto dell'European Center for Diseases Control, sempre più persone non riescono a beneficiare delle cure antibiotiche e così i batteri che li attaccano diventano più aggressivi e, come nel caso di Oporto, addirittura letali. Nella classifica dei paesi con una popolazione più soggetta a non rispondere agli antibiotici, la maglia nera va all'Italia. 

Caivano (Na): Ambiente e Mensa scolastica: Durissimo intervento del Consigliere Emione

Caivano (Na): Ambiente e Mensa scolastica: Durissimo intervento del Consigliere Emione (Liberi Cittadini)






Francesco Emione
Consigliere comunale (Liberi Cittadini)

Dopo aver presentato istanza alla Segretaria comunale sulla proroga della mensa scolastica, e dopo aver avuto "quasi" dovute delucidazioni in merito, il consigliere comunale di Liberi Cittadini, Francesco Emione, chiosa quanto segue:

E adesso cosa replicherà il funzionario Vito Coppola? La determina che proroga il servizio mensa è illegittima. Vi sono numerosi profili d’illegittimità. Persino il richiamo ad un protocollo d’intesa che non è tuttora vigente. La dott.ssa Risi - Segretario Comunale - ha risposto al nostro quesito e chiarito solo alcuni aspetti. Ad ogni modo, sarà l’Autorità Anticorruzione e se serve la Procura della Repubblica - anche nella competente sede del controllo dei conti pubblici - a scrivere la parola fine sulla questione. Il Segretario Comunale ha chiarito che il funzionario comunale Vito Coppola ha provveduto ad una “proroga tecnica” che “è un istituto non previsto dal Codice”, ma elaborato dalla Giurisprudenza amministrativa per alcuni casi eccezionali non dipendenti dall’amministrazione e comunque nelle more di una procedura di gara in corso. 

Noi di Liberi Cittadini, crediamo che non sia questo il caso eccezionale poiché il funzionario avrebbe dovuto predisporre in tempo gli atti di gara. Invece, ha fatto scadere il contratto, determinato l’emergenza, poi tamponata con un atto illegittimo. A parere nostro, v’è stata totale incompetenza nell’adoperare questa condotta perché non possiamo credere che si sia trattato di un atto voluto (dunque penalmente rilevante) di un funzionario al quale è stata affidata addirittura la gara di appalto per la raccolta dei rifiuti per 30 milioni di euro. 

Noi opposizione, abbiamo detto in Consiglio che questo era un atto illegittimo e che i servizi per cui si è operata la proroga sono identici e non analoghi (per cui non poteva operarsi col rinnovo). Noi abbiamo detto in Consiglio, ciò che la Legge impone, e cioè che la proroga è possibile solo nelle more della procedura di gara. Ad oggi, non v’è ancora nemmeno la disposizione degli atti di gara, ma un atto di indirizzo varato in fretta e furia dalla Giunta Comunale, solo il 10 ottobre 2015, ben tre mesi dopo la proroga. Una maldestra, quanto inutile corsa ai ripari. Si nota una malcelata intenzionalità del funzionario nel profittare del dilettantismo dell’amministrazione laddove si sono volutamente confuse forma e sostanza, termini e procedure giuridiche. 

Varare una proroga mascherandola da rinnovo significa porre in essere una condotta che supera ampiamente i confini della legittimità e pure della legalità laddove venisse provata l’intenzionalità di provocare un ingiusto vantaggio all’aggiudicatario. L’altro aspetto che non può celarsi è che l’importo complessivo della proroga supera quello del contratto originario, ciò rappresenta un ulteriore profilo di illegittimità in uno con l’aumento dell’arco temporale del contratto rispetto a quello principale. 

Tutto ciò dimostra che la “proroga” del servizio mensa è illegittima. Il servizio andrà avanti su un presupposto contrario alla legge, con le stesse carenti modalità del passato che non possono mutare. Tutto ciò smaschera il funzionario responsabile arrogante al pari della sua incompetenza. Tutto ciò dimostra che avevamo ragione e che il dilettantismo di quest’amministrazione insieme alle pratiche lottizzatorie e familistiche si uniscono ad una rara e totale mancanza di cognizione. Tutto ciò porta al disastro amministrativo. Al degrado delle istituzioni. Allo scadimento socio culturale che ben è rappresentato dalle terze file di una classe dirigente vituperata a furor di popolo. Tutto ciò ci fa pensare che quest'amministrazione è dannosa per cui prima se ne va, meglio è per la città.

L'intervista - "Li stermineremo come i ceceni" Il russo e il piano anti-Isis di Putin

Nicolai Lilin e la strategia di Putin: "I marines russi arrivano in Siria, l'Isis scappa"


Intervista a cura di Andriano Scianca



Nicolai Lilin parte con una cazziata preventiva: «È tutta colpa dell'ignoranza dei giornalisti italiani», dice quasi subito, a freddo. Così, giusto per mettere le cose in chiaro. Ignoranza o meno, non è però facile capire cosa stia accadendo davvero in Siria. Lo sbarco sul terreno dei temibili Specnaz, le forze speciali russe, appare comunque certo, tant'è che l' Isis avrebbe addirittura fatto ritirare le famiglie dei combattenti installate nelle terre del Califfato, proprio per paura dei Russi. «È che ci conoscono. Li abbiamo già battuti in Cecenia, ne abbiamo ammazzati 90mila, uno a uno», spiega, non senza un certo orgoglio. Lui, scrittore (il suo ultimo libro è Il serpente di Dio, pubblicato da Einaudi come tutte le altre sue opere) ed ex soldato, lettissimo e contestatissimo nella sua nuova patria italiana, sembra parlare a ragion veduta.

Lilin, sembra che in Siria siano già all' opera sul terreno le forze speciali russe.

«Non "sembra". Ci sono. È ovvio».

Perché è così sicuro?

«Perché nella guerra moderna non è possibile un intervento aereo senza un' operazione di intelligence sul terreno. Non è come nei film, che si fa tutto con le apparecchiature elettroniche, serve qualcuno che stia sul territorio, per evitare di fare come gli americani, che bombardano gli ospedali».

Voi in Cecenia come agivate?

«Quando si doveva bombardare c' era sempre una squadra che raccoglieva dati sul terreno e li mandava agli analisti militari. Queste coordinate erano studiate e autorizzate, a volte dal presidente Putin in persona. Poi ci veniva chiesto di riconfermarle dal terreno, per essere sicuri che durante questi passaggi nulla fosse cambiato».

Secondo lei, oltre a questo aspetto di intelligence, le forze speciali russe interverranno anche con operazioni di combattimento?

«Non penso che la guerra in Siria sia ancora a questo punto».

In ogni caso pare che l' Isis sia un po' in agitazione al pensiero che stiano arrivando gli Specnaz. Perché fanno così paura?

«Perché questi personaggi sono gli stessi che abbiamo combattuto in Cecenia, in Daghestan, che hanno compiuto azioni di terrorismo in Russia. Loro lo sanno chi sono i Russi. Li abbiamo già sconfitti. Ne abbiamo uccisi uno a uno, 90mila, nei boschi della Cecenia. All' inizio abbiamo provato a fare le cose in modo pulito, ma quando hanno cominciato a buttare giù ospedali interi... Nell' Isis ci sono sempre loro, conoscono bene le forze speciali russe, si sono scontrati tante volte. Speriamo che questa sia l' ultima».

In effetti il terrorismo islamico non è una novità, per i Russi...

«Sì ma non è colpa dell' Islam. Noi con l' islam ci conviviamo bene, più di voi occidentali. Gli integralisti sono apparsi solo negli anni '90, quando l' intelligence inglese e americana ha cominciato a gironzolare intorno al Mar Caspio e sono comparse strane Ong con base a Londra... ».

Tornando alle forze speciali russe, secondo lei come si classificherebbero in una ipotetica classifica dei corpi d' élite mondiali?

«Non è possibile fare classifiche. Tra quelli che conosco io gli americani sono molto preparati, i russi, i tedeschi e gli austriaci pure. Gli italiani hanno degli operatori abbastanza qualificati, ma sono troppo pochi, in una guerra aperta non potrebbero mai difendere la nazione. E poi i politici stanno riducendo il vostro esercito a una barzelletta: vogliono fare azioni contro l' Isis e non riescono neanche a portare a casa i Marò. Ma non è sempre stato così».

Che intende dire?

«Quando ho fatto l' addestramento in Russia, nel corso di sabotaggio marittimo avevamo un istruttore che ci insegnava le tecniche degli incursori della Decima Mas. Io avevo un libro in italiano, pieno di simboli fascisti. Tra noi c' era il mito dei cosiddetti "uomini rana", gente abituata a combattere sott' acqua, a fare cose incredibili...».

Senta, non è che la fama delle forze speciali russe deriva anche da una certa mancanza di scrupoli umanitari del vostro esercito?

«Queste sono leggende, come quelle sull' impero sovietico in cui i Russi mangiavano bambini. E poi come fate a saperlo, qui non è che si parli molto delle azioni del nostro esercito. Io posso dire che la guerra è una cosa brutta. Raccoglie il peggio del peggio dell' umanità. E quando il peggio del peggio di ogni Paese si incontra, finisce che si ammazzano fra loro. Poi, certo, c' è da capire lo spirito russo. Noi siamo uno strano incrocio: in parte siamo normanni, in parte siamo asiatici. Capisco che a un freddo inglese un caldo russo possa mettere paura. Ma non è una buona scusa per trattarci da mostri».

L'oste fa le pentole ma non i coperchi: che "infamone" il ristoratore amico che inguaia Renzi

L'oste fa le pentole ma non i coperchi: che infamone il ristoratore di Renzi




La vicenda è nota: la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sulle cene di rappresentanza di Matteo Renzi da sindaco di Firenze per presunte (possibili) spese non rendicontate. La miccia è stata un'intervista sul Fatto quotidiano di Lino Amantini, ristoratore fiorentino del celebre Da Lino, alle spalle di Palazzo Vecchio, presso cui l'attuale premier era un habitué. "Matteo era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. Amici, familiari - ha spiegato il loquace patron -. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l'ultimo figlio venne con l'Agnese qui, aveva il pancione. Non toccatemi l'Agnese, eh, che è proprio bravissima, una persona meravigliosa guardi ed è rimasta quella di sempre, non è cambiata d'una virgola, first lady o no".

Ora, ognuno formulerà il proprio giudizio (compresi i giudici contabile della Corte dei Conti). Di sicuro, però, quello dei clienti dell'oste chiacchierone non sarò lusinghiero. Certo, non c'è il segreto professionale in cucina non c'è, però non fa nemmeno piacere veder spiattellati su un giornale nazionale le proprie frequentazioni, i piatti mangiati, i gusti ("salmone e melone l'ha inventato lui"). Sia che il commensale sia Renzi, un suo amico o un anonimo residente di Fiesole. L'Amantini, da buon fiorentino, calca pure la mano, quando parlava della "saletta Renzi": "Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un'infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma m'è calato parecchio l'incasso". Sicuro che a furia di parlare (e smentire, poi) l'incasso non rischi di ridursi ancora di più?

Rai, adesso il canone raddoppia Lo pagheremo due volte l'anno

Canone Rai, ipotesi pagamento in due rate




Si parla ancora di canone Rai, dopo l'ipotesi di farlo pagare nella bolletta prende corpo un'altra possibilità. L'ultima opzione su cui sta ragionando il governo prevede un pagamento in due tempi con l'importo diviso a metà. Cinquanta euro che andrebbero versati come al solito nel mese di gennaio, attraverso bollettini predisposti dalla Rai e poi altri 50 euro, come spiega La Stampa, finirebbero nella bolletta con cui si pagano le utenze elettriche e andrebbero pagate a giugno. Dal prossimo anno poi si passerebbe ai pagamenti bimestrali spalmati in sei rate.

Lotta all'evasione - Secondo le stime dei tecnici attualmente gli evasori del canone superano il trenta per cento facendo perdere a viale Mazzini ogni anno diverse centinaia di milioni di euro di introiti. Il meccanismo che si vuole introdurre è quello di far pagare subito i primi 50 euro, sapendo che poi a giugno verrà "beccato" con l'invio della bolletta. 

Al Senato passa la riforma Boschi Dottoressa Morte: eutanasia per 221

Riforma del Senato, ddl Boschi approvato con 178 sì. M5S, Lega, Forza Italia e Sel non votano, ma ci sono dissidenti




La Riforma del Senato è definitiva. L'Aula del Senato ha approvato il ddl riforme costituzionali, il ddl Boschi, così come modificato durante l'iter a palazzo Madama. I voti favorevoli sono 178, anche se poi al totale della maggioranza va aggiunto il voto favorevole - e inizialmente non conteggiato - della senatrice Josefa Idem, che solo dopo l'avvenuta votazione ha spiegato di aver votato a favore del ddl Boschi. I voti contrari sono 16, 7 gli astenuti. 

Dissidenti bipartisan - Hanno votato a favore delle riforme costituzionali solo i partiti di maggioranza che sostengono il governo. Le opposizioni (M5S, Lega, Forza Italia e Sel), fatta eccezione per i fittiani che hanno votato contro, non hanno partecipato al voto. Tra i "dissidenti", nel Pd Tocci, Mineo e Casson; in Forza Italia Bocca e Villari hanno invece votato a favore, in dissenso dal gruppo. Si sono astenuti i senatori tosiani, così come la senatrice a vita Cattaneo (i voti di astensione al Senato equivalgono a voto contrario). Dalla maggioranza fanno osservare che i voti dei verdiniani sono solo voti "aggiuntivi" e non "determinanti".

Il nuovo senato dei 100: la riforma Boschi punto per punto



Queste le principali norme del ddl Boschi licenziato oggi dal Senato, e che la Camera, per le parti modificate, dovrà di nuovo esaminare.

Fine del bicameralismo paritario - Camera dei deputati e Senato della Repubblica hanno composizione e funzioni diverse. La Camera, con 630 deputati, rappresenta la Nazione ed è titolare del rapporto di fiducia con il Governo. Ha funzione di indirizzo politico e di controllo sull'attività del Governo.

Il nuovo Senato dei 100 - Cento (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica) saranno i senatori. Dopo l'accordo siglato nel Pd scelti in conformità alle decisioni dagli elettori dai consigli regionali per mezzo di una legge elettorale che dovrà essere varata entro 6 mesi dall'entrata in vigore della riforma costituzionale. Il termine decorrerà dopo che si sarà svolto il referendum confermativo. Le regioni avranno poi tre mesi (90 giorni) per adeguarsi. I cinque senatori scelti dal Colle dureranno in carica sette anni come il Capo dello Stato e non possono fare più di un mandato. Senatori a vita restano gli ex presidenti della Repubblica che si aggiungono ai 5 scelti fra i cittadini

Durata del mandato e prerogative - La durata del mandato dei nuovi senatori è pari a quella degli organi delle istituzioni del territorio in cui sono stati eletti. Conservano l'immunità parlamentare e non non ricevono indennità parlamentari, mantengono quella che hanno in qualità di sindaco o di consigliere regionale. Resta l'esercizio della funzione senza vincolo di mandato

La formazione delle leggi - Le leggi di rango costituzionale, il referendum, la legge elettorale restano bicamerali, come anche i trattati con l'Unione europea. Le altre leggi sono esaminate e approvate dalla Camera dei deputati che le trasmette al Senato. Questo può disporne l'esame se entro dieci giorni, lo domanda un terzo dei suoi componenti. Il Senato può anche, a maggioranza
assoluta, entro 30 giorni successivi, proporre modifiche del testo. Su queste è la Camera a pronunciarsi in via definitiva. Per bocciarle serve la maggioranza assoluta dei componenti 

Lo statuto delle opposizioni - Il regolamento della Camera dei deputati conterrà anche una disciplina dello statuto delle opposizioni. 

Presidente della Repubblica - Per l'elezione del Colle il quorum necessario elle prime tre votazioni è dei due terzi dei componenti l'assemblea. Dalla quarta votazione servono i tre quinti dell'assemblea. Dalla settima ai tre quinti dei votanti. Non sarà più il presidente del Senato a sostituire ad interim il Capo dello Stato. Toccherà al presidente della Camera.

Giudici costituzionali - I giudici della Corte Costituzionale che spetta al Parlamento nominare, 5 in tutto, saranno eletti separatamente da Senato e Camera: due li eleggerà il nuovo Senato, tre la Camera. Il quorum per essere eletti è dei due terzi dei componenti per i primi due scrutini, dal terzo basta la maggioranza dei tre quinti. 

Titolo V - Non c'è più legislazione concorrente fra Stato e Regioni e si passa ad un redistribuzione delle materie di competenza statale e regionale. Si contempla una clausola di supremazia con la quale si prevede che, su proposta del Governo, una legge dello Stato possa intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva se lo richiede la tutela dell'interesse nazionale

Leggi di iniziativa popolare - Per presentarle serve la raccolta di 150mila firme (non più 50mila) ma si prevedono termini certi per la pronuncia della Camera.

Referendum - In Costituzione entrano i referendum di indirizzo e propositivi ma le Camere dovranno approvare una legge per
delinearne le modalità di attuazione 

Stato di guerra - Sarà la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta, a deliberare lo stato di Guerra e la conseguente attribuzione di poteri al Governo.

Abolizione di Cnel e Province - Il Ddl abroga l'articolo 99 della Costituzione con conseguente abolizione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL). Eliminato anche il riferimento, in Costituzione, alle Province.

Giudizio preventivo sulle leggi elettorali - La riforma dispone il giudizio preventivo di legittimità della Consulta, sulla legge elettorale, prima della promulgazione, purché vi sia un ricorso motivato presentato "entro dieci giorni" dall'approvazione della da "almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o un terzo dei componenti del Senato della Repubblica". La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni.

RAFFICHE DI SALVINI "Via le tasse sulle armi, giusto sparare ai ladri"

Matteo Salvini a La Zanzara: "I rom inutili. Sgravi fiscali sulle armi, giusto crivellare di colpi un ladro"




Giusto crivellare di colpi un ladro. Parola di Matteo Salvini, che intervistato a La Zanzara su Radio 24 si scalda quando deve commentare il caso del vicentino condannato a 5 anni di prigione e a un risarcimento di 135mila euro per aver ferito due ladri rom entrati nel suo magazzino. "Vorrei vedere i magistrati che hanno condannato Ermes Mattielli trovarsi nella stessa situazione. Spero che accada poi ne riparliamo. Vediamo se aspettano di essere sprangati per difendersi". "Mattielli – dice Salvini – è un invalido civile che è stato aggredito nel suo magazzino da due nomadi entrati con due spranghe in mano. È esagerato aver ferito questi due delinquenti?". 

"Sgravi fiscali per chi compra armi" - Quando i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo lo incalzano, chiedendogli se sia giusto inseguire un ladro e crivellarlo di colpi, Salvini sbotta: "Assolutamente sì". E qui il leader leghista si trasforma in un repubblicano a stelle e strisce, proponendo uno sgravio fiscale per chi compra le armi: "In Italia ci sono un milione e mezzo di persone che detengono armi, per sport o caccia, è un settore che occupa 200mila lavoratori in Italia. Sono per la detassazione per tutti quindi anche per chi vende e produce armi, anche perché il nostro è uno dei Paesi più severi nel rilasciare il porto d'armi". 

"I rom? Nessun contributo all'Italia" - Sui rom, infine, il suo giudizio è definitivo: "A Vicenza i due rapinatori sono nomadi. Guarda caso. Troppi rom rubano e troppi pochi rom lavorano. In Italia non vedo quale grande contributo diano alla collettività. Quando torneremo al governo faremo dei campi sportivi al posto dei campi rom".