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domenica 13 settembre 2015

SONDAGGIO, CAMBIA TUTTO Cosa votano i delusi di centrodestra

L'elettorato del M5S si sposta a sinistra: chi è di centrodestra non lo sceglie più


di Arnaldo Ferrari Nasi 



È cambiata molto la struttura politica dell' elettorato del Movimento 5 Stelle nel corso dell' ultimo anno. Nel 2014, votava Grillo sia l' elettore di centrodestra che quello di centrosinistra, in maniera quasi paritaria. Diversa era invece la radicalizzazione nelle due anime del movimento: se il 31% del voto grillino si sentiva di sinistra-sinistra, appena la metà, il 16%, si dichiarava di centrosinistra; al contrario il 28% si riteneva di centrodestra, mentre l' 8%, neanche un quarto, di destra-destra.

Sintetizzando, gli elettori a 5 Stelle erano due: uno di sinistra, radicale, deluso dal Pd e anche da Sel; uno moderato, di destra, in fuga dallo sbandamento dei tradizionali partiti d' area. Oggi è tutto diverso. La sinistra radicale perde dieci punti percentuali, mentre il centrosinistra grillino ne acquista trenta e passa dal 16% al 46%! Allo stesso modo, la destra moderata perde venti punti e la destra radicale passa dall' 8% all' 11%. A questo si deve aggiungere anche che mentre lo scorso anno il 51% dei grillini erano giovani sotto i 35 anni, oggi questo dato precipita al 29%; al contrario, i 35-55enni - giudiziosi e produttivi - passano dal 27% al 47%. Si potrebbe dire che il Movimento 5 Stelle stia diventando un partito di sinistra moderata.

Affermazione avvalorata dal fatto che la distribuzione geografica degli elettori registra un aumento Nord-Est (+4%) dove, si è visto anche alle Amministrative, l' attuale sinistra non piace. Cosa sta succedendo? Il Movimento sta diventando da «antipolitico» a «politico», in politologia, la routinizzazione del carisma; e sta cambiando faccia, a quella di Grillo, viene sostituita quella dell' istituzionale Di Maio: giovane, capello corto, viso pulito, educato.

Ha risvegliato nei grillini la voglia del partito tradizionale. Se chiediamo loro cosa sarebbe meglio succedesse dopo l' eliminazione della vecchi e corrotti partiti, piuttosto sciogliersi in nuove ed oneste forze, l' 83% preferirebbe «diventare un partito come gli altri: governare o stare all' opposizione, anche allearsi». Un partito politico, guidato da un politico, con un padre ex-dirigente politico (Msi poi An) che sicuramente gli ha insegnato bene e lo consiglia nella maniera giusta.

Caivano (Na): Sperpero di denaro pubblico Emione bacchetta la maggioranza a guida Monopoli

Caivano (Na): Giù le mani dalle tasche dei cittadini! Emione bacchetta la maggioranza a guida Monopoli 



Architetto Francesco Emione

Giù le mani dalle tasche dei contribuenti caivanesi. Così, il candidato più votato (800 preferenze circa alle scorse amministrative) leader dell'opposizione, Francesco Emione. 

“L’amministrazione Monopoli è partita decisamente male. In campagna elettorale il sindaco ed i suoi avevano promesso discontinuità, ergendosi a pubblici moralizzatori. Non hanno rispettato nessuno dei proclami” - ha dichiarato Francesco Emione, architetto, primo eletto a Caivano e leader dell’opposizione moderata.

L’affondo è di quelli che fanno rumore.

“Da quando hanno preso le redini del settore ecologia, affidando al bibliotecario comunale la gestione del settore, stanno sperperando il denaro pubblico.

Oltre 50 mila euro spesi in due mesi. La raccolta differenziata stenta a decollare, puzze e roghi non sono diminuiti poiché  non v’è  alcuna attività  di controllo. Persino i cartelli che indicano la presenza di telecamere sono falsi, non ci sono gli impianti.

Ma soprattutto, a dispetto delle promesse, la tassa sui rifiuti non è diminuita, una larga parte della popolazione è vessata poiché stanno addirittura pignorando i conti correnti, oltre al danno la beffa di vedere continue determine di spesa per migliaia di euro. Per non parlare di procedure che dovranno essere chiarite dagli organi competenti”.

Emione apre lo scenario a sospetti inquietanti sul capitolato d’appalto per la raccolta dei rifiuti

“Il sindaco ha nominato assessore all’ambiente un avvocato e poi in maggioranza vi sono tanti legali mentre in pianta organica due ottimi professionisti oltre a molti tecnici.

Non si capisce perché per scrivere un semplice capitolato di appalto è stata affidata una consulenza per 20  mila euro ad un avvocato esterno.

Non serviva un sarto, ma una figura professionale presente in organico.

Non si capisce perché abbiano affidato il servizio ecologia ad un funzionario che se non sbaglio è laureato in filosofia per poi dare una consulenza per aiutarlo a scrivere il bando. Si doveva scegliere una figura professionalmente competente.

Si sprecano i soldi dei cittadini. Si vede dalle ultime determine. Per ripulire l’esterno del campo Rom di materiale in plastica, cartone e scarti domestici si è incaricata una ditta per novemila 590 euro.  Questo servizio lo svolge anche la nostra ditta di raccolta dei rifiuti, alla quale paghiamo circa 400 mila euro al mese e poi si affidano, con cottimo fiduciario senza una vera gara, identici lavori. Nella determina si legge che si tratta di normali rifiuti domestici.

Tutto è poco trasparente: : si spendono novemila 760 euro per un intervento di sfalciamento di verde nelle scuole, quando si paga la ditta Buttol, affidataria del servizio raccolta, per curare il verde pubblico.

Si tratta di un’altra urgenza?

Ricordo gli interventi di Monopoli all’opposizione. Monopoli gridava allo scandalo. Sta facendo peggio.

Non è finita. 8000 euro per raccolta di materiali inerti.

Il 27 luglio sono stati spesi altri 7 mila 758 per raccolta di amianto.

L’8 settembre si integrava un determina spendendo altri 1.500 euro ancora per l’amianto.

Vi sono cose farebbero sorridere se non si trattasse dei soldi pubblici, per una Fiat punto  c’è stato un intervento di manutenzione di € 1.407,00.

Stiamo parlando di oltre 30 mila euro di incarichi urgenti più 20 mila per scrivere un bando…Per non parlare della pulizia delle caditoie. Lo deve fare la ditta di raccolta, invece, si affidano commesse esterne. Oltre 50 mila euro spesi in meno di due mesi. Altro che discontinuità.per un intervento di sfalciamento di verde nelle scuole per altri 8000 euro, quando si paga la ditta Buttol, affidataria del servizio raccolta, per curare il verde pubblico.  Si tratta di un’altra urgenza? Questo Monopoli è lo stesso che sedeva all’opposizione pochi mesi fa?

E’ quello che gridava contro le somme urgenze?  

Sta facendo peggio della passata amministrazione.

Ha oltre 30 mila euro di incarichi urgenti più 20 mila per scrivere un bando…Oltre 50 mila euro spesi in meno di due mesi da quando c’è il “nuovo” funzionario di fiducia. Solo nel settore ambiente, ma segnali di spereperi si vedono in tutti i settori.

Tarsu - Stanno aumentando la spesa  pubblica mentre abbiamo la Tarsu più alta.

Sto raccogliendo tutta la documentazione per un’iniziativa innanzi agli organi competenti. Ho scoperto che una gara per la raccolta dei rifiuti era stata fatta per un anno, poi a buste aperte è stata revocata.

La nuova amministrazione l’ha revocata. Il funzionario incaricato, dott. De Lucia, si è voluto distinguere ed ha chiesto di cambiare mansione. Così è arrivato il dott. Vito Coppola, fiduciario del sindaco.

Pare che la stessa Buttol si fosse aggiudicata l’appalto con l’otto per cento in meno rispetto alla spesa attuale. Invece, la gara è stata revocata, lo stesso servizio è stato affidato in proroga sempre alla Buttol, ma pagando un costo più alto. Roba da Corte dei Conti e non solo.

Si è partiti malissimo. Sto solo ascoltando di litigi interni alla maggioranza per la spartizione di incarichi, ditte e poltrone. Non vedo nessuna novità, ma solo che si stanno sperperando i soldi pubblici e che le procedure adottate spesso sono anomale. Il sindaco e l’amministrazione avevano promesso discontinuità, trasparenza, competenza invece stanno facendo anche peggio dei predecessori. Altro che discontinuità e meritocrazia. La tassa sui rifiuti è rimasta alta, i cittadini hanno difficoltà a pagare e loro sperperano danaro. Si stanno pignorando i conti corrente.

La gente è in difficoltà e loro si spartiscono gli incarichi. Giù le mani dai soldi pubblici.

Così non va, ora chi si deve vergognare??

giovedì 10 settembre 2015

"Immigrati...?": Briatore bastona Morandi Colpo da ko: la frase che stende Gianni

Flavio Briatore: "Gianni Morandi ospita gli immigrati in casa? Non so quante stanze abbia, comunque non è questa la soluzione"




"L'emergenza profughi in Europa è una situazione drammatica, ciascuno deve fare la sua parte, fa molta pena vedere questa situazione però la pena non basta bisogna fare qualcosa tutti assieme". Così Flavio Briatore a margine del business forum dedicato al Kenya che si è tenuto in regione Lombardia. L'imprenditore, poi, snocciola la sua soluzione all'emergenza: "In Italia - spiega - ci sono caserme dismesse e alberghi che non lavorano più e che potrebbero essere utilizzati per dare una prima accoglienza ai migranti. Bisogna fare un'azionee del genere perché usare solo le case non credo sia una soluzione".

La battuta - Dunque, super Flavio mette nel mirino Gianni Morandi, che ha annunciato su Facebook di aver preso in considerazione l'ipotesi di ospitare alcuni immigrati in casa. "Non so quante camere abbia la casa di Gianni - ha commentato ironico -, dire solo che ci sono le camere di casa non credo sia la soluzione". Dopo la freddura, Briatore ribadisce: "Pensate quante caserme dismesse ci sono in Italia, chiese, conventi, credo bisogna fare un'azione del genere e in più cercare di aiutarli economicamente". Quando chiedono a Briatore quale potrebbe essere il contributo degli imprenditori nell'emergenza, il manager ricorda come, ai tempi dell'alluvione in Sardegna, mise a disposizione gli appartamenti del Billionaire per ospitare 140 persone, e puntualizza: "Io prima l'ho messa a disposizione per gli italiani, ora per i siriani e i rifugiati bisogna trovare soluzioni perché il flusso non può continuare così".

Sì" all'arresto del senatore di Ncd Dal Pd un "messaggio" ad Alfano

Sì" all'arresto del senatore di Ncd Dal Pd un "messaggio" ad Alfano




Dalla Giunta per le immunità di Palazzo Madama arriva il "sì" agli arresti domiciliari per Giovanni Bilardi, senatore di Ncd coinvolto nell'inchiesta sulle "spese pazze" in Regione Calabria. A favore dell'arresto si sono espressi il Pd e il M5s. Contrario, invece, il centrodestra, al quale si è aggiunto Enrico Buemi (Psi eletto con il Pd). Si è rivelato determinante il voto della grillina Serenella Fucksia, che secondo quanto affermato dai senatori di Ncd e Forza Italia, "sarebbe stata coartata e intimidita" dagli altri componenti del gruppo. La richiesta dell'applicazione della misura cautelare era stata avanzata dal gip di Reggio Calabria nell'ambito di un'inchiesta sui fondi ai partiti in Regione.

"Quelle strane frasi" - Un primo commento alla vicenda è arrivato proprio da Buemi, che all'agenzia Adnkronos ha dichiarato: "Nel M5s c'è stato un atteggiamento intimidatorio del senatore Giarrusso nei confronti della senatrice Serenella Fucksia, che evidentemente non era convinta della linea del gruppo. Ho sentito distintamente delle frasi, e porrò domani in aula la questione al presidente del Senato, Pietro Grasso".

Implicazioni politiche - Ma il sì all'arresto - come detto, arrivato anche da parte dei membri Pd della Giunta - ha anche altre (chiare) implicazioni politiche. Il voto è arrivato a poche, pochissime ore, dal ritorno in Senato del travagliato e contestato ddl Boschi, la riforma costituzionale che, tra le altre, riguarda Palazzo Madama. È cosa nota, il governo ha una maggioranza risicatissima, secondo alcune ricostruzioni di stampa addirittura inesistente. Inoltre, nelle ultimissime ore si sono rincorse le voci relative a un gruppo di dissidenti Ncd, pronti a non sostenere il testo, condannando dunque il governo ad andare sotto e, con discreta approssimazione, Renzi ad andare a casa.

Lo scambio? - Il "sì" del Pd agli arresti domiciliari di Bilardi, dunque, arriva in un momento politico tesissimo, decisivo. Un "sì" che assume, indirettamente, anche la connotazione di un messaggio, rivolto dai vertici del Nazareno agli alfaniani: sul Senato non si può scherzare. Al contrario, in caso di rotture in grado di spedire a casa l'esecutivo, nel momento del decisivo voto in aula su Bilardi il Pd potrebbe confermare il parere della Giunta (in una sorta di riedizione del celeberrimo caso-Azzollini che, però, arriverebbe a un finale ben differente).

Perché hanno massacrato Vespa Rai, ombre nere: tutta la verità

Rai, dietro alle polemiche sui Casamonica a "Porta a Porta" c'è la battaglia per il giro di poltrone



di E. PA


E ora che farà il neo direttore generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto? Darà un colpo di acceleratore oppure innesterà una marcia più bassa, in modo da allungare i tempi in attesa, magari, del varo della riforma che gli consegnerà i poteri di amministratore delegato? A viale Mazzini, sede della dirigenza della tv pubblica, le domande che circolavano ieri sera erano queste. E non sono affatto domande retoriche, dato che dalle prime mosse, anzi dalla prima mossa per essere esatti, «si capirà quale idea di azienda ha in testa» l’uomo di Renzi. Però un primo «indizio» forte e nitido c’è già. E da quello bisogna partire.

Il nuovo Dg ha delegato la gestione del cosiddetto «caso Bruno Vespa» al direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, e non tanto perché ad ospitare la puntata finita nel mirino è stata la rete ammiraglia della Rai, quanto per il fatto che Leone, uomo azienda per antonomasia, è destinato a diventare il nuovo vice direttore generale al posto di Antonio Marano, con l’avallo della maggioranza delle forze politiche. Marano, il più longevo vice direttore generale nella storia della Rai, verrebbe spostato alla guida della Sipra, l’agenzia pubblicitaria della Rai in forte calo di fatturato e risultati. L’attuale numero due dell’azienda, al pari di Leone, conosce perfettamente il mondo della tv pubblica ed considerato l’unico in grado di risollevare i conti della Rai. Questo passaggio, ritenuto strategico da tutti, potrebbe avvenire in occasione del consiglio di amministrazione fissato per il prossimo 24 settembre. La gestione non proprio «brillante» dell’attuale amministratore delegato di Rai Pubblicità, Fabrizio Piscopo, scelto e imposto dal predecessore di Dall’Orto, avrebbe spinto la nuova governance ad operare un «intervento d’urgenza». Soprattutto «per non compromettere la raccolta del 2016», dicono a Viale Mazzini, «che si deve impostare proprio in questi mesi», definendo una volta per tutte la politica degli sconti e quelle iniziative a sostegno del prodotto che fino ad oggi hanno latitato. Tanto per dare un’idea nel mezzo a tutto questo c’è anche il Festival di Sanremo.

È evidente che se il Dg deciderà di mettere sul tavolo queste due nomine, il valzer dei nomi è destinato ad iniziare subito, anticipando la legge di riforma della Rai. Anche perché Rai Uno non può certo restare senza una guida forte e sicura. Uno dei nomi forti per la sostituzione di Leone alla guida della rete ammiraglia è quello di Maria Pia Ammirati, attualmente al timone delle Techè Rai. La Ammirati gode della stima del sottosegretario Luca Lotti, con il quale dialoga spesso, ed anche in sintonia con il ministro Maria Elena Boschi. Il fatto poi che nel suo curriculum ci sia un passato da vice direttore di Rai Uno depone ampiamente a suo favore. Stando al disegno minimal tratteggiato dai bene informati, il primo giro di valzer potrebbe fermarsi qui, in modo da non creare un eccessivo effetto domino a viale Mazzini.

Campo Dall’Orto, dicono in Rai, «si sta muovendo con i piedi di piombo» e non come i predecessori che avevano fretta. Semmai a cambiare di poltrona potrebbero essere le cosiddette direzioni tecniche, non editoriali per intenderci, a partire dalla direzione del personale, passando per lo staff e le aree tematiche. Solo in seconda battuta Campo Dall’Orto metterebbe mano ai direttori di rete e testata. Non a caso gli «indiziati», da Andrea Vianello a Bianca Berlinguer, hanno ripreso a tessere la ragnatela dei rapporti politici. Meglio attrezzarsi per tempo. «Del resto in questa fase le voci di corridoio», spiegano a viale Mazzini, «sono diventate spifferi, che rimbalzano da un piano all’altro. Senza fermarsi mai». Soprattutto ora che il «caso Vespa» ha scegliato dal torpore anche quelli dche stavano dormendo in attesa degli eventi.

mercoledì 9 settembre 2015

RIVOLTA DI 15 SENATORI NCD Renzi? Lo facciamo cadere noi

Senato, 15 senatori Ncd sarebbero pronti a votare contro Renzi




Si ricomincia dopo la pausa estiva con un tema caldissimo, anzi il tema: la riforma del Senato.  "Non si può cambiare l'articolo due perché si dovrebbe ripartire daccapo. E poi, se è una Camera delle autonomie, siano le autonomie a decidere", ha ribadito ieri Matteo Renzi all'assembela dei senatori democratici a Palazzo Madama.  Ma il premier non deve solo fare i conti con la minoranza interna, in realtà anche dentro Ncd c'è molta maretta. In soldoni, come spiega Il Giornale, molti senatori di Alfano (una quindicina) sarebbero pronti a non votare le riforme del governo perché temono di perdere lo scranno in un'eventuale futura allenza con i dem. Insomma per Renzi si materializza lo spettro dei franchi tiratori il cui numero potrebbe aumentare se la legge elettorale resta così com'è. L'insofferenza all'interno del partito di Alfano è molto alta, soprattutto per l'incertezza sul futuro e così il partito è sempre più nel caos. 

Nemici-amici - Schifani in questo giorni è uscito allo scoperto. «Il nuovo centrodestra si chiama così per contribuire alla ricomposizione del centrodestra. Prendo atto che in questi mesi è avvenuta un' evoluzione interna al partito che ho fondato. Sono però dell' idea che occorrerà un momento straordinario per decidere se è stato cambiato e si deve cambiare l' oggetto sociale. La mia convinzione è che non dovrebbe essere un confronto interno, ma piuttosto che occorrerebbe un momento più ampio di dibattito, perché si tratterebbe eventualmente di modificare quella che è la missione per la quale siamo nati". Chiede quindi un'assemblea costituente.  Una grana in più per Renzi che, oltre a guardarsi dalla minoranza del suo partito, adesso deve diffidare anche dei suoi alleati. I quali, sono pronti a staccargli anche la spina, pur di non approvare una riforma che rischia di far saltare le loro poltrone. 

Basket, l'Italia gioca alla grande e schianta la corazzata spagnola

Basket, l'Italia batte la Spagna




Un'Italia spettacolare che martedì 8, frantuma la corazzata spagnola agli Europei di basket. Le bombe da tre punti di Belinelli e le invenzioni di Gallinari trascinano gli azzurri fino al 105 a 98 finale. Dopo il deludente esordio con la Turchia e la risicata vittoria contro la modesta Islanda i ragazzi di Pianigiani sono finalmente stati sicuri in difesa e spietati in attacco. Il prossimo impegno oggi contro la Germania.