Visualizzazioni totali

domenica 6 settembre 2015

LA PROPOSTA INDECENTE Cosa offre Renzi ad Alfano Caos in Ncd: partito a pezzi

Matteo Renzi offre 15 seggi ad Angelino Alfano, l'Ncd si spacca




Si avvicina il momento decisivo, il ritorno in aula della riforma del Senato, contestatissima dalla minoranza Pd e sulla quale il premier, Matteo Renzi, si gioca tutto, o quasi. Ha bisogno di voti e di certezze, il presidente del Consiglio, che così - secondo Il Fatto Quotidiano - avrebbe promesso ad Angelino Alfano "quindici seggi" nella prossima legislatura, in virtù dell'Italicum. Un bersaniano anonimo spiega: "Renzi ha promesso 15 posti di capolista, cioè blindati, ad Alfano, Casini e Cesa. In più - prosegue - bisognerà accontentare gli ex di Scelta civica e gli ex di Sel. Voglio vederlo, Renzi, in campagna elettorale a spiegare ai nostri elettori che devono votare Alfano, mentre noi non ci saremo".

Alfaniani spaccati - Il cosiddetto Partito della Nazione, dunque, in qualche modo sta nascendo. Renzi promette seggi, tenta di blindare il suo percorso di riforme, ma nel frattempo sgretola il suo partito. Peccato però che in parallelo anche l'Ncd di Alfano stia sbandando. Già, perché tolti i 15 seggi alla Camera, resterebbero 54 centristi senza poltrona (attualmente i parlamentari di Area Popolare, ossia Ncd+Udc, sono 69, 34 alla Camera e 35 al Senato). Chi teme di non rientrare nel lotto dei 15 capilista (la nettissima maggioranza, per ovvie ragioni matematiche), si oppone fermamente all'intesa, argomentando - come Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, per esempio - che loro non entreranno mai nel Pd.

LA "SVALUTATION" DI CELENTANO Quel suo (grosso) guaio economico

Adriano Celentano, la sua holding in rosso: colpa del cartone mai trasmesso su Sky


di Franco Bechis
@FancoBechis



Adriano Celentano è diventato davvero rosso. In anni passati non gli sarebbe nemmeno troppo dispiaciuto come bandiera politica, il fatto è che in rosso è finito il suo conto in banca. Non proprio il suo, quello della holding del piccolo impero musicale-cinematografico e immobiliare che detiene con la moglie Claudia Mori, all' anagrafe Moroni.

A finire in rosso è il suo Clan Celentano, la sigla più nota del gruppo, che accompagna Adriano fin dai suoi primi esordi musicali. Non una perdita clamorosa - 294.587 euro nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2014 - ma significativa perché anche negli anni di magra qualche piccolo utile era pure sempre arrivato.

Intendiamoci, Adriano e la consorte non sono lì con il cappello in mano a chiedere la carità. Qualche fondo è arrivato da altri settori: diritti musicali (ormai si stanno riducendo: con due società fattura meno di 800 mila euro di royalties), immobiliare e produzione di fiction, dove però la sola proprietaria è la moglie Claudia. I Celentano di immobiliari ne hanno due.

La prima è la General holding, con proprietà del valore di 5,5 milioni di euro a bilancio. Nel 2014 l' utile di esercizio ammontava a 70.179 euro, e incassava 408.575 euro di affitti. La seconda società si chiama Neve immobiliare, ha proprietà valorizzate in bilancio per 1,4 milioni di euro e ha incassato nel 2014 140 mila euro di affitti, facendo registrare un utile di 24.714 euro. Insieme con il mattone si recuperano circa il 40% delle perdite del Clan. Quanto alle fiction, Claudia è la sola proprietaria della società di produzione che si chiama Ciao Ragazzi.

Nel 2013 era stata quasi ferma: non arrivano commesse. Nel 2014 invece è entrata una fiction su San Francesco e gli affari sono tornati a girare. Il fatturato che era poco sopra lo zero è cresciuto fino a 4,3 milioni di euro, e dentro c' è pure un risarcimento danni per contratti precedenti di 18.678 euro. L' utile però non basta a rimarginare le ferite e riportare in nero il bilancio familiare: si ferma a 67 mila euro.

Finire in rosso deve avere fatto andare fuori dei gangheri Celentano. Vero che il suo Clan ha fieno in cascina da potere affrontare momenti difficili: 1,9 milioni di euro sul conto corrente e 654 mila euro in Svizzera: «Titoli smobilizzabili a breve termine detenuti presso la Banca popolare di Sondrio in Svizzera», recita la nota integrativa. I guai sono derivati in parte da un investimento sbagliato in una boutique grande firma del biologico, risolta con l' uscita dal capitale della Prodotti naturali spa. In parte con un progetto a lungo coltivato e abortito con gran rabbia di Celentano: un cartoon che vedeva lui protagonista.

Il titolo era già stato trovato: Adrian, i disegni già effettuati, le sceneggiature pronte e c' era pure chi doveva trasmettere la serie: Sky. I rapporti però fra Celentano e l' emittente di Rupert Murdoch sono andati avanti a fase alterne per anni, e poi non se ne è fatto più niente.

Adriano se l' è presa prima con l' emittente, e poi con le società di produzione del cartoon - da lui scelta- che avrebbero ritardato la consegna del materiale: la Cometa film e la sua firma di punta nei cartoon Enzo D' Alò (quello della Gabbianella e il gatto). Guerra legale senza esclusione di colpi, con pronunce a favore dei Celentano. Furiosi per il rosso, i coniugi si sono così trasformati in una sorta di Equitalia, cercando di sequestrare e fare pignorare beni ai malcapitati che avrebbero dovuto rifondere il Clan.

E il colpo è andato a segno finalmente il 24 gennaio scorso, quando il tribunale di Livorno ha concesso al molleggiato il pignoramento di una immobiliare di San Vincenzo (Immobilaria srl) controllata appunto dalla Coneta film. E il Clan Celentano è stato nominato custode giudiziario del bene fino a quando non verranno pagati i danni reclamati. Una piccola soddisfazione in grado di fare andare giù l' amarezza del primo rosso di bilancio di Adriano...

sabato 5 settembre 2015

"Quattro anni di bilanci truccati" L'ultima accusa dei giudici a Renzi

Matteo Renzi, quattro anni di bilanci truccati




Più passa il tempo, più si scoprono le "magagne" di Matteo Renzi nella veste di sindaco. Nel mirino ci sono i conti, i bilanci, le entrate e le uscite dalle casse del Comune. Per la quarta volta i giudici della Corte dei Conti hanno evidenziato "gravi irregolarità" oltre "all'inosservanza dei principi contabili di attendibilità, veridicità e integrità del bilancio, anche violazioni in merito alla gestione dei flussi di cassa e alla loro verificabilità" rispetto alla gestione firmata Renzi quando era sindaco di Firenze. La giunta Nardella si trova adesso con la pesante eredità da gestire: i giudici contabili hanno chiesto con un'ordinanza di adottare entro sessanta giorni tutti i provvedimenti che "rimuovono le irregolarità e ripristinano gli equilibri di bilancio".

L'avvertimento - La notizia è del Fatto Quotidiano che scrive: "In pratica, come tutti i Comuni, anche quello di Firenze ha delle "riserve" che devono essere usate per specifiche necessità. La legge prevede una sorta di deroga e quindi permette di utilizzarli per altre spese ma a condizione che poi quelle riserve vengano ricostituite. Renzi, secondo l'accusa se ne sarebbe dimenticato. La cifra sotto esame è di 45.888.216 euro. Fondi che "potevano essere ricostituiti integralmente con gli incassi avvenuti nei primi mesi del 2014". Insomma secondo i giudici questi soldi che dovevano essere spesi in un determinato modo, invece sono stati usati per altro e mai ricostituito. 

La balla atomica di Travaglio C'è il giornalista di Libero (e lo smaschera così...)

Il duetto con Battiato? Glielo ha chiesto Travaglio


di Giuseppe Pollicelli 



Nel primo pomeriggio di ieri ho casualmente notato sullo schermo del televisore di cucina, che era sintonizzato su Raiuno, delle immagini a me familiari. Ovvio che lo fossero: si trattava di un filmato girato dal sottoscritto e dal regista Mario Tani il 22 luglio del 2012 allo Stadio del Tennis di Roma, e in cui si vedono Franco Battiato e Marco Travaglio cantare assieme il brano L'era del cinghiale bianco.

In quel periodo Tani e io stavamo appunto effettuando delle riprese per quello che sarebbe poi divenuto un documentario da noi diretto, Temporary Road. (una) Vita di Franco Battiato, presentato a fine 2013 da Paolo Virzì al Torino Film Festival. L' esibizione di Battiato e Travaglio, nel nostro film, non c'è, ma abbiamo comunque messo su YouTube il video in questione, e sarebbe stato carino se la redazione del programma L'estate in diretta, che ne ha mandato in onda un paio di minuti o poco meno, ci avesse quantomeno avvertito di questa sua intenzione. Ad ogni modo, il motivo della messa in onda della performance di Battiato e Travaglio è presto detto: il direttore del Fatto Quotidiano era ospite di Salvo Sottile ed Eleonora Daniele, conduttori del programma, e quando questi ultimi gli hanno chiesto di raccontare come mai lui, tre anni fa, si fosse esibito con Battiato, Travaglio ha fornito una versione dei fatti che non corrisponde al vero.

Siccome non è la prima volta che lo fa, è evidente che, data per acquisita la sua buona fede, una brutta amnesia deve averlo colpito subito dopo essere sceso dal palco del Foro Italico. Già il 24 luglio del 2012, in effetti, aveva scritto sulla sua pagina Facebook: «Battiato mi ha chiesto di duettare con lui in un bis del suo concerto e l'ho fatto molto volentieri». Concetto ribadito ieri su Raiuno, dove ha aggiunto che il tutto è accaduto senza che lui fosse informato di nulla, con Battiato che, a concerto in corso, a un certo momento gli chiede a sorpresa di affiancarlo. Ecco, vorrei rammentare a Travaglio che le cose non andarono proprio così.

Essendo presente al Foro Italico, ho infatti potuto assistere di persona alle prove pomeridiane da lui effettuate al fianco di Battiato (prove che forse sono state pure riprese, dovrei controllare; comunque, se le trovo e a Travaglio fa piacere, gliele mando con WeTransfer). Non solo, da me intervistato per Pubblico, il quotidiano di Luca Telese, il 22 ottobre del 2012, Battiato, a una mia domanda sul suo duetto con Travaglio, ha testualmente risposto: "Lui mi ha chiesto di cantare e io, in amicizia, ho acconsentito. Tra l' altro è piuttosto intonato". Non canta solo Travaglio ma, per citare una rubrica travagliesca di qualche anno fa, pure la carta. Un passaggio di "Caffè de la paix", una delle tante bellissime canzoni di Battiato, dice che l' inconscio ci comunica coi sogni frammenti di verità sepolte. Stavolta, all' immemore Travaglio, la verità sepolta gliel' abbiamo consegnata noi. Speriamo gli vada bene lo stesso.

Lo studio che riscatta i cinquantenni: perché diventano più intelligenti

Gli studi scientifici rivelano: i 50enni sono sempre più intelligenti con "l'effetto Flynn"




Con il passare del tempo e delle generazioni, i 50enni diventano sempre più intelligenti. A rivelarlo sono due studi indipendenti: uno condotto in Germania e l'altro in Inghilterra. Una grande notizia che cavalca l'onda del fenomeno conosciuto con il nome "effetto Flynn". Secondo gli studi dello psicologo James R. Flynn, che per primo li ha studiati e al quale si deve il nome, la popolazione dei paesi sviluppati diventa sempre più cerebralmente sveglia. Si tratta di un guadagno di 3 punti di quoziente di intelligenza per ogni decennio. I tedeschi hanno osservato alcuni 50enni per 6 anni, precisamente dal 2006 al 2012, rilevando una crescita delle capacità cognitive.

Cresce la materia grigia ma il fisico cede - I dati sono stati poi confermati anche dalle ricerche svolte nella terra della Regina. C'è però un piccolo effetto indesiderato, un contraccolpo in realtà non indifferente. Se sale l'acume intellettuale, qualcosa deve pur scendere e infatti a risentirne è il fisico. Sembrerebbe che gli uomini di basso ceto con un'età compresa tra i 50 e i 64 anni accusino un calo nella forma fisica. Ma per quale motivo i vecchietti sono sempre più saggi e i giovani invece più stupidi? Gli analisti si sono lanciati in disparate spiegazioni. Tra queste prende piede la correlazione con la cultura e l'uso delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni. I 50enni di adesso sono molto diversi da quelli di un tempo e continuamente si mettono in gioco, confrontandosi con nuove sfide e ponendosi nuovi obiettivi non necessariamente conformi alle loro aspettative. Mens sana in corpore non proprio sano ma nemmeno troppo malandato.

Equitalia, le tasse come le multe: c'è un modo per spendere meno

Equitalia, sconti sulle cartelle se paghi entro 60 giorni




Come con le multe per divieto di sosta. Il governo ha deciso di premiare chi salda subito il suo debito con il fisco. E l'aggio di Equitalia, la somma aggiuntiva che chi riceve una cartella esattoriale deve pagare alla società di riscossione, diminuisce ancora. Come scrive il quotidiano "Il Messaggero", il balzello sarà tra l' 1% e il 3%: Chi paga entro sessanta giorni dovrà aggiungere alla cartella il 3%, mentre nei casi di adempimento spontaneo, come le adesioni ad avvisi bonari, l'1%. Una decisa sforbiciata, considerando che oggi si paga l' 4,65% (l' 8% dopo 60 giorni). Per chi versa le somme dopo i sessanta giorni l' aggio sarà del 6%.

Sulle cartelle emesse fino alla fine di quest' anno l' aggio rimarrà dell' 8%. A queste somme andranno aggiunti i costi di notifica, che tuttavia potrebbero essere ridotti dalla decisione di permettere ad Equitalia di usare la posta elettronica certificata per consegnare le cartelle. Un' altra buona notizia per i contribuenti è legata alla possibilità di chiedere una nuova rateazione dei propri debiti con Equitalia anche per coloro che sono decaduti da un precedente piano di rimborso a rata nei due anni precedenti all' entrata in vigore del decreto. Un ritardo di sette giorni nel pagamento di una rata non comporterà la sospensione dal beneficio. E, infine, i contribuenti avranno sessanta giorni di tempo per chiedere la sospensione dei pagamenti.

Così Salvini vuole prendersi il Sud: il piano, i nomi, tutte le alleanze

Matteo Salvini, ci sono già i nomi dei candidati sindaci della Campania




Le elezioni della scorsa primavera sono sono state incoraggianti in tutto il Sud per Matteo Salvini. Ma adesso al Meridione l'aria sembra cambiata. Ne parla il Tempo in un articolo in cui spiega come Noi con Salvini si stia radicando in regioni un tempo considerate "ostili" come l'Abruzzo, la Campania, la Sicilia, la Puglia. C'è molta attenzione verso le amministrative della prossima primavera che "testerà" sul campo la tenuta del movimento fondato dal leader leghista. Intanto Noi con Salvini ha già individuato i candidati sindaci in Campania a Napoli, a Salerno, Caserta, Scafati. L'idea di Salvini parte dalla necessità di rifondare il centrodestra e, per questo, ritiene indispensabile il dialogo con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Un confronto che, come sottolinea il Tempo, si replicherà anche in altre città come Torino, Genova, Bologna e Cagliari. Ma prima delle amministrative c'è un altro appuntamento molto importante per Salvini: quello del 22 settembre a Napoli. Una data importante per "l'altro Matteo" soprattutto dopo le contestazioni del maggio scorso.