Mig e carri armati russi in Ucraina
di Carlo Panella
Militari russi combattono in Siria: la notizia clamorosa è riportata dal "Times" e dal "Telegraph" che citano la televisione di Stato Siriana. Nel corso del telegiornale infatti, l' emittente di Assad ha trasmesso un servizio di tre minuti che mostra un blindato armato per il trasporto delle truppe tra i più avanzati di Mosca: un BTR-82A APC. Ha otto ruote motrici, è dotato di una torretta con sistemi di visione notturna ed armato con un cannone da 30 mm e con una mitragliatrice da 7,62 mm.
Nel video inoltre si sentono voci parlare in russo. Non basta, nel servizio si afferma che le immagini si riferiscono a combattimenti in corso sulle montagne che circondano Latakia, "capitale" della regione abitata dagli alauiti. Le alture che circondano Latakia sono in larga parte controllate dai miliziani dell' Isis che lanciano razzi e missili sul centro abitato e che mercoledì hanno portato a segno nel centro della città un attentato con autobomba che ha fatto 10 morti. Nel servizio si afferma inoltre che il villaggio di Slunfeh sarebbe controllato dai soldati russi. Il tutto, dopo che il Mossad ha rivelato nei giorni scorsi che 6 modernissimi Mig-32 russi con equipaggio russo sono stati forniti alla Siria e che il Fronte al Nusra (al Qaida) ha pubblicato su Internet immagini di droni russi che operano (manovrati da personale russo) sulla zona di Idlib.
La notizia è doppiamente clamorosa: rivela che Vladimir Putin ha deciso di impegnare direttamente le sue forze armate per impedire il crollo verticale del regime di Assad e per garantire che la roccaforte degli alauiti e quindi di Assad, non cada mai nelle mani dei ribelli. Ma è ancora più indicativo che Assad renda pubblico questo impegno militare russo su suolo siriano attraverso la sua televisione ufficiale. Un segno di debolezza, perché certifica che ormai non è più sufficiente l' impegno militare al suo fianco dei pasdaran iraniani e degli Hezbollah libanesi ed è indispensabile che sia la Russia in prima persona a garantirgli una possibilità di arrocco, di fuga nella sua Latakia nel caso anche Damasco sia perduta.
Ma anche un segnale forte alla platea internazionale: l' impegno militare russo impedirà qualsiasi tracollo del regime baathista e obbligherà sempre e comunque a una soluzione concordata in cui Putin farà la parte del leone. C'è poi una terza notizia rivelatrice: il portavoce di Putin non ha assolutamente smentito l' impiego militare su suolo siriano e si è limitato a un giro di frase: «Sapete che c' è una interazione tra la Russia e la Siria. La cooperazione è stata mantenuta, è un processo permanente. Non vorrei darvi dettagli più specifici».
A fronte di questa gravissima escalation della crisi siriana, suona sempre più allucinante e inquietante il silenzio della Amministrazione Usa e quello di Barack Obama. Atteggiamento che ha una sola ragione: se Washington denunciasse questa ingerenza militare russa in Siria a difesa di Assad, salterebbe tutta l' impalcatura geopolitica su cui si regge l' accordo sul nucleare con l' Iran che sarà bocciato nei prossimi giorni dal Senato Usa (ma rimarrà in vigore perché Obama opporrà il suo veto alla bocciatura). L' Iran, infatti, non può tollerare di perdere l' indispensabile alleato siriano (che da due anni difende manu militari) e un eventuale presa di posizione ufficiale di Obama contro l' impegno russo a favore di Assad darebbe voce agli oltranzisti iraniani (tra i quali spiccano il potente ayatollah Mesbah Yazdi, che presiede il Consiglio che nominerà il successore di Khamenei e il comandante dei Pasdaran, Ali Jaafari).
In questo contesto, Obama riceverà oggi il re saudita Salman che gli farà - secondo quanto riporta la stampa araba - una proposta spiazzante: i sauditi appoggeranno l' accordo con l' Iran a patto che Obama dia loro via libera per intervenire massicciamente in Siria, accelerando la caduta di Assad. Proposta saggia, che Obama però rifiuterà, perché è prigioniero della sua caparbia illusione di passare alla storia per la pace con un Iran che invece continua, spietatamente, a seminare guerre il Medio Oriente, a iniziare da una Siria da cui sono fuggiti 4 milioni di abitanti che forniscono la massa preponderante dei clandestini in fuga verso l' Italia e l' Europa.