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mercoledì 29 luglio 2015

Banca fallita, addio ai soldi Azzerato il conto corrente: c'è il primo istituto in Italia

Bail-in, la prima banca salvata dai risparmiatori: la bbc Banca Romagna


di Nino Sunseri 




L’Italia fa le prove generali del bail-in, la nuova normativa sul salvataggio delle banche in vigore da gennaio 2016, ma che può essere anticipata come ha chiarito la Banca d’Italia. La liquidazione della Banca Romagna cooperativa (Brc), 21 sportelli, avviata la scorsa settimana, è il primo caso di applicazione di salvataggio a carico degli azionisti e dei risparmiatori nel nostro Paese come nota anche Fitch. L’istituto di Cesena, nato nel 2008 dalla fusione di due bcc più piccole (Romagna Centro e Macerone) ha accumulato una perdita di 40 milioni che, in altri tempi aveva buone possibilità di essere sanata dall’intervento pubblico. La nuova regola, invece lo impedisce visto il conto molto salato pagato dall’Europa per tenere in vita il suo sistema creditizio. Ieri Mediobanca ha pubblicato un po’ di conti dai quali risulta che, fra il 2009 e il 2014 i contribuenti Ue hanno pagato 221miliardi per chiudere i buchi del credito. Un conto di 1,2 volte superiore a quello sopportato per evitare il fallimento della Grecia. Da qui la nuova regola che mette il costo del fallimento a carico degli azionisti, dei sottoscrittori di obbligazioni e infine dei correntisti con depositi superiori a 100 mila euro.

Nel caso della piccola banca romagnola il bail-in ha riguardato i creditori subordinati, in buona sostanza i clienti-soci che hanno sottoscritto le obbligazioni junior della banca. In virtù della clausola di subordinazione il rimborso di questi prestiti sarebbe avvenuto solo dopo il rimborso di tutti gli altri creditori. Il condizionale è dovuto al fatto che in questa storia c’è un lieto fine a sorpresa. I sottoscrittori delle obbligazioni di Banca Romagna Cooperativa non dovranno farsi carico delle perdite grazie a un «cavaliere bianco». Si tratta del Fondo di Garanzia istituzionale delle Bcc, che ha deciso, «in via volontaria e in assenza di qualsiasi obbligo», come si legge nella nota del commissario liquidatore, di rimborsare integralmente e immediatamente i sottoscrittori dei bond. Il piccolo caso di provincia non è sfuggito a Fitch che lo ha segnalato in una lunga nota nella quale coglie l’occasione per una critica alle banche italiane.

Per l’agenzia l’operazione segnala, da un lato, «l’aumento delle probabilità che le perdite delle banche saranno sostenute dai creditori» e, dall’altro, «il comportamento carente delle banche nella raccolta attraverso i subordinati e gli strumenti ibridi presso la clientela». Fitch ricorda che il Governatore Visco ha di recente richiamato l’obbligo di informare bene la clientela dei rischi che comporta la nuova procedura di risoluzione. Per i clienti e gli obbligazionisti di Banca Romagna ci sarà ora la soddisfazione di ricevere una telefonata dagli istituti depositari delle obbligazioni Brc (Banca Sviluppo, Banca di Forlì Credito Cooperativo e Credito cooperativo Ravennate) per ricevere il rimborso comprensivo degli interessi maturati fino allo scorso 17 luglio, data di avvio della liquidazione.

Il fallimento della piccola bcc non è però passato inosservato a Palazzo Chigi. Proprio ieri, infatti, Renzi è tornato sul tema della riforma del sistema creditizio. Lo ha fatto in una sede non proprio dedicata visto che parlava all’assemblea degli ambasciatori. Nel discorso sulla politica estera ha trovato anche il modo di accennare al tema del credito annunciando che «l’intervento sulle popolari apre una stagione di cambiamento che ancora non è terminata. Anzi, vorrei dire che è appena agli inizi». Dopo aver abolito il voto capitario nelle banche popolari con attivi superiori a 8 miliardi, l’esecutivo sta negoziando con le bcc un progetto che prevede l’istituzione di una holding con poteri di direzione e coordinamento sulle banche controllate. In questo senso non c’è che dire: il crollo della Banca Romagna arriva proprio al momento giusto per rendere più rapido il cammino della riforma.

"Nel circolo massone. E non solo..." Un grossissimo guaio per Mattarella

Caso Rostagno, nella sentenza: "Sergio Mattarella ospite del circolo della loggia massonica deviata"




Forse qualcuno ricorderà il circolo "Scontrino", un centro culturale che negli anni '80 rappresentava un assoluto tempio massonico. Bene, forse qualcuno ricorderà quel circolo, ma nessuno fino ad oggi sapeva che tra i nomi dei frequentatori delle iniziative pubbliche dello Scontrino ci fosse anche Sergio Mattarella, l'attuale presidente della Repubblica. Ora, inoltre, la Corte d'Assise di Trapani definisce quel circolo un "paravento di Logge infestate da elementi mafiosi". Parole pesantissime, che si possono leggere nell'ambito della sentenza Rostagno, nella quale, dopo 26 anni di indagine, le toghe arrivano alla conclusione che ad uccidere il giornalista Mauro Rostagno, in quel maledetto 26 settembre 1988, fu Cosa Nostra, che per tappargli la bocca gli rubò la vita.

Un caso spinoso, del quale dà conto Il Fatto Quotidiano, che ricostruisce l'intera vicenda. Si parte da quando la polizia, perquisendo lo Scontrino, scoprì l'esistenza di sei diverse logge. Tra le agende e le rubriche con i numeri di telefono dei politici nazionali e locali, come detto, ecco comparire anche quello di Mattarella, che all'epoca era deputato della Dc. Quei nomi si trovano ora nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d'Assise, il 16 maggio 2004, ha condannato il boss Vincenzo Virga e il killer Vito Mazzara, poiché rispettivamente mandante ed esecutore dell'omicidio del giornalista. Nell'elenco compaiono anche i nomi di Calogero Mannino e di Carlo Vizzini. Per inciso, poco prima di essere ucciso, Rostagno indagava sulle logge. Secondo la Corte, il suo assassinio avvenuto par mano mafiosa, è maturato nell'ambito di "trame collusive delle cosche con altri ambienti di potere" trapanese.

martedì 28 luglio 2015

Caivano (Na): Amianto al Comune, l'ex Sindaco Papaccioli lancia l'allarme

Caivano (Na): Amianto al Comune, l'ex Sindaco Pippo Papaccioli lancia l'allarme 




Inquinamento. La tegola che pende costantemente sulla testa dei cittadini di Caivano è sempre la stessa. Come se non bastasse, negli ultimi giorni, il Paese è nuovamente alle prese con il problema Amianto. A lanciare l'allarme, questa volta, è l'ex Sindaco di Caivano, Pippo Papaccioli che nota: Basta fare il giro del Castello Medievale e ad occhi nudi il pericolo amianto si appalesa, le foto allegate ben documentano la pericolosa presenza di amianto che facilmente potrebbe danneggiare gli ignari passanti.

Un accorato appello del Dr Papaccioli alle Autorità viene rivolto stamane per la eliminazione immediata del pericolo che potrebbe arrecare danni irreparabili ai cittadini.


Sanità, il Nord contro il superticket Le regioni pronte allo sciopero fiscale

La Lega contro i tagli alla sanità: "Disobbedienza fiscale"




Con la Lega primo partito del centrodestra al 15%, è giocoforza divenuto una delle voci più ascoltate nel mondo degli economisti. E oggi Claudio Borghi non usa mezze parole per esporre la posizione sua e del Carroccio in merito ai paventati tagli alle prestazioni sanitarie per contenere la spesa pubblica. "Non accetteremo un centesimo in più di taglio alla sanità per le Regioni Lombardia e Veneto. Come certificato da fonti indipendenti, la Confcommercio per l'esattezza, il livello di efficienza della spesa pubblica è massima in alcune regioni, tanto che la Lombardia è stata presa come benchmark. E il governo Renzi cosa fa? Anziché applicare tagli mirati sceglie ancora una volta tagli generici e orizzontali sulla sanità. Possono stare certi che da parte nostra ci sarà ogni tipo di resistenza. Sarebbe una beffa, non ci stiamo".

Borghi poi entra nel dettaglio: "Siamo pronti ad azioni di ogni tipo per impedire questo scempio da parte del governo, anche alla disobbedienza fiscale. Sarà pure una legge dello Stato, ma le Regioni hanno il dovere di tutelare i propri cittadini". Quanto all'ipotesi di rivolta fiscale, precisa Borghi, "non sarà certo da parte dei cittadini, che possono fare ben poco, ma da parte delle istituzioni regionali. Una strada potrebbe essere quella di non pagare più le tasse a Roma, ma non posso al momento entrare troppo nel dettaglio. Dobbiamo ancora parlarne perché non ci aspettavamo che il governo facesse in tempi così rapidi una porcheria del genere".

Avetrana, per l'omicidio di Sara Scazzi ergastolo confermato a zia e cugina

Avetrana: confermato l'ergastolo per Cosima e Sabrina




È stata confermata in appello la condanna all'ergastolo per Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, accusate dell'omicidio di Sarah Scazzi nell'agosto del 2010. La Corte di Assise di appello di Taranto ha dunque confermato il carcere a vita per le due donne, la zia e la cugina della ragazzina brutalmente assassinata ormai cinque anni fa. Le accuse che già in primo grado avevano determinato questo tipo di condanna, sono di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Confermata anche la condanna di primo grado a 8 anni per Michele Misseri, zio di Sarah, padre di Sabrina e marito della Serrano. Pena ridotta invece per l’avvocato Vito Russo ex legale di Sabrina, che era stato condannato a due anni per favoreggiamento; assolti invece Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano che erano stati condannati per lo stesso motivo a pene intorno a un anno di detenzione. L'avvocato della famiglia Scazzi si è detto soddisfatto per l'esito del processo, "ma non c'è da esultare" ha affermato ai microfoni dei giornalisti. In aula, al momento della sentenza, non era presenta la mamma della piccola Sarah, Concetta Serrano.

Il campionato di serie A parte col botto Subito Roma-Juve e il derby milanese

Presentato il calendario della serie A 2015-2016




Sarà una partenza col botto, quella del campionato di calcio di Serie A 2015-2016, che scatterà il prossimo 22 agosto. Con l'abolizione del sistema delle teste di serie la corsa allo scudetto entra subito nelk vivo, con grandi sfide nelle primissime giornate. Così, proprio il 22 agosto il Milan esordirà in trasferta al "Franchi" contro la Fiorentina, in una sfida tra due contendenti per un posto in Champions League.

Ancora più forte la seconda giornata, che vedrà la super-sfida Roma-Juventus sul terreno dell'Olimpico. E per non farsi mancare nulla, alla terza giornata è previsto il derby della Madonnina tra Inter e Milan. Alla quarta giornata il clou sarà Napoli-Lazio. Alla sesta ci saranno Napoli-Juventus e Inter-Fiorentina, alla settima Napoli-Milan e all'ottava Inter-Juventus. L'undicesima è da leccarsi i baffi: vanno in scena Inter-Roma, il derby della mole Juventus-Torino e Lazio-Milan. Alla dodicesima il clou è il derby della Capitale Roma-Lazio. Alla tredicesima fari puntati su Juventus-Milan, alla quattordicesima su Napoli-Inter e alla quindicesima su Lazio-Juventus.

La sedicesima giornata vivrà delle sfide tra Juventus e Fiorentina e tra Napoli e Roma. Alla diciassettesima il top è Inter-Lazio. Chiude il gironee d'andaata la diciannovesima giornata con Roma-Milan e Fiorentina-Lazio.

LA CASSAZIONE Schiaffo delle toghe: perdere il lavoro "non è un grave danno alla persona"

Cassazione: la perdita del lavoro non reca grave danno. Condannato imprenditore che pagò i dipendenti e non il fisco




Un impresario di Cuneo, in un momento di grave crisi per la sua azienda nel 2006, aveva preferito pagare i suoi dipendenti per non lasciarli a casa, piuttosto che pagare 258mila euro di Iva al fisco. All'uomo erano stati inflitti quattro mesi di reclusione dalla Corte d'appello di Torino, e oggi la Cassazione ha confermato la sentenza. Il motivo? La perdita del lavoro non costituisce grave danno alla persona.

Choc - L'imprenditore che sceglie di non pagare le tasse per salvare i propri dipendenti dalla disoccupazione deve dunque essere condannato, nonostante abbia invocato lo stato di necessità che in base al codice prevede che non possa essere punito chi abbia commesso un fatto per salvare sé o altri dal pericolo di un danno grave alla persona. Le tasse prima di tutto, è la sentenza choc della Cassazione. I giudici argomentano così la loro decisione: "Pur essendo fuori discussione che il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito, e che il lavoro contribuisce alla formazione e allo sviluppo della persona umana, deve escludersi tuttavia che la sua perdita costituisca, in quanto tale, un grave danno alla persona", e il riferimento è all'articolo 54 del codice penale. Zittita ancora una volta la voce dell'Italia imprenditrice, che vuole continuare a produrre nonostante la drammatica condizione economica. Bisogna ricordare poi l'articolo quattro della Costituzione italiana, che recita: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto". Ma a quanto pare, per quella stessa Repubblica che lo auspica, la perdita di un diritto non costituisce un danno grave alla persona.