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venerdì 17 luglio 2015

Nicolas Cage rovinato (e non è un film): perseguitato dal fisco, ha perso tutto

L'attore Nicolas Cage ha 96 milioni di debiti con il Fisco Usa: ora vive in affitto




L'attore Nicolas Cage, uno dei nostri attori preferiti, non ha più un soldo in tasca. Sembra difficile da credere che una star di Hollywood possa rischiare di finire per strada, ma la sfortuna per l'attore premio Oscar è stata crudele e con lei anche la vendetta del Fisco americano. Cage è ormai in bancarotta e ha venduto proprietà per circa 96 milioni di euro per saldare i debiti maturati con il Fisco per aver evaso milioni e milioni di dollari. Già nel 2008 Cage era stato costretto a vendere un castello in Baviera, poco dopo ha salutato case a Las Vegas, New Orleans e sparse per la California per un valore di circa 10 milioni. Aveva speso come un matto in gioielli, aerei e yacht. Ovviamente aveva anche dato sfogo alla sua passione per le auto sportive extralusso, comprando diverse Ferrari e una Lamborghini Miura già appartenuta allo Scià di Persia. Tutto venduto. E a dissanguarlo ci hanno pensato anche tre matrimoni con relativi divorzi. Secondo il quotidiano inglese The Sun ora Cage vivrebbe in affitto in un piccolo appartamento lontano dai quartieri più lussuosi, qualcuno lo avrebbe visto più volte a pranzo in un caffè vicino casa sua.

Province, "ad autunno sarà crac" Strade, scuole, stipendi: il caos

Province in default, in autunno a rischio strade provinciali, scuole superiori, disabili e stipendi




Le Province sulla carta non esistono più. Eppure sono in default e rischiano di creare più di un grattacapo agli italiani, mettendo a rischio la manutenzione di scuole e strade. E' ItaliaOggi a riferire dei conti horror degli enti: 2,145 miliardi di euro di risorse disponibili, 2,360 miliardi di uscite per la spesa corrente nel 2015, mentre dall'anno prossimo ci saranno tagli rispettivamente per 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017. 

Scuole e strade a rischio - Secondo l'Upi, senza una nuova iniezione di liquidi da parte del governo in autunno non ci saranno più i soldi per il riscaldamento e la manutenzione di 5.127 scuole superiori, per mettere in sicurezza i 130mila km di strade provinciali, curare i disabili in carico alle Province, pagare gli stipendi ai dipendenti e le fatture ai fornitori. La proposta dell'Unione Province italiane è di mettere a carico dello Stato la spesa per il personale adibito a funzioni non fondamentali (costo complessivo: 1 miliardo di euro). In alternativa, utilizzare almeno la metà dei proventi da alienazioni patrimoniali per la spesa corrente o non versare al fondo di ammortamento dei titoli di stato il 10% dei proventi da alienazioni e destinare la somma risparmiata all'estinzione dei mutui. 

Ecco dove tagliare - In realtà, sottolinea ItaliaOggi, la legge Delrio impone a Stato e Regioni di sopprimere agenzie, consorzi, società in house a cui fossero state attribuite funzioni di organizzazione di servizi pubblici di rilevanza economica in ambito provinciale. Obbligo non rispettato, finora, e così partecipate ed enti inutili in attività hanno ricevuto oltre 3 miliardi mentre se la spending review colpisse le 35mila stazioni appaltanti (che il piano Cottarelli vorrebbe ridurre a 107) si potrebbero risparmiare 2 miliardi nel 2015 e addirittura 7 miliardi nel 2016.

Colpaccio-Salvini: incassa 2 mln di euro Come ci è riuscito (e come rosica Bossi)

Lega Nord, 2 milioni di euro al partito: meglio solo il Pd (ma Umberto Bossi non versa un cent)




La Lega nord di Matteo Salvini ha incassato due milioni di euro dalle donazioni volontarie di parlamentari e privati. Un risultato che piazza il Carroccio al secondo posto tra i partiti preferiti dagli italiani, preceduto solo dal Partito democratico. A guidare la classifica dei donatori leghisti, riporta il Fatto quotidiano, c'è il presidente del Copasir Giacomo Stucchi con 41.900 euro, lo segue il commissario della Lega in Lombardia Paolo Grimoldi con 32.880 euro, Roberto Calderoli con 30.660 euro, solo quarto in donazioni personali il segretario federale Matteo Salvini con 24 mila euro, quanto il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga. Hanno fatto donazioni al partito anche i governatori di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, con 13.200 euro ciascuno, oltre che l'ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota con 10.548. Ma spicca un nome su tutti nell'elenco, più che altro per la sua assenza: Umberto Bossi non compare nella lista.

"ADESSO BASTA CON MARCHIONNE" Terremoto in Ferrari, chi si dimette

Ferrari, Dagospia: "A settembre si dimette l'amministratore delegato Amedeo Felisa"




Nuovo terremoto in Ferrari. Amedeo Felisa, amministratore delegato del Cavallino, lascerà a settembre Maranello. La notizia viene rilanciata dall'informatissimo Dagospia. Felisa è l'ultimo dei fedelissimi di Luca Cordero di Montezemolo, l'ex presidente al cui posto è asceso Sergio Marchionne. E sarebbe proprio Marchionne, secondo Dago, il "motivo" dello strappo di Felisa: l'ad uscente (?) sarebbe stufo del carattere autoritario del presidente del Cavallino e di come gestisce la Ferrari. Per l'ad di Fca queste dimissioni, alla vigilia della quotazione in Borsa, sono una pessima notizia (lo sbarco in Borsa è previsto per ottobre).

SONDAGGIO DA PSICOSI Crollo verticale in 7 giorni, Renzi è all'angolo: le cifre

Sondaggio Istituto Piepoli su effetto Grecia: crolla il Partito Democratico, cresce il Movimento 5 stelle, stabile Matteo Salvini




L'accordo raggiuntro tra Atene e Bruxelles ha spinto il Partito democratico di Matteo Renzi a un nuovo inaspettato record. Un tonfo registrato dall'ultimo sondaggio dell'istituto Piepoli, pubblicato da affaritaliani, nel quale il Pd perde in soli sette giorni dal 33,5% al 32,5%. Un intero punto perso a fronte dell'avanzata del principale concorrente del partito di maggioranza, cioè il Movimento 5 stelle. I grillini non smettono di crescere nelle rilevazioni di diversi istituti. L'ultima rilevazione di Piepoli non fa eccezione e attesta il M5S al 24,5% con un guadagno di mezzo punto percentuale. Nel centrosinistra rimangono stabili o crescono a piccoli passi tutte le altre forze politiche, ad esempio Sinistra ecologia libertà in fase di trasformazione che conferma il 3,5% delle preferenze degli elettori. Stabili anche il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano al 2,5% e Fratelli d'Italia al 4%. Non perde colpi neanche la Lega nord che considerata con i movimenti meridionali di Noi con Salvini raccoglie il 16,5% delle indicazioni di voto. I gruppi intorno a Salvini restano i primi nell'area del centrodestra, per niente minacciati da Forza Italia che rimane all'11%.

giovedì 16 luglio 2015

Caivano (Na): Spazzatura in strada, E' emergenza. Summit al Comune. E si rivede Manganiello.......

Caivano (Na): Spazzatura in strada, E' emergenza. Summit al Comune. E si rivede Manganiello.......


di Francesco Celiento
ilgiornaledicaivano

Spazzatura, con il caldo aumentano puzze e batteri

CAIVANO -  Summit in Comune, la città è sempre piena di spazzatura, tanto per non cambiare (la foto l’abbiamo scattata alle ore 11). Ovviamente il pattume che si è accumulato non fa male a nessuno nonostante il caldo, ma è una questione anche di principio. Perchè l’unica cosa della N.U. che accade puntuale a Caivano è l’arrivo della salata bolletta ai cittadini. Secondo fonti attendibili, gli operai non scesi in strada perchè non è stato corrisposto loro il relativo stipendio, ma c’è pure la questione del sequestro, operato qualche settimana dai vigili urbani del cantiere della ditta perchè non a norma per il parcheggio dei camion, un problema molto banale. Così la ditta appaltatrice, il cui contratto già in proroga scade il 31 Luglio, si arrangia come può.

Intanto, stamane 16 luglio alle ore 11 sotto l’androne del castello si è rivisto Manganiello, l’ex amministratore delle società del Comune Igica ed Ambiente & Energia, entrambe fallite. Proprio a quell’ora è giunto in Comune l’assessore Claudio Castaldo, sembra sia stato convocato un summit (sindaco-assessore-dirigente e ditta: ecco spiegato la presenza di Manganiello) per risolvere l’eterna problematica di Caivano. Daremo gli aggiornamenti più tardi.

Pirelli e amianto, manager condannati: 6 anni anche al fratello di Veronesi

Milano, condannati 11 ex manager della Pirelli per i morti da amianto. Fra loro anche Guido Veronesi, fratello di Umberto




Morti o gravemente malati di cancro, sono una ventina gli operai della Pirelli che oggi hanno ricevuto un briciolo di giustizia. Il tribunale di Milano ha infatti condannato in primo grado undici ex-manager del gruppo per la presenza di amianto nello stabilimento in zona Bicocca a Milano nel quale gli operai in questione lavoravano. Amianto a cui gli impiegati sono stati esposti in maniera prolungata fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, e che ha provocato l'insorgere dell'incurabile male.

Le pene - La sentenza è stata pronunciata dal giudice Raffaele Martorelli, e ha visto la condanna a sei anni e otto mesi di Guido Veronesi, fratello del più conosciuto Umberto, oncologo simbolo della lotta al cancro in Italia. Il giudice si è spinto oltre le richieste dell'accusa nell'assegnazione delle pene, rendendole aspre. Veronesi (Guido) faceva parte del consiglio di amministrazione dell'azienda tra gli anni Settanta e Ottanta insieme a Gabriele Battaglioli (condannato a 3 anni), Piero Giorgio Sierra (6 anni e 8 mesi), Omar Liberati (3 anni e 6 mesi), Gavino Manca (5 anni e 6 mesi), Armando Moroni, Roberto Picco e Carlo Pedone (3 anni ciascuno), e Luciano Isola (7 anni e 8 mesi). Il giudice ha condannato anche Ludovico Grandi e Gianfranco Bellingeri, amministratori delegati della Pirelli negli anni '80, rispettivamente a 4 anni e 8 mesi e a 3 anni e 6 mesi di carcere. Proprio per la severità di queste condanne, nell'aula di tribunale nella quale sono state lette è scoppiato l'entusiasmo dei parenti delle vittime, accompagnati dagli attivisti di Medicina Democratica e dell'Associazione italiana esposti amianto: "questa volta siamo riusciti a far condannare il padrone” dicono. “Per ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profitto” si legge su uno striscione. 

"Ricorreremo in Appello" - Gli avvocati dei dirigenti Pirelli di contro promettono l'impugnazione in appello della sentenza. Il giudice ha inoltre decretato una provvisionale -una somma di denaro a favore della parte danneggiata in un processo- di 520 mila mila euro per le parti civili e al risarcimento dei danni da quantificare in sede civile. Nello specifico ha disposto che 200mila euro vadano alla moglie e alla figlia di un operaio morto di tumore, 300mila all'Inail e 20mila euro a Medicina Democratica e dell'Associazione italiana esposti amianto. Molte altre famiglie, dilaniate dalla perdita di un affetto caro a causa dell'amianto, avevano già ricevuto un risarcimento fuori dibattimento e si erano ritirate dal processo. Anche se non è ancora finita, i parenti delle vittime possono tirare un piccolo sospiro di sollievo: un briciolo di giustizia, si diceva, oggi è stata fatta.