Grecia, Vittorio Feltri e il referendum: "Tsipras ha perso, Atene come i barboni. E per gli altri Paesi è questione di tempo..."
Smaltita la sbornia da festeggiamenti per la vittoria del no al referendum greco vissuta da tanti, anche in Italia, è arrivato l'inevitabile momento di tornare con i piedi per terra e ricordare che: "Nelle casse dei greci non c'è il becco di un quattrino". Il fondatore di Libero Vittorio Feltri sgombra l'aria dai fumi della festa di Atene, riconosce "ai greci un orgoglio notevole" che però "non potevano e non possono permettersi". Eppure, ricorda Feltri sul Giornale, le cose sembravano partite bene con la promessa dei greci di sistemare i conti: "In parte sembrava esserci riuscita a riderre le spese", almeno finché non è arrivato Alexis Tsipras: "col suo partito di sinistra (dissipatore per definizione" che ha riassunto migliaia di dipendenti pubblici e riaprendo la tv di Stato: "Addio austerità".
Beffa del voto - Il referendum ha dato l'esito sperato dal premier greco, ma quella che sembrerebbe una vittoria è stata invece una sonora batosta per i greci: "Ha peggiorato i rapporti tra Grecia e Berlino, di fatto azzerandoli e rendendone problematica una ripresa risolutiva". Feltri arriva anche a dare ragione al presidente del parlamento europeo Martin Schulz: "Ormai il popolo ellenico può confidare soltanto su interventi umanitari: è come un clochard che non ha niente e niente può pretendere dagli ex 'soci' dell'Unione".
Elemosina - Feltri si dice fondamentalmente scettico su un accordo all'ultimo momento che possa salvare la Grecia: "Il Paese è in ginocchio, le banche sono a secco, l'economia (non sostenuta da un'industria manifatturiera) boccheggia". Difficile che Angela Merkel si faccia: "impietosire dai mendicanti greci".
Bocciati - Con la vittoria del no, il popolo greco ha rifiutato senza dubbi "la politica di sacrifici imposta da Bruxelles". Un colpo duro anche "per l'Europa e l'euro - continua Feltri - bocciati senza riserve da un Paese membro dell'Unione. Se si aggiunge che nel continente germogliano e fioriscono movimenti politici, sempre più forti, contrari alla moneta unica e alla dittatura del Quarto Reich, è facile capire quanto la Ue sia in crisi e incapace di reagire allo scopo di modificarsi".
Contagio - Anzi più l'Ue reagisce e peggio è, soprattutto quando sottovaluta il voto greco che non è: "Un incidente della storia" ma invece "sintomo di un malessere generato da una conduzione politica insensata per non dire gravemente dannosa". La Grecia secondo Feltri è un po' vittima di se stessa: "Ma qualcuno le ha dato una mano a strangolarsi". E non è una situazione che riguarda solo i greci, anzi: "È la medesima fine che rischiano di fare altre nazioni, se non muta lo spartito dell'Unione. È solo una questione di tempo, non molto".