Autovelox e multe, l'uomo della svolta: "Così ho battuto lo Stato"
L'uomo che ha sconfitto le multe degli autovelox ha passato dieci anni di ricorsi e di lotta contro lo Stato. Lui è Massimo Tribolo, avvocato, e ha incominciato la battaglia per colpa di 143 euro di multa appioppati alla moglie Simona Carbone per eccesso di velocità (con 2 punti in meno sulla patente) a Mondovì, nel Cuneese, sulla Torino-Savona.
Dieci anni di battaglie legali - E' il 2005, l'auto è di Tribolo ma lui è sul sedile passeggero, a guidare è la moglie. Come ricostruisce la Stampa, il limite orario è 110 e secondo l'autovelox l'auto viaggia a 143 km/h. Multa contro cui i coniugi ricorrono scrivendo al prefetto facendo appello alla "inaffidabilità degli autovelox non tarati". Il prefetto respinge il ricorso ma la coppia (tosta) non molla rivolgendosi al giudice di pace di Mondovì. Si passerà poi in Appello a Torino in Cassazione, nel 2008. Nel 2014 la Corte rimette tutto alla Corte Costituzionale, per far valutare i profili di costituzionalità dell'articolo 45 comma 6.
"Così ho vinto contro lo Stato" - Tribolo ha definito quell'articolo "irragionevole": "E' la legge metrica - spiega alla Stampa -. Se io vado al mercato mi aspetto che le bilance siano perfettamente tarate per farmi pagare il giusto. Perché lo stesso principio non va applicato alla velocità?". Ora Tribolo ha vinto, e rischia di dare la stura a migliaia di ricorsi. Il momento più duro è stato quando in Appello è stato condannato a pagare 2.500 euro di spese processuali. Stava per mollare, ma "ho avuto la fortuna di rappresentare me stesso. Ho gettato alle ortiche sì un mare di tempo, ma alla fine ho sostenuto spese legali minime. Un cittadino non lo avrebbe fatto. Avrebbe pagato, arrendendosi, o sarebbe stato bastonato dal sistema". Non è ancora finita, però: "Ora la Corte di Cassazione dovrà esprimersi. Annullando la multa e risarcendoci delle spese sostenute. Infine restituendo i due punti sulla patente a mia moglie. E stiano certi: andremo fino in fondo".