Visualizzazioni totali

sabato 20 giugno 2015

GUERRA ATOMICA IN EUROPA Putin, missili contro un Paese Ue

Russia, Vladimir Putin minaccia la Svezia: "Se aderite alla Nato punteremo i missili nucleari su di voi"




Svezia e Russia non si sono mai amate ma solo mal tollerate, tanto da aver combattuto ben 11 guerre tra il 1321 e il 1809. Negli ultimi anni però i rapporti fra i due Paesi si erano sempre mantenuti stabili grazie a un delicato equilibrismo e a una lunga serie di incidenti sempre evitati. Ma ora Mosca avverte Stoccolma senza mezzi termini: “se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone”. A dirlo è stato l’ambasciatore russo in Svezia Viktor Tatarinstev che, ricorrendo a toni tutt’altro che diplomatici, ha avvertito che Vladimir Putin “ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sarà costretta a rispondere militarmente riorientando le nostre truppe e puntando i nostri missili balistici armati di testate atomiche”.

Consigli “amichevoli” - In un'intervista ad un quotidiano svedese, l’ambasciatore russo ha consigliato alla Svezia di riflettere bene sulle conseguenze di un’eventuale adesione all’Alleanza Atlantica alla quale né la Svezia né la ancora più vicina Finlandia hanno mai aderito. Questo proprio per non irritare l’ingombrantissimo e minaccioso vicino, una volta imperiale zarista, poi sovietico ed ora russo. I regimi a Mosca e San Pietroburgo sono cambiati nel corso dei secoli ma non il loro atteggiamento con i vicini.

Segnali preoccupanti - Negli ultimi mesi gli incidenti sfiorati tra le forze armate russe e quelle svedesi sono stati frequenti. Più volte il jet di Stoccolma, come di altri Paesi vicini, si sono dovuti alzare in volo per intercettare i giganteschi e antiquati, ma ancora minacciosi, bombardieri strategici russi Tu- 95 Bear. Il 5 ottobre venne invece pubblicata la foto di un caccia russo Su-27 che sfiorava di pochi metri un aereo da ricognizione svedese, e due settimane dopo un sottomarino russo si è spinto fino alle acque costiere svedesi dando il via a giorni di caccia da parte della marina di Stoccolma proprio nelle acque antistanti la capitale. Detto ciò, anche se è cresciuta dal 17% del 2012 al 31% del 2015, la voglia degli svedesi di aderire la Nato non sembra tale da spingere il governo a compiere il passo. In ogni caso, Mosca preferisce non correre rischi e stroncare sul nascere qualsiasi velleità ostile del vicino.

GRECIA, LE BANCHE SI SVUOTANO Folle corsa ai bancomat, è quasi-crac

Grexit, in un giorno ritirato dalle banche un miliardo di euro




Il ricordo non è proprio fresco, ma è rimasto negli occhi e nella mente dei risparmiatori di tutto il mondo. E' quello legato alle immagini che qualche anno fa arrivavano dall'Argentina, un tempo Paese felix e poi piombata nella crisi nera. Mostravano, quelle immagini, lunghe file di correntisti in coda davanti agli sportelli bancari. Ma le banche avevano chiuso i rubinetti e a centinaia di migliaia, in Argentina, non videro più i loro soldi. Così, oggi, il timore della Grexit sta spingendo i risparmiatori greci a ritirare in massa i deposti bancari. Nella sola giornata di ieri è stato ritirato oltre un miliardo di euro. Secondo diverse fonti bancarie, in nei quattro primi giorni di questa settimana sono usciti dalle banche greci ben 3 miliardi di euro ritirati dai depositanti, il 2,2% del totale dei depositi bancari del Paese.

Il vaffa ad Alfano dal capo Sinti e Rom: "Se mi regalano una villa, non ci vado"

Campi rom, parla Davide Casadio, presidente dei sinti e rom: "Se mi regalano una villa, non la accetto"




La proposta di Angelino Alfano di abbattere i campi rom e trasferirne gli abitanti in case stabili ha sollevato critiche nel mondo della politica. Soprattutto in casa Lega nord, come c’era da aspettarsi. Ma, sorprendentemente, sono anche i nomadi stessi a rifiutare questa offerta. Davide Casadio, sinto italiano di 45 anni, è il presidente della Federazione nazione rom e sinti e, in un’intervista concessa a Il Giorno, ha spiegato il suo punto di vista. “Non tutti i sinti – ha dichiarato – vogliono andare a vivere in una casa. Io, per esempio, vivo in una casa mobile e se mi regalano una villa, non la accetto”.

Questione di abitudine - “Un sinto che per 40 anni ha vissuto in un certo habitat - ribadisce Casadio - poi viene mandato in una casa. Sarebbe spaventato, non riuscirebbe a pagare le spese, come la mantiene? Noi sinti viviamo giorno per giorno e non possiamo avere spese in più”. Nessuna spesa quindi, ma un graduale processo di trasferimento “dai mega campi alle micro aree, poi ai terreni privati e, infine, alle case. Non serve un taglio netto come pensa il Governo”.

Controfferta - Il problema secondo Casadio sta alla base, nell’integrazione fra i popoli che non c’è mai stata. Quello che servirebbe, ad esempio, è “un sussidio alle minoranze rom e sinti, riconosciute vittime dell' Olocausto”. Come accade in Francia o in Germania, ad esempio. Non solo, gli stessi comuni dovrebbero aiutare i nomadi nella ricerca del lavoro: “fanno fatica gli italiani a trovarlo e noi a ogni colloquio siamo mal visti. Se ogni Comune 'adotta' una famiglia di sinti, il problema è risolto”.

Sondaggio-mazzata per il governo Sorpresa: chi sale e chi perde / I dati

Sondaggio Ixè: in una settimana il Pd perde due punti. Su Lega e Movimento 5 Stelle




Non si arresta la frana di voti che sta dissestando il Pd. Nei giorni caldi dell'emergenza immigrazione, il sondaggio Ixè realizzato per Agorà su Raitre mostra che rispetto alla rilevazione di una settimana prima il partito di Matteo Renzi ha lasciato sul terreno quasi due punti percentuali, scendendo dal 35,6 al 33,8%. In un anno, cioè dall'eccezionaale risultato delle Europee 2014, il Pd ha perso la bellezza di sette punti percentuali. Di contro, Movimento 5 Stelle e Lega Nord ne guadagnano quasi uno. Nel dettaglio, il partito di Grillo in una settimana passa dal 20,8 al 21,7% mentre il Carroccio va da 15,1 a 15,9%. male ancora Forza Italia  che per la prima volta nella sua storia scende sotto il 10% (a 9,9%).

Giù anche la fiducia in Matteo Renzi e nel suo governo. Il premier passa dal 34% al 33%, mentre il governo si attesta al 27%, perdendo altri 2 punti. Cioè, solo un italiano su 44 ha fiducia nel suo operato. Al comando, nella fiducia degli italiani, rimane saldamente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il 62%.

Visto il fronte caldo che è la città di Roma, il sondaggio Ixè si occcupa anche delle intenzioni di voto nella Capitale, rilevando che se si votasse oggi per il sindaco, il candidato del Pd (qualunque fosse, Ignazio Marino o un altro) raccoglierebbe il 26% dei voti. Mentre lo sfidante del Movimento 5 Stelle otterrebbe il 16%, meglio del candidato del centrodestra (13%).

venerdì 19 giugno 2015

Caivano (Na): Monopoli come Fassino, hanno usato la fascia Tricolore al contrario

Caivano (Na): Monopoli come Fassino, hanno usato la fascia Tricolore al contrario 


Piero Fassino
Sindaco di Torino 

Simone Monopoli
Sindaco di Caivano (Na)

Distrazioni, inesperienza, Monopoli come il Sindaco di Torino Piero Fassino. Ecco gli scatti che ritraggono il neo-sindaco di Caivano, Simone Monopoli, con la fascia Tricolore al contrario. Insomma, momenti emozionanti per Monopoli, con tanto di distrazione, difatti indossa la fascia Tricolore sulla spalla sinistra anzichè sulla destra. Risultato? Anche il Tricolore si è capovolto. 

Vietano a Salvini di donare il sangue: dopo il prelievo il medico lo insulta

Matteo Salvini dona il sangue, un medico lo rimprovera di fare propaganda



É un dato di fatto che qualsiasi cosa pubblichi sui social Matteo Salvini ne nasce una caterva di commenti e discussioni tra tifoserie. Passi per i post su Facebook su ruspe e campi rom da demolire che scatenano avversari e sostenitori del leader leghista. Ma la situazione cambia poco anche quando Salvini ne approfitta per far passare un messaggio meno urlato del solito. Il leghista ha pubblicato una sua foto durante la donazione del sangue e ha scritto: "Non mi interessa chi aiuterò, un bianco o un nero, un milanese o un giapponese, da cittadino mi interessa aiutare qualcuno che ha bisogno. Da politico invece, è mio dovere aiutare prima gli italiani". Di norma un messaggio del genere dovrebbe solo far piacere a chi rimprovera a Salvini parole e gesti razzisti. Ma al leghista non si deve far passare niente, così il commento che più di tanti altri sta riscuotendo grande successo tra chi la pensa "nel modo giusto" c'è quello di una dottoressa: "Da donatrice Le ricordo che il dono è anonimo e disinteressato - scrive l'utente - Non uno strumento di propaganda personale... Da medico Le ricordo invece di tenere la pallina nell'ALTRA mano, dove serve...".

Il delirio della Boldrini tra i profughi: "In Italia non c'è nessuna emergenza"

Immigrazione, Laura Boldrini al centro d'accoglienza della stazione di Milano: "In Italia non c'è emergenza immigrazione"


di Giovanni Ruggiero 


Gente accampata da giorni nella stazione Centrale di Milano, di cui alcuni malati di scabbia e malaria; disperati assiepati al confine tra Italia e Francia costretti a dormire sugli scogli; migliaia di persone che sbarcano ogni giorno sulle coste della Sicilia a bordo di navi che solo per miracolo riescono a galleggiare e centri d'accoglienza ormai al collasso. Basterebbe la metà di queste cose per capire quanto sia grave la situazione italiana nella gestione dell'immigrazione. Eppure la realtà non sembra così palese alla presidente della Camera Laura Boldrini, anzi: "Quella dei profughi in Italia non è un'emergenza, ma una situazione complicata" ha detto durante la visita al centro di accoglienza allestito alla bella e meglio nella stazione Centrale milanese. "L'emergenza - ha aggiunto la Boldrini - c'è nei paesi dove sono scoppiate le guerre, l'emergenza c'è nel Mediterraneo". Chissà la quarta carica dello Stato dove immagina sia geograficamente collocata l'Italia nel suo personale mappamondo. Almeno sui numeri la Boldrini dovrebbe essere costretta ad ammettere la realtà, ma non ci riesce fino in fondo. Sarà che siamo tutti prevenuti, quindi ci aiuta a capire che: "Finora il nostro paese ha accolto 58 mila persone, ovvero lo 0,1% della nostra popolazione". E non basta neanche l'ultimo rapporto Onu a farla ragionare, anzi pensa bene di regalare pillole di sociologia spicciola buona un tanto al chilo, con la teoria secondo cui la situazione attuale ha di fatto generato: "un paese senza nome, popolato da 60 mi9lioni di persone che, per varie ragioni, sono diventate rifugiati. Gli abitanti di questo paese senza nome - ha continuato - non hanno scelto, sono costretti a fuggire". Tutto chiaro quindi il Boldrini pensiero e se così non fosse, la presidente aggiunge chiarezza: "Queste persone vanno da qualche parte e alcune di loro, molto poche, vengono in Italia". Dall'alto del suo curriculum, la Boldrini concede anche la ricetta magica con tanto di ingrendienti fondamentali perché questa "non emergenza" si possa risolvere: "Bisogna affrontare la situazione con strategia, sobrietà, spirito collaborativo e senza fare inutili allarmismi".