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martedì 9 giugno 2015

La Tulliani e la "love story" con Gaucci Querela "Libero", perde: quanto paga

Elisabetta Tulliani, love story con Luciano Gaucci: perde la causa per diffamazione, deve pagare 12mila euro a "Libero"


di SA.DA



Il tribunale di Roma respinge la richiesta di risarcimento di Elisabetta Tulliani: non ci fu diffamazione ai suoi danni da parte di Libero, Il Giornale e Panorama. Fu l’esercizio del diritto di cronaca e di critica. Le toghe romane hanno invece condannato la compagna di Gianfranco Fini al pagamento delle spese giudiziarie per 51mila euro, di cui 12mila al nostro quotidiano. 

Tulliani si era sentita «diffamata» e «perseguitata» da una «campagna di stampa» condotta dalle tre testate citate in giudizio, che avrebbero pubblicato «notizie false» facendola passare per «una persona disonesta che avrebbe approfittato delle disavventure del suo ex compagno», l’allora presidente del Perugia calcio Luciano Gaucci, «per costruirsi una fortuna con i suoi beni».  Il tribunale di Roma non ha accolto questa tesi. Si legge nella sentenza: la «compressione dei diritti di riservatezza, onore e reputazione», in questo caso, «è giustificata dall’esercizio di diritto di cronaca, quale estrinsecazione della libertà di manifestazione del pensiero (articolo 21 della Costituzione), non disgiunta dal legittimo esercizio del diritto di critica». C’era, a giudizio del Tribunale, un prevalente interesse dell’opinione pubblica da «ancorare alla notorietà dei personaggi».

L’esposizione dei fatti fu corretta e completa, sentenzia il giudice: «Del contenzioso tra Tulliani e Gaucci è stata offerta una prospettazione ampia e obiettiva che ha tenuto conto non solo dell’assunto accusatorio di Gaucci, ma anche della difesa della Tulliani, essendo state riportate entrambe le versioni». Le tre testate chiamate in giudizio da lady Fini hanno svolto un lavoro corretto, ribadisce la sentenza, sia nel rispetto della verità dei fatti («Si trattava di cronaca giudiziaria») sia riguardo «al parametro della continenza espressiva, non rinvenendosi espressioni scorrette, attacchi personali, epiteti ingiuriosi o comunque toni offensivi della dignità morale dei soggetti asseritamente offesi».

Pertanto, con la sentenza n. 12462/2015, il giudice Daniela Bianchini ha escluso la diffamazione  e ha condannato Elisabetta Tulliani «al pagamento delle spese di liti che liquida in complessivi 51mila euro».

Caivano (Na): Considerazioni di un cittadino

Caivano (Na): Considerazioni di un cittadino



Spettabile Amministratore il Notiziario Gaetano Daniele, le invio una lettera perchè ho letto sui vari social network che, il dott. Monopoli si sia apparentato politicamente con i Socialisti che fanno capo a Giamante, Del Gaudio, Chioccarelli, Bernardo, Libertini e Vanacore. Premetto che sono un elettore di Monopoli, mi auguro che pubblichi ugualmente il mio pensiero, siamo in un Paese democratico, almeno credo. Ah, dimenticavo, mi chiamo Antonio e lavoro ad Arezzo. Ho seguito appunto, dai social network l'andamento politico, giorno dopo giorno, grazie a voi dell'informazione, quasi facendomelo vivere di persona. Mi sono reso conto che in questa campagna elettorale si sono formate pseudo tifoserie da Stadio che, nel momento in cui poni una critica politica costruttiva, subito pronti ad aggredirti, a volte anche con colpi bassi, da bassi fondi. Sono lontano e distante da questo modo di fare politica. Fin qui tutto regolare, anche se gli eccessi non li tollero. Sono per la politica di rigore. Proseguo il mio racconto, sempre augurandomi che pubblichi questa mia considerazione, perchè trattasi di considerazioni, giuste o sbagliate che siano, e non strumentalizzi il mio commento, se ha intenzione di non pubblicarlo, non lo pubblichi. Io credo molto nel dott. Simone Monopoli, le dicerie che si sentono sul suo conto sono tantissime, non credo che il dott. Simone Monopoli possa tradire la sua parola data in campagna elettorale. Capisco che in politica possa succedere di dire una cosa e poi farne un'altra, ma il dott. Monopoli non potrà mai apparentarsi con chi fino a poche settimane fa ha attribuito vecchio, politicamente parlando, come nel caso di Del Gaudio che, dopo 45 anni di politica si è ripresentato all'elettorato caivanese. Perchè se dovesse venir meno anche la parola data dal dott. Monopoli che al momento è l'unico punto di riferimento sul territorio, vuol dire che non andrò più a votare nessun candidato. Grazie Mille. Antonio Capasso. 

 Ringraziamenti - Voglio ringraziare personalmente il signor Antonio Capasso che non conosco personalmente. La missiva è stata pubblicata, integra. A noi non piacciono le strumentalizzazioni, soprattutto quando si fanno ai danni di ragazzi che si affacciano per la prima volta alla politica. Peggio, quando si fanno scudo di essi per denigrare il prossimo. Una sola parola per definirli (Vigliacchi). Purtroppo, caro Antonio Capasso, le indiscrezioni vanno rafforzandosi sempre più. L'apparentamento Monopoli-Del Gaudio-Chioccarelli-Libertini-Bernardo pare sia andato a buon fine, fino a prova contraria dello stesso candidato Monopoli. Il blog è aperto a eventuali smentite che, al momento non sono ancora arrivate. L'unico a dire no, a ribellarsi, pare sia stato l'ex. Segretario dell'Mpa, Alessio Vanacore. Ci dispiace deluderla. Anche Monopoli, forse, si è adeguato al vecchio, anzi mi verrebbe da dire, dei vecchi politici tanto criticati prima, forse perchè si credeva di vincere al primo turno? cioè promettere un non apparentamento, criticarne il contenuto e poi allearsi per tornaconto politico. Evidentemente avrà talmente a cuore il Paese che, pur di vincere a tutti i costi, ha sottovalutato le promesse fatte al proprio elettorato. Non si disperi signor Antonio, continui a votare Monopoli, il 14 Giugno libererà Caivano. Neanche ci fossero i Guelfi e i Ghibellini, Ma ormai questo motto pare sia superato, scaduto, proprio come lo Yogurt, perchè? perchè Monopoli pur di vincere li ha caricati quasi tutti sul suo carro, manca solo l'Udc di Tonino Falco. 

Caivano (Na): Politica, Le 7 domande politiche da fare a Monopoli e a Sirico

Caivano (Na): Politica, Le 7 domande politiche da fare a Monopoli e a Sirico 


a cura di Angela Bechis 





Dopo settimane e settimane di tentativi, sia da parte del blog il Notiziario sul web, che da parte di altre testate giornalistiche regionali come Cronache di Caserta e Cronache di Napoli, come Cogito, nel tentativo di mettere a confronto i due candidati Sindaco, Sirico e Monopoli, purtroppo, dobbiamo ricordare e registrare con rammarico che non ci siamo riusciti, perchè il candidato del centro destra locale Monopoli, ha sempre rifiutato il confronto, forse, ha l'ultima possibilità, quella di domani 10 giugno, organizzata dal giornalista Francesco Celiento di Caivano Press. Insomma, un'ultima possibilità per l'ex consigliere provinciale Monopoli per confrontarsi democraticamente su temi e programmi. Proviamo, pertanto, a formulare qualche domanda ai due candidati sindaco, iniziamo con Sirico, segue Monopoli, nella speranza e nell'attesa di ricevere risposta.

Architetto Sirico Luigi
Candidato Sindaco Centro Sinistra 

Le 7 domande da rivolgere al candidato del centro sinistra, Sirico Luigi:

1) Arch. Sirico, perchè si è candidato a Sindaco

2) Arch. Sirico, se dovesse vincere le elezioni, ci dica la prima cosa da fare subito. 

3) Arch. Sirico, come reputa la continua assenza di un confronto democratico, da parte del suo competitor Monopoli? 

4) Arch. Sirico, come ha vissuto nel 2013/14 l'entrata in maggioranza Falco, del suo partito d'origine, il Pd

5) Arch. Sirico, con quale occhio vede questo primo risultato elettorale?

6) Arch. Sirico, perchè i caivanesi dovrebbero votare lei e non Monopoli?

7) Arch. Sirico, lanci un ultimo appello ai caivanesi. 


Dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco Centro Destra 


Le 7 domande da rivolgere al candidato della destra locale, Monopoli Simone:

1) Dott. Monopoli, perchè si è candidato a Sindaco

2) Dott. Monopoli, se dovesse vincere le elezioni, ci dica la prima cosa da fare subito.

3) Dott. Monopoli, perchè rifiuta sempre il confronto democratico?

4) Dott. Monopoli, è vero che ha stretto un accordo politico con i socialisti di Giamante, Libertini e Del Gaudio? se sì, non dichiarò in campagna elettorale di non stringere alleanze con la vecchia politica? uno dei suoi slogan era: "Continuità nella discontinuità", ci crede ancora in quello che disse? 

5) Dott. Monopoli, con quale occhio vede questo primo risultato elettorale?

6) Dott. Monopoli, perchè i caivanesi dovrebbero votare lei e non Sirico?

7) Dott. Monopoli, lanci un ultimo appello ai caivanesi 

Forza Italia nel caos L'ex ministro abbandona Berlusconi Al Senato sparisce Forza Italia?

Forza Italia, Francesco Nitto Palma verso l'addio: il partito traballa al Senato


di Salvatore Dama



Il paradosso è che nel 2013, compilando le liste elettorali, Silvio Berlusconi ci tenne a portare al Senato tutte le persone che riteneva più fidate. Egli stesso si candidò, ed era la prima volta, per un seggio a Palazzo Madama. I sondaggi davano in bilico i numeri della Camera alta e il Cavaliere, in vista di un possibile pareggio, voleva un gruppo affiantato e compatto. Una testuggine.

Tale e quale: due anni dopo ciò che rimane è un paesaggio post-atomico. Se n’è andato il capogruppo, Renato Schifani, e altri 28 senatori, migrati nel Nuovo centrodestra. Hanno detto addio a Berlusconi figure storiche come Sandro Bondi e Paolo Bonaiuti. Lo stesso Cavaliere è decaduto dal rango parlamentare, salutando Palazzo Madama il 27 novembre del 2013 per le note vicende giudiziarie.

Con l’addio dei senatori vicini a Raffaele Fitto, sono quasi cinquanta le defezioni, il gruppo è più che dimezzato. E - dicono - non è affatto finita. Ieri la notizia (svogliatamente smentita) dell’addio di Francesco Nitto Palma.

L’ex ministro della Giustizia sarebbe pronto a passare al gruppo misto. E non sarebbe da solo. «Altri azzurri della prima ora», informa l’Agenzia Italia, sono pronti all’ammutinamento. Il motivo? L’incomunicabilità con il cerchio magico.

Non l’adesione alla scissione di Fitto o al gruppo-cuscinetto di Denis Verdini, che potrebbe nascere nelle prossime ore unendo fuorisciti azzurri, delusi del Nuovo centrodestra ed esponenti di ritorno da Gal e dal gruppo misto.

Già oggi Berlusconi potrebbe avere un incontro proprio con l’ex coordinatore azzurro. I due si sono sentiti la scorsa settimana.

Ora la voce è che, non potendo arginare le manovre di Verdini, Silvio starebbe pensando di assecondarle. Un modo per avere il piede in due staffe: con un gruppo di ferma opposizione al governo, Forza Italia, e uno che dà una mano a Renzi, alle prese con un governo in difetto di numeri al Senato proprio mentre passano dalla Camera Alta provvedimenti cruciali come scuola e riforme costituzionali.

Ciò che sicuramente Berlusconi non farà è ritirarsi: «Non posso lasciare l’Italia, il Paese che amo, nel bel mezzo di una crisi. Per quello che posso tenterò di dare una mano», ha spiegato ieri il Cav ai microfoni dell’emittente svizzera Rsi.

Presto l’ex premier incontrerà Matteo Salvini. «Parleremo di Italia, del comune di Milano e del Milan», annuncia il segretario del Carroccio. Al momento la strategia è rinforzare l’asse del Nord, con il neo governatore della Liguria Giovanni Toti che sposa la linea dura di Lombardia e Veneto sull’accoglienza dei migranti.

La linea dell’intransigenza però scontenta le colombe azzurre e crea nuovi dissapori. Specie tra coloro che non vogliono discostarsi dal perimetro del Ppe: inseguire Salvini, ma perché? E c’è chi inizia a temere che Silvio Berlusconi, dopo il voto delle Regionali di domenica l’altra, si sia ulteriormente convinto che l’uomo giusto per sfidare il premier Matteo Renzi possa essere l’altro Matteo. D’altronde, non è Silvio che dice che le leadership si impongono sul campo?

Caivano (Na): Politica, Monopoli ha coraggio da vendere....?

Caivano (Na): Politica, Monopoli ha coraggio da vendere....?


di Gaetano Daniele 



Jean Anouilh diceva che, fino al giorno della morte, nessuno può essere sicuro del proprio coraggio. Il candidato della destra locale, Simone Monopoli invece, ha tantissimo coraggio? Oltre a disertare gli incontri con gli altri candidati Sindaco, mantiene già da subito le promesse fatte in campagna elettorale?. Sì, il buon giorno si vede dal mattino: "Il coraggio (o la follia) della coerenza!, così recitava uno dei suoi slogan al primo turno di campagna elettorale, scomparso però, subito dopo essersi reso conto di non aver stravinto al primo turno, oppure, continuità nella discontinuità. Tanto per citarne alcuni. 

I suoi consiglieri marketing, sventolavano addirittura ai 4 venti la bandiera della coerenza politica, e cioè che Monopoli, non solo aveva messo alla porta Giamante e Vanacore, tutta la vecchia gestione politica locale, il cosiddetto carrozzone, come appunto si evince da un ultimo articolo online: E nemmeno il sostegno a Sirico di Vanacore e Giamante (da non confondere con la scelta di Lello Del Gaudio, candidato a sindaco dei socialisti non arrivato al ballottaggio ma già eletto in Assise, che da figura estremamente politicizzato ha deciso di restare alla finestra, ndr) potrà sovvertire il risultato al ballottaggio. Anzi, la scelta di Sirico di accordarsi con Vanacore e Giamante, anche se non ufficialmente per evitare di rendere ancora più sgradito agli occhi degli elettori il carrozzone che il Pd ha costruito, potrebbe rivelarsi un clamoroso boomerang capace di rafforzare in termini elettorali ancora di più la candidatura di Simone Monopoli. Quest’ultimo, infatti, al primo turno non ha voluto né l’Udc, né la lista di Giacinto Russo perché Monopoli vuole vincere per governare senza punti di contatti sostanziali con “la cabina di regia che ha scritto gli ultimi trent’anni di fallimenti politici e amministrativi a Caivano”. Cacciati da Monopoli, se ne sono scappati tutti tra le braccia di Sirico e il Pd pensava di vincere al primo turno puntando tutto sui numeri ma in assenza di un progetto di governo serio e credibile. A conti fatti, è evidente che i “democrat” hanno sottovalutato la maturità dell’elettorato che, al contrario, ha premiato ben oltre ogni più rosea previsione, la coalizione Simone Monopoli. “Ringrazio i cittadini per l’enorme consenso che hanno dimostrato nei confronti miei e della coalizione che rappresento. Ma quando poi se fosse confermala l'indiscrezione, a fare accordi sottobanco con Giamante e Del Gaudio era proprio Monopoli. Poi ci viene anche difficile capire, al di là che la politica è anche questa, come alcuni consiglieri, dopo il trascorso politico maturato, possano ritornare "con il senno di poi" nelle braccia di chi fino a ieri ufficializzava incomprensioni caratteriali? 

Insomma, attribuivano al candidato sindaco del centro sinistra Sirico l'alleanza con parte dei socialisti, da Vanacore a Giamante, forse anche da Bernardo a Della Rossa, solo con l'esclusione di Del Gaudio che essendo figura politicizzata se ne stava beato a guardare il responso dalla finestra di casa sua, come se il fatto non fosse suo.... e oggi? questa coerenza di Monopoli? questo coraggio in che grado si misura? Se fosse confermato quanto dichiarato dall'ex. segretario dell'Mpa locale, e cioè che Simone Monopoli abbia già chiuso un accordo politico proprio con chi fino a ieri aveva definito il vecchio carrozzone, la vecchia politica, ci sarebbe veramente da ridere e piangere contemporaneamente. Diventerebbe, almeno crediamo, sempre se fosse confermata l'alleanza futura, il Monopoli indifendibile, indifendibile anche dai suoi stessi sostenitori che, orgogliosi e dignitosi, hanno sempre dichiarato (prima) pubblicamente, di non voler scendere a nessun compromesso con la vecchia gestione, a costo stesso di perdere, qualcuno ha anche affermando: a costo stesso di dimettermi. Solo parole?  

Insomma caivanesi, dopo una lunga riflessione comune e macerazione interiore, abbiamo ritenuto giusto pubblicare alcune considerazioni, sul coraggio del "probabile" sindaco di Caivano, che si appresta a governare il Paese per i prossimi anni, basandoli appunto, se fosse confermata l'indiscrezione, su valori ben saldi, come il coraggio e la coerenza, sì, il coraggio e la coerenza.....

lunedì 8 giugno 2015

Mobbing, fare causa al tuo capo: quando puoi farla e come vincere

Mobbing, la Cassazione mette paletti alle cause di risarcimento: "Devono coesistere 7 requisiti"




In Italia si stima ci siano oltre di un milione di persone mobbizzate al lavoro, sottoposte cioè  a comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte dei colleghi o dei superiori. La vittima si vede emarginata, calunniata, criticata: gli vengono affidati compiti dequalificanti, o viene spostata da un ufficio all’altro, o viene sistematicamente messa in ridicolo di fronte a clienti o superiori. Ma non tutte le angherie patite in ufficio possono essere "risarcite". 

Lo ha detto chiaro e tondo la Corte di Cassazione con una sentenza, la numero 10037/2015, che specifica le condizioni in base alle quali il lavoratore può ritenersi davvero vittima di mobbing. I giudici della suprema corte hanno individudato delle linee guida con sette parametri con cui il dipendente deve provare di essere stato danneggiato sul posto di lavoro: ambiente, durata, frequenza, tipo di azioni ostili, dislivello tra antagonisti, andamento per fasi successive, intento persecutorio. Perché si configuri il mobbing devono ricorrere tutti e sette, non uno di meno. Cosa non sempre facile considerato che l'onere della prova sta in capo al lavoratore. 
Eccoli.

1) Luogo di lavoro. Le vessazioni devono avvenire sul luogo di lavoro.

2) Durata del mobbing. I contrasti e le persecuzioni “lavorative” devono avvenire in un congruo periodo di tempo.

3) La frequenza delle attività vessatorie. Le persecuzioni devono essere molteplici e continuative.

4) Tipo di comportamenti. Le azioni “da mobbing” devono rientrare in almeno due delle categorie di azioni ostili riconosciute: attacco alla possibilità di comunicare; isolamento sistematico; cambiamento delle mansioni lavorative; attacchi alla reputazione; minacce o comportamenti violenti.

5) dislivello tra persecutore e mobbizzato. Bisogna provare l’inferiorità, a livello lavorativo, del soggetto sottoposto a mobbing.

6) Andamento per fasi successive. Devono ricorrere alcune tra le seguenti condizioni: conflitto mirato, inizio del mobbing, sintomi psicosomatici, errori e abusi, aggravamento dello stato di salute; esclusione dal mondo del lavoro, e così via.

7) Intento persecutorio. Va provato che dietro il mobbing ci sia un disegno vessatorio coerente.

Maradona, la (terribile) accusa a Platini "Il calcio è marcio. Michel mi disse che..."

Diego Armando Maradona accusa Michel Platini: "Mi ha confessato di aver truccato 167 partite"





Fatto fuori Sepp Blatter dal vertice della Fifa, la poltrona ora è nel mirino di Michel Platini. E a "far fuori" anche "Le Roi" ci pensa un altro ex big del calcio, il più grande di tutti: Diego Armando Maradona. L'ex fuoriclasse del Napoli, infatti, ha rivelato una confidenza che gli avrebbe fatto Platini: "A Dubai - ha spiegato il Pibe de Oro - mi ha confessato di aver combinato 167 partite". Una frase pesante, anzi pesantissima, e che pone sotto accusa l'attuale presidente della Uefa. Maradona non ha precisato se il riferimento alle partite truccate era al periodo da calciatore o da dirigente. Le accuse, come ovvio, sono tutte da provare. Maradona, infine, ha aggiunto che nel caso in cui alla presidenza della Fifa venga eletto il principe giordano Al Hussein, lui ne sarà il vice.