Elisabetta Tulliani, love story con Luciano Gaucci: perde la causa per diffamazione, deve pagare 12mila euro a "Libero"
di SA.DA
Il tribunale di Roma respinge la richiesta di risarcimento di Elisabetta Tulliani: non ci fu diffamazione ai suoi danni da parte di Libero, Il Giornale e Panorama. Fu l’esercizio del diritto di cronaca e di critica. Le toghe romane hanno invece condannato la compagna di Gianfranco Fini al pagamento delle spese giudiziarie per 51mila euro, di cui 12mila al nostro quotidiano.
Tulliani si era sentita «diffamata» e «perseguitata» da una «campagna di stampa» condotta dalle tre testate citate in giudizio, che avrebbero pubblicato «notizie false» facendola passare per «una persona disonesta che avrebbe approfittato delle disavventure del suo ex compagno», l’allora presidente del Perugia calcio Luciano Gaucci, «per costruirsi una fortuna con i suoi beni». Il tribunale di Roma non ha accolto questa tesi. Si legge nella sentenza: la «compressione dei diritti di riservatezza, onore e reputazione», in questo caso, «è giustificata dall’esercizio di diritto di cronaca, quale estrinsecazione della libertà di manifestazione del pensiero (articolo 21 della Costituzione), non disgiunta dal legittimo esercizio del diritto di critica». C’era, a giudizio del Tribunale, un prevalente interesse dell’opinione pubblica da «ancorare alla notorietà dei personaggi».
L’esposizione dei fatti fu corretta e completa, sentenzia il giudice: «Del contenzioso tra Tulliani e Gaucci è stata offerta una prospettazione ampia e obiettiva che ha tenuto conto non solo dell’assunto accusatorio di Gaucci, ma anche della difesa della Tulliani, essendo state riportate entrambe le versioni». Le tre testate chiamate in giudizio da lady Fini hanno svolto un lavoro corretto, ribadisce la sentenza, sia nel rispetto della verità dei fatti («Si trattava di cronaca giudiziaria») sia riguardo «al parametro della continenza espressiva, non rinvenendosi espressioni scorrette, attacchi personali, epiteti ingiuriosi o comunque toni offensivi della dignità morale dei soggetti asseritamente offesi».
Pertanto, con la sentenza n. 12462/2015, il giudice Daniela Bianchini ha escluso la diffamazione e ha condannato Elisabetta Tulliani «al pagamento delle spese di liti che liquida in complessivi 51mila euro».