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martedì 26 maggio 2015

E' nato il più grande tower operator del Paese

Competenza ed esperienza - Significativo patrimonio di competenze e esperienze maturate nel settore in oltre 40 anni di attività all'interno del gruppo Telecom Italia 




IN WI è il principale operatore di infrastrutture wireless in Italia e uno dei principali in Europa, con un portafoglio che annovera oltre 11.000 siti. Il valore aggiunto fornito oggi da IN WI risiede proprio nella possibilità di soddisfare velocemente le esigenze di copertura della popolazione del territorio e di capacità di trasmissioni dati. Per saperne di più sui servizi e sulle offerte visita il sito: www.inwit.it

Dopo Cannes, Sorrentino si sfoga così: "Il cinema logora, faccio altri 4 film e..."

Paolo Sorrentino "logorato" dal cinema: "Altri quattro film"





"Ci sono eccezioni lodevoli però è vero che spesso i registi invecchiando peggiorano, è un lavoro molto logorante, io avrei intenzione di farne altri quattro": questa è la dichiarazione per RaiRadio2 di Paolo Sorrentino, regista premio Oscar per La grande bellezza ma fresco di delusione a Cannes per Youth - la giovinezza, dopo aver annunciato che nella sua prossima serie The young Pope saranno presenti anche Silvio Orlando e Jude Law. Nonostante la mancata Palma d'Oro il suo film sta avendo grande successo battendo al botteghino Mad Max e Tomorrowland con ben 2.662.575 euro nei soli primi cinque giorni di programmazione.

Migranti in hotel con tablet e piscina: "Ci annoiamo, dovete farci uscire"

Livorno, 13 profughi si lamentano perché con tablet e piscina "si annoiano". Erano gli stessi che non volevano un hotel senza il wi-fi





L’8 maggio scorso avevano rifiutato di alloggiare in un albergo che non avesse il wi-fi, protestando per la presenza di donne e costringendo la prefettura a spostarli dal "modesto" 5 Lecci. Adesso i 13 profughi, forniti di tablet, cuffie e piscina, si lamentano perché “si annoiano”. Come scrive Il Tirreno, che è tornato a intervistarli, gli africani sono stati sistemati alla Rosa dei venti, un albergo di Venturina, in provincia di Livorno, che soddisfaceva le loro richieste. Provengono dal Ghana, dal Senegal, dalla Nigeria, dal Mali e sono tutti giovani di poco sopra i 18 anni. In Italia da un anno e mezzo, si sono adattati presto al nostro stile di vita e si presentano al giornalista a bordo piscina, con tablet e grandi cuffie al collo.

La protesta - "Ci annoiamo, perché stiamo vivendo lo stesso giorno da un anno e mezzo – ha dichiarato uno di loro - aspettiamo qui perché non sappiamo dove andare. Vorremmo solo che si facesse in fretta e che si trovasse il modo per riempire le nostre giornate. Siamo stanchi e annoiati”. La loro richiesta è che si velocizzino le procedure per ottenere lo status di rifugiati, e di conseguenza i documenti per potersene andare regolarmente. “Chiediamo solo che ci diano i documenti che abbiamo chiesto per poter essere liberi di realizzare i nostri sogni in Italia. Ognuno di noi ha dei progetti: c’è chi vorrebbe tornare a studiare e chi cerca un lavoro. Qui, lontani dal centro del paese, siamo in trappola”.

Quanto costano - Una trappola forse, ma con tutti i confort e ben retribuita. A fronte di nessuna spesa i 13 africani percepiscono 2,50 euro al giorno, retribuiti dall’associazione Diogene che grazie alla prefettura riceve a sua volta 35 euro per ogni profugo. Ma anche questo non va bene, pur se si tratta di una misura temporanea in attesa dei documenti: “Che ce ne facciamo? Non sono niente a confronto dello stipendio garantito da un lavoro. Siamo in prigione, nessuno viene a sistemare le camere e manca la lavatrice. Mangiamo pasta da mesi”.

Ottenere lo status – Secondo la legge gli africani possono spostarsi dalla struttura in assoluta libertà. Ovviamente solo “per tre giorni - spiega Mauro Andreini, presidente di Diogene - al quarto giorno d’assenza il loro status decade”. La procedura per ottenere i documenti dura da sei mesi a un anno e in caso di rifiuto dello status di rifugiato, il profugo può fare appello per un massimo di due volte.

lunedì 25 maggio 2015

Detrazioni per gli animali domestici: limiti e franchigie, la mini-guida

Dichiarazione dei redditi, le detrazioni per gli animali domestici: limiti e franchigie





Il 19% delle spese sostenute per i propri animali domestici può venire detratto dall'Irpef. Nel pacchetto rientrano però solo le cure veterinarie prestate a cani, gatti e altri animali domestici. Il limite di spesa è di 387,34 euro, con una franchigia di 129,11 euro: il limite è complessivo e comprende sia le prestazioni professionali del medico veterinario sia la spesa per i medicinali. Si può ottenere dunque uno sconto massimo di 49,06 euro, il 19% di 258,23 euro (la differenza tra spesa massima e franchigia). Esempio pratico, proposto dal sito quifinanza.it: chi spende fino a 129,11 euro non recupera nulla, chi spende 330 euro può detrarre il 19% di 200,89 euro (330 meno 129,11), chi spende da 387,34 euro in su può detrarre sempre e comunque il 19% di 258,23 euro. Esclusi dalle detrazioni gli animali destinati all'allevamento o al consumo alimentare, quelli detenuti in casa illegalmente (animali esotici non autorizzati) o utilizzati per attività illecite (per esempio, cani o galli da combattimento). Le detrazioni riguardano dunque solo gli animali da compagnia.

Follia ultrà prima del derby: due accoltellati, sono gravi

Derby Lazio - Roma, due tifosi accoltellati vicino lo stadio Olimpico





Due tifosi romanisti sono stati accoltellati vicino lo stadio Olimpico, al lungotevere Thaon di Revel, mentre andavano allo stadio per assistere al derby Lazio-Roma. I due sono stati accoltellati entrambi all’addome, e sono stati trasportati dal 118 in codice rosso al policlinico Gemelli. Le loro condizioni sono gravi, ma non sarebbero in pericolo di vita. I due tifosi romanisti sono stati accoltellati nel corso di piccola rissa con tifosi laziali. Poco prima di questo episodio c’era stato un lancio di pietre e fumogeni sempre sul lungotevere tra le diverse tifoserie che stanno raggiungendo l’Olimpico. Fuori lo stadio c'è stato qualche attimo di tensione ma finora nessuna carica delle forze dell’ordine che presidiano la zona. A Largo De Bosis un gruppetto di tifosi romanisti si è avvicinato più del consentito alle forze dell’ordine che, per qualche secondo, hanno azionato un idrante ad altezza suolo senza colpire i tifosi mentre dall'altra parte sono state lanciate un paio di bottiglie. La situazione comunque è tornata subito alla normalità.

L'Europa, è il momento peggiore: quattro Paesi vogliono andarsene

L'Europa si sta sgretolando: in Spagna e in Polonia vincono gli euroscettici





Grecia, Inghilterra. E ora anche Polonia e Spagna. I risultati delle elezioni locali nella penisola Iberica e quelle presidenziali nella terra di Woijtila rischiano di far salire a quattro i Paesi che potrebbero girare le spalle all'Unione Europa. Alla Grecia a rischio default e all'Inghilterra di David Cameron che si prepara al referendum sulla "Brexit" si aggiungono infatti la Spagna dove ha stravinto Podemos, la formazione anti-austerità nata dal movimento degli Indignados: e la Polonia dove è stato eletto presidente l'euroscettico Duda. Si tratta di quattro Stati importanti che preoccupano Bruxelles che vede nel giro di qualche mese sgretolarsi il sogno di un'Europa unita, economicamente competitiva e solida. Un segnale che, secondo gli analisti, dovrebbe costringere l'Ue a prendere atto di una necessaria trasformazione a cominciare dalla revisione dei Trattati che rendano immune l'Unione economica da nuove tempeste monetarie che potrebbero arrivare con la perdita di importanti Stati membri.

Spagna - Con le elezioni locali gli spagnoli hanno iniziato ad archiviare il bipartitismo Pp-Psoe, protagonista della vita politica iberica da metà degli anni ’70 alla fine della dittatura franchista. È stato un risveglio amaro quello del premier spagnolo Mariano Rajoy: il suo Partito Popolare, coinvolto in scandali ma anche artefice delle misure di austerità che stanno risollevando il Paese, è ancora il primo con il 27,02% ma ha perso oltre 10 punti rispetto alle precedenti elezioni. Il Ppe perde molte città, a partire dalla capitale Madrid (dove anche quì è primo per un soffio), ed in molte regioni, dove se vorrà continuare a governare dovrà aprire a intese con altre formazioni, a partire dai liberali di Ciudadanos. Exploit confermato per Podemos, la formazione anti-austerità nata dal movimento degli Indignados, che è il primo partito a Barcellona, anche se sarà complicato formare una colazione per guidare la città, e secondo nella capitale. Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha definito l’esito del voto come "il segno del cambiamento politico" e "l’inizio della fine del partitismo" in Spagna dove si sta vivendo "un cambiamento irreversibile" e preannuncia la sfida al Partito Popolare del premier Rajoy alle politiche di novembre. Male, ma senza sprofondare, i socialisti del Psoe al 25,02, due punti in meno rispetto al 2011, che in molti comuni potrà essere co-protagonista per formare coalizioni con Podemos. A Siviglia governeranno i socialisti, a discapito del Pp, mentre a Valncia, i popolari, dove erano al potere da soli, dovranno aprire ad altre formazioni. Il voto ha anche sancito la sconfitto della sinistra di Izquierda Unida.

Polonia - Andrzej Duda ha vinto le elezioni presidenziali in Polonia, affermandosi nel ballottaggio sul presidente uscente Bronislaw Komorowsk. Il 42enne candidato del partito della destra populista Legge e Giustizia, che aveva già vinto il primo turno il 10 maggio scorso, non ha mai nascosto il suo euroscetticismo, la sua contrarietà all'Europa unita e all'entrata di Varsavia nell'euro, dichiarando di voler tutelare in primo luogo gli interessi della Polonia. Sostenuto dagli ambienti più conservatori dalla Chiesa polacca, ha tra l'altro dichiarato di voler punire con la reclusione le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro.  Komorowsk, esponente del partito di centrodestra al governo, Piattaforma civica, ha riconosciuto la vittoria dell’avversario che ha ottenuto il 52% dei voti, contro il 48% del  presidente uscente, eletto nel 2007. "Chi ha votato per me ha votato per il cambiamento", ha affermato Duda nel discorso della vittoria - pronunciato la notte scorsa di fronte a centinaia di sostenitori - ed ha promesso che sarà il presidente di tutti e che "le porte del palazzo presidenziale saranno sempre aperte". Il risultato elettorale è un test importante in vista delle elezioni parlamentari del prossimo autunno in cui il partito Legge e Giustizia punta ad ottenere il controllo del governo.

Lo scenario - Alla luce dei risultati elettorali in Spagna e in Polonia e delle affermazioni del ministro Varoufakis  sull'impossibilità di Atena di pagare i suoi debiti, si profila quindi uno scenario inquietante per l'Europa. Tanto è vero che i mercati hanno però reagito negativamente, soprattutto per le elezioni in Polonia, sia per l’incertezza che questo esito alimenta in vista delle elezioni politiche di fine ottobre che per la linea economica del partito di Jarosalaw Kacynski, ostile all’ingresso nell’euro e che ha promesso di sganciare i mutui dal franco svizzero per collegarli allo zloty. La divisa polacca ha perso lo 0,7% sul franco e lo 0,3% sull’euro mentre i titoli delle principali banche, PKO, Pekao e BZ WBK, hanno perso fino al 4%.

Anche il Papa può sbagliare: ecco cosa fa ogni mattina...

Papa Francesco: "Al mattino leggo solo Repubblica, ci metto dieci minuti"





La pluralità dell’informazione non è una dote apprezzata dentro le mura vaticane. Durante una lunga intervista rilasciata al quotidiano argentino La Voz del Pueblo, Papa Francesco ha infatti dichiarato di leggere “solo un giornale, La Repubblica, che è un giornale per il ceto medio. Lo leggo la mattina e non impiego più di dieci minuti”. A differenza del predecessore Benedetto XVI, che si informava su molti giornali italiani e tedeschi e sul Tg1, Bergoglio non ha la stessa pazienza. Idem per la televisione: “Non la guardo dal 1990. È un voto che ho fatto alla Vergine del Carmelo la notte del 15 luglio 1990”. Non saranno certo stati contenti della notizia l’Osservatore romano e L’avvenire, scavalcati da De Benedetti e dal collega Ezio Mauro. La dimostrazione che il Papa può sbagliare

Calcio violento - In Argentina però la vera notizia è stata la dura presa di posizione contro gli Ultras negli stadi. In particolare dopo la partita fra il River Plate e il Boca Junior, culminata con il ferimento di quattro giocatori del River. “La maggioranza degli ultrà non lottano per la propria squadra – ha dichiarato Bergoglio, che di calcio se ne intende - sono mercenari. Anche in Italia ci sono stati problemi tra gli ultrà, che non necessariamente lottano per il proprio club”.