Inps e pensioni, i calcoli di Perna su Libero: perché ci conviene abolirla
di Giancarlo Perna
Tu pensi quando vai in pensione che ora godrai il frutto dei tuoi risparmi e che nessuno ci metterà becco perché quella è roba tua. Neanche per sogno. Diventi invece una specie di punching ball in cui tutti fanno a gara per dirti che stai mangiando a ufo, godi di un ignobile privilegio, togli il futuro ai figli. Poi passano alle vie di fatto. Così, quattro anni or sono, ti hanno sospeso l’adeguamento al costo della vita che da decenni era considerato segno di civiltà, tanto più che da pensionato non hai altra difesa contro l’erosione. Per un po’ sei stato zitto, poi uno di noi ha fatto ricorso e la Consulta gli ha dato ragione: il blocco è incostituzionale perché colpisce solo i pensionati e non tutti i percettori di redditi. Ergo: la scala mobile va ripristinata e il maltolto restituito. A quel punto, siccome hanno deciso che quell’assegno mensile che tu credevi fosse roba tua è invece carne di porco, hanno cominciato a sminuzzare la sentenza che ti dava ragione per ricacciarti dalla parte del torto. Così daranno un bonus una tantum a quelli di noi la cui pensione è sotto ai tremila lordi. Un bonus, cioè una regalia, pensa tu! Un obbligo giuridico trasformato in obolo elargito per bontà. Ovviamente, di valore minimo rispetto al sottratto che la Consulta ingiungeva di restituire.
E quelli sopra i tremila lordi? Ciccia. A loro niente, neanche le scuse. Anzi, è saltato su un tale, Enrico Zanetti, di mestiere sottosegretario, che facendo l’indignato ha detto che estendere a loro il bonus sarebbe «immorale». Ma come, la Corte costituzionale ha appena detto che è illegittimo togliergli la scala mobile e tu Zanetti, all’opposto, berci che è immorale ridargliela? Ma dove li trovano questi? Risposta: dallo stesso calderone da cui fu tratta Elsa Fornero, essendo anche lo Zanetti un montiano di Scelta civica. Poi è venuto Libero con la sua dura inchiesta sui vitalizi dei politici. Adottando un criterio - il confronto tra ciò che si è versato e quanto viene percepito - che è micidiale. Ma sacrosanto. Con questo sistema però non si salva nessuno. Non i politici e neanche i comuni cittadini. Tutto dipende da quanto dura la vita. Se è lunga, tutti finiremo a scrocco della collettività. Questo vale certo per i pensionati col sistema retributivo, ma varrà pure per i longevi della generazione contributiva.
Io non so attraverso quali calcoli attuariali, la previdenza abbia fissato i contributi che ho dovuto versare e l’ammontare della pensione che ne derivava. Ma tanto mi fu detto e tanto ho fatto. Ora, non vorrei sentirmi in colpa perché campo oltre la tabella statistica. So però che, se accadrà, arriverò anch’io alla fatidica soglia stabilita da Franco Bechis in cui miei contributi saranno insufficienti a mantenermi. Ci arriverà anche Giampaolo Pansa che ci ha raccontato vividamente i suoi cinquanta e passa anni di lavoro dipendente. Poiché se vive a lungo, come tutti gli auguriamo se non altro per assaporarne gli articoli, finirà come me a ricasco di Pantalone. Forse meno dei politici che, più spudorati, scuciono gratis l’80 per cento della loro previdenza all’Inps. Ma anche noi, in piccolo, faremo la nostra parte. Ho dunque perso del tutto l’illusione che la mia pensione sia cosa mia. La crisi e i sospetti di questi anni mi dicono che la quiescenza come diritto è finita. Per me è tardi e parlo per domani.
Aboliamo l’Inps, così avremo una greppia politica in meno. Altrettanto facciamo con gli enti analoghi. Poi ci lascino tutto nello stipendio, senza prelevare la quota previdenziale. Con il mensile un bel po’ più gonfio, ciascuno provvederà al proprio futuro. Chi avrà sale in zucca si troverà da vecchio una cosa veramente sua. Né le Fornero né i Zanetti potranno frugarci dentro. Chi non saprà farlo, dovrà rimproverare solo se stesso. Ai poveri assoluti penserà lo Stato col Fisco. Faremo finalmente quello che ci hanno sempre impedito, dicendosi più bravi di noi. Ma era solo per decidere le nostre vite fino alla morte. Questa sarebbe una bella battaglia liberale all’americana, nella decrepita Europa.