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giovedì 21 maggio 2015

In pensione solo dopo 70 anni: per chi sarà la mazzata I calcoli

Pensioni, i calcoli della Ragioneria di Stato sui giovani lavoratori: andranno in pensione a 70 anni





I nati dalla fine degli anni '70 fino ai primi anni '90 ormai ne sono più che consapevoli: se andranno in pensione alla fine della propria carriera lavorativa - sempre che questa sia cominciata - guadagneranno meno della già misera pensione dei propri genitori. Chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 ha iniziato a matutare una pensione costruita con il sistema contributivo, non più con quello retributivo, grazie al quale gli attuali padri e nonni hanno potuto versare meno di quanto hanno poi intascato da pensionati. E la riforma Fornero sembra aiutare solo in apparenza i giovani lavoratori, almeno nel raggiungimento in tempi ragionevoli della soglia minima per andare in pensione.

Le prospettive nere - Tanto banale quanto inesorabile, la regola per avere una buona pensione è solo quella di avere uno o più buoni lavori con stipendi alti. Con la Fornero, rispetto alle vecchie generazioni, le nuove non potranno più godere della pensione minima garantita dallo Stato di 500 euro. Oggi ne usufruiscono 3,5 milioni dipensionati su 16,4. Secondo i calcoli della Ragioneria di Stato, un lavoratore dipendente che spera di andare in pensione nel 2050, dovrà aver lavorato per 40 anni e non avere meno di 70 anni, soglia che oggi si attesta a 66,3 anni. A quel punto potrà smettere di lavorare e incassare ogni mese una pensione netta di 83,1% rispetto all'ultima retribuzione netta.

La fregatura - La riforma Fornero permette di andare in pensione con tre anni di anticipo, ma per farlo sarà necessario aver maturato almeno 2,8 volte l'assegno sociale di 1.256 euro lordi. Senza questo requisito i 70 anni rimangono l'obiettivo naturale. I calcoli della Ragioneria, ripresi dal Corriere della sera, non lasciano scampo: per andare in pensione a 65 anni nel 2050, il lavoratore deve aver cominciato a 19 anni e potrà prendere una pensione dell'82% rispetto all'ultima retribuzione netta.

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