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lunedì 4 maggio 2015

Caivano (Na), Politica: Alla faccia della coerenza... Monopoli per non sentirsi accusato, accusa!

Caivano (Na), Politica: Alla faccia della coerenza.... Il candidato sindaco di Forza Italia, dott. Monopoli, per non sentirsi accusato, accusa i suoi avversari politici


di Gaetano Daniele 



Dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco Forza Italia 

Questo il comunicato che, l'attuale candidato sindaco di Forza Italia, dott. Simone Monopoli, lancia sul web poche ore fa. Un documento politico che la dice lunga su quanto accaduto ad inizio campagna elettorale. Monopoli, propone ai suoi lettori ed elettori, questo comunicato dove dice di non voler affidare il Paese ai soliti noti, ai cosiddetti vecchi della Politica, a chi si riferisce? Forse al suo candidato di Forza Italia, al consiglio comunale, Alfonso Castelli? che siede nei banchi del civico consesso da oltre 20 anni? Oppure ad altri esponenti politici di vecchia data che, sono attualmente candidati nelle sue liste? Nulla di personale nei confronti del candidato al consiglio comunale, Alfonso Castelli ma, non si può accusare la parte politica avversa avendo appunto, nelle proprie liste vecchi candidati come il citato. In più, conclude la nota che, loro, come coalizione, hanno le idee chiare e sono pronti ad un confronto aperto e pubblico, ma soprattutto leale con chiunque. 

Ricordiamo al candidato sindaco del centro destra, dott. Simone Monopoli che, in data 8 Aprile 2015, avevamo, tramite il suo responsabile marcheting, il dott. Giovanni De Cicco, stabilito appunto, un incontro con gli altri candidati sindaco del comune di Caivano, in ultimo, lo stesso De Cicco, ci comunicava che, il dott. Monopoli era impossibilitato a raggiungere il luogo prestabilito dal nostro blog, il Notiziario, per sopraggiunti impegni istituzionali. In seguito, il nostro blog, il Notiziario, in accordo sempre con gli altri candidati sindaco dall'Arch. Sirico al dott. Giuseppe Papaccioli, allo steso Giuseppe Ziello, inviava ed invitava al candidato Monopoli, con precisione, in data 17 Aprile 2015, un nuovo appuntamento, un nuovo incontro. Ecco il testo dell'invito: 

Esimio dott. Simone Monopoli, candidato a Sindaco Forza Italia - Comune di Caivano - 

Napoli 17/04/2015, ore 14.42 


Il giorno 21 Aprile 2015, il blog: www.ilnotiziariolocale.blogspot.com, blog associato a Google+ di blogger, avvierà una serie di Video Interviste sul territorio, appunto, ai vari candidati a Sindaco di ogni singolo schieramento politico, affinchè portare all'attenzione dei cittadini, quali sono i costi della politica. Dalla singola pagina acquistata, ai classici 6x3, ai convegni organizzati e a quelli ancora in programma etc etc. Insomma, un punto della situazione di quanto approssimativamente costa una campagna elettorale. Vengono citati spesso gli eccessi della politica, pertanto, il blog il Notiziario, la invita a partecipare a tale iniziativa. 

Coordialmente

Gaetano Daniele 
Amministratore del blog
www.ilnotiziariolocale.blogspot.com (GOOGLE+) 

L'invito non solo non è stato accettato dallo stesso candidato Monopoli che, fino al 24 Febbraio 2015, cioè 3 settimane prima dell'apertura ufficiale della campagna elettorale, ci inviava Post ed interviste, ma addirittura, stamattina, prendiamo visione che il candidato sindaco Monopoli, scarica la colpa "ingiustificata" agli altri candidati sindaco. Un modo di interpretare la politica che noi del blog il Notiziario, non possiamo accettare. Forse il dott. Monopoli, vuole un incontro confronto su misura, organizzato ad hoc dai suoi addetti ai lavori? 


Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Sirico rilancia il centro sinistra e boccia Monopoli

Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Sirico in compagnia dell'On. Pittella rilancia il centro sinistra e boccia Simone Monopoli 


a cura di Gaetano Daniele




Alla presentazione delle Liste, il candidato sindaco del centro sinistra, Luigi Sirico, parla di programma e, in qualità di tecnico, cerca di proporre soluzioni al Paese. Non mancano i colpi di scena. Sirico boccia in maniera categorica il suo avversario politico, Simone Monopoli. Ascolta il Video. 



In 20 mila a Milano per ripulire la città dopo la devastazione

In 20 mila alla manifestazione Nessuno tocchi Milano per ripulire il centro dalla devastazione dei No Expo





Milanesi in piazza a migliaia, come direbbe qualcuno (a zuffun) per ripulire la città, dopo le violenze dei black bloc. I cittadini sono partiti da piazza Cadorna, presenti il sindaco Pisapia e il cantante Roberto Vecchioni. In molti si sono dati da fare per ripulire le scritte che gli antagonisti avevano tracciato sui muri. "Siamo oltre 20 mila, per restituire a Milano la bellezza - ha detto il sindaco Pisapia -  Milano non si deve toccare. Stamattina ho ricevuto una bellissima telefonata, era il Presidente Mattarella che si complimentava con la nostra città. Questo è il modo per dire che possiamo andare avanti". Presenti anche attori e cantanti legati in modo indissolubile alla città, come Claudio Bisio e Roberto Vecchioni:  "È stata una delle giornate più commoventi di tutta la mia vita e sono qua orgogliosamente come milanese - ha sottolineato Vecchioni - abbiamo simbolicamente rimesso a posto la città".

Carte di credito, nuova legge Quali convengono adesso

Carte di credito, l'Ue impone il tetto alle commissioni: "Rischio stangata per i consumatori". Ecco i circuiti penalizzati





Il tetto alle commissioni per i pagamenti elettronici potrebbe nascondere una salata fregatura per chi utilizza le carte di credito. A due anni dall'avvio della pratica, il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva il Regolamento sui pagamenti con moneta elettronica e il via libera ufficiale arriverà nelle prossime settimane. Il presidente di Italia E-Payment Coalition (Iepc) Antonio Longo, però, lancia l'allarme: "Più volte abbiamo sottolineato le criticità della norma europea - ha spiegato a Quifinanza.it -  ma non siamo stati ascoltati. Il Regolamento UE rischia di avere effetti deleteri per i consumatori e lede la libera concorrenza, perché si applica solo ad alcuni tipi di carte e costringe i cittadini a pagare canoni annui più alti o sovrapprezzi per ogni transazione". 

Chi ci può rimettere - Secondo il nuovo regolamento Ue, il cap delle commissioni sui pagamenti con carta di debito è fissato allo 0,2% e allo 0,3% per gli acquisti con carte di credito. La regola però varrà solo per i cosiddetti circuiti a 4 parti (Visa e Mastercard), escludendo quelli a 3 (Diners, PayPal e American Express). "Applicare un unico tetto alle transazioni significa chiedere più soldi ai cittadini che vedranno crescere i costi annui delle proprie carte - continua Longo -. Un effetto reso inevitabile dal probabile aumento dei costi disposto dalle banche per fronteggiare i mancati ricavi delle commissioni. A questo si aggiunge il rischio sovrapprezzo, previsto dalla legge, per i titolari di carte Diners, PayPal e American Express. Senza contare che, oltre al problema dei costi, la nuova legge creerà confusione tra i consumatori, non applicandosi a tutti i circuiti". 

In Spagna andò malissimo - C'è un precedente inquietante: tra il 2006 e il 2010 in Spagna il Governo aveva disposto la riduzione media delle commissioni interbancarie del 57% causando l'aumento del 50% dei costi annuali delle carte di credito e costringendo i consumatori a sostenere spese extra per oltre 2,75 miliardi di euro, come evidenziato dallo studio delle Università di Madrid, Rey Juan Carlos e UNED.

La verità di Sallusti sulla devastazione di Milano: "Trattativa Alfano - Black bloc? Vi dico io come sono andate le cose..."

No Expo e violenze a Milano, Alessandro Sallusti: "Trattativa tra Stato e black bloc"





Una trattativa tra Stato e Black bloc: va giù diretto Alessandro Sallusti, commentando nel suo editoriale sul Giornale le devastazioni del Primo Maggio a Milano. "La verità non la sapremo mai. Perché in questi casi la verità può essere indicibile - esordisce -. C'è stata una trattativa tra Stato e black bloc per evitare che una tragedia macchiasse in modo indelebile Expo 2015, pregiudicandone il successo? In altre parole: lo Stato ha permesso che una banda di delinquenti mettesse a ferro e fuoco un quartiere di Milano ottenendo in cambio che nessuno si facesse davvero male e che la cosa finisse lì?". La risposta arriva subito: "Molto probabile, direi praticamente certo". "Le forze dell'ordine eseguono gli ordini alla lettera - spiega Sallusti - Se la disposizione è di menarle di santa ragione loro menano, se l'ordine è di prenderle loro le prendono. Se c'è da arrestarne cento, cento saranno. Se per salvare la faccia basta ammanettarne cinque - dico cinque, come è accaduto venerdì - i primi cinque pirla finiscono in questura e lì finisce". Chi ci guadagna, così? "Il ministro degli Interni fa la figura dell'incapace - cosa che gli riesce bene a prescindere - ma salva il posto. Regione e Comune si affrettano a dire che pagheranno i danni a cittadini e commercianti che hanno subito danni: quarantotto ore di bailamme e di sdegno su giornali e tv e poi è tutto dimenticato. Ma soprattutto l' Expo è salvo e, scommetto, per i prossimi sei mesi nulla più accadrà di sconveniente o grave, almeno su questo fronte". La "Ragione di Stato", conclude Sallusti, "non è un male assoluto, ma questo Stato ha abbassato di molto l'asticella della ragione". Tutta colpa della "sindrome G8 di Genova", che ha indebolito secondo il direttore "i concetti di diritto e di difesa. Guai se un no global finisce all'ospedale dopo che la polizia italiana è stata bollata come torturatrice dalla Corte europea. Meglio rischiare che la testa se la spacchi un poliziotto o un cittadino". Occhio, però, avverte Sallusti: "Dalla ragione di Stato alla vigliaccata di Stato il passo è breve".

domenica 3 maggio 2015

Equitalia, le armi anti-cartelle: tutti i casi in cui non si paga

Tasse, le sentenze della Cassazione per fare ricorso contro le cartelle di Equitalia





Gli italiani vessati dalle cartelle di Equitalia hanno più di una speranza, anzi più di una vera e propria opportunità, per difendersi ed evitare che il Fisco ripulisca le tasche del malcapitato contribuente risultato moroso. Un'arma preziosa arriva dalle sentenze dei giudici di Cassazione combinate con il Dlgs 546/1992 che all'articolo 19 stila un elenco di tutti quegli atti impugnabili davanti alle commissioni tributarie. Una lista che potrebbe non essere esaustiva, ma a favore del contribuente. Infatti i casi impugnabili potrebbero essere più numerosi. È il caso ad esempio dell'estratto di ruolo, o dell'avviso di intimazione ad adempiere o dell'ingiunzione fiscale o i casi di rateizzazione per debiti maggiori di 50 mila euro se non sono concessi automaticamente. La lista dell'articolo 19, riportata dal Sole 24 ore, comprende atti come:

  • avviso di accertamento;
  • avviso di liquidazione;
  • provvedimento che irroga le sanzioni;
  • ruolo e cartella di pagamento;
  • avviso di mora;
  • iscrizione di ipoteca sugli immobili e fermo di beni mobili registrati;
  • atti relativi alle operazioni catastali;
  • rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi e sanzioni; 
  • revoca di agevolazioni; 
  • rigetto di domande di definizione agevolata di rapporti tributari. 


Estratto di ruolo - Succede non di rado che la cartella di Equitalia non arrivi al diretto interessato e quando questo tenta di vendere un immobile o un'automobile scopre dell'esistenza di un fermo amministrativo o peggio di iscrizione dell'ipoteca. L'estratto di ruolo è un atto interno, deve sempre essere accompagnato dalla cartella originaria. Se questa quindi non è mai stata inviata o ricevuta, una sentenza della Cassazione (6395/2014) ammette l'impugnazione di quell'estratto di ruolo usato come imposizione di pagamento come unico atto da parte di Equitalia. Può però succedere che il contribuente venga a sapere da una telefonata o da una semplice email dell'atto mai ricevuto. Sarà la Cassazione a Sezioni unite ad esprimersi nel merito. Finora, chiarisce il Sole, la giurisprudenza si è sempre espressa sull'impugnabilità dell'atto. Avviso di intimazione - Niente è perduto neanche quando si arriva ad un passo dall'espropriazione forzata, essendo passato un anno dalla notifica della cartella di pagamento o dell'avviso di accertamento esecutivo. Un'altra sentenza della Cassazione (2616/2015) dice che anche contro questo avviso si può fare ricorso, visto che questi atti che comunicano una "pretesa ormai definita" sono assimilabili agli avvisi di accertamento o di liquidazione.

Ingiunzione fiscale - Non è riportato nell'elenco dell'articolo 19, ma è comunque impugnabile anche l'ingiunzione fiscale, cioè quell'atto di solito inviato in caso di morosità sui tributi locali (10958/2005).

Monti e il pasticcio pensioni: "O blocco o default e Troika"

Pensioni, Mario Monti: "Quel blocco era inevitabile, rischiavamo grosso con la Troika"





"Il nostro primo dovere era evirare il default, non finire come la Grecia". Così Mario Monti spiega a La Stampa la natura dello stop all'adeguamento delle pensioni introdotto dal suo governo e oggi giudicato incostituzionale dalla Corte costituzionale. Una sentenza che obbligherà lo Stato a rimborsare una cifra molto vicina a 10 miliardi di euro. "Quello della Corte è un mondo calmo, riflessivo, che deve ragionare ex post e non è esposto alle tempeste che i governi devono affrontare in situazioni di emergenza", spiega l'allora premier secondo cui senza quel doloroso provvedimento "sarebbero state a rischio le pensioni, non solo il loro aumento per recuperare l'inflazione. Dal punto di vista finanziario la situazione dell'Italia di allora puntava pericolosamente in direzione della Grecia. Se non avessimo preso le misure necessarie, sarebbe intervenuto il default oppure sarebbe arrivata la Troika. La Corte non avrebbe avuto nulla da eccepire. Ma l'Italia avrebbe perduto il proprio credito oppure la sovranità nazionale". 

"Lavoravamo con fretta diabolica" - Secondo i giudici, il governo aveva "irragionevolmente sacrificato il diritto ad una prestazione previdenziale adeguata", ossia l'adeguamento Istat per le pensioni superiori a 1.400 euro netti al mese: "La situazione era tale per cui nei giorni precedenti il decreto sembrava inevitabile bloccare l'indicizzazione di tutte le pensioni, a prescindere dal reddito - ricorda il Professore -. Ma Elsa Fornero e io - e con noi i nostri colleghi - ci siamo ribellati nelle nostre stesse coscienze. Pur di evitare il blocco per le più povere, riaprimmo le posizioni del precedente scudo fiscale e imponemmo ex post un tassazione supplementare". Non sarebbe bastato, sottolinea, fare come Prodi nel 2007, quando bloccò l'indicizzazione alle pensioni da 3.700 euro. "Occorreva un risparmio maggiore, e poi c'era un problema di equilibrio politico. Le misure sulle pensioni, sgradite al Pd, facevano parte di un pacchetto in cui erano comprese misure sgradite al Pdl, l'Imu e l'inasprimento della lotta all'evasione fiscale. Solo grazie a questo mix di sacrifici politici, il Salva-Italia venne approvato dal Parlamento, rapidamente e a larga maggioranza". Monti ammette che il governo allora, dovendo lavorare "con fretta diabolica", non quantificò con esattezza quei tagli. Resta, però, un punto: "Siamo in una fase della storia europea in cui bisogna fare i conti con diritti a prestazioni che una volta erano sostenibili, oggi no".