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lunedì 23 marzo 2015

L'intervista Formigoni annuncia la vendetta Ncd

Formigoni: "Renzi attento: chi tocca l'Ncd si fa male"


Intervista a cura di Giovanni Miele 



Da politico di vecchia scuola democristiana, Roberto Formigoni continua a navigare anche quando il mare è in burrasca, sapendo che la priorità è quella di tenere la rotta. E allora, dopo l’ondata di accuse infamanti che si è rovesciata sul suo compagno di Comunione e Liberazione, Maurizio Lupi, costretto alle dimissioni da ministro delle Infrastrutture, fa buon viso a cattivo gioco, ma lancia un chiaro avvertimento a Matteo Renzi, che dichiara di escludere conseguenze negative per il Governo. "Non ci saranno conseguenze sul governo" avverte "se il Presidente del Consiglio si comporterà correttamente. Dipende tutto dall’atteggiamento di Renzi. Perché le dimissioni da ministro sono state un gesto di nobiltà da parte di Lupi, che non era neppure indagato, quindi non un gesto dovuto. Il Presidente del Consiglio non ne è responsabile, tuttavia in altri casi si è comportato in maniera profondamente diversa".

In quali casi?

"Per esempio nel caso Poletti o Barracciu, o ancora adesso nel caso dei sottosegretari indagati. Per non parlare del caso Errani quando, pur condannato in secondo grado, Renzi invitò pubblicamente il Presidente dell’Emilia e Romagna a rimanere in carica. Nel caso De Luca poi, ha consentito che, da condannato, partecipasse alle primarie, senza dire niente quando poi le ha vinte. Diciamo che il doppiopesismo è la misura del comportamento del Presidente Renzi su vicende delicate che riguardano le responsabilità dei politici".

Insomma una sorta di garantismo strabico che guarda solo a sinistra.

"In realtà agli esordi Renzi era sembrato realmente un garantista quando aveva detto che la politica non si lascia dettare le regole dalla magistratura: la magistratura faccia il suo mestiere, prosegua con le sue indagini, faccia le sentenze, ma sarà la politica a decidere e fin quando non viene emessa una sentenza di terzo grado un uomo politico, come un cittadino qualunque, è innocente. Invece abbiamo scoperto che questo vale soltanto se uno è iscritto al Partito Democratico. In politica il doppiopesismo è un pericolo mortale. Oggi non accusiamo Renzi per quello che è accaduto. Però Renzi ha questo peccato originale a cui deve rapidamente mettere riparo".

E come può riparare? dopo tutto quello che è accaduto siete ancora disposti a confermagli la vostra fiducia?

«Dipende da come si comporterà. Noi ci aspettiamo che Renzi, di fronte a questa casella che è vuota, si comporti come il capo di un governo che sa di essere espressione di una coalizione bicolore. Il governo non è un monocolore Pd perció Renzi tratti la vicenda con il suo alleato».

Quindi come Ncd rivendicate per voi il posto lasciato libero da Lupi?

«Non sto avanzando la candidatura di un altro uomo del Nuovo Centrodestra al ministero dei trasporti. Per noi vale la regola del bene comune, però bisognerà individuare insieme la persona migliore per quel ministero, su un piano di assoluta parità. Se invece Renzi va avanti da solo e dà la sensazione di essere lui il proprietario del governo, mentre il Nuovo Centrodestra è al governo per accidente, e secondo lui può anche non starci, allora questo fragile equilibrio sarà Renzi stesso a romperlo. Lo ripeto, Renzi si deve mettere in testa che è a capo di un governo di coalizione e che tutti i partiti hanno la stessa dignità e quindi deve discutere delle vicende con noi. Per noi la stella polare è la ricerca del bene comune, quindi della persona migliore possibile, ma tutto va discusso e deciso con noi e non soltanto da lui».

In caso contrario siete pronti a far uscire gli altri ministri e a dare solo l'appoggio estrerno al governo come sostiene Nunzia De Girolamo?

«In questo momento no e non sono quindi d’accordo con la mia collega De Girolamo. Però lo sto dicendo apertamente: Renzi attento. Vogliamo che ti comporti correttamente e se non ti comporti correttamente sarai tu ad aver messo a repentaglio il governo e quindi noi faremo le nostre valutazioni che potrebbero portare benissimo anche all’uscita dal governo. Non lo escludo per nulla, ma parlarne ora mi sembra prematuro. Comunque Renzi deve mettere riparo allo squilibrio sul tema delle responsabilità dei politici e deve farlo in fretta come leader di una coalizione e non come padrone del vapore».

Pisapia molla Milano e l'Expo Ecco perchè

Pisapia: "Nel 2016 non mi ricandiderò sindaco"





Giuliano Pisapia non si ricandiderà come sindaco di Milano nel 2016. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino del capoluogo lombardo nel corso di un incontro nel pomeriggio con la  stampa. Una scelta, spiega Pisapia, dettata "non da stanchezza" ma da  "coerenza". Una decisione attesa da settimane, quella del sindaco. Perché, a poco più di un anno dalla fine del mandato della giunta arancione, sembra passata un'era geologica dal quel 2010-2011, quando il Pd viveva un periodo difficile, tanto che alle primarie per il candidato sindaco l'uomo scelto dai democratici, Stefano Boeri, era stato battuto da Giuliano Pisapia, candidato molto più vicino a Sel. Toppo forte, a livello nazionale, il Pd dopo il 41% alle Europee dello scorso maggio, perchè gli arancioni possano tenere le redini della città. L'ordine di "sgombero" deve aver avuto carattere imperativo, se Pisapia ha dovuto fare l'annuncio addirittura prima dell'inizio di Expo, che per Milano rappresenta l'evento più importante dal dopoguerra a oggi. E poi c'è l'intera area degli arancioni che è andata in crisi, se si considera anche il fallimento di De Magistris a Napoli.

Socci scrive a Guccini: Caro Francesco, ti spiego perchè Dio non è morto e perchè il Papa non è Dio

Socci a Guccini: dici che Dio è morto e poi esalti Papa Francesco

di Antonio Socci 


Antonio Socci 

Caro Francesco Guccini,

già a 16 anni amavo le tue canzoni (e il tuo poetare “di-vino”) e mi fa un po’ ridere scoprire che ti sia messo a parlare di me in tv, perché in fondo mi penso sempre come il figlio di un minatore delle colline senesi. Tu nel ’74 eri già un mito (disgraziatamente di sinistra) quando io imparavo la fede cattolica e il disgusto del comunismo da mio padre, fiero militante democristiano che aveva rischiato grosso prima con i rastrellamenti dei tedeschi poi con le elezioni del 1948, ed era scampato in miniera agli scoppi di grisù (lui ebbe “solo” una mano tranciata).Ed oggi eccoti sulla tv dei vescovi che mi impartisci lezioni di “francescomania” (dove Francesco sta per papa Bergoglio e non per Guccini o per Totti).

Mi fa tenerezza vedere con quanto imbarazzo ti fai vestire da zuavo pontificio, tu che cantavi «Venite gente vuota, facciamola finita,/ voi preti che vendete a tutti un’altra vita;/ se c’è, come voi dite, un Dio nell’infinito,/ guardatevi nel cuore, l’avete già tradito». Proprio nei giorni in cui si scopre la storia tragicomica delle musicassette degli Inti Illimani e di Guccini ascoltate dai brigatisti rossi nei tristi anni Settanta, qualcuno ti vorrebbe - tu, ironico cantastorie d’Appennino - come gentiluomo di Sua Santità. Cito da La Stampa il resoconto di quell’intervista: «Guccini ribadisce a Tv2000 di non essere “mai stato un anticlericale militante”, anche se rivela, a proposito di Francesco, di non avere “simpatie per quelle gerarchie ecclesiastiche che lo stanno contrastando. Non capisco neppure il perché addirittura dell’astio” di alcuni (cita il giornalista e scrittore Antonio Socci) che “hanno una visione diversa della Chiesa e del Papa”. Forse perché “sta rivoluzionando. Dicono che sia una rivoluzione apparente, ma invece credo sia vera e sentita, la sua non è un’operazione furba”».

Intanto le “gerarchie ecclesiastiche” di cui tu parli sono proprio quelle che hanno “vestito di bianco” il cardinal Bergoglio, quelle che oggi lo acclamano, mostrando un duro cipiglio inquisitoriale verso i pochi temerari che osano esprimere qualche perplessità (per me poi c’è già un marchio d’infamia). Mi spiace sentire che pure tu ti unisci alla reprimenda della Corte contro i rarissimi dissidenti. In secondo luogo io non ho affatto una “mia” idea del papa e della Chiesa, ma ho semplicemente ricordato l’ “idea” di Colui che tu chiami “Cristo la tigre”, Colui che ha istituito la Chiesa e il papato: l’idea che si trova espressa in duemila anni di magistero e che nessuno - nemmeno questo papa - ha il potere di “rivoluzionare”. Infine, da giornalista, ho segnalato che le procedure seguite al Conclave del 2013 violano le norme e quindi potrebbero aver prodotto un’elezione nulla.

Nell’intervista tu dici: «Adesso è nata questa polemica su questo libro che Socci ha scritto; non riesco a capire il perché di questo astio nei confronti del papa». Mi piacerebbe sapere se il libro lo hai davvero letto, caro Guccini. Parliamone attorno a un bicchier di vino. Ma sentimenti come l’astio appartengono all’album di famiglia delle ideologie (come sai), non al mio. Io sono semplicemente fedele al cristianesimo che mi è stato insegnato, quello di sempre, quello dei martiri, dei santi, dei nostri avi e dei grandi artisti come il tuo Wiligelmo o Lanfranco o l’Antelami. E per questo ogni giorno, a messa, prego - e offro i pesi che sopporto - per papa Bergoglio.

Questa è un’epoca scristianizzata, ma clericale. Molti credono che essere cattolici significhi praticare una sorta di culto della personalità papale. E molti laici sono ancor più zelanti nella papolatria. Ma in realtà diventando cristiani ci si scopre uomini liberi e si assapora quella libertà dei figli di Dio che il mondo neanche immagina. Anche libertà dalla corte pontificia. Nel Medioevo fior di santi ci hanno testimoniato questa libertà, da san Pier Damiani a san Bernardo di Chiaravalle, da san Bruno a santa Caterina e santa Brigida: si rivolgevano ai papi del loro tempo (e alla loro Corte) con parole che a noi scandalizzerebbero. Dante colloca molti papi nell’Inferno e su quello vivente, Bonifacio VIII, che accusa di simonia, fa dire a san Pietro parole terrificanti: «Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio,/ il luogo mio, il luogo mio, che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio,/ fatt’ ha del cimitero mio cloaca /del sangue e de la puzza; onde ’l perverso/ che cadde di qua sù, là giù si placa». I medievali sapevano distinguere l’uomo dall’ufficio e potevano fulminare l’uomo con parole di fuoco, ma rispettando profondamente l’ufficio di Pietro. Io non userei mai quelle tremende espressioni, ma noto che il poema dantesco è stato esaltato dalla Chiesa come scrigno di teologia cattolica. Questa è la libertà dei figli di Dio.

Tu dunque ti dici grande ammiratore di papa Francesco e ciò mi rallegra. Poi aggiungi che sei non credente, agnostico come tanti e non riesco a pensare che il papa possa gioirne. Un cristiano non è felice di essere preferito a Cristo. Noi cristiani siamo tutti come l’asino su cui Gesù fece l’ingresso messianico a Gerusalemme. Nessun ciuchino può credere che gli “osanna” siano rivolti a lui: sono per il “Re umile” di Nazaret. E se qualcuno - come oggi accade - rimanesse affascinato da noi somarelli, anziché da Lui, «il più bello fra i figli dell’uomo», gli chiederemmo di aprire gli occhi, la mente e il cuore perché sta prendendo un abbaglio. Sulla fede hai un’idea sbagliata, quasi che si nascesse credenti o atei, come si nasce alti o bassi per natura. Ma non è così. La fede è un’esperienza per tutti ed è la festa della ragione. Tu affermi: «Io non sono ateo, ma sono agnostico. L’agnostico è più inquieto, non dice “Dio non c’è”, ma piuttosto “boh”». Certo, si può dire “boh” di fronte a una notizia, ma se è una notizia che ci riguarda, che riguarda ciò che abbiamo di più prezioso, è razionale e umano andare a verificarla: perché se è vera cambia tutta la vita.

Una tua canzone dice: «Ma bella più di tutte/ l’isola non trovata…/Il Re di Spagna fece vela/ cercando l’isola incantata,/ però quell’ isola non c’era/ e mai nessuno l’ha trovata:/ svanì di prua dalla galea/ come un’ idea,/ come una splendida utopia,/ è andata via e non tornerà mai più...». Ricevere l’annuncio cristiano è come essere raggiunti dalla notizia della scoperta di quell’isola che è il senso della vita. L’atteggiamento razionale è quello di chi vuol capire e verificare, ascolta i testimoni, guarda le immagini di quel mondo, infine parte e va a vedere quella nuova terra di persona. È esattamente quello che Gesù chiede fin dall’inizio del Vangelo: «Vieni e vedi». Ciò che la Chiesa ha anche tradotto così: «credi per capire», «coinvolgiti in una vita per toccare con mano». Mi pare irrazionale chi, pregiudizialmente, decreta che non è possibile che ci sia quell’isola e si copre gli occhi per non vedere e si tappa le orecchie per non sentire i testimoni e si rifiuta di partire. E dice “boh”, sprofondando in un triste scetticismo. Eppure è la terra che ci era sempre stata promessa, quella che da sempre avevamo desiderato e cercato con tutto il cuore. La nostra barca non può restare in porto con le vele arrotolate come nella poesia di Edgar Lee Masters.

Proprio tu, caro Guccini, con le tue canzoni, così intrise di Leopardi e di Gozzano, ci hai risvegliato la nostalgia di quell’isola, hai fatto innamorare la mia generazione delle vere, grandi domande della vita che urgevano nel cuore, sotto la coltre delle ideologie. Per questo a 18 anni, al liceo, io scrissi il mio primo volantino, firmato “Comunione e liberazione”, tutto con brani delle tue canzoni. Sorridendo dico che sei stato il mio Virgilio: «Facesti come quei che va di notte,/ che porta il lume dietro e sé non giova,/ ma dopo sé fa le persone dotte» (Pg XXII, 67-69). Ecco perché mi stringe il cuore quel tuo “boh”. Non è alla tua altezza. Tu sei di più.

Ora i giudici terrorizzano Ilda la rossa: cosa sta succedendo alla Boccassini...

Ilda Boccassini: "La responsabilità civile dei giudici? Temo la cattiveria dei miei colleghi"





Si parla della responsabilità civile dei giudici. A parlarne è una (terrorizzata) Ilda Boccassini. Già, perché Ilda "la rossa" non si fida. Di chi? Semplice, dei suoi colleghi. La pasionaria anti-Cav del pool di Milano, insomma, teme proprio le toghe. Lo spiega nel corso di un incontro a Bergamo con gli studenti del Liceo scientifico Mascheroni, dove all'ordine del giorno c'è proprio la riforma sulla responsabilità civile che obbligherà le toghe a rispondere in caso di errori. "Sembra che tutto si riduca alla lunghezza delle ferie e alla responsabilità civile dei giudici - spiega la Boccassini -, e non si capisce perché all'improvviso si tiri fuori questo argomento vent'anni dopo il referendum. Certo che chi sbaglia deve pagare, ma chi dovrà giudicare un ricco e potente, che potrà fare causa, contro uno che non lo è, lo farà ancora in modo sereno? Del resto all'interno della magistratura abbiamo già organismi di disciplina". Ma, si diceva, i timori di Ilda. Timori che esprime parlando proprio di un procedimento contro di lei: "Proprio in questi giorni - ha spiegato la pm del processo Ruby - ne è stato aperto uno nei miei confronti sulla base della segnalazione di un avvocato di un processo per mafia. Non mi preoccupa per niente, tanto che sono scoppiata a ridere quando è arrivato. Ma poi ho riflettuto che un altro magistrato ha deciso di dare più credito a questo avvocato piuttosto che a me. E di fronte alla prospettiva della responsabilità civile io tempo soprattutto la cattiveria dei miei colleghi". Boccassini teme insomma invidie e vendette da parte delle toghe...

L'azionista del Fatto: giornale illeggibile Poi la lettera di rettifica tutta da ridere

Gaffe sul "Fatto lettura insopportabile": la rettifica è da ridere





Oggi tanti giornali hanno riportato la sua gaffe. Ma la lettera che scrive per metterci una pezza sa tanto di unghie sugli specchi, da parte dell'azionista del Fatto Quotidiano che aveva definito il giornale diretto da Marco Travaglio una "lettura insopportabile". Bruno Tinti, azionista e fondatore del quotidiano, ha preso carta e penna e scritto una missiva al sito dagospia.com, il primo che aveva scovato la sua imbarazzante e-mail, in cui il magistrato Tinti si rivolgeva a un collega ma avendo sbagliato a digitare il destinatario aveva di fatto inviato la critica al Fatto a una marea di gente.

"Egregio Direttore - scrive oggi - le scrivo con riferimento al vostro articolo “Editoria in allegria”. La mail che avete pubblicato è vera; l’interpretazione che ne avete dato necessita di un chiarimento. Ciò perché Dagospia ne ignora il contesto.  Felice Lima (il destinatario inteso della mail, ndr) e io siamo molto amici; condividiamo idee e principi. E’ avvenuto però che, qualche giorno dopo la pubblicazione su Il Fatto di un articolo di Antonio Massari dal titolo “Milo, il giudice che già salvò Craxi” (12 marzo), ci siamo messi a litigare (amichevolmente). Io sostenevo che si trattava di un pezzo insinuante, ammiccante e malizioso (esattamente in questi termini avevo espresso la mia opinione al Direttore Travaglio); Lima ne condivideva il contenuto. (...). Un paio di giorni dopo Lima ha commentato negativamente una mail di un collega, Carrelli Palombi, apparsa sulla lista dell’ANM; una delle (sue e mie) tante critiche al CSM. Gli ho scritto “Felice, sei grande” e, con l’occasione gli ho scherzosamente ricordato il nostro dissenso di qualche giorno prima: “se vuoi ti mando i miei articoli così non devi comprare il Fatto che io ritengo insopportabile”. Mi riferivo ovviamente all’articolo di Massari e, come ho detto, si trattava di uno scherzo: Lima non compra il Fatto, è abbonato, non avrebbe avuto senso l’invito a non acquistarlo. La mail era privata: io non scrivo più sulle mailing list dei magistrati da quando sono in pensione. Ma ho sbagliato e, invece di cliccare su “rispondi” ho cliccato su “rispondi a tutti”. (...). Dunque la mia non sopportazione del giornale su cui scrivo era un’iperbole scherzosa (...).

La Lazio vola, la Roma risponde Corsa Champions infuocata. Inter ko

Serie A: vincono Roma e Lazio, perde ancora l'Inter





Lo scudetto, quello, è andato. Ma alle della Juventus diventa rovente la sfida tra le inseguitrici per i posti che danno l'accesso alla Champions League. Chi dava la Roma per spacciata e pronosticava per il turno di oggi il sorpasso ai danni dei giallorossi da parte della Lazio, si è dovuto ricredere. I biancazzurri di Pioli, infatti, hanno sì battuto il Verona all'Olimpico grazie alle reti dell'ormai solito Felipe Anderson e di Candreva (4' e 41' del primo tempo). Ma la Roma ha risposto a tono, imponendosi per 1-0 a Cesena grazie alla rete di De Rossi (41' pt). Alle spalle delle due romane perde il quarto posto a vantaggio della Sampdoria il Napoli, che al San Paolo contro l'Atalanta non è andato oltre l'1-1, trovandosi pure a inseguire la rete bergamasca di Pinilla, cui ha messo rimedio Zapata.  Un Parma ormai definitivamente travolto dalle vicende societarie, nella settimana che ha visto decretato ufficialmente il fallimento della società, ha perso in casa col Torino per 2-0 con reti di Lopez e Basha. Pareggio per 2-2 tra Udinese e Fiorentina, grazie alle reti di Wague e Kone per i friulano e la doppietta di Mario Gomez per i viola. Male ancora l'Inter, che sembra avviluppata in una crisi anche pggiore di quella dei cugini del Milan. Mancini è uscito sconfitto anche da Marassi. La rete doriana che vale il quarto posto per i blucerchiati è stata siglata al 20' del secondo tempo da Eder.

La classifica della Serie A: Juventus 67 punti; Roma 53; Lazio 52; Sampdoria 48; Napoli 47; Fiorentina 46; Torino 39; Milan 38; Genoa e Inter 37; Palermo 35; Empoli e Udinese 33; Chievo, Sassuolo e Verona 32; Atalanta 26; Cagliari e Cesena 21; Parma 9.

Una nuova tassa su ogni viaggio Ecco le destinazioni col balzello

Una tassa di 2 euro a passeggero per le città metropolitane





Il presidente dell'Anci, Piero Fassino, sta preparando una sorpresona nell'uovo di Pasqua dei viaggiatori italiani. L'associazione dei Comuni ha inserito nella bozza di decreto enti locali proposta al governo una tassa da far pagare a chi si imbarca su aerei e navi delle principali città italiane. Un balzello da 2 euro per passeggero che servirà a finanziare le costituende città metropolitane, già con i bilanci inguaiati dai debiti ereditati dalle province di cui hanno preso il posto.

Come funziona - Chi viaggia in aereo troverà la tassa applicata nei diritti di imbarco, quindi riscossa dai gestori dei servizi aeroportuali. La sostanza cambia poco per chi si sbarca dalle navi, la differenza sta solo nel fatto che a riscuotere il balzello saranno le compagnie di navigazione. In entrambi i casi il sovraprezzo graverà sui biglietti, quindi a sborsare sarà l'inconsapevole turista che arriva nella grande città. Esclusi per il momento, scive Italia Oggi, i residenti, i lavoratori e i pendolari.

Dove - Rientrano tra le destinazioni tassabili anche le città metropolitane istituite nelle regioni a statuto speciale. All'elenco già nutrito con Roma, Napoli, Milano, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Venezia e Reggio Calabria, si v
anno ad aggiungere Cagliari, Messina, Palermo e Catania.