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venerdì 20 marzo 2015

Champions, urna fortunata per la Juve: ai quarti pesca il Monaco

Champions League, sorteggio fortunato per la Juventus: ai quarti pesca il Monaco





Urna "amica" per la Juventus nei sorteggi Champions di Nyon. I bianconeri ai quarti di finale pescano i francesi del Monaco, insieme al Porto gli avversari meno temibili tra quelli rimasti in corsa per la coppa dalle grandi orecchie. Dopo la lezione al Borussia Dortmund, dunque, la squadra di Massimiliano Allegri al prossimo turno partirà con i nettissimi favori del pronostico (il match di andata si disputerà a Torino). Dalle urne escono poi due partite di fascino assoluto. La prima, la riedizione della finale dello scorso anno, con l'Atletico Madrid alla ricerca di un'ardua rivincita contro il Real. Quindi il Psg contro il Barcellona. L'ultimo sorteggio è quello della sfida tra il Porto e il Bayern Monaco, con i tedeschi che partono come grandi favoriti.

"Gli scheletri nell'armadio di Renzi..." Dura accusa della gola profonda del Pd

Francesco Boccia accusa Matteo Renzi: "Le dimissioni di Maurizio Lupi? Il premier non è un garantista, ma un perbenista"





Maurizio Lupi si è dimesso. La volontà del premier Matteo Renzi è stata esaudita. E contro il leader punta il dito niente meno che un esponente di spicco del suo Pd, quel Francesco Boccia che con Nunzia De Girolamo affrontò un caso simile in famiglia, un caso che culminò col passo indietro del ministro. Intervistato da Salvatore Merlo per Il Foglio, Boccia esordisce tranchant: "Vede, Renzi è il contrario di un garantista. E' un perbenista. Il garantismo è un principio solido, mentre il perbenismo è una furbata. Renzi fa sapere che vuole le dimissioni di Lupi, dunque accarezza per il verso giusto il pelo del senso comune, eppure le dimissioni di Lupi lui in realtà non le chiede ufficialmente perché con i voti di Lupi e di Alfano si tiene in piedi il governo".

Vicende parallele - Boccia prosegue nel suo ragionamento: "Se ogni volta che esce un'intercettazione telefonica entra in crisi un governo, o si deve dimettere un ministero, allora è finita". Si arriva al caso di sua moglie De Girolamo, che però il democrat preferisce non commentare. Commenta, invece, il caso di Anna Maria Cancellieri, anche lei a suo tempo costretta al passo indietro: "Nel caso della Cancellieri - spiega - si è scatenato un giustizialismo interessato, politico, teso ad abbattere il governo Letta". E il sospetto che si respira dall'intervista è che lo stesso "giustizialismo interessato" abbia riguardato il caso Lupi. L'accusa si fa poi più esplicita: "L'atteggiamento di Renzi è, come dire...à la carte. Voglio dire che nel Pd ora si impone il principio di discrezionalità del capo. E' Renzi che decide quando una cosa è tollerabile o meno".

La casetta... - Merlo, infine, imbecca Boccia con un parallelismo: quando uscì la storia della casa di Marco Carrai, Renzi non si dimise. Il riferimento è alla vicenda dell'affitto che l'imprenditore fiorentino vicinissimo al premier pagava proprio a Renzi anni fa. Una vicenda che passò quasi (quasi) ovunque sotto traccia, e per la quale Matteo non si dimise. Una vicenda assai simile a quella di Lupi: nessun indagato, nessun reato, ma qualche problema di etichetta. Lupi, però, ha pagato con la sua poltrona. Boccia, all'imbeccata di Merlo, si mostra evasivo e risponde: "Dico di più. Io sono amico di Enzo De Luca, e ritengo sia una persona per bene, è stato un grande sindaco a Salerno...". Boccia, insomma, cambia discorso. Eppure quel "dico di più" sembra proprio confermare l'imbeccata de Il Foglio...

Renzi ha fatto dimettere Lupi ma ora rischia grosso: ecco perché

Il ministro Lupi si dimette, cosa cambia per il governo: Alfano perde, Renzi vince ma ora rischia grosso

di Claudio Brigliadori 



Le dimissioni di Maurizio Lupi, annunciate a Porta a Porta da Bruno Vespa (prima ancora che in Parlamento) aprono interrogativi inquietanti dentro al governo di Matteo Renzi. Innanzitutto, è una mezza sconfitta per Angelino Alfano: il ministro dell'Interno e segretario di Ncd nei giorni scorsi, subito dopo l'esplosione dello scandalo Grandi opere (con Lupi coinvolto, ma non indagato), aveva ribadito: "Mai e poi mai si dimetterà". Parole che ricordavano da vicino quelle usate alla vigilia dell'elezione del presidente della Repubblica: "Mai e poi mai voteremo Mattarella". Come sia andata anche in quel caso, è inutile oggi ricordarlo. Una doppia beffa che diminuisce, non di poco, la credibilità (e il potere di condizionamento) di Alfano dentro Ncd e dentro l'esecutivo. 

Il cambio di linea di Renzi - "Renzi mi ha detto: Decidi tu", ha ricordato Lupi annunciando le proprie dimissioni a Porta a porta. E' andata certamente così, ma è innegabile come il silenzio del premier in questi giorni oltre a nascondere una buona dose di imbarazzo sia servito anche ad aumentare la pressione sotterranea sul suo ministro. Quando il premier era Enrico Letta, fu Renzi a premere pubblicamente per le dimissioni dell'allora ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, invischiata in una analoga storia di telefonate intercettate. Lo stesso aveva fatto con Josepha Idem, sottosegretaria del Pd usata come "spina nel fianco" di Letta. Da quando è salito a Palazzo Chigi, però, la linea di Matteo è cambiata radicalmente. Nel luglio 2014, quando il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani si dimise perché condannato in Appello, Renzi si schierò pubblicamente con lui e contro la magistratura, sottolineando l'innocenza del governatore fino a sentenza definitiva. 

I 4 indagati dentro al governo - D'altronde, è stato lo stesso premier a scegliere la renziana di ferro Francesca Barracciu, indagata per peculato in Sardegna, a confermare come sottosegretariato alla Cultura nonostante i guai giudiziari. E la dem sarda è in buona compagnia: gli indagati tra i sottosegretari sono altri tre, di cui due del Pd. Ora, se sarà coerente, Renzi dovrà cambiare linea: di sicuro si conferma "dominus" del governo, imponendo dimissioni ai propri compagni di squadra. Il rischio è che così facendo si sia consegnato mani e piedi a inchieste, scandali e intercettazioni varie che nei prossimi mesi dovessero colpire, a torto o a ragione, un esponente del suo governo.  

Ti mando mio figlio: la telefonata 

INCALZA:... si? 
LUPI:... ma sei sempre a mangiare cazzo? 
INCALZA:... no! ... quale mangiare? ... dimmi tutto 
LUPI:... dove stai? 
INCALZA:... al Ministero sono 
LUPI:... ma stai lavorando? 
INCALZA:... certo! ... adesso alle 4 abbiamo la riunione con ...(inc.)... solo 
LUPI:... ascolta ... se fra un quarto d'ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a far due chiacchiere? 
INCALZA:... chi? ... dimmi tutto ... dimmi 
LUPI:... nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera 
INCALZA:... dimmi chi viene ... dimmi! 
LUPI:... viene mio figlio Luca 
INCALZA:... quando vuoi ... ma figurati! ... nessun problema! 
LUPI:... no ... quando vuoi ... dimmi a che ora te lo faccio venire in modo che 
INCALZA:... o adesso o alle cinque quando finisce il Tesoro ... no? 
LUPI:... no allora conviene che venga adesso così ... 
INCALZA:... io sto qua 
LUPI:... okay ... ciao 
INCALZA:... ciao

Secondo i pm si tratterebbe di una raccomandazione per il figlio. Di sicuro, dopo questa telefonata Incalza si interessa della "pratica" telefonando a Perotti e fissandogli un appuntamento con Luca Lupi. 

INCALZA: ... il treno ce l'ha alle 6 il treno... quindi non lo so... come vuoi tu
PEROTTI:... chi è questo? 
INCALZA:... il figlio di Maurizio! 
PEROTTI:... ah!.. ah! ho capito... io... posso venire... perché domani c'abbiamo una riunione a Bressanone che inizia alle 8 ... se lo posso fare prendo un treno...

Il massacro di Tunisi è dell'Isis: "Ed è solo l'inizio" Foto choc: "Calpestato il crociato", è l'italiano morto

Tunisi, l'Isis rivendica la strage del museo del Bardo. Foto choc su Twitter con morto italiano: "Calpestato un crociato"




I 4 connazionali morti nell'attentato  di Tunisi 

La strage di Tunisi è stata rivendicata dall'Isis. L'ufficializzazione di quanto già molti pensavano è arrivata sul sito Site: "E' solo l'inizio", minacciano i jihadisti. E sempre sul web era spuntata qualche minuto prima una rivendicazione "non ufficiale". "Questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo": è l'agenzia di stampa Adnkronos a riportare il tweet di un account riconducibile ai seguaci del sedicente Stato islamico, che pubblica la foto di una delle vittime italiane del sanguinoso attacco di mercoledì contro il Museo del Bardo. La foto, probabilmente scaricata dai siti italiani, mostra l'uomo con una croce rossa tracciata sulla sua figura e la scritta, sempre in rosso, "E' stato schiacciato". L'attentato di matrice jihadista ha provocato 24 morti: 3 tunisini, i 2 attentatori e 19 turisti stranieri di cui 4 italiani (la Farnesina ha confermato il decesso di due nostri connazionali dati per irreperibili in un primo momento).

Quattro arresti a Tunisi - Nel frattempo la Tunisia è ancora sotto choc a ventiquattr'ore della mattanza. L'attacco è stato il più grave compito nel Paese dopo l'attentato alla sinagoga di Djerba, nel 2002, in cui avevano perso la vita 21 persone. "Siamo in guerra", ha spiegato il presidente Beji Caid Essebsi, al potere da gennaio ed esponente dell'unico Paese nordafricano uscito dalle primavere arabe con un assetto pienamente democratico. Sono state arrestate 9 persone: quattro sarebbero direttamente collegati al massacro, cinque sono sospettati di avere legami con la cellula terroristica. L'ufficio della presidenza ha intanto annunciato che sarà schierato l'esercito nelle principali città per far fronte alla minaccia. Uno dei terroristi responsabili dell'attacco al museo del Bardo, ha spiegato Essebsi, era noto ai servizi d'intelligence, ma non sarebbe legato ad alcun gruppo terroristico. I due terroristi sono stati identificati come Yassine Laabidi, originario di Ibn Khaldoun, e Hatem Khachnaoui, originario di Kasserine e sparito da tre mesi e che aveva chiamato i genitori con una scheda telefonica irachena. Il primo era già stato individuato dai servizi segreti, "ma per nulla di speciale".

Le foto dei terroristi morti - E di Laabidi e Khachnaoui un sito tunisino ha anche pubblicato le foto dei cadaveri, in tuta, jeans e sneakers di marca, riversi in una pozza di sangue dentro al Museo del Bardo dopo il conflitto a fuoco con le forze speciali dell'esercito tunisino. In queste foto impressionanti, i due terroristi hanno ancora il kalashnikov, mentre le pareti alle loro spalle sono crivellate dai colpi.

Leggete di nascosto gli sms al partner? Occhio: "Prendere il telefonino è rapina"

Prendere il cellulare del partner per leggere gli sms è rapina: lo dice la Cassazione





Siete dei fidanzati gelosi e sospettosi? Non prendete mail il cellulare del vostro partner. è reato. La Corte di Cassazione ha condannato un ragazzo di 24 anni di Barletta che aveva preso il cellulare alla sua ex per leggere i suoi sms, l'ha anche strattonata entrando in casa sua. La sentenza di condanna dei giudici ha stabilito che la finalità  di sottrarre un cellulare per leggerne il contenuto «integra pienamente il requisito dell’ingiustizia del profitto morale». Nel caso del giovane di Barletta "perquisire” il telefono della ex fidanzata alla ricerca di messaggi, dal suo punto di vista compromettenti, assume i caratteri dell’ingiustizia manifesta, proprio perché, violando il diritto alla riservatezza, tende a comprimere la libertà di autodeterminazione della donna". Per la Suprema Corte, «la libertà di autodeterminazione nella sfera sessuale comporta la libertà di intraprendere relazioni sentimentali e di porvi termine» e nessuno può avanzare «la pretesa» di «perquisire» i cellulari altrui, soprattutto delle ex e degli ex, per cercare “prove” di nuove o preesistenti relazioni.  

giovedì 19 marzo 2015

Ncd molla Lupi, il partito esplode: i due big pronti a scaricare Alfano

Maurizio Lupi verso le dimissioni, Ncd esplode: Nunzia De Girolamo e Fabrizio Cicchitto verso l'addio al partito





Assedio totale contro Maurizio Lupi. Assedio che - ormai pare quasi certo - costringerà il ministro alle dimissioni: secondo le ultime voci, oramai, il titolare delle Infrastrutture non pensa più a "se" dimettersi. Ma a "quando". Il giorno potrebbe essere domani, venerdì 20 marzo. Il pressing di Matteo Renzi per ottenere il passo indietro avrebbe quindi dato i suoi frutti. Ma al pressing, più o meno esplicitamente, hanno contribuito anche esponenti di Ncd, che nonostante le dichiarazioni di facciata di Angelino Alfano spingevano per questo tipo di soluzione. Il punto però è che l'avvicendamento alle Infrastrutture - in pole position per prendere la poltrona di Lupi ci sarebbe l'altrettanto Ncd Gaetano Quagliariello - non è piaciuto a tutta la truppa degli alfaniani. Anzi, c'è chi per il probabile passo indietro minaccia di andarsene dal partito: si tratta dell'ala dura di Ncd, che vede in Fabrzio Cicchitto e Nunzia De Giroalmo i suoi due esponenti di spicco. Nunzia, già ieri, mercoledì 18 marzo, aveva minacciato: "Se Lupi si dimette, Ncd esce dal governo". E ora, che Lupi pare sul punto di dimettersi (ma l'Ncd, al contrario, non sembra sul punto di abbandonare la maggioranza), le ultime indiscrezioni di "radio Transatlantico" riferiscono di un partito sul punto di esplodere. In Ncd si parla esplicitamente di scissione: i primi ad andarsene, in caso di dimissioni di Lupi, sarebbero appunto Cicchitto e De Girolamo. La proverbiale goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe da individuare in una frase detta da Renzi a Lupi, nel corso di un incontro privato a Palazzo Chigi: "Maurizio, a questo punto la cosa migliore è un passo indietro. Anche per te. Non sono disposto a difenderti in Aula". Considerazioni, per inciso, che sarebbero condivise anche da Quagliariello (e forse non è un caso). Ncd, dunque, a rischio implosione. E l'onda d'urto potrebbe andare a colpire la stabilità del governo.

L'ultimatum di Salvini a Berlusconi: "Ecco le mie condizioni. O accetti, o..."

Matteo Salvini detta le condizioni a Silvio Berlusconi: "Il progetto, le alleanze e le primarie"





Matteo Salvini detta le condizioni a Silvio Berlusconi. In una intervista al Corriere della Sera il leader del Carroccio afferma che un'alleanza Lega e Forza Italia è possibile sole se c'è "un progetto a lungo termine. La costruzione di un vero centrodestra. Non un accordicchio a tutti i costi. Voglio che gli italiani vadano a votare qualcosa di chiaro e definito almeno quanto quello di Renzi". 

Quello a cui pensa il segretario del Carroccio è "non un' alleanza con diciotto posizioni diverse sull'euro", per esempio. E questo significa fare "le primarie, che servono anche a recuperare l'interesse e la passione degli italiani" perché "si possono avere idee diverse su tanti punti, e dunque sottoporle agli italiani. Saranno loro, poi, a scegliere. Un programma e insieme il leader che ci ha messo la faccia". Se Berlusconi accetta, meglio, in ogni caso "il punto non è fare un accordino un tanto al pezzo. Mezzo accordo per la Campania, un accordicchio per la Toscana, e un altro ancora per mezzo assessore in provincia di Varese. Io credo che si debba dare agli italiani il progetto di un centrodestra a lungo termine. Altrimenti, non crederanno più a nessuno di noi, e per molto tempo. Poi, certo, non è che dobbiamo fare le primarie stamattina. Basta capire dove stiamo andando". 

Salvini è determinato: "Noi vogliamo vincere non soltanto in Veneto, ma giocarcela anche in Liguria e in Toscana. Se Forza Italia lo capisce, vinciamo anche lì. E se vinciamo in una regione rossa, Renzi va a casa. Se invece si insiste a giocare a questo Monopoli... davvero, a noi non interessa". Anche perché, continua il leader della Lega "io da Berlusconi di sicuro ho imparato una cosa. Che bisogna scegliere per ciascun posto il candidato migliore". 

Resta il fatto che Salvini e il Cavaliere devono incontrarsi e discuterne: "Ci vedremo presto. Il problema è che ci sono diverse Forza Italia. C' è il signor Caldoro che in Campania schifa la Lega. C' è il signor Gasparri che schifa la Lega. C' è il signor Rotondi che dice che Salvini è fuori dal contesto civile".