Il vero nemico di Renzi: il corpo intermedio
I gufi, li chiama Matteo Renzi. Quelli che remano contro, in altre parole. "Corpi intermedi" li definisce il direttore del Foglio Claudio Cerasa. Che ipotizza, in un lungo intervento sul quotidiano che fu di Giuliano Ferrara, anche un Pdci, che non è il (defunto?) Partito dei comunisti italiani ma il Partito dei corpi intermedi. Che sono tutte quelle strutture, fisicamente esistenti o meno, che secondo cerasa, mediano, intermediano, fanno da cuscinetto tra il potere (incarnato in questa fase storica della politica più che mai dal premier Matteo Renzi) e la cosiddetta società. Renzi, spiega il direttore del Foglio, è il politico che più di ogni altro è sceso in campo per sabotare (rottamare, diceva lui) i corpi intermedi. E il loro "partito" che oggi si oppone strenuamente al Partito della Nazione di renziana costituzione.
Di questo Pdci fanno parte, secondo Cerasa (ma il dubbio che a monte ci sia un "sufferitore" viene), innanzitutto Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, "che - scrive - dopo aver passato tanti anni della loro vita a sostenere la necessaria e inevitabile disintermediazione del mondo (potere al web), sono passati in poco tempo a scrivere appelli accorati per la difesa del corpo intermedio". E che, essi stessi, come Movimento 5 Stelle, si sono consegnati all'intermediazione nel momento in cui è nato il celebre direttorio del partito.
ne fanno parte due giornali per tanti aspetti molto diversi: il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano, che di fronte alla riforma costituzionale "hanno entrambi aperto i propri sfogli con due appelli molto accorati sul tema: la necessaria salvaguardia dei corpi intermedi.
Ne fa parte una compagine importante di Forza Italia, "quella guidata da Renato Brunetta. Ne fanno parte i magistrati con la loro battaglia contro la responsabilità civile, i sindacati con la difesa strenua del loro ruolo di cinghia di trasmissione. Ne fa parte la minoranza dem che, al di là delle battaglie con renzi su singole questioni, è il simbolo di quella politica che si batte per il persistere delle correnti, la stessa che si batte per le primarie e per l'inserimento delle preferenze nella legge elettorale.
Ne fanno parte, ancora, leader e semileader che vedono messa in pericolo la loro leadership dalla rottamazione dei copri intermedi, come Laura Boldrini, pippo Civati, maurizio Landini, Gustavo Zagrebelski, Stefano Rodotà. Ossia, scrive Cerasa, quel "gruppetto di intellettuali e politici che non avendo una leadership da seguire si nascondono dietro la zona grigia del corpo intermedio".