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venerdì 6 marzo 2015

Prof di ruolo licenziato, insegnava male A Treviso scoppia un caso nazionale

Treviso, professore di ruolo licenziato perché insegnava male: scoppia un caso nazionale





E' stato licenziato un professore dell'Istituto superiore Einaudi -Scarpa di Montebelluna, provincia di Treviso, per non aver saputo svolgere al meglio il proprio lavoro. Il caso è sicuramente più unico che raro, perché il docente in questione non è un precario o un supplente, ma un docente con cattedra. 

Il caso - La disavventura del prof, che probabilmente aprirà la strada ad altri casi analoghi, inizia nel 2007 con l'immissione in ruolo del docente per una cattedra di educazione tecnica. Lo scorso anno studenti e genitori hanno iniziato a segnalare al preside dell'istituto, Gianni Madallon, delle incongruenze nelle valutazioni: voti molto bassi in verifiche giuste, e voti alti altisonanti per compiti sbagliati. Il dirigente ha dunque avvisato l'ufficio scolastico regionale che ha inviato degli ispettori per verificare il lavoro del docente. L'iter è durato sei mesi, con la scelta di licenziare il docente. 

E' possibile licenziare -  Di casi analoghi non ce ne sono si può dire. A parte uno del 1987, in cui un'insegnante di Padova perse il lavoro per lo stesso motivo. Sicuramente è molto difficile licenziare per una mancanza nella qualità dell'insegnamento. Si può togliere il posto più facilmente a chi offende o minaccia un collega, il difficile viene nel dimostrare in un' aula di tribunale, quando quel docente accusato di imperizia ricorre alla magistratura, che non si riesce davvero a spiegare Platone. Stando alle stime, nelle scuole pubbliche italiane su oltre 650mila docenti di ruolo, il 3% (22mila docenti) sono inadeguati. 

Le leggi - In tutte le leggi è prevista la rimozione dall'incarico per inadempienza didattica. Si va dal Testo Unico sulle disposizioni legislative in materia d' istruzione del 1994 al decreto legge 150/2009, firmato dall' ex ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Tuttavia, al netto di un percorso normativo chiaro, i sindacati temono ora l' effetto del disegno di legge sulla Buona scuola. Tra i punti della riforma c' è, infatti, quello della valutazione per il corpo docente che peserà per ben il 70% sugli scatti salariali. "La valutazione –- spiega il segretario nazionale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo –- per come è stata presentata finora dal Governo, seguirà dei criteri molto discrezionali e poco oggettivi perché mancano dei parametri, affidando il giudizio sull' operato di un insegnante al preside, a due docenti mentor e a uno di staff. Si vuole migliorare la scuola ma si rischia l' effetto contrario – prosegue Pantaleo – dando il via a valutazioni e possibili procedimenti basati sull' onda dell' emotività. Questa scelta invece che affinare le potenzialità dell' istruzione italiana – conclude un segretario – potrebbe generare un meccanismo che priverebbe qualsiasi docente anche delle più basilari tutele contrattuali»"

Btp, risparmi e mutui e case: effetto Draghi sulle nostre tasche

Draghi, Bce e Quantitative easing, gli effetti sulle nostre tasche: btp e depositi in calo, mutui più leggeri

di Tobia De Stefano 



Allacciate le cinture, si parte. Lunedì la Bce immetterà sul mercato la prima ondata di liquidità da 60 miliardi con l’obiettivo dichiarato di far ripartire l’economia e scacciare definitivamente gli spettri della deflazione. Magari ci vorrà qualche mese, ma, parola di Draghi, si andrà avanti di questo passo. Dal 9 marzo fino a settembre del 2016 gli acquisti di titoli di Stato supereranno quota mille miliardi con ovvie conseguenze anche su prezzi e andamenti di Bot, Btp, bond, mutui e strumenti vari di liquidità. Insomma, anche sui risparmi degli italiani. Cosa fare? Conti di deposito. Una premessa: dimentichiamoci il 3-4% lordo che i conti di deposito, magari se vincolati, garantivano fino a non troppi mesi fa. Oggi i migliori rendono non più del 2% e con i tassi così bassi e il Quantitative Easing galoppante molto probabilmente scenderanno ancora.

Scarsi guadagni con i titoli di Stato. Lo spread ormai oscilla intorno a quota 100 punti e il rendimento del Btp decennale non supera l’1,35% lordo. Se solo si pensa che a inizio 2014 eravamo intorno al 4% si capisce come nel giro di un anno sia cambiato il mondo. «L’aspetto fondamentale - spiega l’analista obbligazionario di Banca Albertini Syz Angelo Drusiani - è la bassissima redditività di qualsiasi investimento sui titoli di Stato, in particolare sui bond dei paesi non virtuosi. Il decennale portoghese non va oltre l’1,80%, mentre i titoli di Stato greci superano il 9% ma vista l’indecifrabilità della situazione politica presentano eccessivi. E parliamo delle durate più lunghe, perché se dovessimo considerare quelle medio basse, allora scenderemmo sotto l’1%».

Insomma, grandi margini per chi volesse entrare ora non ce ne sono e anche in futuro il quadro non dovrebbe cambiare. «Guardando quanto è successo negli Usa (il Qe della Fed, ndr), questa fase dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. L’unica variabile può essere la decisione, probabilmente tra giugno e settembre, della Fed di alzare i tassi. In quel momento si potrebbe ipotizzare una sorta di contagio». E anche per chi volesse puntare sul mercato delle obbligazioni societarie la strada è tutt’altro che in discesa. «Il mercato corporate - continua Drusiani - offre rendimenti più interessanti, ma il problema è che le nuove emissioni partono da un importo minimo di 100 mila euro e quindi sono poco accessibili. Morale della favola: investire attraverso fondi di investimento o private banker oggi darebbe quella garanzia di diversificazione planetaria che oggi è ancora più importante». 

Mutui e case. Già da diversi mesi i costi sui mutui sono in calo e il trend dovrebbe continuare almeno per tutto il 2015. «Il grosso della discesa - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it - è alle spalle, ma sono prevedibili ulteriori limature. Oggi gli spread sono sotto il 2% e toccano la soglia minima dell’1,50% per il variabile e dell’1,85% per il fisso, in futuro questi picchi potrebbero diventare delle medie con i prodotti più convenineti che arriveranno fino all’1,30%». Ma tornare all’1% non è ipotizzabile. «Non credo si ritorni a certi livelli, il sistema economico anche se in ripresa non è solido come anni fa e gran parte delle richieste oggi riguardano la surroga (la possibilità di cambiare il vecchio mutuo con un nuovo prestito) che consente di risparmiare in media 30-40 mila euro a famiglia. In questo momento i migliori tassi fissi costano intorno al 3% e chi sostituisce un prodotto sottoscritto nel 2011-2012 con tassi intorno al 5-6% riesce a risparmiare migliaia e migliaia di euro (vedi la tabella sopra ndr)». E se riduci i tassi sui mutui e aumenti la liquidità sul mercato per forza di cose anche i prezzi delle abitazioni vanno su. Così come vanno su le attività finanziarie, per esempio le azioni. «La Borsa italiana - conclude Drusiani - è ancora la più interessante perché arriva da anni di grandi svalutazioni e perché diverse società hanno nell’export (altro effetto del Qe è l’indebolimento dell’euro ndr) la loro punta di diamante. Insomma, tutto il settore industriale è da tenere in grande considerazione».

Renzi teme il flop e chiama il Cav Voti e patto, ecco cosa si son detti

Matteo Renzi teme il flop e richiama Silvio Berlusconi: "Vieni a trovarmi"


di Paolo Emilio Russo 


È volato a Mosca, ricevuto da Vladimir Putin, per discutere di geopolitica e della crisi Ucraina. Nel mentre, però, Matteo Renzi dispensava randellate a destra, ma soprattutto a manca, sul suolo italico. Lo strumento utilizzato è una intervista concessa al settimanale L’Espresso: il premier parla del futuro, annuncia una «svolta a sinistra», lancia un appello a Silvio Berlusconi e accusa senza mezzi termini la presidente della Camera, Laura Boldrini, di essere «uscita dal recinto istituzionale». 

Andiamo con ordine. Il nuovo “calendario” dell’esecutivo conterrà le «unioni civili» e un «accordo fiscale con il Vaticano», annuncia il premier. «Dobbiamo fare le cose di sinistra», dice testualmente. Tra queste c’è una trattativa - in corso - con il Vaticano per «recuperare soldi», come già fatto con la Svizzera. Se il segretario Pd torna a chiedere la riduzione «a quattro corpi di Polizia» e parla di un «modello di governo dove c’è un forte indirizzo del sindaco», i passaggi più forti dell’intervista sono destinati a Silvio Berlusconi, a Laura Boldrini e Maurizio Landini. 

Al leader di Forza Italia, col quale ha rotto dopo dodici mesi di feeling in occasione del voto per il nuovo Presidente della Repubblica, il premier riserva parole che sembrano di comprensione: «Io sono stato leale con il Patto del Nazareno, lui no. Penso perché costretto da Renato Brunetta e da qualche stratega illuminato di Palazzo Grazioli», dice Renzi all’Espresso. Il Cavaliere, in realtà, sostiene esattamente il contrario: «Io sono stato leale», ha sempre detto sin dall’indomani dello strappo. Renzi sembra avere una sua ricostruzione dell’accaduto, ma prova a “scagionare” il leader di Forza Italia e gli lancia un vero e proprio appello: «Dal primo giorno il capogruppo di Forza Italia alla Camera, a differenza del Senato, ha remato contro le riforme e il patto del Nazareno. Brunetta ha lavorato per fare fuori le colombe», dice. Il leader Pd “rivaluta” anche Denis Verdini, che aveva fatto da parafulmine dopo il fallimento della trattativa sul Quirinale: «È un pragmatico, che conosce la prima regola della politica: i rapporti di forza. Sa che abbiamo i numeri anche da soli». L’ex sindaco rivela alcuni contenuti dei passati faccia a faccia col suo predecessore: «Io l’ho sempre detto a Berlusconi: il patto con te lo faccio per un atto politico, non per una necessità numerica. Lui ha cambiato idea, i colloqui tra Brunetta e una parte della minoranza del Pd lo hanno convinto che sulla riforma costituzionale mi sarei fermato. Invece siamo andati avanti». 

Detto ciò, il premier sembra disponibile a riaprire un canale di dialogo, forse anche per garantirsi quei numeri che almeno in Senato certamente non ha oggi, specie per far passare le riforme: «Sono rimasto molto scottato, tuttavia per il momento Berlusconi rappresenta i moderati», premette. E aggiunge: « È il capo del principale partito dell’opposizione, dato che Beppe Grillo si tiene fuori da tutto, si marginalizza da solo. Ora mi auguro che Forza Italia torni alla ragionevolezza: questa norma l’abbiamo scritta insieme. Come spiegheranno il voto contro?». Intanto i piddini incontreranno una delegazione di grillini per discutere di Rai. 

Se il Cavaliere al telefono coi suoi dice di non volere che «utilizzino Renato come pretesto», lo stesso Brunetta, che fu davvero tra gli ispiratori dello strappo, sembra quasi onorato: «Il premier mi cita 3 volte come suo arcinemico in una sola intervista. Sono diventato, mio malgrado, sua ossessione. #Matteostaisereno», scherza. Ad Arcore le battute del leader Pd sono state comunque accolte con soddisfazione: «Vedremo, ma certo è un segnale importante», ha commentato il Cavaliere. Già da alcuni giorni i forzisti hanno abbandonato la linea dell’Aventino e parteciperanno al voto in Aula.

L’attacco più pesante è riservato alla numero uno di Montecitorio. L’esponente di Sel viene accusata senza mezzi termini di avere perso l’aura di imparzialità che ci si aspetta da una importante carica istituzionale: «Non mi spiego certe posizioni che ha preso negli ultimi giorni, uscendo anche dal suo perimetro di intervento istituzionale». Il riferimento è al monito della presidente, che aveva chiesto all’esecutivo di fare un uso più accorto dello strumento del decreto legge, che blinda le discussioni in Parlamento e lo «esautora». 

Le critiche alla numero uno di Montecitorio, accusata di essere «mossa dalla volontà di fare un leader politico», «esattamente come il segretario della Fiom, Maurizio Landini», non sono certamente frutto di un lapsus. Ieri sera, infatti, la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, le ha rilanciate: «La Boldrini ha travalicato il suo ruolo». A difendere la presidente, stavolta, soltanto Sel: «Renzi pensa che le Camere siano una dependance di Palazzo Chigi?», contrattacca il capogruppo, Arturo Scotto.

Via Euro, arriva una nuova moneta È tutto vero, dove? Proprio in Italia

Euro? No grazie, in Sardegna usano il Sardex





In momenti di crisi arrivano le idee migliori. In Sardegna sarà successo così, perché circa 2500 imprenditori non utilizzano più l'euro ma il Sardex. Si tratta di un progetto  molto ambizioso che mira a ridefinire le relazioni tra i vari soggetti economici. "Siamo una fucina sempre attiva, un laboratorio in cui immaginare insieme l'isola di domani, un nuovo modello di cooperazione appositamente pensato per le comunità locali. Il nostro compito è quello di mettere in moto l'economia con una moneta complementare proprio nel momento in cui la crisi blocca le attività imprenditoriali" racconta Carlo Mancosu, il trentaquattrenne di Cagliari che nel 2009 ha ideato Sardex. Nel giro di soli quattro anni Sardex ha portato le imprese che fanno parte del circuito ad incrementare il loro fatturato del 15 - 20%. 

Cos'è Sardex - E' una moneta complementare e supplementare, capace di affiancarsi a quella tradizionale. Le aziende dell'isola, attraverso l'utilizzo di una unità di conto digitale, hanno la possibilità di sostenersi a vicenda, finanziandosi reciprocamente. Mancosu ha detto al quotidiano il Giornale:  "Il nostro progetto, partito in silenzio adesso è stato sposato anche da altre regioni. Diversi imprenditori ci hanno contattato per far parte del nostro circuito in tutta Italia, da nord a sud. Ad esempio negli ultimi dodici mesi il circuito è partito in altre regioni. Il Sardex è già stato esportato in Veneto (Venex), Piemonte (Piemex), Emilia Romagna (Liberex), Marche (Marchex), Lazio (Tibex), nella zona del Sannio (Samex) e in Sicilia (Sicanex)". 

A macchia d'olio - L'idea di evitare i pagamenti in euro e sostituirli con il Sardex ha avuto un successo immenso tanto che gli imprenditori hanno deciso di pagare i propri dipendenti in Sardex. "Più di milleduecento dipendenti delle aziende nel circuito hanno chiesto di essere pagati in Sardex. Questo facilita di gran lunga le procedure per i pagamenti soprattutto per le aziende in crisi. C'è chi addirittura ha chiesto un anticipo del Tfr in Sardex. Ad esempio con 10000 Sardex si può avviare una ristrutturazione a casa. Il dipendente chiede un anticipo all'azienda e poi si impegna a restituire il credito a tasso zero nei mesi successivi. Pensate come sarebbe difficile fare tutto ciò con l'Euro e soprattutto con le banche che chiudono i rubinetti". L'obbiettivo del 2015 è di arrivare a 3250 imprese. Ma non solo, c'è anche l'obbiettivo di passare dai trenta milioni di transazioni del 2014 a sessanta per il 2015. 

giovedì 5 marzo 2015

Mister Moncler umilia la Gabanelli: un trionfo da 130 milioni di euro

Moncler, lo schiaffo a Milena Gabanelli: raddoppia l'utile dopo la puntata di Report sulle oche spiumate





Era novembre del 2014 quando su Rai3 l'ineffabile Milena Gabanelli con il suo Report metteva nel mirino Moncler, le piume e le oche. Un siluro contro il big della moda, insomma. Un vero e proprio boicottaggio del quale si discusse a lungo, tra roventi polemiche incrociate, accuse e dita puntate. Ora, a distanza di quasi cinque mesi, è tempo per un primo bilancio. E da questo primo bilancio emerge il trionfo totale di Moncler e del presidente e ad del gruppo, Remo Ruffini. Il brand, infatti, ha raddoppiato l'utile e ha battuto le stime: 130,3 milioni di euro nel 2014 (in crescita del 71%) contro i 76,1 milioni di utili del 2013. I ricavi sono cresciuti del 20% a 694,2 milioni di euro, mentre l'indebitamento finanziario netto del gruppo si è ridotto a 111,2 milioni. Una nota di Moncler spiega che ai soci sarà proposta la distribuzione di un dividendo di 0,12 euro per azione, pari al 23% dell'utile netto consolidato. Dati che fotografano un trionfo totale. E Ruffini commenta: "Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti da Moncler nell'esercizio 2014 che hanno, ancora una volta, visto crescite a doppia cifra sia del fatturato che degli utili e una significativa generazione di cassa". E ancora: "Guardando al 2015, nonostante permangano nel mondo situazioni di incertezza, sono fiducioso sullo sviluppo del nostro marchio". Con buona pace di Report e di Milena Gabanelli.

Sondaggio spinge Salvini verso Meloni Tutte le cifre: ecco chi vince (e chi no...)

Sondaggio Lorien Consulting: Renzi recupera ma Matteo Salvini sfonda





Dopo un  periodo nero di Matteo Renzi cominciato nel mese di settembre, adesso i sondaggi tornano a sorridergli. L'indice di fiducia nei suoi confronti, nelle ultime tre settimana, è cresciuto ed è arrivato al 46%. E' ancora sotto il 50% dello scorso ottobre, ma in ogni caso è una importante novità rispetto al calo dei mesi scorsi. Il dato emerge dall'ultima rilevazione di di Lorien consulting, in esclusiva per ItaliaOggi. Oltre al respiro di sollievo per il premier, il sondaggio evidenza un altro dato: la Lega Nord è terzo partito con il 15% delle intenzioni di voto. Ma se si sommano i consensi di Fratelli d'Italia (2,5%), Salvini ha raggiunto Grillo che è al 17,5%.  Il Pd è al 39%,  Forza Italia al 12,5%., Sel e Ncd sono al 4%.

La guerra in Libia - Dal sondaggio emerge come gli italiani non siano disposti a seguire in toto il centrodestra. Per esempio, nonostante il 90% degli italiani sia spaventato dall'Isis, il 54% è contrario a un intervento armato in Libia per evitare la reazione degli estremisti islamici. Tra gli elettori leghisti, il 45% è per l' intervento militare, solo il 30% di quelli dell'Ncd, il 28% del Pd, il 21% di M5s, il 19% di FI, il 15% di Sel pr
edilige le armi alla diplomazia.

Caivano (Na): Intervista al candidato Sindaco del centro destra, dott. Simone Monopoli

Caivano (Na): Intervista al candidato Sindaco del centro destra, dott. Simone Monopoli 


a cura di Gaetano Daniele 




dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco
Comune di Caivano 

dott. Monopoli, in questi ultimi giorni si è parlato molto di reddito di cittadinanza, lei è favorevole? 

Sì. Anche nel nostro programma elettorale è previsto il reddito di cittadinanza. 

Dove trova le risorse. 

Il sottoscritto intende coinvolgere le organizzazioni di imprenditori presenti nel territorio caivanese, gli industriali del Consorzio ASI, (Eventualmente il Centro Commerciale Campania e l'Outlet La Reggia) e le organizzazioni sindacali di categoria al fine di predisporre appunto, il REDDITO DI CITTADINANZA CAIVANESE!. 

Chi potrà beneficiare del reddito di cittadinanza? 

I beneficiari dell'iniziativa saranno i giovani (oltre i 30 anni) disoccupati, inoccupati ed i titolari di  un ISEE inferiore ai 7000 euro annui con familiari a carico ovvero in caso contrario fino a 3000 euro. L'obiettivo non è solo conferire un reddito a tali soggetti ma assicurare loro l'entrata nel mercato del lavoro. Il contributo sarà erogabile fino a 450 euro mensili a persona per un massimo di sei mesi per quattro ore di lavoro giornaliere. Il valore complessivo dell'iniziativa dipende dai margini di intervento sul bilancio comunale ma una prima stima del mio Staff prevede un possibile impegno di risorse finanziarie pari a 400 mila euro che garantirebbero la fruibilità dell'iniziativa a circa 150 persone. 

Nello specifico? 

Nello specifico, il contributo sarà corrisposto all'impresa che "assumerà" per sei mesi una delle persone inserite nell'apposita lista predisposta dal Comune; nel caso in cui l'impresa dovesse essere soddisfatta dal lavoro ricevuto sarà libera di proporre un contratto di lavoro alla medesima. Vi ricordo che con la legge di stabilità 2015 è stato predisposta una misura agevolativa delle assunzioni a tempo indeterminato grazie alla quale il datore di lavoro sarà esonerato dal versare i contributi per tutti i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato per un massimo di 3 anni. L'agevolazione è fruibile fino al 31 dicembre del 2015, quindi trattasi di un'occasione imperdibile che il sottoscritto non intende trascurare perchè il combinato disposto dalla misura della legge di stabilità e dal programma politico del sottoscritto potrebbe realmente essere una buona occasione di rilancio occupazionale. 

E per i giovani al disotto dei 30 anni?

Per i giovani fino ai 30 anni è altresì prevista la c.d "Garanzia Giovani" con la quale è possibile agevolare la stipula di tirocini formativi, apprendisti e assunzioni da parte delle imprese. Tale iniziativa è cumulabile con altre agevolazioni come il contributo di cui alla legge di stabilità 2015. 

Dove si potrà richiedere informazione. 

All'occorrenza aprirò uno sportello di consulenza dove ognuno potrà formulare ogni genere di domanda o richiesta. 

Altri obiettivi? 

L'obiettivo politico della mia coalizione si sostanzia nel mettere le Istituzioni al servizio del cittadino. Nessuno mai ci aiuterà a superare la crisi se non noi stessi. Ogni centesimo speso dal Comune di Caivano dovrà creare servizi per il cittadino e dovrà rendere il nostro Paese più vivibile.