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mercoledì 4 febbraio 2015

Ma come rosica Giuliano Amato: la frase (al vetriolo) su Mattarella

Giuliano Amato su Sergio Mattarella: "Era il mio candidato preferito. Dopo di me"





"Ho lavorato con Mattarella per molti anni, da ultimo alla Corte costituzionale. Ha qualità adattissime per questo incarico che gli italiani gli hanno affidato". Giuliano Amato, a margine della cerimonia di insediamento di Sergio Mattarella al Quirinale, commenta così la figura del nuovo presidente della Repubblica. Belle parole, poi come è nello stile del dottor Sottile è partita la frecciatina: "Era il mio candidato preferito. Dopo di me".

L'oscuro presagio di un Mattarella Il fratello: "Sergio, fai attenzione..."

Antonino Mattarella: "Un consiglio a mio fratello Sergio? Si guardi dai politici"





Del fratello di "Sergiuzzo", come lo chiamavano da bambino, negli ultimi giorni, se n'è parlato molto. Tutta colpa di una vecchia storia, di una vicenda relativa ai suoi rapporti con alcuni criminali della banda della Magliana. Lui è Antonino Mattarella, fratello del neopresidente della Repubblica, Sergio. "Sono io Antonino Mattarella, ho 78 anni, quattro più di Sergio, ho fatto il docente universitario - spiega in un'intervista a Repubblica - e quando non sto a Roma sono sempre qui a Santa Venerina con i miei cani di razza che allevo e mando ai concorsi". Per la precisione si tratta di 47 cani, con i quali vive in un rifugio che si trova sotto all'Etna, circondato da nove ettari di vigna.

Le ombre - Antonino Mattarella parla subito di quelle ombre nel suo passato, senza però voler entrare nel dettaglio. "Sono amareggiato - premette -, io non c'entro con l'attività politica di mio fratello, non ho mai interferito con certe cose, né con Sergio e prima neanche con Piersanti. Non avevano bisogno di me". Sulla vicinanza con i criminali della Magliana aggiunge: "E' una vicenda assurda, di 25 anni fa. Lo stesso pm che l'aveva aperta ha chiesto poi l'archiviazione che il giudice ha controfirmato. Cosa dovrei aggiungere su una storia che non esiste da un punto di vista giudiziario?". E ancora: "Non ha senso che veniate qui a tirare fuori una cosa come questa quando non la si conosce". Insomma, "non ne voglio più parlare". L'argomento, dunque, è assai sgradito.

Rapporto fraterno - Si parla poi di Sergio, il fratello ora inquilino del Colle più alto. "Che rapporto ho con lui? Fraterno, bellissimo. Non ci vediamo spessissimo ma ci sentiamo sempre. Quando andavo a Palermo dormivo sempre a casa sua". Antonino riprende: "Lo ho sentito subito dopo l'elezione, prima ci siamo scambiati il solito sms e poi abbiamo parlato al telefono. Ma aveva fretta, stava preparando il discorso". Ma se lo aspettava, Antonino, che suo fratello sarebbe diventato presidente della Repubblica? "Ero convinto che Presidente sarebbe dovuto diventare la volta precedente perché Sergio è l'uomo giusto al momento giusto"".

Il profetico consiglio - L'intervista prosegue: "Come definisco Sergio in due parole? Una persona equilibrata. Renzi ha detto che è di grande rigore morale. Equilibrio e rigore morale, le doti di un Presidente della Repubblica". E dunque si arriva al "consiglio" di Antonino a "Sergiuzzo", un consiglio sibilino, quasi profetico: "Cosa gli consiglio? Di guardarsi dai politici". Sergiuzzo, insomma, deve guardarsi da quegli stessi politici a cui, fino a qualche anno fa, apparteneva in maniera attiva (prima dell'elezione, era "uscito di scena" da nove anni). E ancora: "Sergio è un uomo di profondissima cultura, cosa non comune tra gli uomini politici italiani. Non mi permetterei di dargli consigli tranne che uno: continui a fare quello che ha fatto sino ad ora". Ossia, s'intende, "guardarsi dai politici".

Si fa fregare 40 miliardi e ringrazia: Renzi incontra Tsipras e fa il comunista

Matteo Renzi incontra Alexis Tsipras: "Le elezioni in Grecia un messaggio di speranza"





Rosso spinto e rosso stinto. Da un lato Alexis Tsipras, dall'altro Matteo Renzi. Il premier greco è stato ricevuto con picchetto d'onore nel cortile di Palazzo Chigi: l'Italia, infatti, era la seconda tappa del suo tour europeo iniziato a Malta. Il premier nostrano, per l'omologo ellenico, ha speso parole d'encomio, soffiando (pur blandamente) sul fuoco dell'antieuropeismo incarnato da Tsipras, il premier più sexy del globo: "Sono convinto che abbiamo tutti bisogno di leggere nel risultato delle elezioni greche il messaggio di speranza che viene da un'intera generazione di persone che chiedono di avere più attenzione riguardo all'interesse verso chi sta subendo la crisi", ha spiegato Renzi.

"Una svolta vera" - Il toscano Matteo ha poi aggiunto: "Abbiamo la stessa età ma veniamo da esperienze diverse e apparteniamo a famiglie politiche differenti, ma abbiamo in comune l'idea di restituire alla politica la possibilità di cambiare le cose". Da par suo, Alexis il rosso, ha ribadito che "è necessario un cambio in Europa, bisogna portare la coesione sociale e crescita al posto delle politiche di paura e incertezza". E ancora: "Non è affatto formale dire che è stato un incontro costruttivo. Non ho parlato italiano ma con Renzi parliamo la stessa lingua. Se vogliamo parlare la lingua della verità occorre una svolta per la crescita che porti, attraverso riforme, a Stati più funzionali".

Siparietti e dimenticanze - Al termine dell'incontro anche un siparietto: Renzi ha ricordato a Tsipras di aver detto che non avrebbe indossato la cravatta fino a che non uscirà dalla crisi. E così, porgendo un pacchettino ad Alexis, Renzi ha affermato: "Noi vogliamo dare una mano vera alla Grecia, che non vuol dire dare sempre ragione, ma siammo sicuri che ne uscirà e quando accadrà ci piacerebbe che il premier indossasse una cravatta italiana". Sorrisi e battute, dunque, ma nessun accenno alla frecciata scoccata alla vigilia dallo stesso Tsipras, quando aveva puntato il dito contro il debito italiano, chiedendo all'Europa di non accanirsi con la Grecia. Renzi ha preferito tacere. E incassare. Come non ha detto una parola sul fatto che la Grecia, orientata a non ripagare i debiti contratti per il salvataggio, finirebbe col non restituire all'Italia 40 miliardi di euro. Mica bruscolini, insomma...

Piano B di Renzi, al governo anche senza Ncd. Ecco come farà senza Alfano

Il piano B di Renzi, al governo anche senza Ncd. Ecco come farà senza Alfano





Non ha bisogno di Angelino Alfano e del Nuovo centrodestra per governare, Matteo Renzi. Se anche il primo ministro rompesse, il leader del Pd avrebbe comunque i numeri per approvare le riforme, perché ancora prima dell'intesa sulla candidatura di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, Renzi sapeva che poteva contare su molti senatori appartenenti a tutti gli schieramenti. 

Al momento, come riporta il Corriere della Sera, non è necessario per Renzi portare a compimento "Orizzonte 2018" ma la manovra è già messa a punto come rivela un esponente del Pd: "In caso di necessità, al Senato i numeri ci sono. Anche senza il Nuovo centrodestra". E in questa ottica si possono ora rileggere le parole di Maria Elena Boschi quando qualche giorno fa diceva che "la maggioranza è autosufficiente". Del resto, il ministro per le Riforme è parte in causa della manovra: è stata lei infatti a convincere alcuni esponenti di Ncd a votare per Mattarella ancor prima del via libera di Alfano e questi sono già stati ribattezzati "gli 11 apostoli della Boschi". 

Intanto Alfano è stretto tra Renzi che lo attende al varco da un lato e Matteo Salvini che prova a chiuderlo dall'altro ed è sfinito dalle defezioni e dalla crisi di nervi che attraversa il partito. Angelino è convinto che "ce la faremo" e che "nessuno se ne andrà". Ma Renzi è pronto a tutto.

Pino Daniele, straziante richiesta dell'ex: "No, dopo l'autopsia il suo cuore..."

Pino Daniele, la ex compagna dopo l'autopsia: "Non gettate via il suo cuore come carta sporca"





Sono iniziati gli accertamenti peritali sull'autopsia richiesta dalla procura di Roma sulla salma di Pino Daniele, il cantante scomparso il 4 gennaio 2015 a causa di un infarto. Il professor Giuseppe Ambrioso, direttore di cardiologia e fisiopatologia cardiovascolare dell'ospedale di Perugia, in qualità di perito, ha confermato l'inizio degli esami. L'autopsia eseguita l'8 gennaio è stata richiesta per chiarire se Pino Daniele sarebbe potuto essere salvato da un intervento tempestivo. Amanda Bonino, compagna del cantante, ha scritto una lunga lettera ai medici incaricati di esaminare il cuore. La sua richiesta è che il cuore del cantautore non venga gettato.

La lettera - "Ho appreso dai giornali che durante l'autopsia è stato espiantato il cuore di Pino - scrive Bonino -. Avere la conferma che fosse tutto vero è stato devastante e ancor più doloroso dover intuire quale potrebbe essere il suo destino una volta terminati gli esami.... Se razionalmente, con grande dolore, devo accettare una disposizione del pm come atto dovuto, al contempo, trovo moralmente inaccettabile che quel cuore, che idealmente è il luogo dell'anima di Pino, in cui sono le persone che ama, gli amici veri, dove è Napoli, dove c'è un po' di Maremma, dove sono le sue passioni e le sue ispirazioni, possa essere distrutto e smaltito come un rifiuto organico qualsiasi, per dirla con le sue parole.... come una carta sporca".

"Con quel cuore..." - La lettera continua: "Il pensiero di ciò mi addolora quanto la sua morte. Mi auguro che esista la possibilità che i suoi resti possano essere ricongiunti e possano finalmente riposare in pace nel silenzio incantato della campagna Toscana. Confido nel buonsenso e nel rispetto che un paese civile dovrebbe avere nei confronti della dignità umana, a maggior ragione nei confronti di una personalità unica ed irripetibile come quella di Pino, che proprio con quel cuore ha arricchito il nostro patrimonio culturale e musicale donandoci opere straordinarie che rimarranno per sempre all'umanità. Amanda".

Ribaltone al Fatto, silurato Padellaro: chi è il nuovo direttore (e il vecchio...)

Fatto quotidiano, silurato Antonio Padellaro: Marco Travaglio nuovo direttore





Ribaltone al Fatto Quotidiano, Marco Travaglio è il nuovo direttore e sostituisce Antonio Padellaro, alla guida del giornale nei suoi primi 5 anni di vita. Ad annunciarlo una nota della Società Editoriale Il Fatto che comunica che il consiglio di amministrazione "ha deliberato la nomina di Marco Travaglio come nuovo direttore della testata Il Fatto Quotidiano". L'editorialista principe di Servizio Pubblico già da un anno era condirettore del giornale. L'Assemblea degli azionisti tenutasi oggi ha inoltre nominato Padellaro, all'unanimità, Presidente della Società Editoriale il Fatto. 

"L'amministratore delegato Cinzia Monteverdi, insieme ai consiglieri Luca D'aprile, Peter Gomez, Lucia Calvosa, Layla Pavone, Marco Tarò, e alla presenza del Collegio Sindacale presieduto da Niccolò Abriani, hanno accolto la proposta di nomina di Marco Travaglio presentata da Antonio Padellaro che, con grande forza e spirito propositivo per il futuro, resterà in forza al giornale non solo come fondatore ma anche, e soprattutto, come editorialista", sottolinea la nota. "Con la convinzione che il nuovo assetto garantirà la continuità con il passato e nuove idee per il futuro i Soci hanno ringraziato Antonio Padellaro per l'insostituibile apporto che ha dato alla nascita e allo sviluppo del giornale e per il prestigio e l'equilibrio con cui ha diretto la testata in questi anni. Apporto fondamentale che proseguirà da oggi in poi nella sua nuova veste", conclude.

Dalla cella "esce" una lettera di Bossetti: la vecchia promessa fatta alla moglie...

Massimo Bossetti, la lettera dal carcere: "Per il 2015 rivoglio solo la mia libertà"





Massimo Bossetti, il 44enne accusato di aver ucciso Yara Gambirasio quel maledetto 26 novembre del 2010 , scrive una lettera dal carcere. Si tratta di un foglio scritto a mano, una lettera poi mostrata dal suo legale, l’avvocato Claudio Salvagni, durante la puntata del programma La Vita in diretta. Bossetti nella lettera lancia il suo appello e ribadisce la sua innocenza: "Questo chiedo a Dio di regalo per il 2015 e nient’altro di più, la mia libertà rivoglio, perché Dio ha visto e sa come sono andate le cose, sa che io non c’entro in questo caso". E ancora: ''E allora, se veramente esiste - dice riferendosi sempre a Dio - perché non aiuta gli inquirenti a capire? La promessa che ho fatto a mia moglie prima di sposarmi è quella di stare insieme per tutta la vita accanto a lei e non quella di farla finita in un maledetto carcere''. Nel suo scritto, che potete vedere nella foto, lo stesso Bossetti inoltre sottolinea la frase e il concetto che più gli sta a cuore: "Per il 2015 rivoglio solo la mia libertà".