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sabato 31 gennaio 2015

Quirinale, terzo scrutinio e terza fumata nera Le sorprese: chi cresce, chi scompare. Paura nel Pd

Quirinale, terzo scrutinio: fumata nera. Crescono Imposimato e Feltri. Scomparso Prodi





Nuova fumata nera alla terza votazione per il presidente della Repubblica. Lo spoglio di ieri ha dimostrato che è impossibile superare quota 673. Su Sergio Mattarella "auspico si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell'Italia". E' l'appello che Matteo Renzi rivolge ai partiti di maggioranza e opposizione sottolineando che "è una scelta che interpella tutti e non solo un partito". "Come deciso ieri con Silvio Berlusconi e approvato all'assemblea dei grandi elettori confermiamo che dalla quarta votazione Forza Italia voterà scheda bianca". E' quanto ribadiscono i capigruppo Fi Paolo Romani e Renato Brunetta. Intanto nel terzo scrutinio sono cresciuti i voti per Ferdinando Imposimato che va a quota 126. Crescono pure i consensi per Vittorio Feltri che va a quota 56. La Castellina invece va a quota 34, mentre Stefano Rodotà è a quota 23 al pari con Emma Bonino. Fuori dai giochi definitivamente Romano Prodi che non ha raccolto preferenze. Le schede bianche sono 514. 

venerdì 30 gennaio 2015

MOSCHEE, GELMINI: Legge regionale garanzia di sicurezza, bando del comune da riscrivere

MOSCHEE, GELMINI: Legge regionale garanzia di sicurezza, bando del comune da riscrivere 


di Gaetano Daniele 




"La legge sui luoghi di culto approvata in Regione fa tirare un sospiro di sollievo ai milanesi giustamente preoccupati per le ricadute del bando del Comune sulla sicurezza e sul decoro urbano. Così la Coordinatrice di Forza Italia, Maria Stella Gelmini al nostro blog "il Notiziario"

E nota: Del resto il bando della Giunta Pisapia era stato contestato pubblicamente anche dai Consiglieri di sinistra della Zona 8, che non vogliono una mega-moschea nel loro quartiere, così come dalle stesse associazioni islamiche che pur essendo sempre state coccolate da Pisapia non hanno esitato a criticare le decisioni del Comune. 

Magagne - Insomma la legge regionale fa emergere tutte le magagne del bando di Palazzo Marino, prima fra tutte la sua essenza ideologica e quindi ancora una volta la lontananza della Giunta arancione dalla realtà vissuta dai cittadini. La Giunta non ha mostrato di voler modificare questo bando neppure all'indomani della strage di Parigi, quando tutto il mondo si interrogava sulla necessità di rendere più stringenti le misure antiterrorismo e da più parti veniva il monito alla prudenza. Nei giorni seguenti l'attentato di Parigi - continua Gelmini - il ministro Alfano ha addirittura espulso due persone di religione islamica residenti nel Milanese, tra cui un frequentatore della moschea di viale Jenner. Ma niente: Pisapia ha detto chiaro e tondo che il bando non si tocca. 

Conclude - Forza Italia difende la libertà di culto ed in prima linea contro ogni comportamento razzista e contrario ai diritti sanciti dalla Costituzione. Detto questo non abbiamo paura di dire le cose come stanno: questo bando è assurdo e va riscritto, con criteri meno ideologici e più rispettosi del diritto alla sicurezza di chi vive a Milano."

Forza Italia, scatta la rivolta "Silvio, Renzi ti ha fregato e tu..."

Forza Italia, Silvio Berlusconi sotto processo per il Nazareno, attacchi da Fitto e Meloni





Silvio Berlusconi è furioso. La mossa di Matteo Renzi di imporrre un candidato come Sergio Mattarella ha spiazzato Forza Italia e soprattutto il Cavaliere. "Il patto del Nazareno non c'è più", ha detto Berlusconi incontrando i grandi elettori azzurri. L'ira del Cav ha dato fiato ai ribelli azzurri che con Fitto hanno attaccato il patto del Nazareno e le scelte di Berlusconi. Fitto va giù duro sul suo blog: "ri. “Se vogliamo fare una commedia, possiamo dire che va tutto bene in Forza Italia. Se invece vogliamo fare una cosa seria, occorre l’azzeramento totale nel partito e nei gruppi parlamentari”. La delusione tra i forzisti si fa sentire. E il Cav secondo alcune indiscrezioni avrrebbe detto: "Abbiamo ceduto su tutto – ripete l’ex premier - su legge elettorale, riforme, tutto o ora non incassiamo niente?". Anche Denis Verdini sarebbe rimasto colpito dalla mossa di Renzi.Una fonte di palazzo Grazioli, come racconta l'Huffingtonpost, spiega così la cruda verità: “Il Nazareno prevedeva al Colle uno scelto anche da Berlusconi. Ora Renzi lo mette lui. E con questa mossa Renzi dice a Berlusconi. Io ti tengo per le p…e, sono io che decido sulla salva Silvio e su quello che ti riguarda, quindi se vuoi il patto lo fai con me, non con uno al Colle. Altrimenti arrangiati”. 

Le critiche - E ad attaccare le scelte del Nazareno è anche Giorgia Meloni: "Berlusconi è stato sedotto ed abbandonato", ironizza la leader di Fdi. Poi la Meloni ha confessato che "ci spiace che Renzi lo abbia tradito nel momento più importante, dopo avergli svaligiato la cassaforte.Ora - dice ancora la presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale - sia lui che Forza Italia dovrebbero prendere atto di avere sbagliato tutto e ascoltare di più voci libere, come quella di Fratelli d’Italia e di qualcuno dei suoi.Noicontinuiamo all’opposizione di questo governo di incapaci e ci auguriamo di avere nuovi alleati nel farlo".

Ecco il "maxi-sconto" sui debiti fiscali: come pagare l'87% in meno a Equitalia

Equitalia, cartella esattoriale da 87 mila euro: il giudice applica la legge e la riduce a 11

di Francesco De Dominicis 



È la rottamazione degli studi di settore? Forse. Quegli odiosi meccanismi che, specie negli ultimi anni di crisi, hanno creato più di un problema alle partite Iva oltre che alle piccole e medie imprese, potrebbero finire in soffitta. A dare una spallata, ieri, allo strumento creato per accertare e determinare i redditi di imprese, lavoratori autonomi e professionisti è stata Rossella Orlandi: se un imprenditore ha motivi seri, certi e documentabili per non adeguarsi allo studio di settore non deve adeguarsi. Quello che ha detto il direttore dell’agenzia delle Entrate per certi versi non è una novità clamorosa: tuttavia se a parlare in questi termini è il numero uno del fisco italiano il quadro cambia drasticamente. Il messaggio «politico» è forte.

Addio studi di settore - Nel dettaglio, Orlandi ha spiegato che gli studi di settore «non sono uno strumento catastale, ma uno strumento di accertamento e nessuno è obbligato a pagare per reddito che non ha. Se siete convinti che i vostri dati siano corretti non adeguatevi». Più che un chiarimento (del quale non ci sarebbe bisogno), quello di «lady fisco» pare un invito: verificate bene i vostri conti e lasciate stare gli studi di settore. Se ci sarà una profonda riforma è presto per dirlo. In ogni caso, è evidente il tentativo di Orlandi di «umanizzare» l’amministrazione tributaria cercando di migliorare il dialogo tra Stato e cittadini. Obiettivo evidente anche quando il numero uno del fisco ha parlato della nuova dichiarazione dei redditi precompilata: «l’agenzia delle Entrate non ha mai fatto campagne terroristiche» sul nuovo 730. «Mi auguro che questa importante riforma - ha aggiunto- venga portata a fondo», ma «bisogna evitare contrapposizioni che non servono a questo Paese. Vorrei chiedere a tutti uno sforzo grande per provare a fare ognuno il massimo». Staremo a vedere.

La storia - Frattanto, altre buone notizie per i contribuenti sono arrivate da un tribunale, quello di Busto Arsizio in provincia di Varese. I magistrati lombardi, grazie all’azione dell’avvocato Pasquale Lacalandra, hanno dato semaforo verde a uno dei primi casi in Italia di «piani del consumatore» abbattendo un debito fiscale di una impiegata in cassa integrazione dell’87%, da 86mila euro a 11mila euro. La questione ruota attorno a una legge approvata nel 2012 sulla «composizione della crisi da indebitamento». Si tratta di norme poco conosciute che hanno di fatto introdotto nel nostro ordinamento il «fallimento» delle persone fisiche e dei piccoli imprenditori, vale a dire l’accertamento di situazioni di bilanci «familiari» in rosso, tecnicamente si parla di «squilibrio economico tra i pagamenti da effettuare e il patrimonio del debitore». Un po’ quel che accade quando un’azienda alza bandiera bianca e si avvia una procedura concorsuale.  Come funziona? «Le procedure - spiega l’avvocato Lacalandra - riguardano i debitori non soggetti al fallimento (piccoli imprenditori, professionisti, privati in genere, ecc.)». E quali sono i vantaggi? «Il procedimento per la composizione delle crisi da sovraindebitamento - dice l’avvocato - permette di rivolgersi al tribunale con una proposta che, se accolta, diventerà vincolante per i creditori, anche se non si prevede il pagamento integrale di tutti i debiti». Nel caso deciso dalle toghe di Busto Arsizio è stata data una sforbiciata a una cartella esattoriale di Equitalia. Con un taglio dell’87% che è quasi da incorniciare.

giovedì 29 gennaio 2015

Renzi vuole chiudere con Mattarella ma sul Colle è gelo col Cav

Quirinale, le condizioni di Berlusconi a Renzi





Dopo l'incontro con Matteo Renzi a palazzo Chigi, Silvio Berlusconi ha incontrato i grandi elettori di Forza Italia per fare il punto sull'elezione del Capo dello Stato. Il Cav parlando davanti agli azzurri ha affermato: "Con Renzi non abbiamo ancora individuato un nome, ma andiamo avanti nel confronto. Abbiamo avuto la sfortuna di avere sempre presidenti della Repubblica a noi contrari e che hanno ostacolato la nostra azione politica e la nostra rivoluzione liberale...". Silvio Berlusconi parla ai ’grandi elettorì di Fi in vista della partita del Colle, subito dopo l’incontro con Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Il Cav torna a lamentarsi del fatto che gli ultimi tre Capi di Stato sono stati di sinistra, lanciando un nuovo avvertimento al premier, alla vigilia del primo scrutinio per scegliere il successore di Giorgio Napolitano. Il leader azzurro, raccontano alcuni presenti, avrebbe sottolineato che il presidente della Repubblica può incidere in decisioni della Cassazione e "io ne so qualcosa...".

La mossa - Poi il Cav parla anche di una probabile candidatura da parte del Pd di Sergio Mattarella: "Hanno sempre nominato giudici costituzionali di sinistra che abrogavano le nostre leggi. Gli ultimi tre Capi di Stato sono stati a noi ostili". Silvio Berlusconi poi difende la scelta di votare a favore delle modifiche all’Italicum, premio di maggioranza alla lista compreso, ricordando e rivendicando di averlo voluto sin dal 1994, anno della sua discesa in campo. E aggiunge: "Sarebbe una follia, con questa nuova legge elettorale, presentarsi divisi e frazionati in tante sigle alle elezioni. Dobbiamo presentarci con una lista unica".

Quirinale, l'ultima carta di Renzi: far tradire ancora Alfano...

Quirinale, l'ultima carta di Renzi far tradire ancora Alfano





La trattativa per il Colle entra nel vivo. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sono alla partita decisiva. L'incontro di oggi, come avrebbe detto il Cav ai suoi grandi elettori l'intesa sul nome non c'è. Di fatto Renzi avrebbe proposto a Berlusconi il nome di Sergio Mattarella, ma su questo candidato Berlusconi non potrebbe convergere con i voti di Forza Italia. Il Cav è stato chiaro: ""Hanno sempre nominato giudici costituzionali di sinistra che abrogavano le nostre leggi. Gli ultimi tre Capi di Stato sono stati a noi ostili". E Mattarella è proprio uno di quei giudici costituzionali che Silvio preferirebbe evitare in questa corsa al Colle. Così in questo momento l'opzione Mattarella non potrebbe passare perché mancherebbero i voti del Cav. Ed è in questo scenario che arrivano alcune indiscrezioni che parlano di contatti costanti tra Renzi e Alfano (l'ago della bilancia) per convincere il leader di Ncd a portare in odte al Pd i suoi voti proprio sul nome di Mattarella. 

Il tradimento - Ma in questo caso Alfano verrebbe meno al patto siglato col Cav qualche giorno fa che vedeva un'intesa tra Ncd e Forza Italia sulla scelta di un candidato che potesse rappresentare i moderati. Insomma se Alfano accettasse l'offerta di Renzi presterebbe il fianco ad un altro tradimento nei confronti del Cav. Una mossa che potrebbe inasprire i rapporti tra Silvio e Angelino proprio adesso che è cominciata la fase del disgelo. I giochi si apriranno domani con la prima votazione. Può succedere di tutto e non sono esclusi colpi di scena...

"Feltri al Colle". Matteo Salvini lo candida Ma Vittorio lo bastona: "Vuol dire che..."

Vittorio Feltri: "Io al Quirinale? La politica sta raschiando il fondo del barile"





La Lega Nord, per il Quirinale, ha fatto il nome di Vittorio Feltri. Un'ipotesi rilanciata anche dal leader, Matteo Salvini. Il fondatore di Libero, intervistato da Il Tempo, dice la sua sull'ipotesi quirinalizia. A modo suo, senza peli sulla lingua: "Vede, fa piacere essere citato, scelto da qualcuno, anche per il Quirinale. E' sempre meglio che farsi dare della testa di cazzo pubblicamente...". Dunque si chiede a Feltri se, per caso, non avrà da ridire anche su se stesso. Il direttore risponde: "Non si tratta di questo bensì di una constatazione diversa. Ed abbastanza evidente. Il fatto che sia uscito il mio nome dimostra a che punto siamo arrivati nel decadimento della nostra classe politica. Se mi rottamo da solo? Macché. Voglio dire che ormai si è arrivati a raschiare il fondo del barile".