Immigrati in Italia sui barconi per un attentato in Vaticano
di Michael Sfaradi
Nel 2010, a seguito dell’omicidio a Dubai del terrorista di Hamas Mahmud al-Mabhuh, l’allora Segretario agli Esteri inglese David Miliband decise, come ritorsione nei confronti di Gerusalemme, di dichiarare «persona non grata» uno dei funzionari israeliani a Londra: questo perché voci, mai confermate, davano per certo che i killer del Mossad avessero usato falsi passaporti inglesi per entrare nell’Emirato. Chi si oppose a questa mossa, soprattutto considerando che il funzionario era l’uomo del Mossad in Inghilterra, fu proprio l’MI5, i servizi segreti inglesi, che rimase momentaneamente senza contatti con il più informato servizio di intelligence al mondo nelle questioni di antiterrorismo.
Segnali ignorati - Che la sezione analisi e informazioni del Mossad sia in continuo contatto, direttamente o indirettamente, con i servizi segreti della quasi totalità del mondo occidentale non è un mistero e molti degli attentati che vengono sventati lo sono grazie alle informative che proprio il Mossad passa ai governi alleati. Per chi frequenta certi ambienti quello che sta accadendo in Francia in queste ore non è una sorpresa, infatti la domanda che girava non era «se», ma «quando» sarebbe scoppiato il bubbone: i segnali, anche se passati in sordina, c’erano tutti. Dopo l’eccidio nella redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato kosher, che sono solo gli ultimi attentati di una serie che si trascina da alcuni anni, cosa aspettarci? E dove? Secondo voci fatte trapelare nelle ultime ore, e che dietro le quinte sono date per precise e ben informate, sono decine le informative partite nelle ultime settimane oltre che per Parigi anche verso Londra, Berlino, Bruxelles e Roma (in un video dell'isis i jihadisti minacciano il Vaticano).
Per quanto riguarda l’Italia l’attenzione è focalizzata sull’immigrazione di massa in corso dal Nord Africa: i barconi che partono dalla Libia sono per la maggior parte pieni di gente in cerca di un futuro migliore, ma fra loro, e questo viene dato per scontato, si nasconde una percentuale di guerriglieri addestrati provenienti sia dal Mali, che è solo la punta dell’iceberg, sia nelle numerosissime scuole di guerra islamiche nate dopo le “primavere arabe”. Nelle informative in possesso delle autorità ci sono anche diversi nomi e fotografie di queste persone, ma il flusso è talmente alto che solo una piccola percentuale può essere identificata prima del passaggio nel Mediterraneo. Per questo molti di loro, protetti dall’anonimato, una volta entrati in Italia fanno perdere le tracce e diventano cellule dormienti in attesa di ordini.
"Ventre molle" - L’Italia è considerata il “ventre molle” d’Europa, una porta di passaggio che permette sia l’entrata incontrollata nel vecchio continente di personaggi pericolosi e addestrati che il ritorno di coloro che hanno passato periodi più o meno lunghi con i combattenti siriani, con l’Isis, con Al Nusra o con una qualsiasi delle organizzazioni terroristiche legate all’Islam radicale e che usando la “via dei disperati” evitano di dover spiegare i loro viaggi ai controlli doganali. Persone che, una volta rientrate, possono mettere a frutto l’addestramento ricevuto per colpire dall’interno. Se la Francia, che è una delle più importanti potenze mondiali, si è rivelata impreparata, cosa accadrà nel resto d’Europa nel momento in cui dovessero esserci attentati a catena come quelli che hanno caratterizzato gli ultimi giorni? Impossibile rispondere a questa domanda visto che gli eventi si susseguono e sovrappongono in continuazione. L’Italia, per assurdo e il condizionale è d’obbligo, proprio per questa sua funzione di ponte tibetano potrebbe essere, almeno inizialmente, risparmiata da attacchi terroristici di matrice islamica, ma farsi illusioni sarebbe un tragico errore: nel Paese ci sono troppi obiettivi sensibili agli occhi di chi vuole stravolgere il mondo e Roma non è solo la capitale dello Stato, ma anche il centro della cristianità mondiale.