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lunedì 12 gennaio 2015

Meloni-Tosi-Fitto, l'asse anti-Cav: così vogliono sabotare i suoi piani

Meloni, Tosi e Fitto: il progetto per sabotare l'intesa tra Berlusconi e Renzi

di Enrico Paoli 



«Sia chiaro, non voglio morire renziana», dice con il solito impeto passionale Giorgia Meloni dal palco del cinema Adriano a Roma, dove è stata battezzata l’iniziativa «Sveglia centrodestra!», promossa dalla fondazione «Fare Futuro» presieduta dall’ex ministro Adolfo Urso. Per carità, a vedere la sala dell’Adriano sono in molti a condividere l’idea della Meloni. A partire da Francesco Storace che segue con attenzione ma senza troppa partecipazione i lavori. Da uomo d’azione quale è vorrebbe più entusiasmo e meno tatticismo: «Spero che il dibattito cresca di livello, i protagonisti sono comunque all’altezza della sfida». E proprio per questa ragione i giovani della Fondazione, provati e prostrati dalla batosta delle ultime europee, hanno invitato la leader di Fratelli d’Italia, il «ribelle» azzurro Raffaele Fitto e il leghista ma non troppo sindaco di Verona, Flavio Tosi (che ieri ha debuttato ufficialmente su Twitter), a tracciare una linea per riunire il centrodestra. O almeno quel che ne resta, essendo troppo frammentato e disorientato.

Non a caso la diagnosi è pressochè unanime. «Il centrodestra, così come lo abbiamo conosciuto fino a ora, è morto, bisogna ricominciare da capo» e costruire un’alternativa «forte e credibile al rottamatore». Il rischio, avverte Tosi, è di cadere sotto i «ricatti» del Patto del Nazareno, che «serve al premier solo per mantenerci divisi e farci scomparire». Una via d’uscita ci sarebbe pure, assicurano i quattro promotori della manifestazione, e passa attraverso le primarie. Il problema è che fra la teoria e la pratica c’è di mezzo un mare di soldi. Tanti, pure troppi, nonostante lo sforzo titanico nel dimostrare che si possono fare a costo zero. Ma se Tosi e la Meloni possono concedersi il lusso di guardare in prospettiva alle prossime regionali, Fitto è assediato dal presente. «Non hanno ancora capito gli amici del mio partito che errore hanno fatto», dice l’europarlamentare di Forza Italia, «a non invitarmi all’iniziativa organizzata in Abruzzo (Neve Azzurra, ndr). Non pensi nessuno di non ascoltare che cosa pensano in tanti nel partito, noi abbiamo a cuore il futuro del centrodestra e ci interroghiamo sui contenuti e sugli strumenti. I contenuti sono una politica economica alternativa al governo Renzi e gli strumenti», ricorda Fitto, «sono le primarie che legittimano la classe dirigente dal territorio». L’ex governatore della Puglia parla di primarie, in realtà dietro alle sue parole c’è l’ombra del Quirinale.

Perché la partita vera riguarda la scelta del nuovo capo dello Stato. Fitto, assieme al deputato Daniele Capezzone e alla senatrice Cinzia Bonfrisco entrambe presenti alla manifestazione, può contare su 38 parlamentari sicuri, pronti a deviare dal percorso che indicherà Silvio Berlusconi. Non solo. Nel segreto dell’urna la componente dei franchi tiratori potrebbe crescere e moltiplicarsi complicando i giochi tanto a Renzi quanto al Cavaliere. Il quale, consapevole di tutto ciò, delega a Giovanni Toti e Renato Brunetta il compito di smussare i toni con Fitto, preferendo occuparsi della Francia e del fenomeno del terrorismo internazionale. «Mi sembra una polemica sul nulla», dice il consigliere politico di Forza Italia in relazione al mancato invito di Fitto a «Neve Azzurra 2015». Be, se 38 ribelli vi sembran pochi...

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