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domenica 21 dicembre 2014

Il Papa nomina il nuovo braccio destro Ecco chi sarà il suo uomo ombra

Papa Francesco nomina il nuovo Camerlengo: è il cardinale Jean-Louis Tauran




Giro di poltrone in Vaticano. Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, è il nuovo camerlengo di Santa Romana Chiesa. Lo ha nominato Papa Francesco. Settantuno anni, cardinale dal 2003 (Giovanni Paolo II), il francese Tauran prende il posto del cardinale Tarcisio Bertone, che per sette anni è stato il camerlengo. E' stato proprio Turan ad annunciare l'elezione di Papa Francesco il 13 marzo 2013. Affetto dal morbo di Parkinson, con evidenti difficoltà nell'esprimersi, faticò non proprio a pronunciare la frase dell'Habemus Papam. Ma nonostante le difficoltà riuscì a compiee sino in fondo il proprio dovere. Vice camerlengo è stato nominato il presidente della Pontificia accademia ecclesiastica, monsignor Giampiero Gloder, arcivescovo titolare di Telde (sull'isola di Gran Canaria). I compiti principali del Camerlengo sono quello di amministrare i beni temporali quando il Papa è assente. Inoltre deve  presiedere la sede vacante alla morte del Santo Padre o, come accaduto con Benedetto XVI, in caso di sua rinuncia al soglio pontificio. In caso di morte del Santo Padre il primo dovere del camerlengo è verificare che il Papa sia realmente morto, chiamandolo tre volte con il nome di battesimo.

Allarme sui conti correnti online Vi rubano tutto con una e-mail...

Chthonic, il virus che svuota i conti correnti online




Occhio ai conti correnti online. La nuova minaccia malware che colpisce i sistemi di banking online e i loro clienti si chiama Trojan-Banker.Win32.Chthonic, o in breve Chthonic. L'hanno scoperta gli analisti di sicurezza di Kaspersky Lab che l'hanno paragonata al celebre Trojan ZeuS. Finora ha creato problemi a più 150 banche e 20 sistemi di pagamento in 15 Paesi. Sembra che prenda maggiormente di mira le istituzioni finanziarie situate negli Stati Uniti, in Spagna, Russia, Giappone e anche Italia. Chthonic sfrutta le funzioni del computer, tra cui la webcam e la tastiera, per rubare le credenziali dei clienti del banking online. I criminali possono anche connettersi da remoto al computer e controllarlo per effettuare transazioni.

Il virus  - Le principali armi di Chthonic, tuttavia, sono gli injector web che permettono al Trojan di inserire il suo codice e le sue immagini nelle pagine bancarie caricate dal browser del computer, consentendo ai cybercriminali di ottenere il numero di telefono della vittima, le sue password temporanee e i PIN, oltre a tutti i dettagli del login e delle password inserite dall'utente. Le vittime vengono infettate tramite link o documenti, come racconta Repubblica.it, con estensione .DOC allegati nelle email che installano una backdoor per il codice nocivo.

Come difendersi - Fino ad ora Kaspersky Lab ha scoperto moduli che possono raccogliere informazioni di sistema, rubare le password salvate, registrare i tasti digitati, permettere l'accesso da remoto e registrare video e suoni tramite la webcam o il microfonoi. Il Trojan, in questo caso, crea un iframe che copia, mantenendo le stesse dimensioni, la finestra originale del sito. "La scoperta di Chthonic conferma che il Trojan ZeuS si sta ancora evolvendo attivamente. I writer dei malware fanno ampio uso delle tecniche più recenti aiutati dalla diffusione del codice sorgente di ZeuS. Chthonic è l'evoluzione di ZeuS: usa il criptaggio di ZeuS AES, una macchina virtuale simile a quella usata da ZeusVM e KINS e il downloader di Andromeda - per prendere di mira sempre più istituzioni finanziarie e clienti ignari con metodi sempre più sofisticati. Siamo sicuri che in futuro incontreremo nuove varianti di ZeuS e continueremo a registrare e analizzare ogni minaccia per trovarci sempre un passo avanti rispetto ai cybercriminali", ha commentato Yury Namestnikov, Senior Malware Analyst at Kaspersky Lab e ricercatore che ha effettuato un'indagine sulla minaccia. Insomma durante queste feste state molto attenti quando usate il vostro conto online. Il rischio di passare il Natale con le casse a secco è dietro l'angolo. A portata di click. 

Mafia Capitale, l’ultima intercettazione: “Ahmadinejad? Faceva il mio autista”

Mafia Capitale, l’ultima intercettazione: “Ahmadinejad? Faceva il mio autista”

di Franco Bechis 


E’ l’ultima sorpresa che emerge dalle intercettazioni di Mafia Capitale: molti anni prima di diventare presidente dell’Iran, Ahmadinejad faceva l’autista di un personaggio intercettato con Massimo Carmignani, detto il Nero o il Cècato, l’uomo chiave dell’inchiesta che sta facendo tremare la capitale. A rivelarlo è Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica, che a Carminati racconta la sua esperienza in Iran e l’amicizia nata negli anni conAhmadinejad, che definisce “ragazzo serio”, ottenendo l’approvazione di Carminati: “Eh, ma si vede…, solo che per cose di cattiva stampa…”

Ecco il passaggio di quella intercettazione ambientale del 13 giugno 2013:

Pozzessere- Allora pensa che il mio agente in Iran…

Carminati- … sono belle poi, eh, le persiane… sono belle, eh?

Pozzessere- … poi c’hanno una voglia di occidentale, che se le porta via, poi insomma devi entrare nel giro giusto (…) ma a parte quello, lì che ci stava l’agente nostro era il braccio destro di Khomeini, quando ci fu la guerra Iran-Iraq… c’era l’embargo, questo comprava le armi con…

Carminati- Faceva le trinagolazioni, le cose…

Pozzessere- Uno dei ragazzi che studiava, che lavorava dentro il suo ufficio era Ahmadinejad, che era quello che mi portava la sera in albergo, no, con la macchina…

Carminati- Ah…

Pozzessere- Semo pure amici

Carminati- Guardiano de… guardiano della rivoluzione…

Pozzessere- Ragazzo serio!

Carminati- Eh, ma si vede!

Pozzessere- Ragazzo serissimo…

Carminati- Solo che per cose di cattiva stampa… Vengono rappresentati, vengono rappresentati ovviamente…

Pozzessere- Ragazzo che alle cinque del pomeriggio, lui dove stava si buttava per terra a pregà, cioè uno di quelli seri, hai capito?

Carminati- Ahò, ma lo sai che è… quella è una cosa rispettabile là…

Pozzessere- e ci siano sentiti fino a 7-8 anni fa, poi ovviamente…

Carminati- la congiuntura, vai a sapere (…)

La lista segreta per la corsa al Quirinale Ecco tutti i nomi "nascosti" per dopo-Re Giorgio

Quirinale, i nomi in corsa per il dopo Napolitano




Dopo l'annuncio delle "imminenti dimissioni" di Giorgio Napolitano, si infiamma la corsa per il Quirinale. I nomi in campo sono tanti, ma i partiti stentano a trovare un accordo per un candidato che possa trovare la convergenza di tutti. Così le candidature esplicite e non si susseguono in un turn over di nomi senza sosta. E così tra i pretendenti al Colle spunta anche il nome di Piero Grasso che è pronto già per il flash accanto ai corazzieri quando dovrà sostituire Re Giorgio nei momenti della sede vacante quando il presidente farà un passo indietro: "Affronterò quei giorni di supplenza nel pieno rispetto della prassi costituzionale e con il massimo impegno", spiega durante la cerimonia degli auguri di Natale. Il presidente del Senato è la seconda carica della Repubblica e quindi entra di diritto nell'elenco teorico dei candidati. Ma altri nomi cominciano ad emergere nelle stanze quirinalizie. 

I nomi - Il primo è quello di Giuliano Amato che aveva proposto anche Silvio Berlusconi. Bisogni capire quanti consensi possa raccogliere la sua candidatura. A seguire c'è la cinquantenne costituzionalista lombarda Marta Cartabia, appena nominata vicepresidente della Consulta. E' invece di ieri, secondo quanto racconta il Corriere, la "nomination" per Sergio Mattarella. Figlio del Piersanti presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia, ministro della Dc e poi dell'Ulivo, ex giudice della Corte Costituzionale, inventore del Mattarellum, il sistema elettorale semi-maggioritario degli anni '90. Infine l'altro nome che è entrato prepotentemente nel Toto-Colle è quello di Sabino Cassese, giurista, ex membro della Consulta, ministro della Funzione pubblica del governo Ciampi. 

SALVINI NON SI FERMA PIU' Ecco quanto vale il Carroccio del sud

Matteo Salvini, il sondaggio sulla Lega al Sud: "E' già al 5 per cento"




"Noi con Salvini", il partito della Lega Nord lanciato da Matteo Salvini per il Centro-Sud, vale tra il 2 e il 5%. I numeri sul nuovo movimento del Carroccio Coesis Research. "Molto dipende da che cosa si associa a quel logo e da quale sarà il programma e l'atmosfera. Noi con Salvini insieme alla Lega Nord può portare il valore complessivo di Salvini a livello nazionale tra il 16 e il 20%, sommando appunto le due formazioni politiche", spiega Alessandro Amadori ad affaritaliani. Quanto alla distribuzione su base regionale, "la Sicilia ha un voto più mobile - abbiamo visto i 5 Stelle primo partito e l'elezione di un Governatore gay - quindi Noi con Salvini potrebbe arrivare addirittura al 10%. Interessante anche il dato in Puglia. Mentre sono più tradizionaliste e quindi più difficili per Salvini la Campania, la Calabria, l'Abruzzo, il Molise e la Basilicata".

La sfida in tv - Con queste proiezioni nelle intenzioni di voto, Matteo Salvini prepara la sua sfida a Renzi: "Voglio sfidare Renzi in diretta tv. Già da domattina sono pronto a confrontarmi con lui su tasse, immigrazione, euro, su tutto". Lo afferma il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, intervenendo a Sky Tg 24. "Il presidente della Repubblica è l'ultima delle mie preoccupazioni e degli italiani. Basta che non sia un vecchio rottame della sinistra, come Prodi o Amato". "Renzi è pericoloso. Votare una legge finanziaria alle 5 della mattina con tasse occulte non capitava neppure in Unione Sovietica. Prima se ne va a casa e meglio è. Presto vedremo quanto pagheranno di più gli italiani sulla casa e sull'elettricità. Mentre Renzi fa i compiti di Bruxelles, gli italiani passeranno un Natale meno felice". Secondo Salvini, infatti, la manovra "è una porcata. Hanno votato una legge di stabilità - ha aggiunto - piena di errori e di tasse occulte. Noi non ci arrendiamo, questi non solo sono incapaci ma sono anche pericolosi".

sabato 20 dicembre 2014

Manovra, mutui bloccati per 3 anni Imu e Tasi, tasse sulla casa congelate

Legge di stabilità, tutte le novità: Irap, fondi pensione, cuneo fiscale, Tasi, Imu e tagli alla spesa pubblica





Tra pasticci e ripensamenti, la stabilità è legge dopo una seduta fiume al Senato. Come da costume italiano, gli ultimi giorni hanno rischiato di stravolgere il volto della manovra a suon di "marchette" e "assalto alla diligenza". Alla fine il governo è riuscito più o meno a limitare i danni, confermando il profilo fondamentale dei provvedimenti: 16 miliardi di tagli alla spesa (ma il rischio è che diventino lineari, poco mirati, e dunque più dannosi che utili) e 6,5 miliardi di euro di interventi a favore di lavoro e nuove assunzioni. L'impressione generale e condivisa, però, è che questa legge di stabilità non sia risolutiva e non riesca nel suo unico obiettivo: aiutare l'Italia ad uscire la crisi. La fotografia, sbiadita, l'ha scattata anche il Sole 24 Ore, il principale quotidiano economico italiano, che non è riuscito a mascherare lo scetticismo. 

Mutui sospesi per tre anni - Anticipata qualche settimana fa, viene confermata nel testo approvato a Palazzo Madama la sospensione per tre anni della quota capitale delle rate dei mutui., introdotta grazie ad un emendamento del Movimento 5 Stelle. Scatterà dunque la moratoria su mutui e finanziamenti per famiglie e piccole e medie imprese. con l'obiettivo di congelare il pagamento della quota capitale delle rate per tutto il triennio 2015-2017.

Tasi e Imu - Niente maxi-aumento delle tasse sulla casa nel 2015. In attesa della nuova tassa comunale unica (la local tax), sono state prorogate le aliquote Imu e Tasi del 2014 scongiurando l'innalzamento del tetto al 6 per mille per Imu e Tasi rispetto all'attuale 2,5 per mille per la Tasi sulla prima casa. Senza local tax, però, i problemi (e il caos) restano.

Irap e cuneo fiscale - L'intervento più efficace e di maggior realizzabilità secondo il Sole è quello sul taglio al cuneo fiscale: il governo ha confermato la totale deducibilità dalla base imponibile Irap del costo del lavoro per gli assunti a tempo indeterminato, con variazione però rispetto al Dl sul bonus Irpef. I soggetti Irap privi di autonoma organizzazione avranno diritto a un credito d'imposta del 10% sull'Irap. Misura quest'ultima che "neutralizza" l'aumento delle aliquote dal 3,5% al 3,9% e che avrebbe esposto milioni di autonomi con partita Iva al rischio di pagare più tasse.

Split payment - Nota dolente è l'entrata in vigore dall'1 gennaio 2015 dello split payment, il meccanismo per cui l'Iva dei fornitori della Pubblica amministrazione verrà versato all'Erario direttamente dalle singole amministrazioni. L'ingorgo è dietro l'angolo: il sistema infatti non si applica ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte e per i soggetti con i rimborsi delle eccedenze Iva. Occhio, avverte il Sole, perché senza l'ok della Commissione Ue dal 30 giugno 2015 potrebbe scattare un aumento dei carburanti per "coprire" i 988 milioni di euro previsti (ma non sicuri) dalla lotta all'evasione dell'Iva.

Partite Iva - Niente agevolazioni del nuovo regime dei "minimi" per le partite Iva (aliquota del 15% e soglie diversificate a partire da 15mila euro) i soggetti con redditi di lavoro dipendenti e assimilati prevalenti rispetto ai redditi oggetto di agevolazione. Si salva chi ha redditi sotto i 20mila euro.

Fondi pensione e previdenza - Crediti d'imposta del 9% e del 6% per i fondi pensione e le casse di previdenza, a fronte però di un aumento delle tasse sui rendimenti dall'11,5% al 20% per i fondi e dal 20% al 26% per le casse.

Bonus bebè e 80 euro - Confermato e "strutturale" il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 26mila euro. Capitolo bonus bebè: l'assegno di 960 euro all'anno per ogni figlio avuto o adottato dall'1 gennaio 2015 verrà erogato solo se l'Isee familiare non supera i 25mila euro.

Pensioni, tetto sugli assegni più alti - Tetto alle pensioni: gli assegni non potranno essere più alti di quanto sarebbe stato liquidato secondo le regole precedenti alla riforma Fornero. Niente penalizzazioni per chi anticipa il pensionamento prima dei 62 anni (a patto che abbia 42 anni di contributi), ma solo per chi maturerà l'anzianità contributiva per l'accesso alla pensione al 31 dicembre 2017.

Mobilità nelle Province - Dichiarato in esubero il 50% dei dipendenti delle province e il 30% di quelli delle città metropolitane. Le liste di chi "resta" deve essere consegnata dagli enti entro l'1 aprile 2015. Lo stipendio attuale per tutti i dipendenti è garantito fino al 2017, poi scatterà la "disponibilità" di due anni con taglio del 20% in busta paga. Le cessazioni partiranno dal 30 aprile 2019.

Partecipate - A proposito di tagli alla spesa, il governo chiude le micro-società partecipate che hanno più amministratori che dipendenti e le "aziende doppione".

Tagli alle Regioni (e alla Sanità) - Alle Regioni vengono tagliati 4 miliardi di euro. Un provvedimento che quasi sicuramente avrà ripercussioni sulla Sanità, visto che questa voce ricopre l'80% delle uscite delle Regioni. Piove sul bagnato, visto che i 4 miliardi si sommano ai 2,3 già tolti nei mesi scorsi.

"Lui m'ha impedito di portarli a casa" Marò, ecco chi è il big sotto accusa

Vinod Sahai: "Potevo portare a casa i marò ma il ministro mi ha fermato"




"Potevo far tornare i marò in Italia ma il ministro mi ha fermato": l'accusa arriva da Vinod Sahai,rappresentante degli oltre 200mila indiani che vivono in Italia ed è pubblicata da Il Giornale in edicola oggi, sabato 20 dicembre. In sostanza, il mediatore afferma di aver più volte prima con il ministro di Monti Giampaolo di Paola e poi con Federica Mogherini di aver proposto una soluzione extragiudiziale alla vicenda dei marò ma di essere stato bloccato dal primo e ignorato dalla seconda.  La proposta italiana che attualmente è sul tavolo del governo indiano potrebbe prevedere di far rientrare i marò in patria in attesa del processo a Delhi. Un giudizio in un Paese terzo oppure il processo immediato con condanna da scontare in Patria. Ma questa stessa soluzione era stato prospettata svariati mesi dagli indiani d'Italia e non è mai stata presentata per il niet o per il disinteresse di Roma. Lunedì Sahai torna a Delhi per la riunione annuale delle comunità indiane all'estero. "Lo spazio - dice il mediatore a Il Giornale - c'è ancora ma vanno lasciati da parte i politici. Ci vorrebbe un incontro tra il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il suo omologo indiano che posso favorire. E' meglio che in questa fase parlino i militari per poi arrivare alla Corte suprema".  In India Sahai è conosciuto come l'uomo che apre tutte le porte e nel mese di maggio aveva inviato una e-mail alla Mogherini in cui spiegava che aveva preparato un'ìstanza alla Corte suprema indiana per autorizzare una soluzione extragiudiziale che riportasse a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.  Ma non ha mai ottenuto risposta. Secondo il suo racconto gli aveva risposto il ministro della Difesa di Monti e lui si era già attivato ma poi è stato stoppato. Il motivo? Secondo quanto scrive Il Giornale il governo Monti temeva di fare brutta figura nel caso la vicenda si fosse risolta con l'aiuto degli indiani d'Italia.